Tutto per la scuola
Compiti delle vacanze
Formazione: i più richiesti
Tutte le proposte Erickson dedicate al lavoro sociale: libri, manuali, strumenti, corsi di formazione online e in presenza, convegni ed eventi per un aggiornamento costante e concreto.
Ci occupiamo di lavoro di caso (casework), lavoro con i gruppi (groupwork) e lavoro con le comunità (community work) in diversi ambiti come tutela dei minori, anziani, fragili, intercultura, salute mentale. Un’attenzione particolare viene riservata all’approfondimento e alla diffusione del Relational Social Work, elemento distintivo della proposta Erickson.
Il pregiudizio invisibile che discrimina gli anziani
Una forma di discriminazione silenziosa ma devastante che colpisce le persone anziane, limitando i loro diritti e il loro ruolo nella società: ecco cos’è l’ageismo. In questo saggio, Marco Trabucchi analizza il fenomeno in profondità, mostrando come pregiudizi e stereotipi alimentino l’esclusione sociale. Attraverso un’analisi critica e proposte concrete, offre spunti per contrastare questa mentalità e costruire una comunità più inclusiva, dove l’invecchiamento sia vissuto con dignità e rispetto.
La serie Una palestra per la mente è una piccola «palestra» personalizzata con tante schede e attività utili ad allenare efficacemente la sfera cognitiva, ritardando gli effetti del declino cognitivo a beneficio di una migliore qualità di vita.
Gli strumenti operativi proposti nei volumi sono facili e immediati, per questo è possibile utilizzarli quotidianamente con persone affette da Alzheimer e con i loro familiari.
Una palestra per la mente nasce dal desiderio di far conoscere e condividere un programma di stimolazione cognitiva messo a punto presso il CRIC - Centro Regionale per lo studio e la cura dell’Invecchiamento Cerebrale dell’Università di Padova.
Metodologie e strumenti per ideare, realizzare e valutare progetti
Il Master si propone come un’occasione di riflessione, analisi, costruzione ed implementazione di nuove conoscenze e competenze, indispensabili per esercitare efficacemente la funzione di progettista sociale. Dopo un approfondimento iniziale sul senso e sul ruolo che la progettazione sociale può assumere nel quadro delle politiche di welfare, il percorso formativo affronterà via via le diverse fasi che compongono il lavoro di progettazione, dalla fase iniziale e preparatoria, a quella di stesura del progetto, di implementazione e di valutazione. Saranno inoltre previsti approfondimenti su temi legati alla dimensione relazionale e partecipata dei progetti: conoscere sé stessi in quanto progettisti, catalizzare partnership attorno alle finalità di progetto, accompagnare gruppi di lavoro e processi decisionali.
Esperienze e strumenti per il community social work e la rigenerazione dei territori - 5° Convegno internazionale
Sempre più spesso sentiamo parlare di lavoro di comunità, in un duplice senso.
Da un lato è la capacità delle comunità di attivarsi per affrontare sfide e generare cambiamento, dall’altro è l’insieme di competenze e pratiche che servizi sociali, operatori e operatrici possono mettere in campo per favorire attivazione, sviluppo o rigenerazione comunitaria.
Al centro di tutto c’è un elemento imprescindibile: la partecipazione. Non si può immaginare di risolvere problemi collettivi senza coinvolgere chi quei problemi li vive ogni giorno.
Ricercatrice presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, docente di Procedure e tecniche di Tutela minorile e di Politiche socio-assistenziali nei corsi di laurea in Scienze del Servizio sociale presso la sede di Milano e Brescia.
Assistente sociale con esperienza nel lavoro sociale di comunità, in progetti di mediazione sociale, e nell’ambito della tutela minorile.
Metodi, procedure e strumenti per costruire percorsi di aiuto condivisi
Favorire la partecipazione nei procedimenti di tutela coinvolgendo bambini/e, ragazzi/e e le loro famiglie: questi sono i principi che ispirano il Master in Tutela dei Minori.
Chi opera nel campo della tutela minorile si trova coinvolto in situazioni estremamente complesse, dal punto di vista relazionale e procedurale. La tutela dei minori è infatti una delle aree più controverse, in cui le decisioni dei professionisti possono essere oggetto di polemiche. È anche un ambito in cui operatrici e operatori si sentono particolarmente gravati dalla complessità delle situazioni, dalla sensazione di impotenza, dai dilemmi legati alla necessità di dover andare incontro a bisogni e diritti difficili da conciliare gli uni con gli altri.
Il master, partendo da questi presupposti, intende approfondire le fasi del percorso di aiuto di famiglie vulnerabili, lavorando sul loro coinvolgimento a livello decisionale, nel rispetto di bambini/e e ragazzi/e.
Preparare l’allontanamento, costruire progetti di accoglienza, accompagnare il rientro in famiglia
L’allontanamento di un bambino o ragazzo dalla propria famiglia è tra gli interventi più complessi che gli operatori sociali sono chiamati a svolgere a tutela e protezione dei più piccoli. La complessità deriva da un lato dalla sofferenza che l’allontanamento può provocare nei bambini e nei loro familiari, dall’altro, dalla difficoltà per i professionisti di mettere in atto un intervento fortemente incisivo sulla vita delle persone con cui lavorano. Il corso intende offrire nuove chiavi di lettura per ri-pensare l’allontanamento come un punto di ri-partenza, promuovendo la partecipazione dei bambini e dei loro adulti di riferimento nella costruzione del percorso di aiuto che li riguarda, in vista di una possibile riunificazione familiare.
Il percorso intende fornire una preparazione teorico-pratica sull’animazione rivolta agli operatori che svolgono la propria professione nell’ambito dei servizi alla persona. L’animazione sociale, e con essa quella educativa e culturale, in questi ultimi anni sta acquisendo sempre maggiore importanza in quanto attiva processi di sviluppo psico-fisico, relazionale ed emotivo stimolando e riconoscendo le potenzialità individuali in persone e gruppi che presentano la necessità di soddisfare bisogni sociali, culturali ed educativi.
Il corso, dopo un’iniziale presentazione degli aspetti teorici da cui l’animazione prende avvio, sposterà il proprio focus verso la terza età e in particolare nella direzione della relazione con le persone affette da demenza in quanto, in questo ambito, è sempre più importante in termini di risultati e miglioramento della qualità della vita degli utenti.
Formazione di figure professionali a supporto dell’équipe educativa di scuola e di comunità
Pensato per tutte le figure professionali che lavorano e sono attive nel campo dell’educazione e della scuola, l' intento del percorso è quello di ampliare le competenze professionali, potenziando il livello di collaborazione, di co-progettazione e le competenze riflessive e decisionali.
La supervisione pedagogica è uno strumento di supporto e accompagnamento professionale che, all’interno di uno specifico spazio teorico-esperienziale partecipato, mira a favorire l’individuazione di strategie operative efficaci e di soluzioni creative e costruttive, a partire dall’attivazione di processi di osservazione e di analisi critica dei molteplici aspetti di cui ogni professione si compone.
Alla ricerca del Rispetto nelle pratiche di cura
Come possono operatrici e operatori della cura farsi guidare dalle loro stesse esperienze di lavoro – tanto stressanti quanto dense di delicata sensibilità – per diffondere nei loro Servizi e nelle loro relazioni un approccio umano e rispettoso? La società in cui viviamo – definita come una società “sviluppata” – è orientata sempre più all’efficientismo, al raggiungimento di obiettivi e al prestazionismo anche nei Servizi alla persona. È in questo contesto che Fabio Folgheraiter propone una riflessione profonda sulla “ricerca del Rispetto” nelle pratiche di cura: qual è il senso autentico del rispetto e della reciprocità di fronte alla sofferenza esistenziale?
In queste pagine dense di citazioni e riferimenti al lavoro quotidiano, Fabio Folgheraiter esamina due paradigmi esistenti – quello liberista che celebra l’anzianità quando giovanile e quello welfarista che pratica il rispetto come dovere professionale – indicando una terza via: l’approccio relazionale per esprimere un rispetto integro.