Oggi anno, la seconda settimana di luglio, accade qualcosa di magico. Un gruppo di folli decide di seguire me e altri quattro visionari in quella che è l’avventura più straordinaria che abbia mai deciso di intraprendere:
Oggi anno, la seconda settimana di luglio, accade qualcosa di magico. Un gruppo di folli decide di seguire me e altri quattro visionari in quella che è l’avventura più straordinaria che abbia mai deciso di intraprendere: il campus START.
É difficile descrivere a parole questa esperienza, credo che sia l’iniziativa che più di tutte mi ha segnato, quella che mi è entrata in profondità.
Quando ebbi l’idea, ormai sei anni fa, di proporre un’esperienza aperta a bambini con difficoltà nell’autocontrollo, i loro genitori, i loro fratelli e sorelle, non avevo assolutamente idea di che cosa sarebbe accaduto. Non potevo immaginare, nemmeno lontanamente, la forza di condividere una passione così grande con persone meravigliose come i master e i tutor che, ogni anno, offrono il loro tempo e le loro energie per dar vita a questo sogno.
Vorrei ringraziarli tutti, vorrei lasciare a loro il palco e spegnere i riflettori che, non sempre meritatamente, puntano solo sulla mia persona.
Il campus non sono io, il campus è una famiglia che si muove, nasce in quei giorni e ha una forza vitale talmente grande da resistere nel tempo. Chi vi ha preso parte sente di essersi legato a qualcosa a cui difficilmente riuscirà a slegarsi.
Il campus ti segna, fonde le tue credenze e le rimodella dando loro nuova forma e nuova luce.
Se entri in contatto così con le famiglie e con i bambini con difficoltà non potrai più fare a meno di di sorridere ripensando a loro volti, di sentirli vicini, di provare quel senso di fragile spavalderia che ti fa sentire orgoglioso di esserci, non di esserci stato.
Se entri in contatto così con le famiglie e con i bambini con difficoltà impari che cosa significhi realmente inclusione.
Ho la presunzione di credere che nulla possa avere un effetto così devastante.
Guardate il video che troverete in coda a questo articolo, non fermatevi a pensare chi sono, quale formazione hanno, quali difficoltà presentano, come si chiamano. Guardatene i volti, osservate come si guardano tra loro, come si sfiorano, si abbracciano, si sorridono. Immaginateli guardare questo video come lo state guardando voi ora, e sappiate che i loro occhi brillano.