Come dimostrano l’esperienza quotidiana degli insegnanti e le rilevazioni nazionali e internazionali, le competenze di scrittura di moltissimi studenti italiani sono drammaticamente scarse. Sono molteplici le cause, ma questo scenario evidenzia i limiti delle modalità tradizionali di insegnamento dell’italiano. Ne abbiamo parlato con Jenny Poletti Riz, docente di lettere che ha introdotto e sperimentato per la prima volta in Italia la metodologia del Writing and Reading Workshop, ideata dal Teachers College della Columbia University.
Professoressa Poletti Riz, perché è sempre più necessario un approccio didattico radicalmente diverso all'insegnamento della scrittura?
Ci sono numerose risposte a questa domanda. Me ne spunta in mente un elenco e ve le propongo così, in ordine sparso.
-
Perché i nostri studenti sono attualmente poco motivati e coinvolti.
-
Perché i nostri studenti leggono pochissimo e scrivono ancora meno sia in classe che a casa (social network e instant messaging a parte).
-
Perché l’approccio abituale all’insegnamento della scrittura e della lettura di norma non permette ai nostri alunni di scrivere per avere un impatto sul mondo e per indagare su loro stessi con onestà.
-
Perché la «grammatica» si apprende meglio attraverso la scrittura e non viene prima della scrittura.
-
Perché gli studenti mostrano troppo spesso scarsi miglioramenti nella scrittura e nella lettura nel corso degli anni.
-
Perché i nostri allievi hanno bisogno di esprimersi anche attraverso la scrittura, ma non lo possono fare con il metodo attualmente in uso nelle scuole non potendo scegliere argomenti che stanno loro a cuore.
-
Perché le modalità standard utilizzate in classe non favoriscono il processo di scrittura, che è diverso per ciascuno, pur avendo tappe comuni.
-
Perché la scrittura non viene insegnata a scuola come «tecnica e mestiere» e l’acquisizione di competenze non passa da un insegnamento diretto, esplicito, mirato, in situazione.
-
Perché l’insegnamento abituale è scarsamente inclusivo e individualizzato.
-
Perché l’insegnante, nella cornice tradizionale, ha un ruolo marginale nel processo di scrittura e di lettura degli studenti, mentre dovrebbe essere il maestro di scrittura, come nelle botteghe artigiane.
Perché l'insegnamento abituale di lettura e scrittura non funziona?
Il primo e più importante motivo per cui occorre cambiare approccio all’insegnamento dell’italiano rinvia a una ragione pratica.
Dobbiamo cambiare perché, molto semplicemente, quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per insegnare la scrittura e per far diventare i nostri studenti lettori-scrittori-critici-appassionati-per-tutta-la-vita non ha funzionato e non funziona. In particolare mi riferisco alla scuola secondaria di primo e secondo grado.
Questa affermazione non ha la presunzione di basarsi su un’analisi accurata della ricerca o sulla statistica. È semplicemente una constatazione che deriva dalla mia esperienza di insegnante e dalle riflessioni di decine e forse centinaia di insegnanti con i quali mi sono confrontata nel corso di tanti anni. Ma, considerando i dati proposti da alcune ricerche, possiamo trarre conferma di ciò che la nostra intuizione di insegnanti ci dice, o perlomeno di ciò che dice a chi di noi si pone domande, mettendosi in discussione.
Sappiamo, in effetti, che un buon numero dei nostri studenti non ama leggere o a volte smette di farlo proprio a partire dall’inizio della scuola media o superiore.
Sappiamo altrettanto bene che l’evoluzione dei nostri studenti come scrittori in particolare dalla prima alla terza media è insoddisfacente.
Sappiamo anche che diventare lettori capaci per tutta la vita porta con sé un vantaggio enorme per i nostri studenti sia in termini pratici — possibilità di carriera, life-long learning, capacità di gestirsi nel mondo complesso del XXI secolo — sia per aumentare la loro felicità personale. E sappiamo che non meno importante è la competenza della scrittura.
Che cosa possono fare gli insegnanti per modificare questa situazione?
Molti di noi, mossi da queste constatazioni, si interrogano e provano alternative. Si tratta però quasi sempre di iniziative sporadiche: attività di promozione della lettura e proposte di scrittura creativa. Non si giunge a un approccio didattico radicalmente diverso, strutturato e organico: e in effetti un metodo alternativo non è qualcosa che si trovi dietro l’angolo e, anche se lo si trova, non è facile da applicare nei contesti spesso rigidi delle nostre scuole.
Capisco dunque la difficoltà di molti colleghi che come me si pongono domande e fanno comunque del loro meglio per appassionare gli studenti alla lettura e alla scrittura. Il laboratorio di scrittura ideato dal Teachers College della Columbia University e fondato su decenni di sperimentazioni e di ricerche, propone una metodologia completa da cui prendere spunto per modificare alcune routine e la vostra pratica, anche se deciderete di non abbracciare in toto quelle proposte.