Il 25 marzo, presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Bologna, si è tenuta una discussione pubblica sulla bozza delle nuove Indicazioni Nazionali per la Matematica nel primo ciclo scolastico. Vi hanno partecipato circa 300 persone tra docenti di scuola primaria e secondaria di 1° grado, studenti, formatori e ricercatori in Didattica della Matematica e dell’Informatica. Il sottoscritto ha introdotto l’incontro con una breve presentazione dei cambiamenti introdotti per la Matematica e ha moderato il dibattito.
Gli interventi dei partecipanti hanno messo in evidenza varie criticità della proposta ministeriale, che di seguito sintetizzo.
Un documento poco chiaro e frammentato
Molti hanno segnalato la frammentazione e la difficile comprensione del testo. L’intento di integrare le STEM è percepito come inefficace, poiché gli obiettivi disciplinari non dialogano tra loro. La distinzione tra competenze attese, obiettivi generali e specifici risulta poco chiara, con il rischio di generare incertezze interpretative. Nel caso specifico della Matematica, obiettivi generali e specifici sono divisi in ambiti diversi, rendendo difficile comprendere il legame tra i primi e gli ultimi. Inoltre, la separazione tra conoscenze e obiettivi specifici appare problematica: alcune conoscenze fondamentali, come il Teorema di Pitagora, risultano declassate a contenuti solo conoscitivi non prescrittivi.
Laboratori e problemi a rischio di depotenziamento
Nelle Indicazioni del 2012, il laboratorio di matematica era concepito come un momento di costruzione della conoscenza, mentre nella nuova bozza la chiara definizione presente nel documento precedente non è più richiamata. Anche la definizione di “problema” prima proposta viene a scomparire: si pone enfasi sul porre (novità gradita) e risolvere problemi, con un focus che sembra spesso spostato verso la soluzione; nel 2012 molta più attenzione era posta all’affrontare problemi. L’assenza di una definizione chiara di “problema” e la collocazione del laboratorio tra i suggerimenti metodologici finali, anziché nella premessa come fatto nelle Indicazioni ora in vigore, sono state viste come un depotenziamento di queste pratiche.
Matematica: solo calcoli o anche comprensione?
Molti hanno criticato la concezione della Matematica espressa nel documento, vista come disciplina di verità assolute e immutabili, in contrasto con il suo sviluppo storico ed epistemologico. Il testo sembra privilegiare un approccio deterministico, evidenziato per esempio, dalla variazione degli obiettivi relativi alla probabilità al termine della primaria. Inoltre, emerge una visione strumentale della Matematica, più orientata al calcolo e meno alla comprensione concettuale: ad esempio, si sostituisce il verbo “determinare” con “calcolare” negli obiettivi sulle aree e perimetri per la scuola secondaria. Il ruolo culturale della disciplina appare marginalizzato rispetto alla sua utilità pratica.
Informatica tra Matematica e Tecnologia: un’integrazione forzata?
L’inserimento dell’Informatica nel curricolo è stato al centro del dibattito. Sebbene se ne riconosca l’importanza, la suddivisione degli obiettivi di Informatica tra Matematica e Tecnologia è vista come incoerente e priva di un piano organico. Gli obiettivi derivano da una proposta pensata dal CINI nel 2017 per una disciplina autonoma e non sono stati adattatati al nuovo contesto. La loro numerosità rischia di appesantire il carico didattico senza una revisione del monte ore disponibile (ad oggi non comunicata). Un problema rilevante è la formazione dei docenti: molti non sentono di avere una preparazione specifica in Informatica e/o nella sua didattica, il che potrebbe compromettere l’efficacia dell’insegnamento.
Inoltre, vi sono dubbi sulla valutazione degli obiettivi di Informatica (per es. nell’esame) e sul loro ruolo nel curricolo complessivo.
Conclusioni: la necessità di una revisione importante
La discussione ha evidenziato la necessità di una revisione importante della bozza ministeriale per migliorarne la coerenza, chiarire le finalità e garantire un’integrazione più efficace dell’Informatica, che forse si avvantaggerebbe dello statuto di disciplina autonoma.
Si auspica un maggiore coinvolgimento della comunità scolastica nella definizione delle nuove Indicazioni, per renderle più chiare, inclusive ed efficaci nella formazione degli studenti, oltre a un necessario percorso di formazione dei docenti delle scuole degli ordini coinvolti.
*Andrea Maffia, Dipartimento di Matematica, Università di Bologna