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Leggere tra le righe è una serie - frutto della collaborazione tra Edizioni Erickson e Scuola Holden - dedicata alla salute mentale di bambini, bambine e adolescenti con l’obiettivo di far conoscere più da vicino le forme e i sintomi di alcuni disturbi psicologici frequenti nelle giovani generazioni.
La serie mette in campo linguaggi diversi per affrontare temi come l’autolesionismo, l’ansia scolastica, la disforia di genere, i disturbi alimentari, la depressione. Si rivolge chiunque sia interessato, per ragioni personali come genitori, adolescenti, o per motivi professionali come psicologi, educatori, insegnanti, a conoscere da vicino le forme e i sintomi di alcuni dei disturbi psicologici più frequenti nelle giovani generazioni.
Le storie scritte dalla Scuola Holden sono affiancate dalle illustrazioni dei ragazzi e delle ragazze dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo.
Il disagio percepito da una persona che non si riconosce nel proprio sesso fenotipico o nel genere assegnatole alla nascita. Questa sensazione di «dissonanza» può generare emozioni negative, come ansia, tristezza e rabbia associate a confusione, che a volte si trasformano in una sofferenza più profonda. Questa è la disforia di genere in età evolutiva che, se non viene riconosciuta e affrontata, può influire negativamente sulla vita dei ragazzi, rendendo più difficile concentrarsi a scuola, stringere amicizie o sentirsi bene con se stessi.
Il terzo volume della serie racconta le storie di Sandro, Paola e Stefano, tre ragazzi che vivono in bilico tra ciò che il mondo si aspetta da loro e ciò che sentono di essere davvero. Tra conflitti interiori, relazioni difficili e il bisogno di essere compresi, i tre affrontano a modo loro la disforia di genere. Un libro che racconta le storie di chi ogni giorno vive il disagio di non riconoscersi nel proprio corpo e nel proprio genere.
Usavo quel nome per farmi coraggio prima di un’interrogazione (Sei bravissima Sofia, hai studiato, sai tutto) o durante i film horror (Dai, Sofia, apri gli occhi. È solo succo di pomodoro). Era come una formula magica, come una pozione miracolosa. Nel mio mondo, Sandro non esisteva e Sofia era bella, forte e soprattutto vera. Perché Sofia ero io.
I disturbi dell'alimentazione indicano un rapporto disfunzionale con il cibo e sono frequentemente accompagnati da problemi emotivi e psicologici: depressione dell'umore, tristezza, rabbia, isolamento sociale, ossessioni, stati d'ansia e altri disturbi emotivi. In fase adolescenziale e preadolescenziale, i disturbi più comuni sono l'anoressia, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata. Le motivazioni legate a tali disturbi sono diverse: si possono verificare a seguito di pressioni sociali, alla ricerca di ideali di bellezza irrealistici spesso condizionati dai social media, cambiamenti familiare o difficoltà emotive.
Il terzo volume della serie racconta attraverso le voci di tre giovani ragazzi e ragazze i disturbi dell'alimentazione e della nutrizione, tra i più diffusi nell'età evolutiva. Insieme a Stefano Vicari e Maria Pontillo, che accompagnano con un commento più tecnico ciascuna storia, conosceremo tali disturbi più da vicino, cercando di capire le motivazioni che innescano un rapporto disfunzionale con il cibo e quali sono le conseguenze, spesso devastanti, che hanno sulla salute psicofisica di chi ne soffre.
Quel signore che fa jogging, per esempio. Basta un calcolo veloce per capire che sta consumando dieci calorie al minuto. Se continua così tra un’ora ne avrà bruciate 600. Forse di più. Io invece non sto bruciando niente, seduta qui in auto. Quando non brucio calorie, quando non ne brucio abbastanza, intendo, mi sento strana. È un misto di senso di colpa, di ansia, di odio nei confronti di me stessa. È una vera sofferenza. Io vorrei solo essere perfetta, e invece mi sento così stanca…
Cos’è l’ansia scolastica?
L’ansia scolastica è una condizione emotiva di malessere legata alla sfera scolastica che si manifesta sotto forma di panico, angoscia e ritiro sociale nei bambini, nelle bambine e negli adolescenti che manifestano resistenza o si rifiutano di frequentare la scuola. L’ansia scolastica può nascere in età infantile tanto quanto in età adolescenziale: oggi sono tra il 5% e il 28% i giovanissimi che ne soffrono.
Il secondo volume della serie affronta il problema dell’ansia scolastica attraverso le voci dei tre giovani protagonisti che, ognuno in modo diverso, manifestano resistenza o si rifiutano di frequentare la scuola, compromettendo fortemente le relazioni familiari, il rapporto con i compagni di classe e il rendimento scolastico.
Con il contributo di Stefano Vicari e Maria Pontillo, che cercano di fornire risposte e strumenti per conoscere più da vicino il problema, richiamando l’attenzione sui segnali che dovrebbero destare allarme e fornendo consigli per prevenire e intervenire in modo efficace
Mi allenavo ripetendo a voce alta dieci, venti volte lo stesso capitolo. Eppure, di fronte alle domande dei professori continuavo a bloccarmi, a sudare, a respirare male. E non succedeva solo alle interrogazioni, ma anche, ad esempio, quando un insegnante mi chiedeva di leggere un brano a voce alta. Bastavano poche parole per dare il via libera al solito treno di pensieri: mi guardano tutti, mi giudicano tutti, sono solo uno stramboide, una delusione, uno sfigato... e via di bombole scariche.
Cos’è l’autolesionismo?
Si tratta di un comportamento autodistruttivo in cui una persona si infligge danni fisici (tagli, graffi alla pelle), senza l’intento di suicidio. Tale comportamento è spesso associato a gravi problemi emotivi o disturbi psicologici come depressione o ansia, perché le persone coinvolte nell’autolesionismo cercano spesso un modo disfunzionale per gestire il loro dolore interiore attraverso il dolore fisico.
Il primo volume della serie affronta il problema dell’autolesionismo: ragazzi e ragazze che si infliggono volontariamente tagli e lesioni perché non trovano una soluzione migliore per esprimere il disagio profondo e ingestibile che li assale.
Attraverso tre intensi racconti scritto da Scuola Holden, il testo intende spiegare il significato di atti autolesivi, fornendo consigli su come riconoscere i segnali che dovrebbero destare allarme, prevenire e - laddove necessario - intervenire tempestivamente.
Alla fine il caldo è arrivato e Simo si è messo le maniche corte. Sugli avambracci si arrotolava delle bende di cotone, come i manicotti dei ninja. Le prof non gli dicevano niente e i nostri compagni, tanto per cambiare, lo prendevano in giro: gli si piazzavano di fronte gridando «UUUUUATAAAAH!» e simulando mosse di karate, lo spintonavano e lo chiamavano «Naruto». Io cercavo di difenderlo, ma non mi veniva in mente niente di meglio che «Quello con le maniche era Sasuke, ignoranti!».
Un vocale dal futuro e Due punti, a capo sono i podcast realizzati da Scuola Holden in collaborazione con Edizioni Centro Studi Erickson e col Dottor Stefano Vicari.
Con episodi molto brevi racconta problemi molto grandi, affrontati dai ragazzi e le ragazze di oggi. I protagonisti di queste storie hanno 15, 16, ma a volte anche meno di 13 anni; come i giovani che il Dottor Vicari incontra tutti i giorni nelle corsie del pronto soccorso neuro-psichiatrico dove lavora.
Ma le storie di questo podcast provano a raccontare qualcosa che è accaduto un po’ prima: un momento di difficoltà, una piccola crepa, una richiesta d’aiuto che nessuno ha notato.
Cosa succederebbe se quei segnali, invece che cadere nel vuoto, venissero captati da chi sa interpretarli?
Questo podcast si rivolge a genitori e adolescenti, ma anche a psicologi, educatori, insegnanti: a chiunque sia interessato a conoscere da vicino le forme di alcuni dei disturbi psicologici più ricorrenti nelle giovani generazioni. Per avere qualche parola in più per parlarne. Per imparare a non voltarsi dall’altra parte.
Con la conduzione di Andrea Pamparana e la regia di Francesco Marzullo
Tra le righe è un Vlog in cui gli esperti Stefano Vicari e Maria Pontillo dialogano e approfondiscono i principali disagi psicologici degli adolescenti. Ogni appuntamento, della durata di circa 15 minuti, è dedicato ad una tematica diversa ispirata ai libri della serie Leggere tra le righe ed è un prezioso approfondimento rivolto non solo ai genitori di bambini, bambine e adolescenti, ma anche a tutti i professionisti e professioniste che lavorano quotidianamente con i più giovani.
Circa il 30% degli adolescenti fra i 13 e i 15 anni compie azioni di autolesionismo, infligge tagli e lesioni volontariamente. Si tratta di un dato che cambia a seconda del paese a cui ci rivolgiamo, ad esempio è un fenomeno maggiormente diffuso nei Paesi del nord Europa rispetto all’Italia. Perché è comunque importante parlare di autolesionismo? Ne parlano Stefano Vicari e Maria Pontillo.
Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad un cambiamento dell'organizzazione della famiglia, siamo infatti passati da un modello "tradizionale"- con tutti i suoi limiti - in cui il padre era generalmente l'autorità e trascorreva il tempo a lavoro e la madre era colei che garantiva la crescita educativa dei figli, a un modello di "forte disgregazione" perché entrambi i genitori - non per loro scelta, ma per necessità economiche - sono costretti a lavorare.
Stefano Vicari e Maria Pontillo ci spiegano quanto incide il rapporto tra familiari nella manifestazione di atti autolesivi e suicidari.
Stefano Vicari e Maria Pontillo indgano il ruolo della scuola, considerata un’agenzia educativa perché offre a ragazzi e ragazze l’opportunità di crescere non solo da un punto di vista accademico, ma soprattutto sociale. È durante questi anni, infatti, che gli adolescenti imparano a conoscere se stessi e a relazionarsi con gli altri, sperimentando il valore dell’amicizia e della famiglia.
La Scuola Holden è stata fondata nel 1994 da cinque amici, tutti trentenni (erano anni così: si era ottimisti e nessuno aveva capito che stavamo correndo dritti dritti verso una crisi economica mondiale). L’idea era quella di fare una scuola per narratori. Ai tempi il termine narrazione era decisamente fuori moda e in Italia, come in genere nella vecchia Europa, si era propensi a credere che corsi di scrittura e insegnamenti di quel genere fossero inutili, forse nocivi, comunque seccanti. I cinque amici trentenni la pensavano diversamente