Indice
1. Il quadro normativo
Una delle strategie che il Governo sta portando avanti con maggior convinzione per lo sviluppo della nostra economia è quella del Made in Italy per la cui realizzazione è stato istituito uno specifico Ministero; tale strategia non riguarda solo l’ambito economico, ma anche altri ambiti della nostra società compresa la formazione scolastica, in particolare l’istruzione secondaria di secondo grado e quella superiore.
Dal punto di vista storico, il Made in Italy è un’espressione in lingua inglese che è stata utilizzata, soprattutto dagli anni ’80 in poi, per qualificare i nostri prodotti e contrastare le loro falsificazioni.
Tale ambito, che va ricondotto soprattutto ai settori economici delle cosiddette Quattro A, Abbigliamento, Agroalimentare, Arredamento, Automobili, sin dalla fine del secolo scorso ha cominciato a trovare anche il sostegno di molti enti e associazioni e, infine, a essere oggetto di tutela legislativa da parte dei vari governi.
In questo senso, il primo provvedimento era stato quello della Finanziaria 2004, legge 24 dicembre 2003, n. 350, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, che aveva proibito, pena la reclusione, la scrittura «made in Italy» su qualsiasi merce che non fosse stata fabbricata in Italia. Aveva fatto poi seguito il decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135 convertito con modificazioni dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, che, con l’art. 16, Made in Italy e prodotti interamente italiani, aveva trasformato tale marchio in categoria commerciale.
Dopo che l’anno successivo la legge 8 aprile 2010, n. 55, Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri, aveva stabilito particolari disposizioni per tale settore, il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, aveva affidato i poteri di indirizzo per la promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e al Ministro dello sviluppo economico. Erano stati così istituiti una Cabina di regia per l’operatività e il Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo (CIMIM), finalizzati a indirizzare e coordinare le strategie di promozione e internazionalizzazione del made in Italy nel mondo.
Dalla data del primo maggio 2016 è entrato in vigore a cura del Parlamento Europeo e del Consiglio il Regolamento UE n. 952/2013 che ha istituito il nuovo Codice Doganale dell’Unione (CDU) e ha introdotto alcune novità stabilendo l’obbligo dell’individuazione dell’esatta origine della merce dal punto di vista doganale per l’applicazione delle misure di politica commerciale. Il disposto del Regolamento UE e della precedente legge n. 166/2009 fanno sì che solo i prodotti totalmente eseguiti in Italia, con progettazione, fabbricazione e confezionamento, possono esibire i marchi 100% Made in Italy, 100% Italia, tutto italiano.
Un altro passaggio importante è stato quello del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito con modificazioni dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12, Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione, che ha introdotto l’utilizzo della tecnologia innovativa basata su registri distribuiti (DLT) per la tracciabilità e la valorizzazione della filiera del made in Italy che raccolgono elementi che garantiscano l’esaustività e l’affidabilità delle informazioni per i consumatori.
A rilanciare le strategie del settore è giunta ora la legge 27 dicembre 2023, n. 206 che ha dettato norme organiche per valorizzare, promuovere, tutelare il made in Italy inteso come patrimonio culturale e identitario nazionale, anche sollecitando l’impegno di tutti gli organismi amministrativi per il recupero delle tradizioni, la valorizzazione dei mestieri e dei prodotti collegati, il sostegno ai giovani che vogliono impegnarsi negli studi e in ambiti professionali di questo settore.
Art. 1 Principi generali
La presente legge reca disposizioni organiche tese a valorizzare e promuovere, in Italia e all'estero, le produzioni di eccellenza, il patrimonio culturale e le radici culturali nazionali, quali fattori da preservare e tramandare non solo a fini identitari, ma anche per la crescita dell'economia nazionale nell'ambito e in coerenza con le regole del mercato interno dell’Unione europea.
Legge 27 dicembre 2023, n. 206. Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy.
La legge richiama l’opportunità che le misure di promozione e incentivazione siano coerenti con i principi della sostenibilità ambientale della produzione e della transizione dei processi produttivi verso la digitalizzazione e l’eco-innovazione confermando le peculiarità del made in Italy. Essa mira a sostenere e consolidare le filiere strategiche nazionali anche con misure di tutela dei prodotti e di protezione e contrasto alla contraffazione.
È previsto che il Ministero delle imprese e del made in Italy, quello delle infrastrutture e dei trasporti e quello dell’ambiente e della sicurezza, sentita la Conferenza unificata e previa consultazione delle associazioni, definiscano le linee guida finalizzate a valorizzare e tutelare la qualità dei prodotti italiani ed europei, anche coinvolgendo micro, piccole e medie imprese, anche di prossimità, negli appalti pubblici.
Nelle linee guida sono definiti i criteri di misurazione della qualità dei prodotti, compresi gli aspetti della sostenibilità, anche per consentire la valutazione alle stazioni appaltanti del rispetto degli obblighi in materia ambientale e sociale e del lavoro stabiliti dalle norme europee e nazionali, dai contratti collettivi, dalle leggi internazionali di diritto al lavoro.
Nei contratti di fornitura, il rispetto dei parametri qualitativi definiti nelle linee guida secondo principi di proporzionalità e non discriminazione può essere considerato dalla stazione appaltante tra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
2. Gli interventi e le misure
Nella legge sono stati previsti vari livelli di intervento per il sostegno al made in Italy.
Un primo livello riguarda una serie di interventi diretti nei vari settori; in questo senso sono previste le seguenti misure:
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l’incentivazione della proprietà industriale;
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la tutela dei marchi di particolare interesse e valenza nazionale;
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la filiera del legno per l’arredo al 100% nazionale;
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la valorizzazione della filiera degli oli di oliva vergini;
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la valorizzazione della filiera delle fibre tessili naturali e provenienti dal riciclo;
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la transizione verde e digitale nella moda;
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la semplificazione per la filiera della nautica;
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l’approvvigionamento di materie prime critiche della filiera della ceramica.
Particolare interesse è stato riservato all’imprenditorialità femminile, sia sostenendo l’auto-imprenditorialità promossa da donne sia lo sviluppo di nuove imprese femminili in tutto il territorio nazionale.
Un secondo livello di intervento è relativo ai territori e al patrimonio culturale, materiale e immateriale nazionale. Gli interventi riguardano:
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la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale immateriale;
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la registrazione di marchi per i luoghi della cultura;
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la tutela dei domini internet riferiti al patrimonio culturale;
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la tutela del settore termale;
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le imprese culturali e creative, l’istituzione dell’Albo di quelle di interesse nazionale;
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i creatori digitali e il Piano nazionale strategico per il loro sviluppo;
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le linee guida per la salvaguardia dell’autenticità storica delle opere musicali, audiovisive e librarie;
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la promozione dell’Italia o di parti del suo territorio come destinazione turistica;
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il potenziamento degli uffici consolari nei Paesi ad alta intensità di flussi turistici verso l'Italia;
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il sostegno al settore fieristico in Italia e ai mercati rionali;
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la certificazione di qualità della ristorazione italiana e la promozione della cucina italiana all’estero;
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l’istituzione del Fondo per la protezione delle indicazioni geografiche registrate e dei prodotti agroalimentari italiani nel mondo;
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la valorizzazione delle pratiche tradizionali e del paesaggio rurale;
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l’istituzione dei distretti del prodotto tipico italiano;
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quella del Registro delle associazioni nazionali delle città di identità per la valorizzazione delle produzioni agricole di pregio;
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l’adozione del contrassegno ufficiale per il made in Italy;
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la ricognizione dei prodotti industriali e artigianali tipici e la manifestazione di interesse per il riconoscimento di tali prodotti, anche prevedendo un disciplinare;
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la costituzione di associazioni dei produttori.
In questo ambito il Ministero delle imprese e del made in Italy è impegnato a sostenere la ricerca applicata, lo sviluppo e l’utilizzo della tecnologia basata su registri distribuiti (DLT), così come definita dalla legge n. 12/2019, anche istituendo un catalogo nazionale per il censimento delle soluzioni tecnologiche conformi alla legge e dei nodi infrastrutturali con requisiti European Blockchain Services Infrastructure per le tecnologie distribuite e che consentono l’interoperabilità e la tracciabilità delle filiere.
Un terzo livello di interventi è legato alla definizione di momenti istituzionali di riconoscimento per il made in Italy.
Viene, infatti, istituita la Giornata nazionale del made in Italy, il 15 aprile di ciascun anno, nella quale vanno celebrate la creatività e l’eccellenza italiana presso le istituzioni pubbliche, le scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione e i luoghi di produzione con la promozione di specifiche iniziative.
Viene anche istituita l’Esposizione nazionale permanente del made in Italy per promuovere e rappresentare l’eccellenza produttiva e culturale italiana.
È infine istituito il Fondo nazionale del made in Italy per la crescita, il sostegno, il rafforzamento e il rilancio delle filiere strategiche nazionali; detto anche Fondo sovrano, è partecipato dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e può accogliere fondi di investimento e altri soggetti che vogliono investire nelle filiere dei settori strategici, sin dall’approvvigionamento delle materie prime. È stato istituito presso la sede del Ministero del Made in Italy il Fondo speciale per la transizione verde e digitale nella moda.
Particolare rilevanza viene riconosciuta alla creazione della fondazione Imprese e competenze per il made in Italy, alla quale la legge riserva un ruolo particolarmente significativo. Tale fondazione, della quale sono membri fondatori il Ministero dell’istruzione e del merito e quello delle imprese e del made in Italy, ha il compito di promuovere il raccordo tra le eccellenze del made in Italy, compresi i marchi storici; ha anche il compito di curare e gestire l’Esposizione nazionale e di conferire il premio annuale di «Maestro del made in Italy» a imprenditori che si sono particolarmente distinti nella capacità di promuovere saperi e competenze tra le nuove generazioni nell’eccellenza del made in Italy, anche nella formazione.
Gli obiettivi strategici della Fondazione devono essere definiti con un atto di indirizzo redatto dai due Ministeri. Con decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministero dell’istruzione e di quello dell’economia e delle finanze sono approvati l’atto costitutivo e lo statuto della Fondazione, definite le funzioni di vigilanza, nominati gli organi sociali, disciplinati i criteri e le modalità per l’adesione di enti pubblici e soggetti privati.
Alla Fondazione potranno essere concessi in comodato gratuito beni immobili del demanio e del patrimonio disponibile e indisponibile dello Stato. Essa potrà avvalersi tramite convenzioni di personale anche a livello dirigenziale e della collaborazione di esperti o di società di consulenza nazionali ed estere, di università e di istituti di ricerca.
Anche per la lotta alla contraffazione sono previsti interventi per la modifica delle norme sul sequestro e per l’incremento delle sanzioni amministrative per l’acquisto e l’introduzione di merci contraffatte; è anche prevista la riorganizzazione degli uffici giudiziari per promuovere la specializzazione dei magistrati in materia di lotta alla contraffazione.
L’ulteriore livello di intervento è quello della formazione. Infatti, la Fondazione si rapporta con le Regioni e con gli altri enti pubblici e privati che operano nella formazione e nella transizione digitale; si rapporta, altresì, al Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore per creare sinergie e coordinare competenze e risorse per costruire un sistema organico a partire dai principali distretti industriali, nel quale gli ITS Academy e i licei del made in Italy possano essere soggetti attivi nello sviluppo economico sostenibile del nostro Paese.
Un passo importante verso la realizzazione del progetto è costituito dalla pubblicazione del Decreto interministeriale 8 agosto 2024 che ha stabilito le modalità di utilizzo delle risorse della legge 27 dicembre 2023, n. 206, per la promozione e la comunicazione per il made in Italy.
Art. 2 Attività di promozione e comunicazione degli interventi in materia di made in Italy
1. Il Ministero delle imprese e del made in Italy procede ad attivare le seguenti azioni integrate:
a) entro il 31 dicembre 2024, campagna di comunicazione, anche in modalità telematica, sulla stampa quotidiana e periodica, nonché sulle principali emittenti televisive, nazionali e locali, relativa agli interventi in materia di made in Italy, con particolare riferimento alle misure per le imprese, ivi inclusi la definizione del piano mezzi e del messaggio promozionale, con la supervisione dell’Ufficio stampa del Ministero, e il relativo acquisto di tali servizi e degli spazi su media e web a cura del soggetto gestore di cui all’articolo 3;
b) entro il 31 dicembre 2024, aggiornamento del sito web istituzionale del Ministero, ivi inclusa la predisposizione di contenuti in inglese, e il potenziamento dei servizi web e dei messaggi di comunicazione digitale, online e sui social, nonché lo sviluppo di software e dashboard correlate, anche a fini di georeferenziazione delle iniziative di promozione del made in Italy in Italia e nel mondo e dei Licei del Made in Italy, a cura del soggetto gestore di cui all’articolo 3, sotto il coordinamento della Direzione generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l’innovazione, le PMI e il made in Italy ed in coerenza con le indicazioni dell’Ufficio stampa del Ministero;
c) entro il 31 dicembre 2024, organizzazione di momenti di confronto con gli stakeholders e di eventi sul territorio per la valorizzazione, la promozione e tutela del made in Italy di cui alla legge n. 206 del 2023, tra i quali il premio di “Maestro del made in Italy” e la call to action per l’Esposizione nazionale permanente del made in Italy ed iniziative analoghe, nonché per la promozione delle misure di incentivo previste dalla legge n. 206 del 2023 in favore delle diverse filiere strategiche del made in Italy, da effettuarsi in occasione dell’emanazione dei bandi attuativi della legge medesima.
3. Il Liceo del Made in Italy
Uno degli elementi fondanti di questa strategia governativa è costituito dall’istituzione dei licei del made in Italy. Annunciati durante il WeChangeIT Forum 2023 di Milano, nel giugno 2023 il Consiglio dei Ministri aveva approvato un disegno di legge nel quale, insieme a un complesso di varie misure tra le quali una fondazione denominata «Imprese e competenze per il Made in Italy» destinate a rilanciare il sistema imprenditoriale italiano, era stata formulata l’ipotesi di un nuovo tipo di liceo dedicato al Made in Italy, equiparabile ai licei artistico, classico, linguistico, musicale, scientifico e delle scienze umane. Tale scelta è diventata realtà istituzionale con la legge 27 dicembre 2023, n. 206.
È stato previsto che i nuovi licei debbano partire dall’anno scolastico 2024/2025 nei principali distretti industriali del nostro Paese, anche se lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fatto inserire nel testo una clausola che ha subordinato il loro avvio alla disponibilità di risorse umane, finanziarie e strumentali, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Art. 18 Liceo del made in Italy
Al fine di promuovere, in vista dell’allineamento tra la domanda e l'offerta di lavoro, le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al made in Italy, è istituito il percorso liceale del made in Italy, che si inserisce nell’articolazione del sistema dei licei, di cui all'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89.
Legge 27 dicembre 2023, n. 206. Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy.
L’intento è quello di valorizzare la nostra tradizione e i nostri prodotti d’eccellenza con la proposta di studi liceali che consentano di acquisire adeguate competenze storico-giuridiche, artistiche, linguistiche, economiche e di mercato, fondamentali per promuovere i nostri settori produttivi più qualificati. Si vuole delineare un percorso liceale che miri a sviluppare competenze, conoscenze e abilità collegate alle eccellenze dei prodotti della tradizione italiana e alla valorizzazione dei vari settori produttivi nazionali legati a specifiche vocazioni dei territori.
Al termine del percorso dovranno risultare disponibili esperte professionalità, in grado di operare e difendere le eccellenze italiane dalla concorrenza straniera nella moda, nel turismo, nell’arte, nelle tecnologie, in tutta la nostra produzione agroalimentare. In questo senso, le finalità che il provvedimento dichiara di voler conseguire sono molteplici e riguardano l’opportunità di:
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far acquisire agli studenti conoscenze, abilità, competenze di tipo economico e giuridico che consentano di maturare un sapere interdisciplinare in un quadro culturale nel quale sono curate anche le scienze matematiche, fisiche, naturali;
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far loro sviluppare, secondo i significati, i metodi e le categorie interpretative delle scienze economiche e giuridiche, competenze imprenditoriali per la promozione e la valorizzazione dei settori produttivi del made in Italy;
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far acquisire gli strumenti per la ricerca e per l’analisi degli ambiti geografici, artistico-culturali, anche nella loro prospettiva storica, e dello sviluppo industriale ed economico dei settori del made in Italy;
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far acquisire strutture e competenze comunicative in due lingue straniere moderne, a livello B2 del quadro comune europeo per la prima lingua, e a livello B1 per la seconda del quadro comune europeo;
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definire misure di supporto per lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione anche potenziando l’apprendimento integrato dei contenuti delle attività formative previste in una lingua straniera veicolare;
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rafforzare i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento collegandosi ai percorsi formativi degli ITS Academy e al tessuto socio-economico produttivo di riferimento, favorendo le attività laboratoriali, l’innovazione, l’apporto formativo delle imprese e degli enti del territorio;
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far sviluppare, anche in termini di specializzazione, le competenze, le abilità e le conoscenze legate al made in Italy, anche per un qualificato inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni attraverso il potenziamento dell’apprendistato;
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far acquisire specifiche competenze, abilità e conoscenze relative a:
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principi e strumenti per la gestione d’impresa;
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tecniche e strategie di mercato per le imprese del made in Italy;
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strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese del made in Italy;
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strumenti di sostegno all’internalizzazione delle imprese del made in Italy e delle relative filiere.
I licei del Made in Italy si inseriscono nel sistema liceale come definito dall’art. 3 del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 89.
Si tratta, in definitiva, di una significativa svolta organizzativa e strutturale dei percorsi liceali italiani ancora in una fase di studio e approfondimento, tanto che è stato stabilito un periodo di dodici mesi per l’adozione dei provvedimenti attuativi, compresa la pubblicazione dello specifico regolamento adottato ai sensi dell’art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400. Quest’ultimo, che va definito entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, deve riportare, su proposta del Ministro dell’istruzione e del merito e con il parere della Conferenza unificata, anche il quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento con l’integrazione del D.P.R. n. 89/2010 e nel rispetto delle Linee guida per le discipline STEM.
Va chiarito che tale nuova opzione liceale deve essere armonizzata con alcuni percorsi di istruzione tecnica e con gli stessi licei già esistenti. È previsto, infatti, che nell’ambito della programmazione regionale dell’offerta formativa possono essere attivati, dall’anno scolastico 2024/2025, i percorsi liceali del made in Italy a partire dalle classi prime, mentre i licei delle scienze umane, opzione economico-sociale, dovranno confluire nei percorsi liceali del made in Italy, ferma restando la prosecuzione, a esaurimento, delle classi successive alla prima.
La nota n. 41318 del 28 dicembre 2023 che ha dettato norme per le iscrizioni e per l’avvio dei licei del made in Italy ha stabilito, in via transitoria e nelle more dell’adozione del regolamento, che la costituzione delle classi prime possa avvenire su richiesta delle istituzioni scolastiche che erogano l’opzione economico-sociale del percorso del liceo delle scienze umane e previo accordo tra l’Ufficio scolastico regionale e la Regione, con le iscrizioni che potranno essere effettuate dai genitori on-line sulla piattaforma «UNICA».
Nell’Allegato A alla legge n. 206/2023 è riportato il quadro orario del piano degli studi per il primo biennio (si veda Tabella 1). Nel percorso è previsto lo studio della lingua e letteratura italiana, della lingua e cultura straniera, della storia dell’arte, di matematica, fisica e informatica, delle scienze naturali, di quelle motorie e sportive, della storia e della geografia, di diritto ed economia politica, della religione cattolica o dell’opzione delle attività alternative.
In quello del triennio, legato alla definizione del regolamento, si aggiungono economia e gestione delle imprese del Made in Italy, i modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare, il Made in Italy e i mercati internazionali.
Gli studenti devono conseguire, insieme agli obiettivi di apprendimento comuni a tutti i licei, specifiche competenze del mondo dell’imprenditoria e acquisire capacità di analisi degli scenari storico-geografici e artistici del nostro Paese, dei collegamenti tra le culture internazionali, nazionali, locali.
Una funzione rilevante è affidata sia allo studio delle materie STEM sia all’apprendimento integrato dei contenuti in lingua straniera veicolare (CLIL): in particolare, sono due le lingue straniere nelle quali gli studenti devono acquisire competenze equivalenti al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per la prima lingua e al livello B1 per la seconda.
Tabella 1
Piano degli studi
Allegato A – Legge 27 dicembre 2023, n. 206 (art. 8, comma 5)
Attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti |
Primo anno |
Secondo anno |
Lingua e letteratura italiana |
132 |
132 |
Storia e Geografia |
99 |
99 |
Diritto |
99 |
99 |
Economia politica |
99 |
99 |
Lingua e cultura straniera |
99 |
99 |
Seconda lingua e cultura straniera |
66 |
66 |
Matematica (con Informatica) |
99 |
99 |
Scienze naturali (biologia, chimica, scienze della terra) |
66 |
66 |
Scienze motorie e sportive |
66 |
66 |
Storia dell’arte |
33 |
33 |
Religione cattolica o attività alternative |
33 |
33 |
Totali |
891 |
891 |
Facendo il confronto con il quadro orario previsto per il Liceo Economico Sociale (LES), è evidente l’incremento significativo delle ore dedicate a Economia Politica e Diritto, a ciascuna delle quali è assegnato un monte di 99 ore annuali; sono ridotte, di contro, le ore dedicate alle scienze sociali e alla seconda lingua straniera ed è introdotto lo studio della Storia dell’arte. Una particolare attenzione è riservata ai percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto) dei quali si chiede un rinforzo, anche collegandoli al tessuto socioeconomico-produttivo con l’apporto formativo delle imprese e degli enti del territorio.
Al termine del percorso liceale gli studenti potranno accedere agli studi universitari, in particolare a quelli di giurisprudenza, economia, marketing, ma anche agli ITS Academy.
È previsto che la fondazione Imprese e competenze per il made in Italy segua anch’essa l’andamento dei nuovi licei svolgendo funzioni di collegamento tra il mondo scolastico e quello delle imprese in modo da favorire l’inserimento degli studenti nel mercato del lavoro. Pur se il provvedimento è finalizzato a sostenere i processi di internazionalizzazione, non sono stati previsti oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, ma sarà possibile contare su finanziamenti da soggetti pubblici e privati.
La legge n. 206/2023 ha infine stabilito che il percorso liceale del made in Italy sarà oggetto di monitoraggio e valutazione da parte di un tavolo nazionale coordinato dal Ministero dell’istruzione e del merito e composto da rappresentanti dei vari Ministeri interessati, delle regioni e degli enti locali e delle parti sociali con l’assistenza tecnica dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione e dell’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa.
4. La questione del Regolamento
Alcune difficoltà sulla strada della realizzazione del liceo del made in Italy sono comunque apparse in questa fase di avvio. Lo schema di decreto Regolamento concernente la definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso liceale del made in Italy, integrativo del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, è stato illustrato alle organizzazioni sindacali di settore il 24 maggio 2024. Il testo è stato poi inviato al Consiglio di Stato e successivamente alla Conferenza Unificata per l’acquisizione dei prescritti pareri.
In realtà, già il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, chiamato a esprimere il suo parere al Ministro, ha avanzato alcune riserve sull’introduzione del nuovo indirizzo liceale, in particolare sulle sue scarse capacità attrattive e sulla sua eccessiva somiglianza al liceo delle Scienze umane, sulla necessità di fornire delle linee guida per il processo valutativo e il modello organizzativo, sull’incremento dei PCTO sin dal primo biennio, sulla formazione dei docenti. Alla fine ha comunque espresso parere favorevole sia pur con qualche riserva nella seduta plenaria in modalità telematica n. 127 del 31 maggio 2024.
A tal proposito si rimarca l’esigenza di continuare ad accompagnare i docenti con una specifica formazione, considerata l’attenzione della norma istitutiva del LMI allo sviluppo dei processi di internazionalizzazione anche attraverso il potenziamento dell’apprendimento integrato dei contenuti delle attività formative programmate in una lingua veicolare.
Il CSPI inoltre evidenzia che la disciplina "scienze economiche per il made in Italy" è più attinente, per la specificità dei contenuti previsti, all’insegnamento della classe di concorso A-45.
Tenuto conto delle osservazioni e delle richieste di modifica sopra indicate, finalizzate al superamento delle criticità evidenziate, il CSPI esprime parere favorevole.
Anche il Consiglio di Stato ha inizialmente dato segnali di perplessità per la creazione del nuovo indirizzo liceale; in particolare, la Sezione Consultiva per gli Atti Normativi ha sollevato vari dubbi sul quadro orario e sugli obiettivi di apprendimento del nuovo indirizzo scolastico, sollevando una serie di dubbi e perplessità.
Dopo aver sottolineato l’assenza del preventivo parere da parte della Conferenza Unificata, il Consiglio di Stato ha sottoposto a critiche la procedura di istituzione del liceo che ha coinvolto anche istituti che già offrono l’opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane. Ulteriori perplessità sono espresse anche sul quadro orario e sulla scarsa chiarezza degli obiettivi di apprendimento, in particolare sul rapporto tra l’approfondimento e lo sviluppo di conoscenze e abilità.
Talune perplessità emergono in relazione all’art. 2, comma 1, lett. c) che inserisce il nuovo art. 9-bis. Infatti, fermo restando il fatto che tale intervento non trova illustrazione nella relazione di accompagnamento del testo, in ordine al comma 1 si suggerisce di invertire le parole “approfondire e sviluppare” in quanto “le conoscenze e le abilità” costituiscono dapprima oggetto di un’attività di sviluppo e solo successivamente di approfondimento.
Consiglio di Stato - Sezione Consultiva per gli Atti Normativi – Adunanza del 27 agosto 2024. Ministero dell'istruzione e del merito. Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante «Regolamento concernente la definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso liceale del made in Italy, integrativo del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89».
La Conferenza Unificata ha poi espresso con l’atto n. 113/CU del 12 settembre 2024 parere favorevole sullo schema di regolamento, per cui il Consiglio di Stato, prendendo atto del perfezionamento del passaggio procedimentale, ha a sua volta pubblicato il 26 settembre 2024 il parere positivo sul documento.
Ha comunque segnalato che permangono ancora molte riserve sullo schema di regolamento; queste riguardano, in particolare, l’introduzione dell’insegnamento in lingua straniera (CLIL) nel biennio finale del Liceo del Made in Italy per almeno 1/3 del monte ore annuale di una disciplina, soprattutto per il numero ridotto di docenti preparati, come già evidenziato anche dal CSPI. Non sono mancate critiche neppure alla Fondazione Imprese e competenze per il Made in Italy alla quale la legge ha affidato il compito un po’ fumoso di sostenere il potenziamento e l’ampliamento del nuovo indirizzo.
L’iniziativa è infine passata al Parlamento; infatti, il 2 ottobre 2024, lo schema di regolamento riportato nell’Atto del Governo n. 214 è stato assegnato alla 7ª Commissione Cultura e alla 5ª Commissione Bilancio di Camera e Senato.