La sperimentazione dei percorsi quadriennali nella scuola secondaria di secondo grado

La sperimentazione dei percorsi quadriennali nella scuola secondaria di secondo grado

1. L’avvio della sperimentazione

Il Miur con decreto ministeriale 3 agosto 2017, n. 567, Sperimentazione percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado, al fine di dare piena attuazione dell’autonomia scolastica e del curricolo di scuola di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 107/2015, ha avviato, a cominciare dall’anno scolastico 2018-2019 un piano nazionale di innovazione ordinamentale, ai sensi dell’articolo 11 del D.P.R. 275/1999, che prevede la possibilità della riduzione di un anno dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado quinquennali dei licei e degli istituti tecnici. Si ricorda che l’articolo 11 del Regolamento recante norme in materia di autonomia scolastica prevede che il Ministero della Pubblica Istruzione possa attivare con appositi finanziamenti

 

progetti in ambito nazionale, regionale e locali, volti a esplorare possibili innovazioni riguardanti gli ordinamenti degli studi, la loro articolazione e durata, l’integrazione fra sistemi formativi, i processi di continuità e orientamento.

 

La sperimentazione, introdotta con il D.M. 567/2017, ha escluso i percorsi di istruzione professionale, ridefiniti ai sensi del Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61.

Si rammenta altresì che l’art. 1, comma 3 della legge 107/2015, per dare piena attuazione all’autonomia scolastica e realizzare pienamente il curricolo della scuola, rafforza le forme di flessibilità dell’autonomia didattica e organizzativa previste dal Regolamento di cui al D.P.R. 275/1999.

Il piano sperimentale, destinato inizialmente a 100 classi prime di istituzioni scolastiche del secondo ciclo di istruzione, statali e paritarie, fu poi esteso con il decreto ministeriale 2 febbraio 2018, n. 89 (Estensione percorsi quadriennali), in considerazione che un campione più ampio risultasse necessario per consentire all’Amministrazione di valutare l’andamento della sperimentazione in presenza di diverse variabili, inclusa quella territoriale.

Il requisito fondamentale richiesto alle scuole interessate alla sperimentazione era quello di garantire l’insegnamento di tutte le discipline previste nel quinquennio, attraverso il ricorso alla flessibilità didattica e organizzativa consentita dall’autonomia scolastica.

Pertanto, il percorso quadriennale deve assicurare agli studenti il raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento e delle competenze previsti per il quinto anno di corso, entro il termine del quarto anno. Le istituzioni scolastiche interessate, previa deliberazione del consiglio di istituto e del collegio dei docenti, hanno presentato progetti di elevata innovazione metodologico-didattica e, una volta superata la selezione nazionale con la valutazione da parte di un’apposita commissione tecnica, sono state autorizzate, dall’a.s. 2018-2019, ad avviare il percorso quadriennale per una sola classe prima.

Alcune caratteristiche del progetto dovevano riguardare la realizzazione di percorsi

di continuità e orientamento con la scuola secondaria di primo grado, con il mondo del lavoro, con gli ordini professionali, con l’università e i percorsi terziari non accademici.

Inoltre, prevedeva il potenziamento dell’apprendimento linguistico attraverso l'insegnamento di almeno una disciplina non linguistica con metodologia CLIL, a partire dal terzo anno di corso, la valorizzazione delle attività laboratoriali e dell’utilizzo delle tecnologie didattiche innovative per l’acquisizione di specifiche competenze disciplinari e trasversali, anche attraverso diverse articolazioni del gruppo classe, adeguamenti del curricolo di istituto e attivando insegnamenti opzionali, anche in funzione orientativa.

Il problema più rilevante ha poi riguardato la rimodulazione del calendario scolastico annuale e dell’orario settimanale delle lezioni, ai sensi degli articoli 4 e 5 del D.P.R. n. 275/1999 (Regolamento dell’autonomia scolastica), finalizzati anche a compensare, almeno in parte, la riduzione di una annualità del percorso scolastico.

Il primo quadriennio della sperimentazione si è concluso nell’anno scolastico 2021/2022. Le scuole coinvolte sono risultate in tutto 192: 144 licei e 48 istituti tecnici, con la seguente distribuzione geografica: 85 scuole al Nord; 43 al Centro e 64 nel Sud e nelle Isole.

2. La seconda stagione dei percorsi quadriennali

Il Ministero dell’Istruzione con il decreto 3 dicembre 2021, n. 344, concernente l’ampliamento e l’adeguamento della sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado, ha rilanciato l’innovazione per il quadriennio 2022-2026, estendendola anche ai percorsi di istruzione professionale. Tale rinnovo si inserisce a pieno titolo nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Next Generation Italia e, in particolare, la Missione 4C1.1 – Riforma 1.4 – Riforma del Sistema di orientamento.

A partire, dunque, dall’a.s. 2022/2023, è stato attivato il Piano nazionale di innovazione ordinamentale per la sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado.

Il Piano, si sottolinea nell’articolo 1 del D.M. 344/2021,

 

ripristina la sperimentazione ed amplia il numero di istituzioni scolastiche statali e paritarie del secondo ciclo di istruzione che possono aderirvi, realizzando la riduzione di un anno dei percorsi quinquennali di istruzione secondaria di secondo grado dei licei e degli istituti tecnici. Al Piano sono ammessi anche i percorsi di istruzione professionale, come ridefiniti dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61.

 

Come nel primo quadriennio, sono ammesse a partecipare al Piano, previa selezione pubblica, le istituzioni scolastiche di secondo grado, statali e paritarie.

I progetti devono caratterizzarsi

 

per un elevato livello di innovazione in ordine all’articolazione e alla rimodulazione dei piani di studio, all’utilizzo delle tecnologie e delle attività laboratoriali, all’adozione di metodologie innovative, alla didattica digitale, all’insegnamento con metodologia CLIL, alla modulazione degli obiettivi specifici di apprendimento nell’ottica della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile, al potenziamento delle discipline STEM, ai processi di continuità e orientamento con la scuola secondaria di primo grado, il mondo del lavoro, gli ordini professionali, l’università e i percorsi terziari non accademici.

 

È stata prevista la possibilità di effettuare insegnamenti curricolari on line mediante l’utilizzo di piattaforme digitali che consentano di registrare le presenze degli studenti per un numero di ore non superiore al dieci per cento dell’orario annuale indicato nel progetto di sperimentazione. Inoltre, dovrà essere potenziato l’insegnamento delle discipline STEM e introdotti moduli curricolari orientati ai temi della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile.

I percorsi quadriennali possono essere attivati nel limite di una sola classe prima per ciascun percorso quadriennale autorizzato per ciascuna istituzione scolastica. È possibile l’iscrizione ai percorsi quadriennali anche per gli studenti, nati tra il 1° gennaio e il 30 aprile e che, quindi, compiranno quattordici anni dopo il 31 dicembre 2025, purché abbiano frequentato un regolare percorso scolastico di otto anni.

Le classi prime coinvolte nella sperimentazione dei percorsi quadriennali sarebbero dovute ammontare a 1000. In realtà, su 1000 potenziali nuove classi quadriennali, ne sono state autorizzate complessivamente per tutti gli indirizzi 243.

L’articolo 6 del D.M. 344/2021 prevede che la selezione delle proposte progettuali sia effettuata da una Commissione tecnica territoriale, nominata dal Direttore generale preposto all’Ufficio scolastico regionale e composta da dirigenti tecnici e personale dell’amministrazione o scolastico di elevata specializzazione.

 

La Commissione valuta le proposte progettuali debitamente pervenute sulla base dei seguenti criteri:

a) coerenza del progetto con le finalità generali;

b) equilibrata distribuzione delle classi sperimentali a livello regionale ed equilibrato coinvolgimento, nel Piano, dei percorsi ordinamentali di istruzione liceale, tecnica e professionale.

 

Ogni Commissione ha avuto a disposizione 100 punti da assegnare alle proposte progettuali presentate dalle istituzioni scolastiche. Sono stati valutati positivamente i progetti che hanno conseguito un punteggio non inferiore a 50/100.

3. La riforma dell’istruzione tecnico-professionale e le misure del PNRR

L’indirizzo tecnico e professionale ha rappresentato e rappresenta il pilastro della formazione, soprattutto per un paese come l’Italia, che, dopo la Germania, è la seconda realtà manifatturiera d’Europa.

L’istruzione professionale in Italia, però, è sempre stata considerata la «Cenerentola» del sistema scolastico secondario e le iscrizioni a questo segmento formativo risultano sempre meno appetibili. Per queste ragioni, il Governo ha approvato il decreto legge 23 settembre 2022, n. 144, trasformato dal Parlamento nella legge 17 novembre 2022, n. 175, recante il titolo Ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Gli articoli 26 e 27 della legge prevedono la riforma dell’istruzione tecnica e dell’istruzione professionale, inserita nelle misure del PNRR e affidata a uno e più decreti attuativi. L’obiettivo del riordino di questi due canali della scuola secondaria di secondo grado è quello di individuare una nuova regolamentazione delle strutture per adeguare l’offerta formativa delle istituzioni scolastiche ai bisogni del mercato del lavoro. Lo scopo è anche quello di orientare tali istituti verso le innovazioni indicate nel Piano nazionale Industria 4.0, nella prospettiva di una piena sostenibilità ambientale.

La riforma poi è coerente con quanto disposto dalla legge 15 luglio 2022, n. 99 (Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore), che ha istituito il Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore, di cui sono parte integrante gli Istituti tecnici superiori, che assumono la denominazione di Istituti tecnologici superiori (ITS Academy). La finalità degli ITSAcademy è quella di promuovere l’occupazione, in particolare giovanile, e di rafforzare le condizioni per lo sviluppo di un’economia ad alta intensità di conoscenza.

Per quanto concerne l’istruzione tecnica, nell’art. 26 della legge, si prevede la ridefinizione dei profili dei curricoli, mirando a:

  • rafforzare le competenze linguistiche, storiche, matematiche e scientifiche, la connessione al tessuto socio-economico del territorio di riferimento, favorendo la laboratorialità e l'innovazione;

  • valorizzare la metodologia didattica per competenze, caratterizzata dalla progettazione interdisciplinare e dalle unità di apprendimento, aggiornare il Profilo educativo, culturale e professionale dello studente e incrementare gli spazi di flessibilità.

In relazione alla riforma dell’istruzione professionale, l’art. 27 della norma sopra richiamata apporta significative modifiche al Decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 61 (Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale), nella prospettiva di favorire la transizione nel mondo del lavoro e delle professioni. Per questo si prevede di aggiornare il profilo educativo, culturale e professionale dello studente incentrandolo su uno stretto raccordo della scuola con il mondo del lavoro e delle professioni.

Il Profilo deve soprattutto ispirarsi ai modelli promossi dall'Unione europea, in coerenza con gli obiettivi di innovazione, sostenibilità ambientale e competitività del sistema produttivo in un’ottica di promozione e sviluppo dell’innovazione digitale. Le innovazioni che dovranno caratterizzare l’istruzione professionale devono essere coerenti con la strategia di transizione digitale del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Per accompagnare il processo di riforma, l’articolo 28 della legge 175/2022 ha istituito presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito un Osservatorio nazionale con la finalità di rafforzare il raccordo con le filiere produttive di riferimento dei due ordini scolastici.

4. La filiera tecnologico-professionale

Come accennato nel paragrafo precedente, l’art. 28 della legge 175/2022, nell’ambito dell’attuazione della Misura 4, Componente 1, del PNRR Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’università – Riforma 1.1 – Riforma degli Istituti tecnici e professionali, ha istituito l’Osservatorio nazionale per la riforma dell’istruzione tecnica e professionale.

Il compito dell’Osservatorio è quello di svolgere funzioni consultive e di proposta per il miglioramento del settore, al fine di rafforzare il raccordo permanente con le filiere produttive e professionali di riferimento degli istituti tecnici e professionali, di ridurre il divario tra domanda e offerta di competenze, di supportare il sistema nazionale della formazione nella progettazione dell’offerta formativa territoriale, nell’acquisizione e nel consolidamento nei curricoli degli istituti tecnici e nei percorsi professionali delle conoscenze tecnologiche.

In relazione a quanto previsto nella legge 175/2022, il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha approvato il decreto ministeriale 7 dicembre 2023, n. 240 (Decreto concernente il progetto nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale) con il quale è stato promosso un piano nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.

Le Regioni, si afferma nell’articolo 1 del Decreto,

 

nell’esercizio delle competenze in materia di istruzione e formazione professionale, qualora intendano partecipare al piano nazionale di sperimentazione attraverso propri atti, definiscono:

  • la programmazione dell’offerta formativa della filiera tecnologico-professionale territoriale attraverso la declinazione per ambiti specifici, in considerazione dei fabbisogni di competenze degli attori locali del mercato del lavoro;

  • le azioni di orientamento volte a favorire la conoscenza delle filiere formative tecnologico-professionali;

  • l’analisi e la definizione del fabbisogno di competenze delle aziende, anche in collaborazione con gli attori del mercato del lavoro locale;

  • le modalità di coinvolgimento dei soggetti accreditati per l’erogazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale e delle Fondazioni ITS Academy.

 

La finalità della sperimentazione è quella di proporre agli studenti un’offerta formativa integrata in rete e capace di garantire un’ampia scelta di percorsi d’istruzione, di istruzione e formazione professionale, prevedendo il coinvolgimento di scuole secondarie di secondo grado e ITS Academy per raccordare istruzione secondaria e formazione terziaria.

La sperimentazione si prefigge, inoltre, l’obiettivo di valorizzare i talenti degli studenti al fine di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, migliorare l’orientamento, sviluppare competenze fondamentali per lo sviluppo dei territori e la competitività delle imprese.

Gli istituti tecnici e gli istituti professionali in cui siano già attivi percorsi quadriennali ai sensi delle sperimentazioni ordinamentali già autorizzate – D.M. n. 567 del 3 agosto 2017 e D.M. n. 344 del 3 dicembre 2021 – possono individuare i medesimi percorsi nella progettazione dei percorsi quadriennali della filiera, avendo cura di specificare nell’ambito dei relativi monitoraggi l’avvenuta confluenza dei suddetti percorsi alla sperimentazione di cui al D.M. n. 240 del 7 dicembre 2023.

Gli istituti tecnici e professionali ammessi alla sperimentazione, a seguito delle iscrizioni per l’anno scolastico 2024-2025, sono risultati 172 e sono stati scelti, al termine dell’istruttoria condotta dalla commissione tecnica del Ministero dell’Istruzione e del Merito sulle candidature pervenute.

5. La legge 121 del 2024: il modello della filiera 4+2

Sulla scorta della legge 175/2022, nell’ambito della Missione 4 «Istruzione e Ricerca» del PNRR, che prevede l’allineamento dei curricula degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze proveniente dal tessuto produttivo italiano (Industria 4.0),

il nostro parlamento, con l’approvazione della legge 8 agosto 2024, n. 121, Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale, ha provveduto a creare, a decorrere dall’anno scolastico 2024-2025, la filiera tecnologico-professionale, costituita dai percorsi sperimentali quadriennali del secondo ciclo di istruzione e dal biennio dei percorsi formativi degli Istituti tecnologici superiori, ITS Academy, (filiera 4+2).

Alle regioni spetta il compito, attraverso appositi accordi con gli Uffici scolastici regionali e la partecipazione delle Fondazioni degli ITS Academy, di assicurare la programmazione formativa dei percorsi della filiera medesima, definendo le modalità realizzative.

Nell’ambito della filiera formativa tecnologico-professionale sono attivati percorsi quadriennali sperimentali di istruzione secondaria di secondo grado, con riferimento all’articolo 11 del D.P.R. 275/1999, assicurando alle studentesse e agli studenti il profilo educativo, culturale e professionale degli indirizzi dell’istruzione superiore.

Gli Accordi possono prevedere l’istituzione di reti, denominate «campus», eventualmente afferenti ai poli tecnico-professionali, laddove presenti sul territorio, di cui possono far parte, oltre agli ITS Academy e le scuole secondarie di secondo grado, le università, le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e altri soggetti pubblici e privati.

Le studentesse e gli studenti che hanno conseguito il diploma al termine del quadriennio possono accedere direttamente ai percorsi formativi degli ITS Academy.

Ferme restando le competenze delle regioni in materia di istruzione e formazione professionale, la sperimentazione quadriennale prevede:

  • l’adeguamento e l’ampliamento dell’offerta formativa, con particolare riferimento alle competenze linguistiche e logico-matematiche e alle discipline di base, nei limiti della della quota di flessibilità didattica e organizzativa;

  • la promozione dei passaggi fra percorsi diversi, anche attraverso forme di orientamento personalizzato degli studenti;

  • la quadriennalità del percorso di istruzione secondaria di secondo grado;

  • il ricorso alla flessibilità didattica e organizzativa, alla didattica laboratoriale, all’adozione di metodologie innovative e all’utilizzo in rete di tutte le risorse professionali, logistiche e strumentali disponibili;

  • la stipula di contratti di prestazione d’opera per attività di insegnamento e di formazione, nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) con soggetti del mondo produttivo e delle professioni;

  • la certificazione delle competenze trasversali e tecniche, al fine di favorire l’inserimento degli studenti in contesti lavorativi, anche attraverso i servizi di collocamento mirato per studentesse e studenti con disabilità.

Le sperimentazioni quadriennali possono, altresì, prevedere:

  • l’introduzione nelle istituzioni scolastiche dell’apprendimento integrato in lingua straniera veicolare (CLIL – Content and Language Integrated Learning) e di compresenze con il conversatore di lingua straniera nell’ambito delle attività di indirizzo;

  • la promozione di accordi di partenariato, volti a definire le modalità di co-progettazione per la realizzazione dell’offerta formativa;

  • la valorizzazione delle opere dell’ingegno e dei prodotti oggetto, rispettivamente, di diritto d’autore e di proprietà industriale, realizzati all’interno dei percorsi formativi della filiera formativa tecnologico-professionale.

Grazie al modello 4+2, le studentesse e gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere ai corsi ITS Academy o, in alternativa, il percorso quadriennale conferisce titolo di studio spendibile nel mondo del lavoro al pari del diploma quinquennale e consente l’iscrizione all’Università.

6. La filiera vista da vicino

La filiera formativa tecnologico-professionale è un percorso di quattro anni di scuola secondaria di secondo grado, nell’ambito dell’istruzione tecnica e dell’istruzione professionale, e due da svolgere negli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy) integrati con esperienze a contatto con le aziende.

Gli ITS sono percorsi operativi da anni in molte regioni italiane; attualmente vi risultano iscritti oltre 40.000 studenti con il diploma di scuola superiore. La riforma, legata alla legge 121/2024 prevede una decuplicazione delle iscrizioni. In altri paesi europei, come la Germania, sono oltre 900.000 gli iscritti a percorsi di istruzione terziaria simili ai nostri ITS.

La filiera, come sottolineato nei paragrafi precedenti, ha l’obiettivo di offrire agli studenti un’ampia gamma di opportunità formative nel settore tecnologico e professionale.

Infatti, questa proposta formativa si basa su un sistema integrato e in rete, in grado di garantire una vasta scelta di percorsi. Il tutto è reso possibile grazie alla collaborazione e alla sinergia tra istituti tecnici, istituti professionali e ITS Academy, creando un ecosistema educativo inclusivo e orientato al futuro.

L’obiettivo del 4+2 è fare in modo che i ragazzi abbiano una preparazione tale che sia capace di consentir loro di superare l’esame di Stato, identico a quello degli studenti che completano il quinquennio e di riuscire a entrare nel sistema terziario ITS Academy senza fare il test di ingresso. In questo modo, con il percorso di sei anni, gli studenti che iniziano il primo anno possono arrivare e terminare il sesto anno, in quanto le attività della filiera avvengono già dal primo anno.

Saranno percorsi in cui accanto alle attività della scuola e degli insegnanti ci saranno anche attività organizzate sempre dalla scuola e dagli ITS, svolte queste ultime da insegnanti provenienti dalle aziende e dagli ITS di filiera, senza che questo comporti la riduzione dell’organico della scuola.

Secondo Maurizio Chiappa, direttore generale per l’istruzione tecnica e professionale del MIM, non si tratta di percorsi sperimentali, perché la legge 121 del 2024 crea la filiera tecnologica professionale, cioè un nuovo ordinamento che prevede un percorso di sei anni. Questo concetto viene ancora recepito in modo scorretto, poiché associato alla sperimentazione quadriennale dei licei, degli istituti tecnici e professionali di cui abbiamo parlato nei primi due paragrafi.

Invece, la filiera formativa, istituita con la legge 121/2024, crea i percorsi di 6 anni poiché al quarto anno si consegue il diploma, con la possibilità di fermarsi, anche se l’obiettivo della riforma è quello di completare il percorso con l’iscrizione al biennio degli ITS.

Da questo punto di vista non sono dei percorsi di quadriennalizzazione sperimentale; stando a quanto esplicitato negli articoli 3 e 4 della legge 121, è l’attività di costruzione di questo nuovo ordinamento che può essere considerata sperimentale. In questo modo, gli ITS Academy, retti da fondazioni di diritto pubblico e composti da almeno quattro enti (un istituto statale o partitario, un ente di formazione accreditato, un’università e un ente di ricerca) vengono a far parte del sistema di istruzione e formazione, in un’ottica di integrazione tra l’istruzione secondaria e quella terziaria. Quando si costruiranno i campus di filiera, questa nuova forma ordinamentale riguarderà anche i licei, sempre nel rispetto dell’autonomia scolastica.

Per l’anno scolastico 2025-2026, in previsione della piena attuazione della legge 121/2024, il comma 566 della Finanziaria 2025 ha modificato l’articolo 4 della legge, incrementando la dotazione del Fondo per la promozione dei campus della filiera formativa tecnologico-professionale.

In particolare, la dotazione per il 2026 è aumentata da 5 a 20 milioni di euro, con un incremento aggiuntivo di 15 milioni di euro rispetto alla previsione iniziale.

7. Le Strutture di supporto e monitoraggio

L’articolo 2 della legge 121/2024 ha previsto l’istituzione, a decorrere dal 1° gennaio 2024, presso il Ministero dell’istruzione e del merito, di una struttura tecnica a livello dirigenziale generale denominata «Struttura tecnica per la promozione della filiera formativa tecnologico-professionale». Tale organismo svolge le seguenti funzioni:

 

a) promuovere le sinergie tra la filiera formativa tecnologico-professionale, costituita dagli istituti tecnici, dagli istituti professionali e dagli Istituti tecnologici superiori (ITS Academy), e il settore imprenditoriale, industriale e scientifico-tecnologico;

b) migliorare e ampliare la progettazione, nel rispetto dell'autonomia scolastica, di percorsi didattici finalizzati alla formazione delle professionalità innovative necessarie allo sviluppo del Paese e connesse alla valorizzazione delle opere dell'ingegno e dei prodotti oggetto, rispettivamente, di diritto d'autore e di proprietà industriale, realizzati all'interno dei percorsi formativi della filiera formativa tecnologico-professionale, e al trasferimento tecnologico verso le imprese, l'orientamento professionale e i percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO), nonché agevolare l'accesso al sistema delle imprese;

c) favorire una progressiva adesione del sistema di istruzione e formazione professionale al sistema nazionale di valutazione coordinato dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI).

Alla struttura tecnica è preposto un coordinatore con incarico dirigenziale di livello generale, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'istruzione e del merito, individuato tra i dirigenti di ruolo del medesimo Ministero o di altre amministrazioni pubbliche.

Alla predetta struttura è assegnato un contingente costituito da personale in servizio presso il Ministero dell’istruzione e del merito, nonché da un massimo di otto esperti cui spettano compensi omnicomprensivi lordi annui nell’ambito di un importo complessivo non superiore a euro 400.000 e per un importo pro capite annuo lordo non superiore a 50.000 euro.

 

Presso la Struttura tecnica è stato istituito il Comitato di monitoraggio nazionale per la filiera formativa tecnologico-professionale, presieduto dal coordinatore della Struttura tecnica, e composto da rappresentanti del Ministero dell’istruzione e del merito, delle regioni, delle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative, dell’INVALSI e dell'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE).

Il Comitato può proporre l’aggiornamento dei profili di uscita e dei risultati di apprendimento dei percorsi sperimentali della filiera formativa tecnologico-professionale, anche in relazione ai mutamenti del sistema delle imprese e in funzione delle esigenze specifiche dei territori.

La Struttura tecnica deve assicurare un costante accompagnamento allo sviluppo della filiera 4+2 e offrire agli studenti un’offerta integrata vicina alle esigenze del mondo del lavoro, che agevoli, al contempo, la prosecuzione degli studi nei percorsi di istruzione terziaria degli ITS, con il conseguimento finale, in sei anni, di un titolo di alta specializzazione tecnica.

8. La filiera formativa: anno scolastico 2025-2026

Con il decreto ministeriale 16 dicembre 2024, n. 256 il MIM ha avviato la procedura inerente all’attivazione di nuovi percorsi quadriennali sperimentali relativi alla filiera formativa tecnologico-professionale per l’anno scolastico e formativo 2025/2026.

Sulla base di tale decreto, il Direttore Generale del Dipartimento dell’istruzione tecnica e professionale del Ministero ha provveduto, a sua volta, con il decreto dipartimentale del 3 gennaio 2025, n. 7 a emanare l’Avviso pubblico per l’attivazione di nuovi percorsi sperimentali inerenti alla filiera formativa tecnologico-professionale per l’anno scolastico 2025-2026.

L’ Avviso, di cui al decreto del 3 gennaio 2025,

 

è finalizzato a sostenere la progettazione di un’offerta formativa integrata in ambito tecnologico- professionale, capace di garantire ampie opportunità di scelta di istruzione e formazione all’interno di una filiera che coinvolge istituti tecnici e professionali, istituzioni formative accreditate dalle Regioni, percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e ITS Academy di cui alla legge 15 luglio 2022, n. 99.

 

Si ricorda che gli ITS Academy e gli IFTS (Istruzione e Formazione tecnica Superiore) sono entrambi percorsi post-diploma che perseguono l’obiettivo di preparare giovani tecnici specializzati. Si tratta di canali formativi che presentano molte analogie. Una significativa differenza è che gli attestati dei corsi IFTS corrispondono al IV livello del Quadro Europeo delle Qualifiche (EFQ), mentre quelli degli ITS Academy ai livelli V o VI EFQ.

L’EFQ è un quadro articolato in 8 livelli per tutti i tipi di qualificazioni e contribuisce a migliorare la trasparenza, la comparabilità e la portabilità delle qualificazioni delle persone; consente, infatti, di confrontare le qualifiche dei paesi nell’ambito dell’Unione europea.

Restano confermate le disposizioni vigenti in materia di esame di Stato conclusivo del secondo ciclo e rilascio dei titoli di studio finali, di cui al Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62. Ai fini della proposta di candidatura è richiesta la stipula di un accordo di rete e/o la dichiarazione di impegno a sottoscrivere tale accordo da parte delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado statali e/o paritarie, di istituzioni formative accreditate dalle Regioni che erogano percorsi di IeFP (Sistema di istruzione e formazione professionale) e di IFTS, laddove presenti, e di istituti tecnologici superiori (ITS Academy).

Le reti possono essere ricondotte ad accordi regionali e interregionali, denominati «Patti Educativi 4.0» aventi la specifica finalità di integrare e condividere risorse professionali, logistiche e strumentali di cui dispongono istituti tecnici e professionali, imprese, enti di formazione accreditati.

Le proposte devono includere:

  • la progettazione di un’offerta formativa integrata che agevoli il passaggio tra diversi percorsi di studio;

  • modelli curricolari che potenzino competenze di base e tecnico-professionali;

  • il rafforzamento delle esperienze on the job tramite apprendistato e PCTO;

  • il potenziamento delle discipline STEM e l’introduzione di moduli su transizione ecologica e sviluppo sostenibile;

  • l’internazionalizzazione con certificazioni linguistiche e metodologia CLIL.

In sintesi, la candidatura delle istituzioni scolastiche, previa deliberazione degli organi collegiali competenti, deve rispettare i seguenti requisiti:

  • la progettazione di almeno un percorso quadriennale di istruzione tecnica e professionale;

  • la dichiarazione di impegno a costituirsi in rete;

  • l’attivazione del partenariato con almeno una impresa afferente all’ITS Academy in rete.

La proposta progettuale deve comprendere l’adeguamento dell’offerta formativa dell’istituzione scolastica e tutti i requisiti di cui alla legge 121/2024, indicati nel paragrafo 5.

Nell’Avviso si precisa, infine, che il percorso sperimentale quadriennale di istruzione tecnica o professionale deve obbligatoriamente riguardare un indirizzo già attivato presso l’istituzione scolastica.

9. Prospettive

Nei paesi dell’Unione europea, l’obiettivo di creare nell’ambito dell’istruzione tecnica e professionale un percorso ordinamentale che raccordi il mondo della scuola e quello del lavoro è una realtà ampiamente consolidata. Si pensi al sistema duale tedesco, presente con qualche variante, in tutti i sistemi scolastici dell’UE.

In Germania, il sistema duale rappresenta una modalità di integrazione tra scuola e lavoro con alle spalle una lunga tradizione. Il canale duale offre un sistema di istruzione organizzato in due luoghi di formazione: la scuola e l’azienda. L’obiettivo di questa formazione è quello di fornire un’ampia preparazione professionale di base, unitamente alle conoscenze e alle abilità tecniche necessarie per svolgere un’attività professionale qualificata.

La stessa riduzione da cinque a quattro anni dell’istruzione secondaria non costituisce una novità per molti altri Stati non solo del vecchio continente, in cui l’acquisizione del diploma tecnico-professionale, entro un cammino senza ripetenze, coincide con il raggiungimento della maggiore età.

Il sistema scolastico italiano, invece, dalla riforma Gentile del 1923 in poi, si è riconosciuto in un modello educativo poco incline a sostenere percorsi formativi a carattere professionalizzante.

Di fatto, nel contesto europeo, il dibattito circa il tema dei percorsi VET (Vocational Education and Training) non presenta una valenza ideologica come in Italia. Anche nei sistemi d’istruzione che attribuiscono maggiore rilevanza al liceo «generalista», come la Francia, nel corso degli anni, si è sempre più ampliata la possibilità per i giovani di optare per i percorsi a carattere professionalizzante.

Nel lessico europeo, l’espressione VET comprende tutti i percorsi formativi professionalizzanti, che terminano con titoli riconoscibili e quindi spendibili per l’ingresso nel mercato del lavoro e delle professioni e corrisponde al nostro indirizzo di Istruzione e Formazione professionale. In Italia tale sistema risulta frammentato e diviso in vari sottosistemi: istruzione professionale, istruzione tecnica, istruzione e formazione professionale (IeFP), apprendistato, formazione continua e permanente presso i CPIA (Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti), ecc.

Individuare un percorso, come quello a geometria 4+2, capace di integrare la cultura dell’apprendimento in contesti formali (la scuola) e in ambienti nei quali si apprende attivando processi diversi dai primi può essere considerato un passo in avanti.

Tale innovazione costituisce un’opportunità che può permettere di collocare l’istruzione e la formazione professionale in un percorso verticale, in grado di permettere l’accesso diretto al livello terziario (ITS biennale), attribuendo una reale consistenza al diploma quadriennale IeFP come titolo di studio a tutti gli effetti.

L’espressione «filiera» probabilmente non è quella più appropriata; rischia di ridurre il percorso formativo a un ciclo produttivo e può alimentare l’immagine di una scuola attenta ai bisogni del futuro produttore, marginalizzando la costruzione di strumenti culturali che permettano l’effettiva partecipazione come lavoratore all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Queste sono criticità che hanno di certo un loro fondamento. D’altra parte, però, non possiamo neanche permetterci quote di giovani che, dopo aver concluso il ciclo dell’istruzione superiore, rimangano totalmente inattivi.

È vero che la scuola non deve preparare tout court al lavoro, ma neanche all’inazione. Sicuramente, in un tempo come l’attuale in cui la vita dei giovani è condizionata dalla pervasività di mezzi comunicativi sempre più impersonali, la scuola non deve perdere di vista il fatto che essa è innanzitutto percorso di umanizzazione culturale. Tale ineludibile finalità permette di formare i futuri cittadini sia sul piano culturale che su quello operativo. L’essenziale è che sia garantita, nella sua completezza, la dignità della persona umana, che deve essere educata a pensare e ad agire contemporaneamente.

Scuola e lavoro, dunque, come luoghi distinti e differenti responsabilità, ma certo non estranei.

10. Criticità

Il rapporto tra i due mondi è sicuramente complesso. La stessa riduzione di un anno del tempo della scuola pone molti interrogativi. L’obiettivo incontrovertibile del sessennio formativo (4+2) è quello di coniugare il tempo della vita (e quindi anche del lavoro) con l’esercizio del pensiero, senza il quale non è possibile generare anche abilità e padronanze professionali.

L’idea della filiera formativa intesa come campus è sicuramente suggestiva. Ma questa trasformazione pone non pochi problemi. Una criticità di particolare rilevanza riguarda l’edilizia scolastica e i servizi di cui tale innovazione necessita. Un curricolo «schiacciato» su quattro anni comporta una sorta di tempo pieno, rientri pomeridiani, trasporti, mensa, ecc. Occorre, quindi, una politica di concertazione tra scuola, enti locali, mondo delle imprese, che in molte realtà risulta di difficile praticabilità.

Inoltre, la progettazione del curricolo di istituto, in una prospettiva quadriennale, richiede poi la capacità di ampliare percorsi didattici finalizzati alla formazione di professionalità innovative, di agevolare l’accesso al sistema delle imprese, di favorire la progressiva adesione al sistema nazionale di valutazione coordinato dall’Invalsi, ecc.

Relativamente alla costruzione del curricolo si aggiunge un’ulteriore criticità, ossia che la compressione del quinquennio in un quadriennio può comportare la riduzione dei contenuti e una loro difficile rimodulazione. È necessario, infatti, abbandonare una logica enciclopedica dello studio per costruire un percorso formativo, a partire dai nuclei fondanti e dalle conoscenze generative delle discipline. Sappiamo però quanto difficile sia per i docenti lavorare in questa direzione.

Si aggiunga poi che la riforma degli ITS Academy è ancora in una fase di avvio e questo rende complicato il loro coinvolgimento nella struttura della filiera, che sta muovendo anch’essa i primi passi.

La stessa riforma degli istituti professionali di cui al Decreto legislativo 61/2017, giunta al settimo anno di attuazione, ha ancora bisogno di misure di implementazione e di accompagnamento per la completa realizzazione del nuovo modello. Risulta, pertanto, complesso coinvolgere tali istituti nella definizione di percorsi quadriennali all’interno della filiera.

Come ogni riforma di struttura, la filiera formativa, nella geometria 4+2, presenta luci e ombre. Presuppone, soprattutto, dei patti di comunità in cui la scuola possa contare su un sistema di sinergie, senza il quale si corre il rischio che il progetto venga percepito come mera abbreviazione del percorso di studi.

In ogni caso, il raccordo dell’istruzione tecnica e professionale (soprattutto quest’ultima) con il modello degli ITS Academy, in cui è prevista la centratura su una serie di aree tecnologiche strategiche e un approccio nel quale convergono tecnica e cultura, teoria e pratica, formazione della persona e formazione della professione, costituisce, senza ombra di dubbio, un efficace strumento di prevenzione e contrasto all’insuccesso formativo e all’inattività occupazionale che rappresentano un preoccupante fenomeno della condizione giovanile del nostro Paese.

La sfida del 4+2 interpella in modo particolare il sistema dell’istruzione professionale statale e quello IeFP delle Regioni che, per diventare un’effettiva risorsa del Paese, necessitano di significativi investimenti economici e di valorizzazione delle professionalità esistenti, ma anche di nuove.

In Italia, questo passaggio è sicuramente più complesso che negli altri Stati europei, perché il nostro sistema rimane essenzialmente ancorato a una tradizione «scuolacentrica».

Ma è una strada che dobbiamo iniziare a percorrere con maggiore determinazione, se vogliamo aggredire realmente la dispersione scolastica, nella linea di un curricolo dell’educazione alla vita e al lavoro.