Indice
- Cambiamenti in atto
- La funzione ispettiva nel D.M. n. 41 del 2022
- Ambiti preferenziali
- La promozione del successo formativo
- Il rafforzamento del modello inclusivo
- La funzione ispettiva di natura disciplinare
- Il contingente ispettivo e il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV)
- La valutazione esterna 2022-2025
1. Cambiamenti in atto
Il mondo attuale sta conoscendo cambiamenti epocali. Secondo alcuni osservatori, l’intelligenza artificiale, ad esempio, è paragonabile alle rivoluzioni che hanno segnato le grandi trasformazioni della storia dell’umanità. Le preoccupazioni per il futuro del pianeta, strettamente correlate a un aumento imponente delle diseguaglianze sociali, accrescono ulteriormente il rischio di povertà educative e di forti squilibri territoriali.
Il mondo della scuola e i sistemi d’istruzione, specchi in cui si riflettono le contraddizioni della società, vivono totalmente le insidie che si celano in questi cambiamenti.
Oltre ad aspetti squisitamente pedagogici, pensiamo a fenomeni che stanno caratterizzando i modelli formativi di tutti i Paesi: internazionalizzazione dei curricoli, decentramento dei sistemi d’istruzione, valutazione standardizzata, valutazione di sistema, lotta all’insuccesso e alla precarietà giovanile, utilizzo di tecnologie informatiche sempre più sofisticate, irruzione dell’intelligenza artificiale, ecc.
Sulla scena mondiale numerosi sono gli attori (OCSE, OMS, UNESCO, Save the Children, ecc.) che creano spazi nuovi, cercando di definire obiettivi comuni da raggiungere.
L’educazione è un terreno in cui le conoscenze diventano rapidamente obsolete; il campo di lavoro è complesso e sfugge alle facili semplificazioni. I professionisti dell’educazione devono dare prove di saper affrontare adeguatamente la realtà attraverso traduzioni operative convincenti, capaci di raggiungere traguardi esigibili.
La cartina di tornasole dell’autenticità delle professionalità di livello elevato non è nella chiarezza formale delle enunciazioni, sempre comunque importante. Risiede fondamentalmente nelle pratiche lavorative. In ambito scolastico l’attenzione ricade essenzialmente sui docenti e sui dirigenti, la cui leadership può fare la differenza anche per gli apprendimenti degli studenti.
Accanto a questi operatori esiste, però, un’area di confine abitata da altre figure esperte, che affiancano le istituzioni scolastiche. Gli ispettori scolastici, istituzione secolare, rientrano tra queste. Sono una quota limitata sul piano quantitativo, ma esercitano funzioni dirigenziali tecniche a elevato valore aggiunto.
In particolare, l’autonomia e l’affermarsi della valutazione esterna delle scuole, scrive Mario Dutto,
hanno rimesso in campo gli ispettorati nella maggior parte dei paesi europei soprattutto con l’attenuazione se non lo smantellamento del convenzionale controllo gerarchico e burocratico […]. Così l’attività ispettiva è diventata uno strumento importante per il governo dei sistemi scolastici (Dutto, 2021).
Rispetto agli altri operatori (docenti, dirigenti, personale amministrativo), il dirigente con funzioni tecnico-ispettive presenta una configurazione composita. Si tratta di una professione che richiede soprattutto una approfondita comprensione dei processi di governance dell’istituzione scolastica, sia di management che di leadership.
La questione centrale di tutti i sistemi di istruzione oggi è rappresentata dai processi di miglioramento dello status quo, in un’ottica evolutiva del servizio erogato da parte delle singole unità scolastiche.
Nel non facile rapporto tra la scuola come comunità educativa e la scuola come apparato amministrativo, il dirigente tecnico può svolgere un ruolo di cerniera e di equilibrio tra i due punti di vista: comunitario, da un lato, giuridico-organizzativo, dall’altro.
In particolare, la scuola intesa come comunità, sostenuta dai contributi di Thomas Sergiovanni (2000; 2002), sta diventando sempre più oggetto di studio in connessione con la visione del dirigente scolastico e tecnico, entrambi leader per l’apprendimento, impegnati a promuovere il potenziamento delle comunità professionali, nella prospettiva dell’innalzamento della qualità della formazione degli studenti.
2. La funzione ispettiva nel D.M. n. 41 del 2022
Il decreto ministeriale 21 febbraio 2022, n. 41, nell’allegato dal titolo Modalità della funzione tecnico-ispettiva, ha indicato gli ambiti nei quali la figura del dirigente tecnico deve svolgere la propria attività. Il Decreto detta disposizioni operative sulla base di quanto previsto dall’articolo 8 del D.P.C.M. 30 settembre 2020, n. 166 (Regolamento concernente l’organizzazione del Ministero dell’Istruzione) che recita
Il corpo ispettivo, composto dai dirigenti che svolgono la funzione tecnico-ispettiva, è collocato, a livello di Amministrazione centrale, in posizione di dipendenza funzionale dal Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione e, a livello periferico, in posizione di dipendenza funzionale dai dirigenti preposti a capo degli uffici scolastici regionali. Il Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione individua tra i dirigenti che svolgono la funzione tecnico-ispettiva, un coordinatore, al quale non è corrisposto alcun compenso ovvero emolumento aggiuntivo. Lo stesso è preposto a svolgere le funzioni di gestione della struttura tecnico-organizzativa delle prove degli esami di Stato.
Nella Premessa del D.M. 41/2022 l’allora Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi indicava i seguenti ambiti in cui la funzione tecnico-ispettiva si deve esplicare. Il dirigente tecnico, si sottolinea,
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concorre alla realizzazione dei compiti di istruzione e di formazione delle istituzioni scolastiche;
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orienta le strategie di innovazione e di valutazione del sistema scolastico, anche nella prospettiva internazionale;
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realizza l’attività ispettiva di supporto dei processi formativi e di assistenza tecnico-didattica a favore delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado;
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svolge attività di studio, ricerca e consulenza tecnica.
Questi obiettivi, che si inquadrano in quelli delineati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e nell’Atto di indirizzo politico istituzionale del Ministro per l’anno 2025, connotano tale funzione pensata prevalentemente come sostegno all’innovazione della scuola, «motore del Paese».
La dirigenza tecnico-ispettiva, pertanto, è espressione di un’elevata professionalità in ambito educativo, pedagogico e didattico e contribuisce ad accrescere le condizioni per migliorare i livelli di apprendimento degli studenti, allineandoli a standard internazionali.
Inoltre, il compito degli ispettori si caratterizza per il consolidamento della funzione inclusiva della scuola italiana, impegnata a farsi carico delle fragilità e a ridurre divari sociali, gli squilibri territoriali e le povertà educative.
Nel quadro complessivo suaccennato, la funzione tecnico-ispettiva è parte integrante del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV), definito dal decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80. Il dirigente tecnico svolge un ruolo rilevante nella realizzazione della valutazione di sistema, oggi ancor più necessaria a indicare direzioni di senso e strategie per il miglioramento e l’innovazione nella cornice del principio costituzionale di autonomia delle istituzioni scolastiche.
3. Ambiti preferenziali
Sulla scorta di quanto sopra sottolineato, si può dedurre che la professionalità tecnico-ispettiva, come espressione di elevata competenza pedagogica e culturale, potrà essere rivolta ai seguenti ambiti:
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la promozione del successo formativo degli alunni e, conseguentemente, della prevenzione della dispersione scolastica. Particolare attenzione va riservata alle scuole presenti in aree a rischio educativo e di marginalizzazione sociale, cui andranno indirizzate particolari azioni di sostegno;
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la sistematica attività finalizzata ad accrescere il livello di qualità dell’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali. Il modello inclusivo della scuola italiana presuppone un’azione continua di supporto, per evitare il rischio della delega e lo scarso coinvolgimento di tutto il personale della scuola;
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il supporto al processo di valutazione e autovalutazione delle istituzioni scolastiche, come avviene in tutti gli altri paesi dell’Unione europea. In questo ambito l’ispettore è coinvolto anche nello svolgimento dell’anno di formazione e prova dei docenti neoassunti e dei dirigenti scolastici (compresa la loro valutazione), collaborando alla realizzazione della formazione in servizio del personale scolastico;
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l’attività di accertamento di cui l’Amministrazione si avvale per affrontare situazioni problematiche che possono insorgere nelle scuole. Tale attività comprenderà anche un’attiva presenza nella preparazione e nel corretto svolgimento degli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione.
La dirigenza tecnico-ispettiva, in Italia come in tutti i Paesi, potrà essere esercitata, sia singolarmente che collegialmente.
La questione che emerge nei sistemi scolastici con istituzioni ispettive consolidate, come Francia, Inghilterra, Germania, ecc., non riguarda «se» debba esistere un servizio ispettivo o «come» debba essere organizzato, quanto l’impatto che l’azione di queste figure esercita sul miglioramento della scuola e dei livelli di apprendimento degli studenti.
Come afferma Mario Dutto:
Se non diventa visibile il valore aggiunto delle alte professionalità per il progresso degli studenti, si indebolisce il profilo stesso dei dirigenti tecnici (Dutto, 2022).
4. La promozione del successo formativo
La questione che emerge in tutti i sistemi educativi d’istruzione è quella di poter contare su funzioni ispettive consolidate e mature, finalizzate al miglioramento dell’offerta formativa delle scuole e dei livelli di apprendimento degli studenti.
L’esigenza di sostenere dirigenti e docenti in questa azione di sostegno degli alunni deriva da un dato di fatto incontrovertibile: il calo demografico. Si tratta di un fenomeno di difficile soluzione, difficilmente aggredibile, per cui nessuna risorsa può «andare persa».
In Italia, al fine di garantire azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, nell’ambito della Missione 4, Componente 1 del PNRR, il Ministero dell’Istruzione, dal 2022 ha provveduto a stanziare 500 milioni di euro per un totale di 1,5 miliardi. Si tratta di un intervento straordinario, previsto del decreto ministeriale 4 giugno 2022, n. 170, finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel primo e nel secondo ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica.
Le risorse sono state ripartite su base regionale e assegnate successivamente alle istituzioni scolastiche statali secondarie. I criteri di ripartizione hanno tenuto conto, oltre che della popolazione scolastica tout court, del tasso di fragilità degli apprendimenti, la cosiddetta «dispersione implicita» (percentuale di studenti che in entrambe le materie, italiano e matematica, ha conseguito un risultato molto basso), calcolato dall’Invalsi.
Sulla scorta degli obiettivi indicati nel PNRR, alle scuole secondarie statali del primo e del secondo grado del Mezzogiorno è stata assegnata una quota complessiva di risorse pari al 51%.
Nel D.M. 170/2022, si sottolinea che
le istituzioni scolastiche beneficiarie, nel rispetto dell’autonomia scolastica e dei milestone e target del PNRR e della relativa normativa, promuovono attività di co-progettazione e cooperazione fra la scuola e la comunità locale, valorizzando la sinergia con le risorse territoriali sia istituzionali (servizi sociali e sanitari, del lavoro, della giustizia minorile, di orientamento e formazione professionale, …) che del volontariato e del terzo settore, per migliorare l’inclusione e l’accesso al diritto allo studio a tutti, attraverso la progettazione e la realizzazione di opportunità di potenziamento delle competenze anche all’esterno della scuola, che dovranno essere valorizzate con una piena integrazione del percorso curricolare con le attività extracurricolari e con la valutazione degli apprendimenti.
L’insuccesso scolastico, soprattutto nelle realtà delle periferie urbane e in quelle più povere del Paese, si previene se un’intera comunità si prende cura del futuro dei bambini. In determinate aree, occorre assicurare in età precoce gli asili nido, una scuola dell’infanzia di qualità, una scuola primaria e secondaria di I grado organizzate con il tempo pieno.
È necessario poter contare su inseganti di elevata qualità educativa. Ma anche questo non basta. Servono comunità educanti dove scuola e Terzo settore imparano a lavorare gomito a gomito nel rispetto dei ruoli e delle specifiche funzioni. In particolare, scuola, enti locali, associazioni devono promuovere alleanze con le famiglie fragili per accompagnarle e sostenerle nel difficile compito di crescere i figli laddove agiscono forze che ostacolano questo importantissimo processo.
Dobbiamo passare da un intervento estensivo, a pioggia, a progetti intensivi, avendo grande attenzione a individuare le scuole che hanno bisogno di una maggiore presenza di figure educative di elevata professionalità.
In un’ottica di rendicontazione che tale investimento presuppone, bisogna interrogarsi sul valore aggiunto del servizio ispettivo nel management strategico di un sistema volto a ottimizzare l’efficacia di tali risorse e a monitorare l’andamento delle competenze raggiunte dagli studenti.
Tale funzione per i paesi dell’UE può essere considerata fuori luogo, in quanto implicita a un’organizzazione puntuale e permanente dove è possibile identificare un corpus chiaramente circoscrivibile di pratiche professionali, altamente qualificate, in cui i differenti «corpi ispettivi» esercitano un’azione riconosciuta e di elevato prestigio.
Nel nostro paese così non è, anche se il contributo dei dirigenti tecnico-ispettivi riveste un crescente interesse di carattere generale, tanto da apparire oggi imprescindibile.
5. Il rafforzamento del modello inclusivo
Nonostante gli interventi finalizzati a ridurre gli squilibri territoriali e a colmare le disuguaglianze sociali e culturali, il tema della povertà educativa e del contrasto al fallimento scolastico è tuttora il tallone d’Achille del nostro sistema di istruzione.
Come già sottolineato, la linea di investimento del PNRR 1.4 Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado e alla lotta alla dispersione scolastica, sta promuovendo una serie di azioni per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica, investendo complessivamente 1,5 miliardi di euro, nel triennio 2023-2025. Il decreto del Ministro dell’istruzione 24 giugno 2022, n. 170, ha individuato 3.198 istituzioni scolastiche beneficiarie di finanziamento per la realizzazione di «azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica» per uno stanziamento annuo pari a complessivi 500 milioni di euro. Tali azioni consistono nella progettazione e realizzazione di percorsi di mentoring e orientamento, percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento, percorsi di orientamento per le famiglie, percorsi formativi e laboratoriali co-curricolari, organizzazione di team per la prevenzione della dispersione scolastica, erogati in favore di studentesse e studenti che presentano a rischio di abbandono.
Nell’Allegato al decreto ministeriale n. 41/2022, sopra richiamato, si afferma che
il dirigente con funzioni tecnico-ispettive è figura di alta professionalità, radicata nella scuola, che opera con responsabilità pubblica, al servizio del Paese. È risorsa professionale del Ministero dell’istruzione, connotata da riservatezza, indipendenza di giudizio, discrezionalità tecnica, che sostiene le scuole nel miglioramento della qualità dei processi e nel perseguimento dei traguardi. Il dirigente tecnico dirime controversie, promuove la coesione nella comunità scolastica, contribuisce alla governance del sistema di istruzione e ad un’Amministrazione pubblica efficace nel campo dell’educazione.
Una delle dimensioni costitutive del nostro sistema educativo è l’inclusione scolastica delle fasce più fragili della popolazione giovanile. Rappresenta una finalità, perseguita sin dagli anni Settanta del Novecento, che richiede continui e molteplici interventi volti a prevenire e contrastare i rischi di fallimento formativo. La presenza degli ispettori è di fondamentale importanza e può esplicarsi nei seguenti aspetti:
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fornire alle scuole una costante e aggiornata informazione corredata da letture e interpretazioni circa azioni prioritarie da intraprendere;
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promuovere uno stretto collegamento tra la scuola e le risorse offerte da altri soggetti istituzionali, enti locali in primis, dal mondo dell’associazionismo e del terzo settore;
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favorire la creazione di patti educativi di comunità sostenendo modelli sempre più elevati del vivere insieme. Si fa strada nel nostro Paese un’idea nuova di welfare, comunitario e di prossimità, che richiede la costruzione di alleanze educative a sostegno delle quali la professionalità tecnico-ispettiva risulta strategica;
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rafforzare la formazione educativo-didattica dei docenti in un’ottica inclusiva dell’organizzazione delle scuole e della gestione delle classi;
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facilitare il passaggio dall’istruzione superiore alla vita adulta, al mondo del lavoro, alla costruzione del progetto di vita che rimane spesso al palo e la cui titolarità è della persona con disabilità (Si veda Figura 1).
FIG. 1 Il progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato di cui al D.lgs. n. 62/2024.
L’attività di figure di elevata cultura e professionalità è indispensabile per evitare l’appiattimento delle prassi educativo-didattiche. Il corpo ispettivo ha sempre contribuito, anche in passato, all'affermazione e allo sviluppo di una scuola inclusiva, attenta al servizio della persona, impegnata a prendere in carico le fragilità e a ridurre divari sociali e culturali. Tali processi di cambiamento esigono ruoli tecnici capaci di attivare strategie di coesione, confronto e coordinamento con le istituzioni scolastiche e, più in generale, con le istituzioni pubbliche, i territori e la società civile.
6. La funzione ispettiva di natura disciplinare
Il Decreto Ministeriale n. 41 del 21 febbraio 2022 precisa che
Gli organi dell’Amministrazione centrale e territoriale, sentiti i Coordinatori delle segreterie tecniche, conferiscono incarichi ispettivi ai dirigenti tecnici e acquisiscono da questi le relazioni conclusive sugli accertamenti svolti, per l’adozione dei provvedimenti correlati.
La funzione ispettiva, in ambito scolastico come in tutti gli altri settori pubblici e privati, viene comunemente qualificata come attività di acquisizione di conoscenze in forma autoritativa da parte della Pubblica Amministrazione. L’ispezione, in senso strettamente giuridico, è uno dei compiti che caratterizza l’attività dei dirigenti tecnici e si caratterizza per essere una fase procedimentale a supporto di provvedimenti amministrativi da parte del Dirigente dell’istituzione scolastica e, nei casi più gravi, dell’Ufficio Scolastico Regionale.
Va preliminarmente sottolineato che su eventuali anomalie e disfunzioni presenti nelle scuole sono chiamati a intervenire in primo luogo i Dirigenti Scolastici, i quali, prima di avanzare la richiesta di un accertamento esterno, devono fare ricorso alle prerogative del proprio potere datoriale.
Inoltre, prima di avviare un procedimento ispettivo, è opportuno che dirigenti scolastici e dirigenti tecnici esercitino un’attività di controllo ai fini della deflazione del contenzioso e della ricerca di soluzioni.
La richiesta di procedimento ispettivo di natura disciplinare nei confronti, ad esempio, di un docente, deve essere inviata al Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale.
Il dirigente scolastico in questo caso dovrà redigere una contestazione di addebito fondata su elementi oggettivi e circostanziati. Il dipendente, entro il termine perentorio di 10 giorni dal ricevimento della contestazione, potrà chiedere di essere sentito a sua difesa con la facoltà di farsi assistere da un rappresentante dell'Associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato.
L’incipit dell’ispezione (si pensi a una verifica per una vicenda che può sfociare in una sanzione disciplinare) prende avvio da «un atto (solitamente denominato lettera di incarico) di assegnazione della responsabilità dell’istruttoria» (Auriemma, 2021) da parte del Direttore Generale dell’USR, che fissa e delimita l’oggetto dell’incarico stesso.
All’avvio dell’accertamento ispettivo, il Dirigente Tecnico incaricato provvede a farne formale notifica a chi è soggetto al procedimento stesso.
Al termine dell’ispezione che si conclude, di norma, entro sessanta giorni dal conferimento dell’incarico (sono possibili eventuali proroghe), il Dirigente Tecnico redige la relazione conclusiva, in cui sono esposti i risultati dell’accertamento e avanzate le proposte di provvedimenti da assumere da parte dell’Amministrazione. La relazione deve essere trasmessa al Direttore Generale dell’USR ed eventualmente anche al Dirigente dell’Ufficio Territoriale.
Qualora le proposte riguardino l’avvio di procedimenti disciplinari, a esse deve necessariamente seguire l'ulteriore attività istruttoria in contraddittorio con gli interessati, come disposto dal D.lgs. 165/2001, integrato e modificato dal D.lgs. 150/2009 e dal D. lgs. 75/2017. Qualora, in esito della visita ispettiva, il Dirigente Tecnico reputi che non si debba assumere alcun provvedimento amministrativo, occorre che lo dichiari espressamente nelle conclusioni della relazione ispettiva.
In sintesi, il procedimento disciplinare si compone di tre fasi:
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la contestazione dell’addebito;
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la fase istruttoria;
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la fase conclusiva.
I requisiti della contestazione sono l’immediatezza, la specificità e l’immutabilità.
Terminata la fase istruttoria, comprensiva del momento del contraddittorio a difesa dell’interessato, il procedimento dovrà concludersi, da parte del dirigente tecnico, con la proposta all’Amministrazione, dell’irrogazione della sanzione o dell’archiviazione. La sanzione deve essere motivata, congrua e pertinente, evitando insufficienze, inadeguatezze e illogicità.
7. Il contingente ispettivo e il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV)
La funzione ispettiva è parte integrante del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV), definito dal decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80. Il dirigente tecnico svolge un ruolo rilevante nella realizzazione della valutazione esterna, oggi ancor più necessaria a indicare direzioni di senso e strategie per il miglioramento e l’innovazione nella cornice del principio costituzionale di autonomia delle istituzioni scolastiche (Si veda Figura 2).
FIG. 2 La struttura del Sistema nazionale di valutazione.
Nell’ambito della funzione di accertamento del contenzioso, i dirigenti tecnici sono incaricati di verificare eventuali controversie che possono avere luogo nelle istituzioni scolastiche, quali comportamenti scorretti, situazioni conflittuali, carenze professionali e istituzionali. Tale attività presuppone imparzialità e autonomia di giudizio, caratteristiche che qualificano la professionalità del dirigente tecnico.
Sarebbe, però, oltremodo riduttivo confinare la funzione ispettiva entro un perimetro di azioni legate a procedimenti disciplinari e deflazione del contenzioso. La professionalità del dirigente tecnico, infatti, non va disgiunta da iniziative di un più ampio orizzonte, in primis il ruolo del corpo ispettivo nell’ambito delle attività previste dal Sistema Nazionale di Valutazione: valutazione esterna delle scuole, dei dirigenti, formazione del personale scolastico, ecc.
Il D.P.R. 80/2013 ha disegnato una struttura dell’SNV a «tre gambe», composto da Invalsi, Indire e «corpo ispettivo, autonomo e indipendente con il compito di valutare le scuole e i dirigenti scolastici». L’avvio della valutazione esterna, iniziato nell’anno scolastico 2014-2015 con la predisposizione del Rapporto di autovalutazione da parte delle scuole, ha contribuito a far evolvere il ruolo del dirigente tecnico.
In tutti questi casi, la figura del dirigente tecnico rappresenta un punto di riferimento essenziale a supporto della governance delle istituzioni scolastiche autonome: una funzione di alta professionalità in grado di intervenire con competenza e autorevolezza per analizzare i problemi e proporre soluzioni, dai dirigenti scolastici agli insegnanti.
Un ambito di particolare rilevanza che il corpo ispettivo può presidiare è quello dell’utilizzo dei dati forniti dall’Invalsi per migliorare il servizio erogato dalle istituzioni scolastiche. È questa un’area in cui la presenza di figure con competenze tecniche, in parte anche statistiche, risulta di essenziale importanza per avvicinare gli organi del sistema nazionale, Invalsi e Indire, alle esigenze delle scuole.
L’attività svolta dai Nuclei Esterni di Valutazione (NEV), composti da tre valutatori con profili diversi: un Dirigente tecnico con funzioni di coordinamento, un esperto con profilo professionale interno alla scuola (Dirigente scolastico o docente) con esperienza nell’ambito della valutazione, un esperto esterno alla scuola con esperienza nella ricerca sociale, è stata molto apprezzata dalle scuole.
L’ispettore, in genere, ha saputo trasmettere vissuti positivi verso quanto fatto da docenti e dirigenti, anche in situazioni problematiche, perché si è fatto carico di fornire suggerimenti migliorativi della comunità professionale, riattivando processi virtuosi sul piano educativo-didattico. Si è trattato, purtroppo, anche a causa della pandemia, di un’esperienza limitata. A questa criticità, si sono aggiunti la scarsità del personale e i costi dell’operazione.
L’esiguità di tale presenza nel sistema d’istruzione italiano rende estremamente limitato tale tipologia di supporto.
Relativamente alla valutazione dei dirigenti scolastici nel periodo 2016-2018, l’attuazione della legge 107/2015 è stata affidata a due strumenti:
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la Direttiva ministeriale 18 agosto 2016, n. 36;
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le Linee guida per l’attuazione della Direttiva, emanate il 2 settembre 2016.
Con la Direttiva n. 36/2016 il Miur ha concretamente avviato il procedimento relativo alla valutazione dei DS. Il Nucleo di valutazione era composto da:
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un dirigente tecnico con funzioni ispettive con il compito di coordinare in nucleo medesimo;
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un dirigente scolastico, preferibilmente con esperienze maturate nei progetti nazionali per il miglioramento e la qualità del servizio;
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un esperto esterno.
La prima fase della valutazione dei dirigenti si è conclusa nel 2019. Nei quattro anni pre-pandemia, si sono svolte poco più di 1.000 visite, a cura di Invalsi. L’emergenza sanitaria causata dal coronavirus non ha consentito la prosecuzione del percorso valutativo e, di fatto, solo nel 2024 è ripreso il cammino sospeso per circa 5 anni.
8. La valutazione esterna 2022-2025
In considerazione delle novità introdotte nel procedimento di valutazione delle scuole nella triennalità 2022-2025, è cambiato, rispetto al periodo 2015-2019, l’impianto valutativo esterno delle scuole.
Dopo il seminario svoltosi a Roma dal 29 maggio al 1° giugno 2023, organizzato dall’Invalsi, intitolato La valutazione esterna delle scuole: sperimentare nuovi strumenti e procedure, si è messa in moto la macchina della valutazione esterna delle scuole, interrottasi nel corso della pandemia e ritardata a causa dell’insediamento dell’attuale governo.
Non si tratta di una ripartenza delle visite esterne alle scuole come normate dal Regolamento del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) D.P.R. 80/2013, quanto piuttosto di un’azione inserita all’interno del progetto «PON-Valu.E» (Valutazione/autovalutazione Esperta) come misura di sperimentazione.
L’appuntamento, destinato a circa 230 esperti di valutazione delle scuole, ha affrontato il tema delle procedure, degli strumenti e delle modalità di realizzazione dell’attività sperimentale per la valutazione esterna delle scuole, riconducibile all’Azione 2 del Progetto «PON Valu.E».
L’INVALSI ha provveduto a individuare un campione di 180 scuole statali, su base volontaria, oggetto di una convenzione, che costituirà la base per visite sperimentali, affidate a Nuclei sperimentali di Valutazione Esterna, composti da un coordinatore e da due componenti Esperti (Profilo A e Profilo B), individuati dall’elenco degli esperti come da Determinazione INVALSI n.140/2018. Nel provvedimento dell’Invalsi sono stati individuati 446 esperti di due distinti profili:
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A) – Esperto per la valutazione esterna delle scuole appartenente al mondo della scuola. Tale esperto possiede esperienza e conoscenza maturata nel processo della gestione e organizzazione scolastica, in quello pedagogico-didattico e nella valutazione e autovalutazione della scuola da almeno 5 anni.
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B) – Esperto per la valutazione esterna delle scuole non appartenente al mondo della scuola. Tale esperto possiede esperienza e conoscenza maturata nelle metodologie di ricerca valutativa, nella valutazione di organizzazioni formative e non formative, e nella valutazione di progetti e interventi da almeno 5 anni.
Nell’ambito di tali visite, i NEV sperimentali svolgeranno le seguenti attività:
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analisi della documentazione delle scuole oggetto della sperimentazione;
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compilazione di strumenti di ricerca su piattaforma online dell’INVALSI;
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visite nelle istituzioni scolastiche oggetto della sperimentazione della durata di due giorni, invece dei tre previsti precedentemente dalla procedura fornita dall’INVALSI;
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inserimento dati dopo la visita di valutazione esterna su piattaforma online dell’INVALSI (soltanto per gli esperti del profilo B);
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stesura di un rapporto di fine visita da restituire alle scuole oggetto della sperimentazione;
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predisposizione presentazione di restituzione dei risultati;
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visita di restituzione dei risultati svolta dal coordinatore del Nucleo di Valutazione Esterna.
Le visite sperimentali avverranno nelle 180 scuole campionate e i NEV avranno a disposizione i dati in una nuova piattaforma (acronimo SVEVA) integrata in cloudcon le piattaforme ministeriali del SNV e del PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) delle scuole.
Il protocollo di visita, oggetto di sperimentazione, è stato modificato rispetto a quello della prima fase. Si focalizza maggiormente l’attenzione sullo scopo della valutazione delle scuole: il loro miglioramento, con particolare riferimento agli esiti degli studenti e ai relativi obiettivi di processo per la scuola.
Sulla base delle evidenze emerse nel corso della visita, il nucleo esterno di valutazione formula un giudizio collegiale per ogni ambito oggetto della valutazione medesima. Il giudizio valutativo si concentra nell’individuazione del livello più aderente alla situazione della scuola, tra i sette previsti dalla scala di valutazione, da 1 (situazione molto critica) a 7 (situazione eccellente).
Il nucleo di valutazione esterna, infine, fornisce indicazioni alla scuola circa l’impostazione del piano di miglioramento.
Dopo la visita valutativa il NEV «sperimentale» redige un Rapporto di valutazione esterna (RVE) e lo invia alla scuola che, come già sottolineato, contiene i giudizi motivati su ciascuna area oggetto di valutazione.
È prevista, altresì, la possibilità della restituzione del Rapporto di valutazione esterna in presenza, che offre l’opportunità di un confronto ravvicinato sugli aspetti da migliorare.
Il processo valutativo esterno rappresenta per l’istituzione scolastica visitata un’occasione per introdurre elementi innovativi, capaci di generare azioni virtuose sull’organizzazione complessiva dell’istituto.
La Sperimentazione permetterà anche di testare le funzionalità della piattaforma SVEVA – Sistema Integrato Valutazione Esterna Valutazione Autovalutazione, messa a punto dall’INVALSI nel triennio 2020-2023. La piattaforma digitale è stata ideata per accompagnare i componenti dei Nuclei per la Valutazione Esterna delle scuole in tutte le fasi e nella compilazione degli strumenti, disponendo delle informazioni necessarie per la gestione del processo di valutazione di sistema.
Per un approfondimento sull’evoluzione storica della figura dell’Ispettore scolastico è possibile consultare anche Da Ispettori scolastici a Dirigenti tecnici. La funzione ispettiva nel sistema scolastico italiano e la relativa scheda normativa, disponibili tra gli articoli suggeriti alla fine del presente contributo.
Bibliografia di riferimento
Auriemma S. (2021), Attività ispettive. In M.G. Dutto. e M. Spinosi (a cura di), Lineamenti della funzione ispettiva, Napoli, Tecnodid.
Dutto M.G. (2022), Nuovi orientamenti per la funzione ispettiva. Una eredità del passato per la scuola del futuro, «Scuola7», n. 274, Napoli, Tecnodid. URL: https://www.scuola7.it/2022/274/nuovi-orientamenti-per-la-funzione-ispettiva/.
Dutto G.M. (2021), Professione ispettiva: un investimento in molti paesi. In M.G Dutto M. Spinosi M. (a cura di), Lineamenti della funzione ispettiva, Napoli, Tecnodid.
Sergiovanni J.T., (2000), Costruire comunità nelle scuole, Roma, LAS.
Sergiovanni J.T., (2002), Dirigere la scuola come comunità che apprende, Roma, LAS.