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Nei primi anni Novanta nessuno in Jugoslavia immaginava cosa sarebbe successo. Nelle città e nelle campagne, la gente viveva una vita normale, non molto diversa che nel resto d'Europa, che nella nostra vicina Italia. Ma il male arrivò presto, come una tempesta terribile, e sconvolse la vita di tutti e nulla fu più come prima.
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- Presentazione all’edizione italiana (di Andrea Canevaro)
- Prologo (di Svetlana Broz)
- Testimonianze dal conflitto bosniaco
- Epilogo
- Glossario
In pochi lo videro annunciarsi nella montante propaganda nazionalista, nel repentino ricambio dei quadri dirigenziali di fabbriche e organizzazioni, nei primi screzi diplomatici fra regioni e gruppi etnici. La maggior parte della gente comune vi si trovò catapultata, come in un brutto sogno da cui, ormai, non era più possibile svegliarsi.
Chi fu responsabile di tutto questo? Delle distruzioni, dei saccheggi, della violenza più atroce, degli stupri e delle torture, della fame, del freddo, delle umiliazioni? All'improvviso accadde, fu la notte della ragione, il ritorno ad Auschwitz, la morte di Dio e la morte dell'Uomo. Come fu possibile? Come poté accadere così vicino a tutti noi?
Di fronte alla tragedia della guerra, Svetlana Broz però vuole parlarci di speranza, dei giusti nel tempo del male, di tutte quelle persone, donne, uomini, ragazzi, che seppero dire no nel momento in cui questo era più difficile e scomodo, a costo della propria stessa vita. Gente comune con un cuore straordinario, eroi veri di una storia vera. Grazie alle testimonianze di questo libro ci saranno d'esempio, indicando la strada, come luci nella notte del dolore. Un libro per ribadire che nelle piccole questioni della vita come nelle grandi vicende della storia l'indifferenza dei molti è più pericolosa della crudeltà dei pochi.