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I mini gialli dei dettati 2
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Perché è importante scrivere a mano in modo chiaro e fluente?

La qualità della grafia influenza lo sviluppo di molte competenze e ha ricadute sulla sfera emotiva di bambini e bambine: ecco perché quello sulla corretta grafia è un investimento prezioso

Accade molto spesso che i bambini tentino di riprodurre i modelli grafici, dati dall’insegnante o dal libro di testo, usando schemi motori e strategie poco adeguate e inefficienti, difficili da correggere una volta automatizzate. Questo fa sì che, sempre più frequentemente, si assista a un aumento delle difficoltà nella scrittura a mano. Nonostante il 3-5% della popolazione scolastica sia affetta da un disturbo specifico di grafia (disgrafia), è di circa il 25% la percentuale di quella che ha una grafia poco leggibile e poco fluente, che compromette le abilità di comunicazione e di espressione personale. Questi dati giustificano ampiamente la necessità di prestare attenzione a questo ambito, anche per la ricaduta che ha su altri aspetti dello sviluppo e sulla stima di sé.

Varie ricerche indicano, infatti, che la qualità della grafia ha un effetto marcato sulle competenze di scrittura e che un insegnamento che facilita l’acquisizione del corsivo e la fluidità di scrittura ha una ricaduta positiva sull’attenzione, sull’ortografia e sulle abilità di lettura.
Riprendo da Tressoldi, Cornoldi e Re (2013) le relazioni tra grafismo e altri aspetti della scrittura. Nei compiti che richiedono più operazioni, una debolezza nell’uno può riflettersi sugli altri attraverso:

  • trade-off, perché se si è deboli nel grafismo occorre indirizzare su questo le proprie energie, sottraendo risorse attentive sugli altri aspetti della scrittura;

  • percezione generale di disagio e insicurezza, perché, quando ci si sente poco autoefficaci in un’operazione richiesta da un compito, questa incertezza si estende anche alle altre;

  • demotivazione, perché le frustrazioni associate all’atto di scrivere inducono una bassa motivazione generale e riducono l’uso spontaneo della scrittura;

  • copertura, perché le incertezze riguardo all’ortografia e all’adeguatezza della propria produzione scritta vengono camuffate attraverso una scrittura poco leggibile;

  • combinazioni con l’espressione scritta, perché la lentezza di scrittura impedisce di stare dietro alle idee che si vorrebbero scrivere e porta a produrre testi brevi e poveri di contenuto;

  • combinazioni con le rappresentazioni ortografiche e con la capacità di segmentazione richieste dall’ortografia, perché lentezza e difficoltà nel recuperare la rappresentazione ortografica di una parola ne rallentano la scrittura.

Un elaborato scolastico eseguito con una grafia chiara ottiene voti migliori a prescindere dai contenuti espressi. Al contrario, una cattiva scrittura, oltre a rendere la lettura faticosa anche in fase di autocorrezione, influenza negativamente il giudizio del docente che parte con un’aspettativa preconcetta di fronte ai possibili risultati di profitto.

La cattiva qualità della grafia ha, inoltre, delle ricadute negative sul rendimento scolastico anche nelle classi più avanzate, tale da essere significativo predittore della riuscita degli studi.

Questi dati ci sostengono nella scelta di dedicare un tempo adeguato al corretto insegnamento del corsivo. La ricerca scientifica sostiene, inoltre, l’importanza di identificare il più precocemente possibile, già a livello di scuola dell’infanzia, le difficoltà di controllo grafo-motorio, con interventi mirati alla prevenzione, alla valutazione e al recupero didattico e/o riabilitativo.

La quantità di tempo rivolto a questi aspetti assume un valore relativo: investire sulla corretta grafia vuol dire investire, per alcuni aspetti, sul «futuro scolastico» dei bambini e, di sicuro, su una positiva immagine di sé.

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