Il problema della valutazione degli alunni nella scuola è di grande attualità. In questi anni più volte sono stati messi in discussione il sistema di valutazione, i criteri su cui si basa e i suoi strumenti applicativi. La valutazione degli apprendimenti delle alunne e degli alunni che frequentano la scuola primaria è stata rivista alla luce di un impianto valutativo che supera il concetto di voto numerico e introduce il giudizio descrittivo per ciascuna delle discipline previste dalle Indicazioni nazionali per il curricolo, educazione civica compresa.
Oltre alle varie competenze disciplinari e linguistiche, uno dei principali obiettivi attesi è lo sviluppo della competenza interculturale. Dal documento pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea» il 4 giugno 2018 si evince che, pur essendo le competenze ritenute tutte di pari importanza, «elementi quali il pensiero critico, la risoluzione di problemi, il lavoro di squadra, le abilità comunicative e negoziali, le abilità analitiche, la creatività e le abilità interculturali sottendono a tutte le competenze chiave» (4.6.2018 IT, «Gazzetta ufficiale dell’Unione europea» C 189/7).
Le «abilità interculturali», dunque, rientrano tra le basi fondamentali per lo sviluppo delle altre competenze.
A questo punto dovremmo chiederci: come possiamo valutare i nostri alunni in attività di tipo interculturale? Quali strumenti e principi dobbiamo utilizzare?
Servono, infatti, soprattutto nuovi strumenti: rubriche valutative che tengano conto del percorso di ciascun alunno, guardando a lui/lei come a un individuo partecipe e attivo nella scuola e nella società. I dati rilevati devono essere confrontati e, in base al giudizio dell’insegnante, va stabilito il livello di acquisizione per ogni componente specifico della vasta competenza interculturale: si tratta, ad esempio, di valutare negli studenti la capacità di pensiero critico, il livello di partecipazione alle attività, i prodotti realizzati, l’interesse dimostrato, l’originalità degli interventi.