Didattica inclusiva e universal design

A più di dieci anni dall’entrata in vigore della Legge 170/2010 sui disturbi specifici dell’apprendimento, cos’è cambiato nelle scuole e in particolare nel mondo accademico, dove le difficoltà tendono a farsi invisibili e dunque più faticose da sostenere? Agli studenti con DSA si riesce a offrire, come prevederebbe il testo di legge, una didattica personalizzata, adeguata all’evolversi del disturbo e alla crescente complessità delle competenze acquisite, in modo da garantire effettivamente ai discenti di tutte le età pari opportunità di formazione e ricerca?

A queste e ad altre domande rispondono i testi raccolti nel presente volume, nati come interventi a un incontro tenutosi presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Interrogandosi su come attivare una didattica rispettosa delle abilità e delle fragilità dei singoli all’interno dei contesti sfidanti dell’aula scolastica e soprattutto accademica, professionisti ed esperti sottolineano da prospettive differenti, e senza tralasciare indicazioni pratiche, il valore di una didattica inclusiva intesa come attenzione verso l’Altro: apertura a una pluralità di linguaggi che mostra nel concreto come gli ostacoli possano sempre  trasformarsi, se gestiti con consapevolezza, in opportunità di conoscenza.

A più di dieci anni dall’entrata in vigore della Legge 170/2010 sui disturbi specifici dell’apprendimento, cos’è cambiato nelle scuole e in particolare nel mondo accademico, dove le difficoltà tendono a farsi invisibili e dunque più faticose da sostenere? Agli studenti con DSA si riesce a offrire, come prevederebbe il testo di legge, una didattica personalizzata, adeguata all’evolversi del disturbo e alla crescente complessità delle competenze acquisite, in modo da garantire effettivamente ai discenti di tutte le età pari opportunità di formazione e ricerca?

A queste e ad altre domande rispondono i testi raccolti nel presente volume, nati come interventi a un incontro tenutosi presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Interrogandosi su come attivare una didattica rispettosa delle abilità e delle fragilità dei singoli all’interno dei contesti sfidanti dell’aula scolastica e soprattutto accademica, professionisti ed esperti sottolineano da prospettive differenti, e senza tralasciare indicazioni pratiche, il valore di una didattica inclusiva intesa come attenzione verso l’Altro: apertura a una pluralità di linguaggi che mostra nel concreto come gli ostacoli possano sempre  trasformarsi, se gestiti con consapevolezza, in opportunità di conoscenza.

A più di dieci anni dall’entrata in vigore della Legge 170/2010 sui disturbi specifici dell’apprendimento, cos’è cambiato nelle scuole e in particolare nel mondo accademico, dove le difficoltà tendono a farsi invisibili e dunque più faticose da sostenere? Agli studenti con DSA si riesce a offrire, come prevederebbe il testo di legge, una didattica personalizzata, adeguata all’evolversi del disturbo e alla crescente complessità delle competenze acquisite, in modo da garantire effettivamente ai discenti di tutte le età pari opportunità di formazione e ricerca?

A queste e ad altre domande rispondono i testi raccolti nel presente volume, nati come interventi a un incontro tenutosi presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Interrogandosi su come attivare una didattica rispettosa delle abilità e delle fragilità dei singoli all’interno dei contesti sfidanti dell’aula scolastica e soprattutto accademica, professionisti ed esperti sottolineano da prospettive differenti, e senza tralasciare indicazioni pratiche, il valore di una didattica inclusiva intesa come attenzione verso l’Altro: apertura a una pluralità di linguaggi che mostra nel concreto come gli ostacoli possano sempre  trasformarsi, se gestiti con consapevolezza, in opportunità di conoscenza.