IT
I mini gialli dei dettati 2
Carrello
Spedizioni veloci
Pagamenti sicuri
Totale:

Il tuo carrello è vuoto

|*** Libro Quantità:
Articoli e appuntamenti suggeriti

Il gioco e la disabilità intellettiva

Il gioco racchiude rilevanti possibilità abilitative e educative per i bambini con disabilità ed è dunque uno strumento importante nei percorsi di intervento precoce

Il Percorso di Apprendimento Pre-Strumentale (PAPS) è un percorso strutturato volto al potenziamento del funzionamento cognitivo e alla prevenzione degli effetti dei disturbi dell’apprendimento nei bambini in età prescolare, a partire dai 18 mesi d’età.

Si colloca nell’ambito degli interventi ispirati alla Pedagogia della Mediazione e richiama alcuni aspetti generali della teoria e del metodo Feuerstein.

La scelta di dare avvio a un intervento cognitivo precoce risponde a una serie di esigenze.

In primo luogo, permette di dare risposte tempestive alle famiglie dei bambini con disabilità intellettiva e di trarre il massimo profitto dal picco dello sviluppo cerebrale infantile evidenziato dagli studi delle neuroscienze. 

In secondo luogo, un intervento precoce consente di strutturare buone abitudini cognitive e prevenire l’instaurarsi di comportamenti cognitivamente disfunzionali, costruendo i prerequisiti all’apprendimento attraverso un approccio ludiforme.

In terzo luogo, ciò permette ai bambini di affrontare la scolarizzazione già dotati degli strumenti cognitivi e concettuali necessari per un percorso proficuo e realmente inclusivo alla scuola dell’infanzia e primaria.

Nel caso dei bambini con disabilità intellettiva, il PAPS fornisce un percorso abilitativo di carattere educativo che va a integrare e completare gli interventi riabilitativi. 

In questo contesto, fornisce una possibile piattaforma condivisa per coordinare le figure professionali che compongono l’équipe educativo-riabilitativa, necessaria per sviluppare un autentico progetto di vita. All’interno del quadro proposto, i genitori occupano un posto centrale, attorno al quale strutturare l’alleanza tra coloro che hanno la responsabilità della cura e del benessere dei bambini. Ciò è finalizzato a raggiungere una reale condivisione delle strategie, alla base del successo del percorso educativo e funzionale all’impostazione di un intervento efficace.

Come si inserisce il gioco nel Percorso di Apprendimento Pre-Strumentale?

Sebbene dare un’esaustiva definizione di gioco risulti piuttosto complesso, è possibile definirlo operativamente sulla base di una serie di caratteristiche comuni. Tra queste, il gioco è un’attività libera, non vi è cioè gioco se non c’è spontaneità.

Giocare, oltre a essere la principale attività dei bambini, è anche un diritto irrinunciabile e svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo intellettivo, affettivo e motorio. 

Con la mediazione dell’adulto, il gioco favorisce il graduale consolidamento di competenze cognitive e socio-emozionali indispensabili anche per il successo scolastico.

La capacità di giocare compare però con difficoltà nella disabilità intellettiva, come anche in altre forme di disabilità, a causa di deficit nello sviluppo cognitivo, sociale, motorio e linguistico. Tali difficoltà interferiscono con la possibilità dei bambini di fare esperienze di gioco piacevoli, significative e con una valenza educativa, e rappresentano un grave ostacolo allo sviluppo di un repertorio adeguato di abilità ludiche.

Nell’affrontare l’intervento in caso di disabilità intellettiva diventa dunque necessario riflettere su come considerare e utilizzare il gioco: se esso debba essere considerato esclusivamente come un momento libero, de-finalizzato e vissuto dai bambini senza l’interferenza dell’adulto o se possa anche essere uno strumento regolamentato e strutturato per permettere l’acquisizione di abilità cognitive e contenuti specifici.

Il gioco non dovrà comunque mai essere considerato come mero strumento riabilitativo, ma dovrà mantenere la sua natura di esperienza coinvolgente e ricca, capace di accompagnare i bambini in uno sviluppo il più possibile armonico, e non costringerli a esercizi noiosi e ripetitivi.

Nella prospettiva della disabilità, particolarmente significativo appare quindi il concetto di attività ludiformi: si tratta di attività che presentano molti degli elementi caratteristici del gioco, come il suo essere imprevedibile, regolato, fittizio e automotivante; non si tratta però di giochi in senso stretto, dato che presentano un fine esterno al gioco, stabilito dall’adulto, che persegue intenzionalmente un obiettivo educativo.

Leggi anche...
Ti potrebbero interessare...