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Matematica con il POP-IT 1

Matematica con il POP-IT

Attività didattiche inclusive

Insegnare e apprendere la matematica utilizzando un gioco — il POP-IT — molto diffuso e apprezzato dai bambini è sicuramente una possibilità invitante e promettente; così infatti si è dimostrata l’esperienza documentata nel volume che presentiamo qui, Matematica con il POP-IT.

Ne esistono di diverse dimensioni, quello presentato e utilizzato nel volume ha una dimensione di 10 x 10 cm in modo da avere in totale 100 bolle sulle quali operare. 

L’idea di far scoprire e sperimentare, ai bambini e alle bambine, concetti e argomenti matematici giocando con il POP-IT ci ha conquistate fin da subito: il suo uso a scuola presenta infatti numerosi vantaggi, su diversi piani.

  • Essendo un gioco molto piacevole a livello tattile, visivo e uditivo e non stancante, aumenta i tempi di concentrazione, la motivazione e il coinvolgimento e migliora le strategie di ragionamento.

  • Benché anti-stress e rilassante, il POP-IT richiede al bambino una grande attivazione, perché giocandoci ha le dita e la mente in costante movimento e deve prevedere ogni volta, di fronte alla nuova richiesta, qual è la strada giusta da intraprendere. Questa azione continua delle dita combinata con l’attivazione costante della mente del bambino o della bambina è un prezioso canale per l’apprendimento della matematica, al centro delle ricerche più recenti delle neuroscienze. Un passo in avanti nella conoscenza del tema che collega l’azione e l’apprendimento della matematica è stato fornito infatti recentemente dalla ricerca pubblicata sulla rivista «eLife» da un gruppo di ricercatori del Dipartimento Neurofarba dell’Università degli studi di Firenze, in collaborazione con l’IRCCS Fondazione Stella Maris, il CNR di Pisa e la University of Western Australia di Perth. Lo studio ha dimostrato, per la prima volta, che il cervello umano stima la numerosità degli stimoli presenti nell’ambiente esterno (atto percettivo) con gli stessi circuiti cerebrali con cui conta il numero dei nostri stessi movimenti (azione intenzionale): cioè significa che il senso del numero è condiviso fra la percezione e l’azione. Inoltre, come evidenziato da Anna Baccaglini Frank, alcune tra le più importanti componenti cognitive della matematica sono la memoria visuo-spaziale, la gnosia digitale e la percezione di struttura. Attivando e stimolando tutte queste componenti — e coinvolgendo in modo immersivo molteplici stili e canali di apprendimento: da quello visivo non verbale (osservazione dei raggruppamenti di quantità aiutata dai colori) a quello cinestetico (attivazione in prima persona del bambino o della bambina per lo scoppio delle bolle), da quello uditivo (delicato suono dello scoppio) a quello visivo verbale (sfide proposte, condivisione e argomentazione delle proprie soluzioni) — il POP-IT rappresenta un vero e proprio strumento di training per l’intelligenza numerica.

  • Il POP-IT è altamente inclusivo. L’insegnante può far giocare contemporaneamente tutti gli alunni, da quelli con più difficoltà a quelli ad alto potenziale, che spesso — come sottolineano Wendy W. Murawski e Kathy Lynn Scott in Universal Design for Learning in pratica — sono poco stimolati dalla didattica tradizionale e non si sentono valorizzati per i loro talenti e peculiarità.

  • Infine, il POP-IT è anche una preziosa risorsa per far lavorare i bambini in autonomia durante i momenti «morti». In ogni classe i tempi di realizzazione dei lavori/esercizi assegnati sono sempre molto eterogenei, per cui capita spesso che chi termina prima e deve aspettare che finiscano anche gli altri si annoi e possa perciò mettere in atto comportamenti disturbanti. Anche qui il POP-IT è una grande risorsa sia per gli alunni, perché li intrattiene costruttivamente, sia per l’insegnante, che può così dedicarsi a chi in quel momento ha più bisogno del suo intervento e contemporaneamente impegnare efficacemente chi ha già terminato. 

L’articolo completo “Matematica con il POP-IT” è disponibile sul numero di aprile 2022 della rivista Erickson “DIDA

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