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Abitare lo 0-6 1

Abitare lo 0-6

Possibili coordinate inclusive

All’interno dei contesti formativi dedicati a bambine e bambini da 0 a 6 anni, ci possono essere situazioni in cui sono educatrici e insegnanti a rilevare delle difficoltà. Non possiamo parlare di disturbi perché non appartiene a queste professionalità l’individuazione diagnostica. In queste circostanze, prima di comunicare eventuali preoccupazioni ai genitori è bene fare osservazioni sistematiche, anche in contesti molteplici all’interno del servizio. Vanno poi messe in campo mediazioni differenti che possano davvero permettere di dire di aver tentato tante strade. Molte volte capita che le strategie tentate e sperimentate non si diano al plurale, ma siano la ripetizione di un unico tentativo che già si è mostrato fallimentare.

In un recente percorso formativo un’insegnante ha raccontato la fatica di una comunicazione a una coppia di genitori. La cura delle parole usate nei colloqui previsti durante l’anno non sembrava aver prodotto una presa di coscienza: i genitori apparentemente avevano ignorato i contenuti di quelle conversazioni. A metà anno in un giorno qualsiasi il papà nel consegnare il bambino ha chiesto: «Secondo te che cosa ha mio figlio?».

Questo piccolo resoconto ci permette di guadagnare alcune riflessioni importanti.
La prima riguarda la necessità di andare oltre le apparenze e ammettere che alcune consapevolezze maturino internamente e siano socializzate solo quando diventano accettabili per chi le vive. È bene evitare facili giudizi in queste circostanze e sperimentare una giusta attesa.

La seconda ha a che vedere con l’importanza dello scambio quotidiano che i servizi 0-6 hanno accolto come opportunità progettuale da sempre. Lo stare sulla soglia ogni giorno, al mattino durante la consegna e nel momento del ricongiungimento, permette uno scambio che sa accogliere domande, richieste, prese di coscienza nel momento particolare in cui nascono e crescono. Il tempo della cura dell’altro, che riguarda piccoli e grandi, non può essere programmato: quel papà era pronto ad ascoltare quel giorno lì e non nel momento del colloquio individuale o quando la scuola lo aveva programmato. Nel saper saltare un confine istituito per aprirsi a uno spazio inedito e imprevisto si gioca la qualità di tante prassi educative.

L’articolo completo “Abitare lo 0-6” è disponibile sul numero di novembre 2021 della rivista Erickson “DIDA”

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