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Autismo: come realizzare una presa in carico efficace?

Il lavoro di équipe, il ruolo dei genitori e la centralità della scuola nei processi di inclusione di bambini e bambine con autismo

Sappiamo quanto la scuola sia un elemento fondamentale nella vita di ogni bambino, indipendentemente dalla presenza o meno di autismo.
1) L’ambiente scolastico è un luogo educativo e formativo, dove il bambino apprende abilità e nozioni che applica nella vita di tutti i giorni anche fuori dalle mura scolastiche.
2) L’ambiente scolastico è anche un luogo di socializzazione, dove il bambino instaura i primi rapporti extrafamiliari capendone implicitamente l’importanza.
3) Andare a scuola serve per ottenere quella formazione intellettuale e culturale capace di fornire ai futuri giovani adulti, gli strumenti per adattarsi agli imprevisti e alle sfide future: la scuola può considerarsi una sorta di palestra per la mente del bambino, Il quale viene “preparato” alla vita adulta.
Capiamo bene quindi, l’enorme impatto che l’ambiente scolastico può avere sul funzionamento e sulla vita del bambino.

Che valore assume la scuola per un bambino con autismo?
La scuola, quando parliamo di bambini con autismo, assume ancora più importanza, perché diventa non solo un luogo di apprendimento, ma anche un luogo di implementazione delle abilità acquisite in terapia, o di “generalizzazione”- per utilizzare un termine tecnico- svolgendo quindi un ruolo importante nell’applicazione e verifica dei risultati del trattamento. Proprio grazie al contributo attivo dell’ambiente scolastico, insieme a quello clinico e domestico, i bambini con autismo possono seguire un programma di formazione scolastica parallelo e il più vicino possibile vicino a quello di un bambino normotipico.
Inoltre, la scuola, essendo uno degli ambienti più frequentati dal bambino nella sua quotidiana, è fonte di informazioni riguardanti molti aspetti del bambino stesso (le relazioni con i compagni, i comportamenti problema, gli apprendimenti, ecc.) che influenzano e personalizzano il piano terapeutico.
Senza dimenticare che per i bambini con autismo la scuola risulta essere spesso l’unico ambiente in cui interagire con coetanei a sviluppo tipico; e per la maggior parte di loro costituisce, purtroppo, l’unica occasione per socializzare. 

Per questi motivi, noi crediamo che andare a scuolaè un bene inestimabile per tutti i bambini e ancor di più per i bambini con autismo. Essa possiede tutte quelle caratteristiche per diventare davvero uno degli elementi chiave nella presa in carico del bambino con autismo, insieme alla famiglia e al centro di terapia: un ambiente dove fare inclusione e integrazione nel rispetto dell’approccio bio-psico-sociale su cui il nostro modello di trattamento si poggia. 

Con il nostro manuale “Valutazione, intervento e ricerca nell'autismo” abbiamo cercato di sottolineare più volte l’importanza della scuola e quindi della collaborazione con gli insegnanti e il personale scolastico, e per questo abbiamo scritto un capitolo a loro dedicato. Tramite gli strumenti dati attraverso il nostro manuale miriamo a creare quelle premesse che possono favorire la collaborazione per lavorare insieme, che è e uno dei motivi che ci ha spinti a scrivere il nostro manuale.

In che modo, conoscere i principi teorici e le procedure del trattamento dell’autismo può aiutare la scuola?
Riteniamo indispensabile per chi si trova a lavorare a stretto contatto con bambini con autismo, approfondire gli aspetti relativi alla teoria e alla pratica del trattamento di questo disturbo del neurosviluppo, soprattutto quando non si è svolto un percorso di studi dedicato all’autismo. Infatti, invitiamo tutti gli insegnanti interessati al nostro manuale ad approfondire i capitoli dedicati alle basi teoriche del modello di trattamento dell’autismo, contenute nel primo capitolo del manuale, e ad approfondire la loro applicazione e adattamento che hanno portato alla nascita del modello di trattamento Umbrella, descritti nei capitoli 4, 5 e 6. Tramite i contenuti divulgativi e pratici presenti nel manuale, vogliamo aumentare la conoscenza del trattamento dell’autismo nelle sue tante sfaccettature. Tuttavia, a monte della conoscenza delle basi teoriche e delle procedure da impiegare, crediamo che ci siano dei concetti chiave da cui partire e proprio per questo nasce il capitolo “Fare Network con la scuola”.

Ma cosa significa per noi “fare Network con la scuola”?
Crediamo che alla base di una salda collaborazione che possa realmente favorire l’inclusione scolastica, e non solo, del bambino con autismo, ci debba essere una conoscenza comune e condivisa del bambino fra tutte le realtà che lo circondano. Infatti, la conoscenza sia del livello di funzionamento del bambino, quindi clinica, sia caratteriale, permettono di capire le difficoltà del bambino in relazione all’ambiente scolastico, e conseguentemente di adattare, da diversi punti di vista, l’organizzazione dell’ambiente al bambino. Ma la conoscenza secondo noi, non consiste solo nel fare propria la condizione del bambino, anche perché la scuola stessa è una fonte importantissima di informazioni sul bambino: la scuola può contribuire quotidianamente ad alimentare questo lavoro di Network, e per questo motivo nel manuale diamo dei consigli su come tenere traccia delle attività svolte in classe e dei comportamenti assunti dal bambino, anche fornendo degli esempi di schede che lo staff scolastico, ma anche il clinico che effettua le osservazioni del bambino a scuola, può utilizzare per raccogliere dati e informazioni.

Un esempio in pratica?
Fra le componenti che fanno della scuola un inestimabile tassello del processo di inclusione del bambino, c’è il lavoro in équipe. 

Il lavoro in équipe costituisce la principale premessa per portare avanti una presa in carico del bambino con autismo davvero efficace. 

Infatti, come più volte ripetuto nel manuale, è fondamentale coordinarsi su degli obiettivi di lavoro e su delle procedure da adottare il più possibile simili, sempre coinvolgendo i genitori, che sono le principali persone che si occupano della generalizzazione delle abilità acquisite. Sosteniamo che senza la condivisione del materiale informativo che la scuola può fornire, il disegno e gli aggiornamenti del trattamento del bambino risultino manchevoli. Ognuno, fra specialisti, insegnanti, genitori e caregiver, deve lavorare nel rispetto delle conoscenze e competenze dell’altro, in maniera autonoma, ma coordinata e coerente, al fine di colmare le lacune o le mancanze dell’altro, ottenendo così un puzzle della situazione del bambino che sia sempre il più completo possibile.

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