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L’imagery in Schema Therapy con bambini e adolescenti

L’immaginazione è uno strumento estremamente efficace in terapia poiché permette di elaborare le esperienze difficili passate, le possibili esperienze future e le esperienze riparative.

Di solito i ricordi si presentano sotto forma di immagini, come se avessimo una sorta di film in testa o come se potessimo vedere un fotogramma con l’occhio della nostra mente. Talvolta è come se le persone si mettessero a camminare avanti e indietro nella rappresentazione mentale del luogo in cui è avvenuto un determinato evento, al fine di trovare una risposta. 

L’imagery può essere di grande aiuto per ricordare gli eventi passati e può aiutarci ad anticipare le situazioni future. Attraverso l’immaginazione possiamo mettere in scena degli eventi futuri affinché il paziente si eserciti nel compiere una determinata azione.

Nel lavoro con i bambini è molto importante lavorare con le immagini interne ed esterne. Quando i bambini non sono ancora in grado di scrivere, leggere o ascoltare attentamente per lungo tempo, allora è utile poter fare uso di spunti e supporti visivi. Questo esercizio è proficuo anche nel lavoro con gli adolescenti in quanto i concetti terapeutici e le nuove informazioni possono essere immagazzinati metaforicamente attraverso l’immaginazione. Il cervello umano è preposto alla gestione di due terzi dei processi di elaborazione delle informazioni visive e dei movimenti oculari; pertanto, quello visivo è l’apparato sensoriale più rappresentato nel cervello. I ricordi visivi vengono memorizzati nelle stesse aree della corteccia cerebrale in cui gli stimoli che li hanno prodotti sono stati precedentemente elaborati e integrati. Immaginare un oggetto o una scena attiva le stesse aree del cervello che si attivano quando quell’immagine o quell’oggetto vengono percepiti nella realtà.

Queste caratteristiche rendono l’apparato visivo uno strumento estremamente efficace al fine di elaborare le esperienze difficili passate, le possibili esperienze future e le esperienze riparative. 

Quando un’immagine (positiva o dolorosa) viene richiamata alla memoria, essa attiva una serie di emozioni associate già presenti nella mente della persona.

Immaginiamo per esempio di guardare delle vecchie foto delle vacanze: se queste ci ricordano un viaggio meraviglioso proveremo dei sentimenti positivi, a prescindere dalla scarsa qualità dell’immagine o dalla situazione in cui ci troviamo mentre le osserviamo. Tuttavia è vero anche il contrario: un’immagine colorata ad alta definizione di un luogo bellissimo può causare sensazioni altamente avversive se ci ricorda uno stimolo sgradevole o negativo. Pertanto, i ricordi visivi sono strettamente collegati alle emozioni percepite nel momento in cui essi hanno avuto origine. Questo comporta dei rischi e dei pericoli (ad esempio pensieri intrusivi o flashback nei casi di PTSD - stress post traumatico), ma anche delle opportunità di fornire esperienze emotive correttive per i traumi avvenuti nella prime fasi della vita (ad esempio situazioni che hanno prodotto sentimenti di abbandono e di inadeguatezza).

Il lavoro di imagery affonda le sue radici nella tradizione cognitivo comportamentale e nel corso del tempo ha acquisito sempre maggiori prove a suo favore. 

Gli esercizi di imagery consentono di modificare le emozioni intense (come trasformare la collera in rabbia appropriata).

Ad oggi, non esiste alcuna evidenza diagnosi-specifica per l’uso dell’imagery con pazienti in età evolutiva nell’intervento Schema Therapy; inoltre non sappiamo esattamente quale tipo di imagery sia il più adatto per ciascuna delle fasi dello sviluppo cognitivo. Le capacità di immaginazione aumentano con l’aumentare dell’età: a partire dal secondo anno di vita il bambino è sempre più in grado di riprodurre mentalmente la realtà umana; via via che si avvicina agli anni della scuola primaria, il suo pensiero si fa meno concreto e con l’adolescenza nasce il pensiero astratto. Durante quest’ultima fase si sviluppa anche una maggiore capacità di «pensiero sul pensiero», ovvero di metacognizione.

Il prerequisito per poter svolgere degli esercizi di imagery con i bambini è che il giovane paziente disponga di sufficiente stabilità emotiva da poter regolare le proprie emozioni quando queste vengono sovra-attivate.

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