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La didattica aperta per la gestione della classe

Quali sono le caratteristiche di questa metodologia e come utilizzarla per valorizzare le differenze di alunni e alunne

Quali dati di ricerca abbiamo in merito alla gestione della classe in Italia? Risalendo e considerando alcune fonti recenti, si evidenzia come per la conduzione della classe un elemento di ricerca significativo è che circa il 70% dell’insegnamento vissuto nella scuola primaria e secondaria sia a oggi frontale (Cavalli e Argentin, 2010). Questo porta alla luce come nonostante germoglino sempre di più alcune metodologie alternative ad essa, si sperimenti ancora una certa difficoltà a far vivere approcci e metodologie alternative ai bambini e ai ragazzi.

A tal proposito, la didattica aperta rappresenta metodologia interessante e innovativa dal punto di vista dell'inclusione scolastica perché consente di conoscere e di mettere in pratica alcuni cambiamenti che sostengono lo sviluppo di una didattica capace di garantire agli alunni agli alunni percorsi differenziati nel rispetto delle differenze individuali di ciascuno ma all'interno di un contesto condiviso.

 

Che cos’è la didattica aperta

La didattica aperta si riferisce ad un approccio metodologico con un sistema aperto che permetta agli alunni di garantire partecipazione insieme ai compagni all'insegnante che diventa un facilitatore. Ciò che differenzia la didattica aperta da quella frontale è soprattutto il ruolo attivo e partecipativo dell'alunno che non è più solo un destinatario dell'offerta formativa, ma diventa co-progettatore della didattica. Infatti, con la metodologia della didattica aperta gli alunni possono prendere decisioni in autonomia grazie al contesto a maglie larghe organizzato insieme agli insegnanti che consente di avere garantito il proprio percorso di apprendimento, raggiungendo contemporaneamente tutte differenze presenti nella classe, grazie ad uno strumento che analizzeremo oggi: l’agenda settimanale predefinita che è in grado di garantire anche un senso di benessere in classe maggiore.

I vantaggi della didattica aperta

La didattica aperta consente di vivere maggior senso di benessere in classe perché c’è una gestione diversa del tempo classe, bilanciando autonomia e incroci a maglie larghe con i coetanei. Far vivere autodeterminazione a scuola, significa bilanciare diversamente i tempi e gli spazi di apprendimento e di conseguenza, “studenti e insegnanti possono prendersi del tempo per entrare in contatto profondo con il proprio sé; devono cercare di dare il meglio oggi, non lasciandosi condizionare eccessivamente dal passato o dal futuro, perché «ora» è l’unico momento a disposizione per coltivare felicità, serenità e creatività” (Dal Zovo, 2020).

La didattica aperta rappresenta quindi una forma didattica inclusiva che prevede la “progettazione realizzazione di riflessione pedagogica su azioni educative che attivano processi di apprendimento e partecipazione di tutti gli alunni e di tutte le alunni tenendo conto delle differenze individuali di ciascuno e dell'appartenenza di tutti ad un orizzonte culturale condiviso (Demo, 2016)”.

Che cosa significa aperta?

La didattica aperta prevede quindi un grande margine alla libertà di scelta degli alunni non determinata dagli insegnanti. 

La didattica aperta permette a ogni alunno e a ogni alunna di apprendere attraverso una metodologia individualizzata autodefinita, contenuti e competenze autodeterminanti, ricavati da un curriculum a maglie larghe, nella piena libertà di scelta dei luoghi, dei tempi e degli eventuali partner di apprendimento. 

La didattica aperta si pone come obiettivo la piena partecipazione e la piena corresponsabilizzazione dell'alunno e dell’alunna rispetto all'organizzazione della classe, delle regole della comunità e della gestione comune del tempo scuola (Demo, 2016).

Quali sono le categorie di apertura della didattica aperta?

  • Apertura dell’organizzazione: Dove? Quando? Con chi?
  • Apertura delle metodologie: Come?
  • Apertura delle finalità e degli obiettivi: Che cosa?
  • Apertura delle relazioni e delle regole: Con quali regole comunitarie?

Come strutturare l’orario di lavoro in classe: un’agenda settimanale

Figura 1. Tratto da Demo, H. (2016, pag.82)
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
Incontro del lunedì
Lavoro con agenda settimanale Lavoro con agenda settimanale
Lavoro con agenda settimanale Incontro del venerdì
Lavoro con agenda settimanale

L'inizio dell'agenda settimanale prevede l'inizio con un incontro del lunedì dove l'insegnante consegna le agende personali ai bambini e ai ragazzi: solitamente si comincia con un'agenda predefinita dove gli alunni dovranno semplicemente prenderne visione. Se invece si tratta di un agenda in cui è prevista la loro partecipazione avranno bisogno di più tempo per definirla nel dettaglio e per garantire la libertà di scelta. 

Alla fine di questa fase di spiegazione e presentazione è utile che tutta la classe o la sezione si ritrovi in un cerchio dove ogni alunno ha la possibilità di negoziare collaborazioni o richieste di aiuto per le consegne che preferisce non svolgere da solo o per le consegne che sono non chiare.

Durante il lavoro con l'agenda settimanale nelle ore previste dalla programmazione dei docenti, gli alunni lavorano secondo la loro pianificazione individualizzata. Così facendo, i bambini e le bambine riescono ad acquisire maggiore consapevolezza rispetto a quello che serve sia come materiale di lavoro, sia eventualmente nella modalità di lavoro: in autonomia o in coppia per riuscire ad eseguire nel migliore dei modi le consegne dell'agenda settimanale individualizzata.

La libertà di scelta trova terreno fertile nel momento in cui i bambini possono scegliere di lavorare al proprio banco o anche cambiando di posto o ambiente di apprendimento: ad esempio, unendo più banchi costruendosi su misura il luogo di apprendimento che meglio si presta all'attività o avere la possibilità di uscire dall’aula e di lavorare nel giardino della scuola.

In questa fase l'insegnante assume un ruolo secondario: osserva ed eventualmente interviene al ri-orientare le attività degli alunni.

A livello orario, è consigliabile scegliere di lavorare in questa modalità con blocchi di due ore consecutive. 

Il termine dell'agenda settimanale è previsto solitamente per il venerdì con un cerchio finale al quale va dedicato un tempo lungo perché rappresenta la chiusura del lavoro. Qui ogni alunno può ad esempio presentare il prodotto o i prodotti che ritiene essere più significativi rispetto alla propria agenda settimanale. Qui sono previsti anche momenti di autovalutazione che consentiranno un ascolto reciproco e all'insegnante stesso di poter dare alcuni feedback rispetto al lavoro.

Esempio di un’agenda settimanale predefinita

Agenda settimanale di Jacopo Fatto Riletto Corretto dall’insegnante Autovalutazione
Scrivere Libro di italiano, pag.24: copia la storia nel quaderno e rispondi alle domande.

AUTONOMIA
Ho lavorato bene

Ho lavorato bene ma potrei migliorare

Non sono riuscito a lavorare bene
Matematica Libro di matematica, pag. 26 esercizi 3, 4,5. Ricorda la struttura per la risoluzione dei problemi: dati, domanda, operazione, risposta.

AUTONOMIA
Ho lavorato bene

Ho lavorato bene ma potrei migliorare

Non sono riuscito a lavorare bene
Arte Prendi dallo scaffale in classe il tuo album, i pennelli e la colla vinilica e completa il college di Picasso iniziato in classe.

LAVORA IN COPPIA CON SOFIA G.
PRENDETE ACCORDI PER ORGANIZZARE IL LAVORO INSIEME.
Ho lavorato bene

Ho lavorato bene ma potrei migliorare

Non sono riuscito a lavorare bene

La valutazione da parte dell’insegnante rispetto agli obiettivi dell’agenda settimanale

Figura 2. Griglia di valutazione della gestione della libertà da parte degli alunni Bohl, 2004 pag. 14 in Demo, 2016 pag. 85
Nome alunno: JACOPO In parte No
L’alunno segue le istruzioni dei materiali
L’alunno riesce a lavorare efficacemente nel luogo in cui si sceglie di stare
L’alunno riesce a lavorare efficacemente con i compagni con cui sceglie di lavorare
L’alunno sa chiedere aiuto
L’alunno sa a chi chiedere aiuto
L’alunno sa organizzare il lavoro in autonomia
L’alunno è in grado, se richiesto di aiutare i compagni

Perché la metodologia della didattica aperta migliora la qualità della didattica e della gestione della classe?

Un primo aspetto che sembra caratterizzare in modo trasversale la qualità della didattica aperta è la sua strutturazione più chiara che sembra influenzare positivamente i processi di apprendimento. 

Un secondo aspetto che consente di migliorare la qualità della didattica è la possibilità reale di fare scelte da parte degli alunni e delle alunne. Alcune ricerche, però, hanno rilevato che i bambini con risultati di apprendimento più bassi e con difficoltà di attenzione faticano più di altri a sfruttare le possibilità di scelta che gli insegnanti mettono a disposizione in una didattica aperta. Lasciare libertà di scelta significa anche sostenere gli alunni in un processo che aiuti loro a gestirla in termini sia tematici che organizzativi. 

L'ultimo aspetto della qualità dei processi di apprendimento e insegnamento derivati dalla didattica tradizionali (Pavone, 2010), ma con interessanti ricadute sulla didattica aperta è quello del nesso fra la competenza degli insegnanti nel leggere i bisogni degli alunni e la loro capacità di fornire interventi e aiuti individualizzati concreti. È stato infatti dimostrato che l'efficacia dei processi di apprendimento aumenta quando gli insegnanti sono in grado di leggere in modo preciso e corretto i bisogni degli alunni e sulla base di questa lettura propongono interventi mirati di sostegno al loro percorso di sviluppo.

Come gestire la classe secondo i principi di autodeterminazione e inclusione?

In conclusione, facendo riferimento alla Convenzione ONU del 1989 sui diritti del fanciulli che afferma il diritto dei bambini e dei ragazzi a prendere parte ai processi decisionali che li riguardano, possiamo affermare che nella didattica aperta questo diritto si ritrova nell'idea di aprire l'offerta didattica delle scuole alla decisionalità e alla progettualità degli alunni e delle alunne all'interno della propria classe di riferimento riconoscendo la piena legittimità della loro autodeterminazione rispetto ad alcuni aspetti del loro percorso formativo.

Il riconoscimento di questo diritto ha delle conseguenze importanti per la didattica inclusiva che garantisce quindi la valorizzazione delle diversità e delle differenze all'interno della classe (Ianes, 2006) grazie al:

  • Riconoscimento della preziosità del punto di vista degli alunni in merito al proprio bagaglio di esperienze e preconoscenze;
  • Riconoscimento del valore che possiede il contributo di ciascuno rispetto ad una progettualità comune del contesto classe che accompagni tutti e tutte progressivamente verso una visione condivisa di rispetto e valorizzazione reciproca che garantisca la partecipazione e il senso di appartenenza di ciascuno alla vita di comunitaria, elementi in grado di proteggere dalla dispersione scolastica (Demo & Dal Zovo, 2022)

Infine, lavorare fin dalla prima infanzia sul concetto di autodeterminazione (Cottini, 2016) consente all'alunno di acquisire una serie di abilità per:

  • focalizzare e manifestare i propri interessi e le proprie necessità;
  • inquadrare le proprie aspettative e i propri obiettivi al fine di trovare la propria modalità di apprendimento per raggiungerli;
  • allenare la capacità di scelta e di presa di decisioni;
  • valutare e capire le conseguenze delle proprie azioni e scelte;
  • variare le azioni e le scelte in corsa al fine di raggiungere i propri obiettivi in modo chiaro.

Bibliografia

Bohl, T. (2004) Prufen und bewerten im offenen Unterricht, Weinheim- Basel, Beltz

Cavalli, A. e Argentin, G. (2010) Gli insegnanti italiani, Bologna, Il Mulino

Cottini, L. (2016) L’autodeterminazione nelle persone con disabilità, Trento, Erickson

Dal Zovo, S. (2020) Mindfulness e benessere a scuola, Trento, Erickson

Demo, H. (2016) Didattica aperta e inclusione, Trento, Erickson

Ianes, D. (2006) La speciale normalità, Trento, Erickson

Meyer, (2004) Was ist guter Unterricht? Berlin, Cornelsen

Pavone, M. (2010) Dall’esclusione all’inclusione, Milano, Mondadori

Sitografia

Demo, H. & Dal Zovo, S. (2022): www.savethechildren-lineeguidaperladidatticainclusiva.it;

www.convenzionedeidirittidelluomo.com;

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