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I mini gialli dei dettati 2
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Un’offerta formativa plurale e flessibile per rispondere all’unicità di ognunə

I principi dello Universal Design aiutano a progettare una didattica realmente inclusiva, sostenendo il dialogo tra specialità e normalità

Sia in contesto nazionale che in contesto internazionale viene spesso messo in evidenza come al termine «inclusione» in ambito educativo siano stati attribuiti significati differenti e diversi siano stati i tentativi di sistematizzarli. Al fine di rappresentare in modo strutturato queste differenze, è piuttosto comune distinguere fra definizioni strette e ampie: le definizioni strette si focalizzano sulla presenza e sulla qualità dei processi di apprendimento e socializzazione di alunnə con disabilità; quelle ampie, invece, mettono l’accento sullo sviluppo di offerte educative capaci di garantire apprendimento e partecipazione a tuttə, senza escludere nessunə.

Guardare all’inclusione in termini ampi significa pensarla come un orientamento che guidi tutte le scelte in ambito educativo e che concerne le opportunità educative di tuttə ə alunnə. Come esplicitato nell’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, l’inclusione diviene la base per un’educazione di qualità tout court e si fa garante dell’accessibilità dell’offerta formativa e della sua qualità. 

L’allargamento del concetto di specialità a quello di unicità promuove un’importante azione di tipo preventivo sul piano degli interventi. 

La pluralizzazione e la flessibilità contribuiscono a creare ambienti educativi più ricchi e differenziati e il più possibile senza barriere e quindi capaci di intercettare i molteplici modi di apprendere del gruppo eterogeneo di alunnə di cui è costituita una classe. 
È responsabilità di un’educazione che voglia garantire equità progettare e realizzare interventi formativi che siano in grado di pensare ad ambienti e attività plurali e flessibili, in cui soggetti differenti (come lo sono tuttə!) possano condividere una stessa proposta di apprendimento declinandola a modo proprio; di attivarsi per superare barriere e ostacoli che alunnə già vivono, intervenendo, nominando esplicitamente ingiustizie, limitazioni e vulnerabilità e progettando interventi specifici per superarli o attenuarne l’impatto.

Alla base di questa prima declinazione del signifcato di interventi speciali vi è una delle idee fondamentali proposte dallo Universal Design e cioè che si possano prevenire esperienze barrieranti se un ambiente o un materiale viene progettato in modo plurale e flessibile, pensando cioè che possa essere usato in modi diversi da persone diverse. Tradotto per l’ambito educativo, significa adottare una modalità progettuale che pensa a pluralizzare l’offerta formativa a priori nell’ottica di renderla accessibile e significativa per tuttə invece che progettarla in modo unitario e standard e poi adattarla, correggendola solo per alcunə.
L’idea è quella di mettere a disposizione modi diversi di affrontare uno stesso contenuto o di sviluppare una competenza, accompagnando bambinə e ragazzə a esplorarne diversi e creando occasioni in cui ciascunə possa, in momenti diversi, scoprire talenti e affrontare difficoltà per trovare quel giusto livello di sfida che aiuta ad apprendere.

Lo Universal Design for Learning individua tre principi che possono guidare la progettazione didattica:

  • Fornire molteplici mezzi di rappresentazione: si tratta di proporre una pluralità di modi che sostengano la percezione e la comprensione delle informazioni e delle rappresentazioni attraverso diversi linguaggi e supporti. La messa in pratica del principio può essere un libro digitale con espansioni: il testo scritto è accompagnato da file audio, video e immagini attivabili dagli studenti che, in base a bisogni e inclinazioni personali, sceglieranno una modalità piuttosto che un’altra.

  • Fornire molteplici mezzi di azione ed espressione: questo principio riguarda l’impegno a proporre molteplici opzioni attraverso cui gli alunni possano elaborare informazioni e consegne, oltre che esprimere le conoscenze e le competenze sviluppate. Un esempio concreto di questo principio è la libera scelta, da parte di chi apprende, della forma da dare a un prodotto che documenti la conoscenza di un argomento o una competenza prendendo in considerazione una gamma di supporti, dal testo scritto alla presentazione orale o, ancora, al formato video.

  • Fornire molteplici mezzi di coinvolgimento: riguarda l’offerta di un largo ventaglio di modalità per conoscere e alimentare i propri interessi, tenere viva la motivazione e imparare a canalizzare energie e fatica in un progetto di apprendimento. La possibilità di scegliere fra attività con un grado di strutturazione diverso può essere considerata un esempio di questo principio: unə alunnə può decidere se lavorare al miglioramento delle proprie capacità di scrittura in autonomia con un progetto a lungo termine oppure con un programma organizzato in step progressivi e successivi.

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