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Insegnare la sostenibilità | Salvo il mio pianeta 1

Insegnare la sostenibilità. Salvo il mio Pianeta

Intervista a Vittoria Iacovella

Di cosa parliamo quando parliamo di crisi climatica? Abbiamo deciso di chiederlo a Vittoria Iacovella, giornalista e autrice di volumi come I Rompiscatole. Storie di giovani eroi senza mantello (Risfoglia edizioni, 2019) e Con grazia e coraggio. Storie di donne che hanno tracciato strade nuove (Città nuova, 2020). Proprio per parlare del tema della crisi climatica e di come comunicarla alle nuove generazioni, l’Autrice ha scritto un nuovo libro in uscita a marzo per Erickson dal titolo Salvo il mio Pianeta.

Ciao Vittoria! Il cambiamento climatico è un fenomeno che tocca tutti e i cui effetti sono già visibili. Dal tuo punto di vista, qual è la percezione dei più giovani sul problema?

Credo che i ragazzi siano molto più consapevoli degli adulti della necessità di un cambiamento di vita e dell’impellenza sul loro futuro dei rischi che implica il cambiamento climatico in atto. Lo abbiamo visto con le partecipazioni ai Fridays for future, ma lo vediamo ogni giorno anche nella grande sensibilità che hanno, nelle domande che si fanno per ogni gesto. Quello che ho fatto con il mio libro, Salvo il mio Pianeta, è stato cogliere una predisposizione che, a mio avviso, già esiste. I ragazzi si chiedono quali conseguenze i gesti quotidiani avranno sul loro futuro. Sono già abituati a farlo. Noi adulti siamo tanto abituati a descriverli come degli incoscienti che non riflettono su quello che fanno. In realtà, al futuro hanno dimostrato di tenerci tanto e hanno dimostrato anche di rendersi conto del grande debito che grava sulle loro spalle, portato dalle generazioni precedenti. Basti ricordare l’inquinamento prodotto in passato, negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta, totalmente fuori controllo. E tutto fatto senza minimamente pensare a cosa si stava lasciando alle generazioni future. Oggi ragazzi e ragazze sanno che molto di ciò che respirano o mangiano purtroppo è avvelenato, e a questo si ribellano. Io credo che i più coscienti, i più preparati in merito siano proprio i più giovani, e non parlo di una preparazione nozionistica, quanto di una predisposizione d’animo, una coscienza.

Come comunichiamo ai più giovani cos’è il cambiamento climatico?

È una cosa che mi sono chiesta tanto, tantissimo. Ci sono approcci diversi alla comunicazione del cambiamento climatico. C’è l’approccio colpevolizzante, quello di chi dice che è tutta colpa nostra, dei nostri genitori, dei nostri nonni e che, se non si fa niente, tra poco moriremo tutti. Questo non è un approccio vincente, con i ragazzi, come con chiunque altro. È vero: l’urgenza bisogna comunicarla e la situazione è drammatica, ma basare qualsiasi cambiamento sul senso di colpa, a mio parere, ha un’efficacia limitata. Invece, può essere molto più efficace far capire quali sono i concreti vantaggi, anche in termini di felicità personale, che si possono ricavare dallo stare meglio. Così come per incentivare le aziende a promuovere un certo cambiamento, è più utile spiegare il guadagno che possono ottenere in visibilità e in credibilità nei confronti dei propri clienti, anziché predisporre delle sanzioni.

L’intervista completa “Insegnare la sostenibilità - Salvo il mio Pianeta” è disponibile sul numero di gennaio 2022 della rivista Erickson “DIDA

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