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Come essere di sostegno a uno… a tutti… e a nessuno - Erickson 1

Come essere di sostegno a uno… a tutti… e a nessuno

Corina Carlini, insegnante di sostegno in una scuola dell’infanzia in provincia di Padova, risponde alla suggestione “Qual è stato il più grande traguardo che hai raggiunto o la più grande soddisfazione che hai avuto come insegnante?”

Sono un’insegnante di sostegno e lavoro nella scuola dell’infanzia; la più grande soddisfazione nel lavoro è stata quella di arrivare ad essere e a presentarmi ai bambini come “LA MAESTRA DI TUTTI”. Quando mi vedevano specialmente quelli che ancora non mi conoscevano mi chiedevano:

- Tu sei dei rossi? Dei blu? O dei gialli?

- Nooo..! Io non sono né dei rossi, né dei blu, né dei gialli…IO SONO LA MAESTRA DI TUTTI!
Rispondevo.

Questa seppur semplice constatazione e presa di coscienza dei bambini ma anche delle colleghe, ha fatto sì che anche il mio ruolo pian piano cambiasse all’interno della scuola così da rivoluzionare l’immagine stessa dell’insegnante di sostegno … e la cosa più importante è che: il primo cambiamento è partito da me stessa, da quello che volevo essere ma anche e soprattutto dalle azioni che mettevo in atto rivolte a 360 ° all’intero contesto classe/scuola.

Questa modalità negli anni mi ha permesso di notare come un tale approccio facesse da “propulsore” dell’apprendimento e della socializzazione di tutti i bambini e aiutasse la gestione, la comprensione e a volte anche il superamento delle difficoltà più disparate. Sono dell’opinione che le formule magiche non esistano ma sono certa che l’interscambio e la contaminazione positiva tra docenti possa rendere tutto più facile o comunque renda meno faticosa anche la gestione di classi molto difficili…


Parliamoci chiaro: l’obiettivo primario da non dimenticare mai è LO STAR BENE INSIEME: tra bambini, tra docenti e tra bambini e docenti perché se in primis non c’è benessere…tardano ad arrivare anche gli apprendimenti.

Negli anni ho imparato che gli insegnanti di sostegno possono essere davvero RISORSA ATTIVA all’interno delle sezioni. I “nostri” tempi infatti spesso sono diversi, più dilatati e anche le attività che possiamo proporre possono essere “diverse”: nel senso di “innovative”, “personalizzate”, “creative”, a volte anche un po’ “controcorrente”. Possiamo “permetterci” di intavolare giochi in piccolo gruppo durante l’accoglienza, fare mini laboratori a piccoli gruppi facendo ruotare i bambini e quindi a turno facendo partecipare tutta la classe, possiamo rispondere ai bisogni specifici dei singoli bambini… insomma…in poche parole possiamo davvero essere DI SOSTEGNO a tutti…non per sostituirsi a loro ma per insegnargli a fare da soli ognuno secondo le proprie possibilità e attraverso gli strumenti giusti.

Insegnanti di sostegno: fate sentire agli alunni che ci siete, che siete lì per loro, dategli gli strumenti di cui hanno bisogno, insegnate loro le tecniche di lavoro, lasciate che possano sbagliare, gioite con loro dei successi e assisteteli nelle difficoltà… e poi piano piano… “SPARITE”e fateli sentire “capaci di fare anche da soli”... perché molto umanamente ognuno di noi possa dire a testa alta che lo scopo del sostegno… è toglierlo.

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