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I mini gialli dei dettati 2
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Quali sono le caratteristiche di un apprendimento di successo?

Alla base della motivazione e di un metodo di studio efficace ci sono diversi fattori, abilità e capacità che è importante comprendere e allenare

Perché gli studenti non si applicano? Cosa posso fare per coinvolgerli? Riusciranno a capire questo argomento? Hanno metodo? Perché si distraggono e paiono essere poco interessati?

Sono questi alcuni degli interrogativi che spesso gli insegnanti si pongono di fronte a una chiara evidenza: non sempre la classe segue come potrebbe. In ogni classe c’è chi non rende secondo le sue capacità; chi raggiunge buone prestazioni ma non sembra particolarmente coinvolto; chi, infine, fa fatica fino al punto di «arrendersi», con un conseguente disimpegno che, nei casi peggiori, potrebbe esitare in uno dei molti casi ascrivibili ai fenomeni di dispersione.

Ci si può quindi chiedere quali fattori, abilità e capacità siano alla base di motivazione e studio efficaci.

In particolare si possono individuare cinque ambiti dell’esperienza educativa che possono determinare il benessere scolastico e che possono rivelarsi didatticamente strategici: 

  • efficacia ed emozioni
  • dare valore e ridurre i costi
  • lettura
  • comprensione
  • studio
  • memoria

Questi ambiti strategici promuovono in particolare il percepirsi competenti e saper fare, il valorizzare ed essere valorizzati, le capacità di sapersi motivare e ri-motivare anche a fronte di difficoltà e insuccessi.

L’obiettivo generale delle proposte operative da svolgere in classe dev’essere non solo il  favorire l’apprendimento, ma anche la promozione del benessere. Quest’ultimo è inteso come relazione ottimale con se stessi e con gli altri e come realizzazione e pieno sviluppo delle personali potenzialità. Pertanto andranno evitate convinzioni e abitudini che possono bloccare il naturale sviluppo delle abilità strategiche e influenzare le scelte degli alunni. Convinzioni (quali, ad esempio, «Non sono portato», «Queste cose non le so fare») che, rimodulate in forma più funzionale, possono al contrario consentire a ciascuno di offrire il meglio di sé.

Percepirsi efficaci

Il processo che avvia e guida lo studio, così come ogni altro comportamento mirato, è il processo motivazionale.

Ma su quali fondamenta si regge la motivazione? Su due semplici pilastri:

  • percepire se stessi come efficaci, cioè pensare di riuscire;
  • percepire se stessi come capaci di dare valore, ovvero ritenere importante ciò che si fa, innestati in un ambiente sociale supportivo, che ci «regge» riconoscendo il nostro contributo.

Sentirci capaci di fare e credere nell’utilità delle nostre scelte e azioni è di per sé motivante. 

Dubitare di riuscire e svalutare le nostre attività porta al contrario a «ritrarci» dal compito. Chi di noi, infatti, affronterebbe con entusiasmo una cosa che pensa di non saper fare e che crede non abbia valore?

Se ne deduce, quindi, che motivazione e auto-motivazione possono sorgere solo a fronte di:

  • una riduzione degli ostacoli al percepirsi capaci;
  • una massimizzazione del processo di riconoscimento di utilità e importanza.

Le abilità strategiche

Tuttavia, serve anche «saper fare», ovvero conoscere modalità e strategie per riuscire. Modalità e strategie che siano trasversali a qualsiasi apprendimento, e che potremmo riassumere in: capire, studiare, ricordare.

È necessario capire per elaborare e fare proprio quanto imparato (studiare), e serve aver capito ed elaborato per riuscire a conservare nel tempo le informazioni (ricordare).

Ad accomunare queste tre diverse e trasversali strategie è il loro obiettivo: voler apprendere ed essere consapevoli di voler apprendere («Vorrei capire», «Vorrei sapere», «Vorrei ricordare»). Pertanto l’insegnante potrebbe promuovere un approccio strategico sia avviando all’uso di modalità efficaci (per permettere di apprendere) sia stimolando a riflettere (per permettere di essere consapevoli). Ed essere consapevoli delle strategie più adatte per affrontare specifici compiti significa tenere conto delle proprie preferenze e specificità.

L’autoregolazione

Se unite ad adeguate percezioni di competenza e valore, buone abilità strategiche di comprensione e studio sono certamente importanti per vivere positivamente il proprio percorso scolastico. Tuttavia, di per sé, potrebbero non bastare.

Lo studio, come ogni attività, si colloca in un tempo che andrebbe ottimizzato.

Spesso, invece, gli studenti (e non solo) tendono a disperdere l’impegno profuso. Rischiano così di non finalizzare i loro obiettivi, arrivando ad esempio a una verifica solo superficialmente preparati, oppure trovandosi costretti a ignorare intere parti di programma. E tutto questo comunemente avviene a causa di una scarsa pianificazione del tempo.

Centrare i propri obiettivi non è semplice, come suggerito dalla diffusa tendenza a dilazionare e posticipare («Farò dopo», «Mi ci metto quando me la sento»). Per contrastare queste abitudini sono richieste abilità di autoregolazione, che si traducono in capacità di organizzazione, pianificazione e mantenimento dell’impegno fino al raggiungimento dell’obiettivo, e fungono da fattore protettivo nei confronti del declino o dello scadimento in forme meno funzionali di procrastinazione ed evitamento del compito.

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