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L'ansia per la matematica

Come riconoscerla per superarla e affrontare serenamente il percorso di studi

Cos’è l’ansia per la matematica e perché si differenzia da altre forme di ansia?

La prima cosa importante da menzionare quando ci riferiamo all’ansia è che essa deriva dall’emozione della paura, che non è di per sé un sentimento completamente negativo. L’essere umano, infatti, sperimenta l’emozione di paura di fronte a un pericolo, e tale emozione gli consente di comprendere che si trova di fronte a uno stimolo «minaccioso» e prepara l’organismo a reagire, ad esempio, con la fuga o con l’attacco. Quando parliamo di ansia, invece, questa forte attivazione dell’organismo si presenta di fronte a stimoli o situazioni che, da un punto di vista razionale, non dovrebbero generare paura, pensiamo ad esempio alle fobie specifiche. L’ansia per la matematica costituisce un esempio di situazione che da un punto di vista razionale non dovrebbe «innescare» un’emozione di paura.

Possiamo definire l’ansia per la matematica come un sentimento complesso che porta l’individuo a sperimentare emozioni negative, tensione, ma anche pensieri e preoccupazioni. 

I bambini con alti livelli di ansia generale e ansia da valutazione tendono solitamente a presentare anche alti livelli di ansia per la matematica. Le diverse forme di ansia quindi, sebbene distinte tra loro, sono frequentemente associate. L’ansia scolastica (da valutazione e per la matematica) e quella non scolastica (generale) diventano ancora più distinte con il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria.

Come riconoscere l’ansia per la matematica?

Il riconoscimento dell’ansia per la matematica in relazione sia all’apprendimento matematico che alla valutazione dei livelli di competenza raggiunti può essere effettuato mediante l’utilizzo di questionari specifici, che, per quanto non numerosi, sono disponibili anche per il contesto italiano, ma non può prescindere dalla sensibilità dell’insegnante nel riuscire a cogliere i segnali comportamentali dei propri alunni attraverso una valida osservazione sistematica delle condotte manifestate.

Quando l’insegnante si rende conto di essere di fronte a un alunno che potrebbe presentare alti livelli di ansia per la matematica, può provare a parlarne con i genitori per cogliere eventuali informazioni a favore anche nel contesto domiciliare (ad esempio, atteggiamento verso i compiti di matematica a casa) e suggerire una possibile indagine di questi aspetti mediante le figure di cui la stessa scuola dispone (ad esempio, psicologo scolastico).

Come intervenire?

Sulla base delle riflessioni fatte finora risulta importante proporre un metodo di lavoro ad hoc nell’ambito dell’ansia per la matematica, proponendo un modello psico-educativo che porti gradualmente alunni e insegnanti a entrare nel mondo delle emozioni a scuola, e più nello specifico in quello dell’ansia per la matematica, attraverso attività che richiamino l’apprendimento cooperativo tra studenti e permettano l’acquisizione di strategie funzionali alla presa di consapevolezza dei propri stati emotivi e alla gestione degli stessi.

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