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Un nuovo PEI per una vera inclusione: è il momento di ripartire

La posizione di Erickson dopo l'intervento del Consiglio di Stato che ha annullato la precedente sentenza del TAR.

Un anno contrastato, ma non un anno perso

Una radicale riforma delle procedure di redazione del PEI e dei suoi contenuti era indispensabile per migliorare seriamente la qualità della nostra inclusione scolastica e il Centro Studi Erickson ha sostenuto fin dall'inizio questa innovazione impegnandosi a valorizzare e far conoscere tutte le sue importanti potenzialità e proponendo soluzioni per superare alcune ridotte, ma innegabili, criticità.

Fin dal mese di gennaio del 2021 con le sue iniziative editoriali e una lunga serie di seguitissimi webinar ha sostenuto le scuole italiane in questa delicata fase, senza mai fermarsi neppure a seguito della sentenza del TAR. Dopo che il ministero si era limitato a dire, con la nota n. 2944 del 17 settembre 2021, che le scuole dovevano utilizzare il modello dell'anno precedente riadattandolo però in base alle disposizioni del DL 66/17 ma senza fornire nessuno strumento operativo, Erickson ha elaborato e messo a disposizione di tutti i quattro modelli di PEI su cui per mesi le scuole italiane si erano formate applicandovi le correzioni necessarie, veramente minime del resto, per non entrare in conflitto con la sentenza del TAR.

Il Centro Studi Erickson sta ora conducendo un articolato sondaggio on line, in cinque puntate, sulle modalità di applicazione del nuovo PEI, cercando di far emergere le strategie utilizzate dalle scuole per superare le difficoltà operative incontrate nel primo anno scolastico di applicazione del DL 66/17. Fin dal primo di questi sondaggi, condotto nel mese di febbraio e al quale hanno risposto quasi 2000 persone, è emerso che la maggioranza delle scuole di questo campione, il 64% per l'esattezza, ha usato quest'anno il modello di PEI da noi elaborato.

Completare finalmente la riforma del DL 66/17

Dopo quasi tre anni dal DL 96/19 che ha modificato il precedente DL 66/17, il decreto interministeriale che ha introdotto il nuovo PEI è ancora l'unico dei tanti provvedimenti attuativi previsti a essere stato effettivamente emanato. E con la sentenza del TAR si è rischiato di far saltare anche quello.

Bisogna assolutamente completare la riforma del DL 66 altrimenti tutto l'impianto del nuovo PEI rischia di essere vanificato.

Mancano in particolare:

  • il decreto del Ministro della salute sul Profilo di funzionamento;

  • un altro decreto del Ministro della salute sulla redazione della certificazione di disabilità in età evolutiva ai fini dell'inclusione scolastica;

  • la definizione degli indicatori per la valutazione della qualità dell'inclusione scolastica;

  • l'individuazione dei criteri per una progressiva uniformità su tutto il territorio nazionale della definizione dei profili professionali del personale destinato all'assistenza per l'autonomia e per la comunicazione personale.

Oltre il modello di PEI serve…

Ma non può essere sufficiente un nuovo modello di PEI per rinnovare veramente la nostra inclusione.

Serve condivisione e corresponsabilità educativa. Basta con la delega.

Corresponsabilità significa responsabilità condivisa, ossia rispondere tutti assieme dei risultati: tutti gli insegnanti, e "tutti" vuol dire "tutti", si sentono veramente insegnanti di tutti gli alunni. E, ovviamente, "tutti" vuol dire "tutti".

Il GLO può essere la nostra carta vincente.

La costituzione del Gruppo di Lavoro Operativo è una delle più importanti innovazioni introdotte dal DL 66/17, ma se viene vissuto come un adempimento burocratico rischia di perdere fin dall'inizio ogni efficacia.

Dobbiamo renderlo nei fatti un vero gruppo di lavoro, ossia un insieme di persone che, da punti di vista diversi, lavorano per superare un problema che tutti vivono come un problema loro per cui realmente interesse di tutti trovare una soluzione.

Formazione di qualità, a tutti i livelli.

Una inclusione di qualità richiede necessariamente specifiche professionalità e competenze, e quindi formazione a tutti i livelli.

In questo periodo si sta riorganizzando la formazione iniziale dei docenti curricolari ed è il momento di potenziare le competenze didattiche e pedagogiche, anche rispetto all'inclusione.

Ma bisogna seriamente agire anche sulla formazione dei docenti in servizio con interventi flessibili, anche di consulenza specifica, rispetto ai tanti e urgenti problemi che la scuola si trova sempre più spesso ad affrontare senza possedere competenze adeguate. Pensiamo ad esempio all'autismo e ai disturbi comportamentali, ma non solo.

Bisogna sostenere in modo efficace e con interventi organici e strutturali i tanti docenti di sostegno senza esperienza e formazione che le scuole devono comunque assumere, ma che non possono certo essere abbandonati a loro stessi.

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