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La didattica digitale e le sue applicazioni in classe oltre la pandemia

Adele Maria Veste e Giulia Rella, docenti e formatrici dell’Associazione Italiana Dislessia (AID) raccontano l’esperienza maturata in quasi due anni di DaD sottolineando il valore inclusivo degli strumenti digitali

La prima campanella è già suonata, il ritorno a scuola quest’anno ha il sapore dolce del passato, gli sguardi ammiccano complici sopra le mascherine, gli alunni rientrano speranzosi ma per i docenti è tempo di bilanci.
L’esperienza maturata in due anni di didattica a distanza ha rappresentato un momento di rottura con il passato, di innovazione tanto forzata quanto necessaria. Se finalmente è ritornato prioritario il rapporto personale con l’insegnante e con i compagni, il valore della prossemica, il ruolo centrale dello spazio condiviso, è altrettanto importante valorizzare il concetto di laboratorio e di comunità digitale.
L’attenzione verso l’uso delle tecnologie nell’apprendimento ha, in realtà, radici ben più lontane del periodo pandemico, in particolare il Piano Nazionale Scuola Digitale datato 6 novembre 2015 rappresenta ancora oggi un manifesto d’intenti e la cornice etica e sociale di un nuovo agire didattico.
A ben vedere già nelle indicazioni ministeriali del 2012 le competenze digitali rappresentavano un traguardo previsto in tutti gli ordini di scuola, già dall’infanzia, ancora prima, nel 2006, erano annoverate fra le otto competenze-chiave promosse dal Parlamento e dal Consiglio d’Europa per valorizzare l’apprendimento permanente e, soprattutto, per investire sulla principale risorsa dell’Unione: l’uomo.

I vantaggi della didattica con le tecnologie digitali

La prima riflessione necessaria nasce dall’analisi della definizione di “didattica digitale”, termine che evoca lo strumento tecnologico ma che in realtà vuole essere ambiente di apprendimento, anticipazione di una società tecnologicamente avanzata, spazio virtuale che diviene luogo culturale.
Lo strumento digitale è, come ogni ausilio, privo di una vocazione univoca, si presta, al contrario, ad essere declinato secondo le esigenze dei fruitori. È bene partire da questo assunto per ribadire il concetto secondo il quale la scelta delle attività da proporre con la didattica digitale deve essere accessibile per i docenti e per gli alunni e rispondere a criteri di sicurezza che variano in base all’età degli studenti; ciò è rilevante per evitare che in classe la competenza tecnologica divenga patrimonio di pochi eletti contrapponendosi al concetto di inclusione e diffusione culturale.
L’uso delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) può favorire il recupero di abilità antiche con un alfabeto moderno che riporti in auge il concetto di laboratorio del sapere, dove l’alunno è chiamato a fare, collaborare e apprendere dai suoi pari.
La scuola rappresenta la più importante agenzia educativa, è un teatro nel quale agli attori principali viene chiesto di interpretare ruoli attivi ispirandosi a modelli etici utili per la formazione dell’uomo di domani.
La libertà della didattica è il cuore dell’insegnamento, il docente deve essere libero di declinare in autonomia la propria azione definendo di volta in volta attività, contenuti e strumenti pensati per il gruppo classe inteso come unione di identità le une diverse dalle altre. È opportuno che il docente ripercorra l’esegesi della propria disciplina e valuti l’opportunità di strutturare il progetto didattico secondo la competenza attesa senza lasciarsi sedurre dall’idea di creare prodotti ricchi di fascinazione, lontani dalle esigenze degli alunni ma tanto cari all’emergente economia mediatica.

Le piattaforme didattiche, un ambiente di apprendimento collaborativo e sicuro

Ogni scuola ha in uso una piattaforma didattica all’interno della quale tutti gli utenti – docenti, alunni e a volte anche genitori- hanno un profilo definito, un’identità certa che corrisponde a quella fisica. La possibilità di agire in questi ambienti è di fatto privilegiata poiché rappresenta uno spazio che replica l’ambiente scolastico incrementando le possibilità di collaborazione.
La didattica in piattaforma è una palestra perfetta per consentire agli studenti di apprendere le regole del rispetto in ambiente virtuale, dal punto di vista didattico consente ai docenti di selezionare le applicazioni utili per il percorso di apprendimento evitando di “uscire” verso il mondo aperto della rete che potrebbe essere troppo vasto e insidioso per i primi ordini di scuola – materna e primaria.
La scelta delle applicazioni collegate deve essere in linea con gli obiettivi previsti dalle discipline, consentendo un accesso al compito quanto più universale possibile.
L’uso delle TIC deve incrementare e favorire le prestazioni dell’intero gruppo classe superando il concetto delle strumento compensativo come elemento distintivo e tutt’altro che inclusivo.
La scrittura in ambiente digitale non è più attività “concessa” solo agli alunni con disturbi specifici di apprendimento ma un sistema di narrazione nel quale gli studenti sono invitati a correggere il testo in modo autonomo, corredarlo di foto, disegni, didascalie e audio, creando un prodotto complesso, che integra diverse forme di linguaggio e può approdare verso la redazione di libri digitali sfogliabili o audiolibri.

Costruire “linee del tempo” per lo studio

Uno degli strumenti ritenuti più efficaci nello studio di quasi tutte le discipline umanistiche è la linea del tempo. L’organizzazione dell’informazione temporale che si snoda partendo dalla vita del bambino o da argomenti scolastici prevede la capacità dello studente di costruire e organizzare il sapere.
I libri di testo sono ricchi di timeline che favoriscono l’apprendimento ma, se non incrementate con attività di produzione in classe, rischiano di essere poco efficaci. Infatti “(…) a livello cerebrale la conoscenza non si trasferisce, ma viene creata nella mente di ogni studente attraverso un processo attivo (Sabitzer, 2011)”. Il docente diviene dunque un facilitatore di processi attivi destinati alla produzione di supporti e prodotti culturali realizzati dall’alunno. In ambiente digitale, la costruzione di una linea del tempo efficace è un’attività laboratoriale che prevede numerose azioni pratiche come l’analisi del testo, l’organizzazione temporale degli eventi sia diacronici che sincronici, la selezione delle informazioni più importanti, la produzione digitale e la selezione delle immagini di riferimento.
In piattaforma G-Suite, l’applicazione più utile e semplice da usare è Google Presentazioni che prevede la realizzazione di cronologie presenti nei diagrammi.

Per rendere ancora più completa e interattiva la linea del tempo è possibile inserire un audio e dei link che collegano contenuti interni o esterni alla piattaforma. Anche in ambiente Moodle è previsto lo strumento integrato chiamato Sequenza Temporale per la costruzione delle linee del tempo.

Utilizzare strumenti per l’orientamento spaziale

Un altro traguardo di competenza importante, soprattutto nella scuola di primo grado, è l’orientamento spaziale.
Un’applicazione molto utile è Google Earth, presente in G-Suite ma anche scaricabile gratuitamente sul desktop, che consente non solo di identificare e georeferenziare i luoghi oggetto della ricerca ma supporta altresì la costruzione di una narrazione originale, integrando dati del telerilevamento con testi elaborati dagli studenti; ciò rende questo strumento sia trasversale che multifunzionale, prestandosi così ai più svariati utilizzi, dalla personalizzazione della mappa geografica, alla ricostruzione di percorsi storici fino alle narrazioni personali e ai diari di bordo. Google Earth risulta particolarmente efficace anche con gli alunni che presentano gravi difficoltà ad orientarsi, consentendo loro di produrre semplici percorsi in contesti urbani noti (casa, scuola, ecc…), accessibili anche tramite il telefono cellulare.
Le attività realizzate con questa applicazione sono condivisibili pertanto il docente può intervenire direttamente e in tempo reale nella produzione assegnata.
Questo strumento, come tutti in realtà, non ha un’esclusiva caratterizzazione disciplinare ma si presta ad accogliere obiettivi del tutto trasversali, oltre alla naturale vocazione verso discipline storico-geografiche consente approfondimenti in ambito matematico e geometrico grazie alla possibilità di ricavare le coordinate geografiche assolute e di calcolare le distanze fra due punti con differenti unità di misura. Inoltre la funzione “Street View” permette di visualizzare sia gli elementi antropici come strade, vie, parchi, che i differenti habitat naturali del Pianeta.

Progetto di geo- posizionamento dei luoghi studiati in classe, identificazione delle macroregioni proposte dal libro in adozione ed elaborazione dei testi.

Le grandi esplorazioni geografiche. Calcolo delle distanze, orientamento e posizionamento delle tappe del viaggio di Colombo sul reticolo geografico

Questo strumento è per sua natura compensativo e crea un ambiente di lavoro realmente inclusivo e universale, consentendo il potenziamento delle competenze di tutti gli alunni della classe.
Vogliamo veramente rinunciare a tutto questo?

 

Nota delle autrici dell’articolo. Si ringraziano la Dirigente prof.ssa Addolorata Natale e gli alunni dell’I.C Vittorio Bodini Monteroni/Arnesano, autori dei lavori condivisi in questo intervento.

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