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Scegliere la scuola di psicoterapia: il modello costruttivista-intersoggettivo

Le caratteristiche distintive di questo approccio e le motivazioni per sceglierlo

Quali sono le caratteristiche di questo approccio?

Il modello costruttivista-intersoggettivo condivide i presupposti epistemologici del costruttivismo radicale di E. Von Glasersfeld, epistemologo tedesco, secondo il quale non è possibile una conoscenza oggettiva del mondo.
Secondo questa prospettiva, la conoscenza personale non è una rappresentazione di una realtà data, ma deriva da una vera e propria costruzione da parte dell’osservatore, permessa e vincolata dalla sua struttura.
La visione costruttivista si coniuga con quella fenomenologica, poiché entrambe condividono l’idea che ogni conoscenza è necessariamente soggettiva e prospettica perché dipende dalla struttura biologica e dall’insieme delle esperienze intersoggettive della persona.
Sul fronte clinico, questa prospettiva si propone di comprendere l’altro nella sua unicità, aspetto prioritario all’interno della relazione.

Gli elementi del modello costruttivista-intersoggettivo

Il sintomo ha una funzione
Il sintomo/disagio, pur portando sofferenza, rappresenta il modo migliore che la persona è riuscita a crearsi, nel tempo, per mantenere integra la propria identità: ha una funzione protettiva, quindi, non va considerato il bersaglio diretto della terapia, piuttosto la persona va aiutata a comprendere la sua funzione adattiva.

Comprensione del mondo dell’altro
Il terapeuta costruttivista intersoggettivo durante i primi incontri raccoglie la storia di vita del paziente per capire qual è il rapporto di quest’ultimo con il proprio disagio e la funzione del sintomo nel mantenere il suo equilibrio personale. Egli favorisce una ricostruzione della storia personale che consenta al paziente di rientrare in contatto con memorie anche implicite di esperienze piacevoli e spiacevoli, spiegandosele e dandogli un nuovo significato.

Portare la persona a un nuovo stato di equilibrio
L’obiettivo del terapeuta non è limitato alla eliminazione del sintomo ma a promuovere un cambiamento nella persona, portandola a un nuovo modo di percepire se stessa e la propria relazione con gli altri. Vuole favorire nel paziente una maggiore accettazione complessiva di sé, delle proprie caratteristiche di funzionamento nei propri punti di forza e di fragilità.

La relazione come strumento di cambiamento
Lo psicoterapeuta costruttivista-intersoggettivo considera la relazione come luogo nel quale viene data la possibilità al paziente di fare nuove e diverse esperienze intersoggettive rispetto a quelle vissute in passato; in questo modo il paziente può sentirsi accolto, accettato e riconosciuto in ogni sua parte.

Utilizzo di procedure flessibili
Il terapeuta costruttivista intersoggettivo non utilizza tecniche standardizzate ma procedure relazionali, immaginative e/o corporee che promuovono il contatto con la dimensione affettivo-emozionale. Permette quindi al paziente di entrare in contatto e discriminare le proprie sensazioni affettive ed emotive, nella vita di tutti i giorni e nell’essere due (intersoggettività) del qui e ora del setting.

Perché scegliere questo orientamento?

Lo abbiamo chiesto a Lorenzo Cionini, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Costruttivista Intersoggettiva (Firenze), che ci ha risposto così:
«Il nostro modello si propone di ottenere cambiamenti strutturali e non solo sintomatici nei pazienti, avvicinandosi, in questo senso, agli approcci psicodinamici. Ponendosi nella relazione con il paziente “un passo indietro”, il terapeuta si propone di aiutare la persona a entrare in contatto con se stessa, partendo dalla sua attuale visione di sé, del mondo e del rapporto con gli altri, senza utilizzare modalità interpretative precostituite.
Quello che la psicoterapia si propone non riguarda solo l’eliminazione/riduzione della sintomatologia ma, ancora più, di aiutare la persona a entrare in contatto con i propri bisogni, che i sintomi stessi sottendono, occupandosi delle radici della sofferenza. Questo ovviamente richiede tempi più lunghi rispetto ad altri approcci terapeutici, perché per arrivare a un cambiamento duraturo, per raggiungere un nuovo stato di equilibrio, caratterizzato da una maggiore consapevolezza e accettazione di sé, il percorso richiede più tempo. Se l’allievo sente di condividere i presupposti appena descritti, questa può essere la scuola che fa per lui».

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