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I mini gialli dei dettati 2
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Una geografia delle disuguaglianze sociali

La pandemia ha portato alla luce la necessità di rafforzare la lotta alla povertà e il sistema di servizi che di essa si occupa nel nostro Paese

Un milione e trecentomila bambini in Italia vivono sotto la soglia della povertà, in una condizione di vulnerabilità che impedisce pari opportunità già all’ingresso nella vita, poiché limita sul nascere la probabilità di accedere a un processo di sviluppo integrale, oltre che di salute fisica e mentale. Molteplici indagini e molte ricerche, da prospettive disciplinaridiverse, mettono in luce che le disuguaglianze non si trasmettono per via ereditaria,ma ambientale, si riproducono a scuola e nei diversi ambienti sociali e sono influenzate dal modo in cui le figure genitoriali esercitanola loro funzione.

Da alcuni anni l’Unione Europea, in diverse raccomandazioni, utilizza il termine “disuguaglianza” per mettere in luce il fatto che la povertà pregiudica lo sviluppo del bambino su diversi piani: quello psicologico, indebolendo l’autostima; quello cognitivo, ostacolando il raggiungimento delle abilità scolastiche; quello sociale, limitando la capacità di stare in gruppo. È ormai forte l’evidenza empirica che la condizione socioeconomica della famiglia di origine sia un fattore determinante dell’abbandono scolastico precoce. Dalle statistiche risulta che nel nostro Paese il tasso medio di abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni era del 13,1% nel 2020, ben al di sopra del target previsto la dalla strategia Europa 2030 del 9%, soprattutto considerando i divari territoriali “ampi e persistenti”.

La povertà quindi è causa di dispersione scolastica e ha un impatto severo sullo sviluppo dei singoli e delle comunità. La correlazione tra disinvestimento in educazione e stagnazione economica è ampiamente riconosciuta e dunque la sfida per il sistema di welfare dei bambini e delle famiglie, i servizi zero-sei e la scuola, compresa l’Università, è alta. 

Diversi studi - tra cui quello proposto dall’Istituto degli Innocenti sull’indice del benessere delle bambine e dei bambini nelle Regioni italiane e quello del Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza - confermano la rilevanza e la persistenza temporale della questione dei divari territoriali. Questi studi mettono a disposizione informazioni utili a comprendere le condizioni in cui vivono i bambini e gli adolescenti nelle Regioni italiane al fine di migliorare la capacità di tutela e di effettiva promozione dei diritti dell’infanzia su tutto il territorio nazionale. 

I dati di questi studi evidenziano la presenza di numerose e profonde diseguaglianze regionali a 360°, sia nella situazione dei minori stessi, sia nell’accesso e nella qualità dei servizi educativi, sociali, di assistenza e di salute offerti alle persone di minore età e alle loro famiglie.

Si tratta quindi di perseguire un ideale di giustizia sociale che è sia causa che effetto della disuguaglianza delle opportunità. 

È necessario a tal fine proporre una politica della vulnerabilità basata sul controllo delle condizioni che espongono le persone alla possibilità di essere ferite e al miglioramento delle condizioni di interdipendenza che assicurano una risposta ai bisogni dei bambini e delle persone adulte. La finalità è arricchire l’esperienza, espandere le capacità, soprattutto genitoriali, sostenere l’interdipendenza tra le persone e le famiglie, e tra genitori e figli nelle famiglie, grazie alla trasformazione dei loro legami sociali, in modo da condividere con le famiglie il potere di decidere e di agire, evitando di individualizzare questa cura e includendola in reti di solidarietà e di cittadinanza.

È fuori di dubbio che esista una geografia delle disuguaglianze sociali, in cui difficoltà maggiori si rilevano in presenza di servizi istituzionali e reti di solidarietà informali particolarmente deboli. La pandemia e il confinamento hanno rivelato i tanti nervi scoperti del sistema sanitario, del sistema di protezione sociale e della struttura amministrativa del Paese e hanno fatto emergere le disuguaglianze in tutta la loro violenza, rendendo evidente la necessità di rafforzare la lotta alla povertà e il sistema di servizi che di essa si occupa.

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