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I mini gialli dei dettati 2
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I bambini stanno peggio in società più ineguali

Come emerso da una ricerca di Wilkinson e Pickett, più un paese è diseguale, più i problemi sociali si aggravano per tutti, a partire dai bambini.

Richard Wilkinson, studioso inglese che ha svolto importanti attività di ricerca nel campo delle diseguaglianze sociali, ha aperto nuove prospettive rispetto al legame tra ricchezza di una nazione e benessere dei cittadini.

Dalle sue riflessioni emergono importanti implicazioni rispetto alle politiche sociali e al contesto in cui si sviluppano i disagi sociali che incrociamo quotidianamente nei servizi. Wilkinson parte dal presupposto che l’indice di ricchezza di una nazione non permetta di stabilire quanto i cittadini che vivono su quel territorio stiano «bene». Quello che conta, invece, è il grado di diseguaglianza economica presente tra i cittadini. 

In una ricerca del 2007 pubblicata sul British Medical Journal, Wilkinson affronta il tema del benessere dei bambini. Partendo dall’indice UNICEF — che tiene conto di diversi fattori tra cui se i bambini hanno un dialogo con i genitori, se hanno libri a casa, se sono vaccinati, se sono vittime di bullismo — Wilkinson e Pickett hanno stabilito che i bambini stanno peggio in società più ineguali. E sempre rispetto a questa misura di benessere, non c’è relazione con il reddito nazionale pro capite. Ancora una volta, quindi, non conta la ricchezza complessiva, ma il divario che spacca un Paese tra chi è ricco e chi è povero. 

Gli esiti di questa spaccatura possono avere conseguenze importanti sull’ istruzione di bambini e ragazzi. Dalle analisi di Wilkinson basate su dati internazionali provenienti dall’indagine PISA (Programme for International Student Assessment) - che valuta il livello di istruzione attraverso la somministrazione di test standardizzati a studenti di 15 anni in vari Paesi del mondo - i punteggi delle competenze di lettura e matematica risultano più bassi nei Paesi in cui sono presenti maggiori diseguaglianze. Rendimento e tassi di abbandono scolastico sono quindi influenzati dal livello di disparità economica presente nel Paese.

Tuttavia gli effetti del divario economico si evidenziano ancora prima che il bambino cominci ad andare a scuola in quanto vanno a riflettersi sul suo sviluppo attraverso l’impatto sulla qualità della vita e sulle relazioni familiari. Le diseguaglianze sociali infatti incidono già nella prima infanzia, periodo fondamentale per la crescita cerebrale e per l’apprendimento del bambino. Condizioni familiari caratterizzate da povertà e stress non forniscono un contesto sociale adeguato in cui i bambini possono crescere serenamente, con esiti negativi sul loro sviluppo cognitivo, fisico, emotivo e sociale. Nelle società con più disparità economica anche le relazioni familiari peggiorano, con un’evidente crescita dei tassi di divorzio e più frequenti episodi di violenza all’interno della famiglia.

Alla luce di quanto emerge dalle sue ricerche, Wilkinson sostiene che è possibile lavorare per una società migliore, in quanto anche una minuscola diminuzione della diseguaglianza, può migliorare la vita di tutti.

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