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Intercettare le difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura fin dalla scuola dell’infanzia - Erickson 1

Intercettare le difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura fin dalla scuola dell’infanzia

Come impostare un lavoro di rilevazione precoce alla scuola dell’infanzia

La normativa sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ha affidato alle scuole di ogni ordine e grado grandi responsabilità anche in merito all’individuazione degli indicatori di rischio di tali disturbi. Anche le scuole dell’infanzia, perciò, sono tenute ad attivarsi per il riconoscimento di un potenziale disturbo specifico dell’apprendimento nei bambini. Lo strumento di rilevazione raccomandato è, anzitutto, l’osservazione delle prestazioni dell’alunno.

Come deve essere condotta tale osservazione? Quali sono gli strumenti che possono facilitarla?

Risponde a queste domande Luigi Marotta, logopedista, formatore e autore di numerose pubblicazioni su questo tema. 

«Esistono molti strumenti di osservazione e di rilevazione di indicatori di rischio e fattori predittivi per future possibili difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura.

Molto però dipende dalle finestre temporali che andiamo a osservare. Specialmente nella scuola dell’infanzia c’è una grande variabilità nelle traiettorie evolutive dello sviluppo delle capacità linguistiche, cognitive, motorie, attentive dei bambini. Questa variabilità ci porta a escludere un lavoro di screening nei bambini più piccoli tra i 3 e 4 anni, lavoro che diventa invece molto importante nei bambini di 5 anni, cioè all'ultimo anno di scuola dell’infanzia.

Normalmente vengono considerate le abilità emergenti come il linguaggio e le abilità di coordinazione motoria. Queste a loro volta sono sostenute da processi cognitivi di base, come l’attenzione, la capacità di pianificazione, la capacità di percepire visivamente, uditivamente, sensorialmente tutto ciò che ci circonda e poi la capacità di programmare le azioni e monitorarle passo dopo passo.

Questo è un lavoro che le insegnanti possono fare con una certa tranquillità sia perché esistono già degli strumenti sia perché esistono anche dei protocolli di osservazione che sono stati messi a punto proprio dalle insegnanti insieme ai clinici. Non è un percorso di tipo diagnostico, ma è un percorso che può essere molto utile per individuare quelle che sono le fragilità e orientare poi la didattica in modo da recuperare quei bambini che possono essere recuperati grazie al lavoro in classe».

Guarda l’intervista completa a Luigi Marotta
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