IT
I mini gialli dei dettati 2
Carrello
Spedizioni veloci
Pagamenti sicuri
Totale:

Il tuo carrello è vuoto

|*** Libro Quantità:
Articoli e appuntamenti suggeriti

L’osservazione del linguaggio nel bambino tra i 3 e i 6 anni - Erickson 1

L’osservazione del linguaggio nel bambino tra i 3 e i 6 anni

Il ruolo degli insegnanti e l’importanza degli strumenti osservativi a disposizione

Già in età precoce, il livello di sviluppo del linguaggio è in grado di fornire informazioni importanti per individuare eventuali aree di fragilità del bambino. È perciò fondamentale che gli insegnanti fin dalla scuola dell’infanzia siano in grado di coglierne abilità e competenze, insieme ad eventuali deficit, anche tramite l’utilizzo di appositi strumenti osservativi.

Ce ne parla Graziella Tarter, logopedista con alle spalle un’esperienza pluridecennale nei Servizi di Neuropsichiatria Infantile (NPI).

«La scuola dell’infanzia è un momento privilegiato per l’osservazione del linguaggio del bambino perché tra i 3 e i 6 anni si mette in evidenza gran parte dello sviluppo. Le insegnanti sono molto attente ai segnali precoci, soprattutto relativi ai disturbi della pronuncia e ai disturbi della produzione del linguaggio e al bambino che arriva con un linguaggio molto scarso se non assente. Questo è corretto perché questi sono i bambini che devono arrivare all’osservazione anche clinica entro i 4 anni.

Dobbiamo però considerare che il linguaggio non è soltanto produzione linguistica, ossia le parole che noi usiamo per comunicare. Il linguaggio è anche comprensione, è quel vestito del pensiero, del ragionamento che ci permette di capire il mondo che ci sta intorno. 

In questo momento gli insegnanti hanno un grande bisogno di formazione rispetto alle competenze di comprensione del linguaggio proprie del bambino di 3, 4 e 5 anni. I protocolli osservativi servono proprio ad aiutare gli insegnanti a individuare queste situazioni di rischio non facilmente descrivibili come quelle del disturbo di pronuncia, ma assolutamente influenti per la scolarità futura». 

Guarda l’intervista completa a Graziella Tarter
Leggi anche...