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Di Stefano Vicari Alberto Pellai Daniela Lucangeli Dario Ianes
Collana: Varia
Stefano Vicari, Alberto Pellai, Daniela Lucangeli, Dario Ianes e Sara Franch forniscono a genitori e insegnanti indicazioni e consigli su come parlare di guerra ai più giovani, suggerendo le strategie più indicate per contenere i loro timori e educare alla pace.
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Introduzione
Conoscenza e memoria per costruire la pace - Intervista a Liliana Segre
Capire la guerra: gli adolescenti e l’informazione (Stefano Vicari)
Un bambino spaventato: parlare della guerra nella fascia 0-10 (Alberto Pellai)
Buoni e cattivi: educare la psiche alla pace (Daniela Lucangeli)
La guerra entra in classe: come affrontare questioni controverse a scuola (Dario Ianes e Sara Franch)
Risorse e suggerimenti pratici
Con un’intervista a Liliana Segre e attraverso la voce di alcuni dei nomi più illustri della psicologia, della pedagogia e della neuropsichiatria italiane, il volume fornisce a genitori e insegnanti indicazioni teoriche e pratiche su come parlare di guerra ai più giovani, chiarendo i meccanismi con cui bambini, bambine e adolescenti recepiscono le informazioni e suggerendo le strategie più indicate per contenere i loro timori, nell’immediato, ma anche per lavorare in una prospettiva più ampia di educazione allo spirito critico, alla resilienza e alla pace.
Stefano Vicari riflette sul rapporto fra l’informazione e le giovani generazioni: di fronte a una quantità inedita di stimoli contraddittori e talvolta, francamente, menzogneri, ragazze e ragazzi dimostrano di avere sorprendenti capacità di riflessione e azione, anche attraverso un attivismo sano e ponderato, che è giusto riconoscere e sostenere.
Alberto Pellai spiega come i minori, soprattutto nella prima infanzia, fatichino a collocare nello spazio e nel tempo gli input che li terrorizzano: per loro il «mondo» non è quello disegnato sulle carte geografiche, ma coincide con il proprio microcosmo fatto di casa, scuola, amici.
Daniela Lucangeli si concentra sulla comprensione e la corretta gestione del meccanismo psichico che contrappone all’empatia la paura, il pregiudizio e l’aggressività . Incoraggia genitori e insegnanti a disconoscere la polarizzazione («buoni» contro «cattivi») nel presentare i fatti e a lavorare sulle emozioni.
Dario Ianes e Sara Franch osservano il problema nell’ottica concreta del lavoro in classe, sottolineando come la scelta di portare a scuola le questioni controverse che il nostro tempo solleva costituisca un ottimo strumento per aiutare alunne e alunni a sviluppare le capacità di pensiero, di relazione e discussione.