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Sperimentare con il Metodo Analogico

All’Università di Foggia per tre giorni il Dipartimento di Studi Umanistici si è trasformato in un polo di sperimentazione degli strumenti didattici del Metodo Analogico, permettendo al mondo della scuola primaria e secondaria di incontrare quello dell’Università

Il mondo della scuola primaria e della secondaria incontra quello dell’Università, a Foggia, in tre giornate dedicate alla sperimentazione degli strumenti didattici del Metodo Analogico. È successo presso il Dipartimento di Studi Umanistici che, dal 15 al 17 marzo 2023, si è trasformato in un grande laboratorio, con alunne e alunni, insegnanti e dirigenti scolastici provenienti da tutta la Puglia. 

Nel primo giorno di workshop erano ben 780 i docenti di scuola primaria e i dirigenti scolastici che hanno partecipato. 

«Stiamo provando a fare innovazione, innovazione dei metodi, delle strategie, ma anche della visione della scuola» spiega Giusi Toto, professoressa ordinaria di Didattica e Pedagogia.

Le prime due giornate di lavoro sono state dedicate all’utilizzo degli strumenti del Metodo Analogico alla scuola primaria, mentre la terza giornata è stata dedicata all’utilizzo degli strumenti del Metodo alla scuola secondaria di primo e di secondo grado con gli alunni con difficoltà. I partecipanti sono stati suddivisi in piccoli gruppi e hanno potuto provare gli strumenti del Metodo. Il primo giorno era presente anche il maestro Camillo Bortolato. La reazione di bambini e bambine è stata di grande entusiasmo (“Wow! Bellissimo!”), come racconta Mery Semeraro, insegnante di scuola primaria e formatrice, che ha una lunga esperienza didattica con il Metodo Analogico.

Le tre giornate di sperimentazione avevano anche lo scopo di validare il Metodo Analogico attraverso una raccolta di dati scientifici, per vedere se i risultati in termini di apprendimento sono gli stessi riportati dalle insegnanti di scuola primaria. I primi riscontri sono molto positivi. «I primi risultati che abbiamo potuto osservare dalle interviste semi-strutturate alle insegnanti sull’applicazione del Metodo in classe sono molto buoni, soprattutto per quanto riguarda il profilo della motivazione degli alunni e dell’inclusività», commenta Raffaele di Fuccio, ricercatore in psicologia dello sviluppo e dell’educazione.

Il Metodo Analogico raccoglie molti consensi anche in ambito universitario. Manuela Ladogana, ricercatrice in Pedagogia Generale e Sociale, esprime il suo apprezzamento per il Metodo perché «il linguaggio dell’analogia e quello della metafora si rifanno a uno dei linguaggi della pedagogia. Si tratta di linguaggi che si legano all’immaginazione, e che quindi risultano ancora più importanti quando si lavora con bambini e bambine della scuola primaria. Consentono loro di escogitare soluzioni nuove e creative e di esercitare il pensiero divergente anziché quello convergente stimolato dalla didattica tradizionale».

Annamaria Petito, professoressa ordinaria di Psicologia Clinica, sottolinea come gli aspetti legati alla manipolazione promossi dal Metodo Analogico si rifacciano all’apprendimento attraverso il corpo, tanto caro al modello teorico di Jean Piaget. Il corpo spesso non viene considerato nell’apprendimento ma, come spiega la professoressa Petito, permette invece di conoscere l’ambiente attraverso il movimento (tirando, lanciando, eccetera) e di passare successivamente a un apprendimento più concettuale.

Tre giornate dunque molto felici, in cui la comunità educativa foggiana ha scritto un’altra bella pagina di collaborazione virtuosa tra mondo della scuola e mondo dell’università e della ricerca.

Per vedere il video sulle tre giornate di sperimentazione con il Metodo Analogico organizzate dall’Università di Foggia, clicca qui:

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