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I mini gialli dei dettati 2
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Risultati trovati: 582
Search-ME - Erickson 1 DIDA
Strategie, ippotrucchi e strumenti per aiutare nella didattica
Individuare difficoltà in un bambino è «relativamente semplice», come del resto è altrettanto facile concludere con «ha bisogno di un intervento mirato» o prevedere tempi di apprendimento più lunghi rispetto a quelli dei compagni. Il difficile è provare a dare una risposta ai bisogni dell’alunno senza perdere di vista il percorso di apprendimento, gli obiettivi didattici e l’inclusione. È un compito che richiede all’insegnante un grande lavoro di progettazione, di ricerca e di osservazione continua e che può essere agevolato dall’introduzione nella didattica quotidiana di uno spazio dedicato alla scoperta e alla sperimentazione delle SIS per affrontare o risolvere un problema. L’acronimo SIS indica l’insieme di strategie, ippotrucchi e strumenti utilizzabili per affrontare con successo un compito: Una strategia è un metodo per raggiungere un obiettivo. Un ippotrucco — neologismo introdotto nel 2020 con il testo Ti insegno come io ho imparato edito da Erickson — è un insegnamento concentrato in una breve frase che aiuta a riflettere e ad agire. Ogni ippotrucco può avere una diversa interpretazione a seconda del contesto e della persona che lo applica. Il suo punto di forza sta nell’impartire un insegnamento consentendone la personalizzazione. Uno strumento o artefatto è un qualsiasi oggetto realizzato o modificato dall’uomo al fine di potersene servire nel raggiungimento di uno scopo. Si tratta di «oggetti» che servono ad aumentare l’efficacia di un’azione per ottenere un determinato risultato. L’introduzione delle SIS non comporta particolari stravolgimenti della lezione e offre la possibilità di stimolare a più livelli le menti dei nostri alunni (problem solving, metacognizione, creatività, comprensione delle differenze, ecc.). Gli errori ortografici, da sempre una realtà con cui tutti i bambini si confrontano fin dai primi anni di scuola primaria, sono un ottimo tema dal quale cominciare un percorso SIS.  L’apprendimento della scrittura, in estrema sintesi, può rivelarsi un percorso irto di ostacoli e non basta proporre esercizi intensivi sul piano linguistico per risolvere le difficoltà. Serve un approccio strategico che, nell’ottica di una didattica inclusiva, orienti le operazioni cognitive dell’alunno durante la lettura e scrittura di testi e lo supporti sul piano motivazionale. Gli errori non vanno né sottovalutati né esagerati, ma visti come delle opportunità di crescita.   L’articolo completo “Insegnare l’ortografia” è disponibile sul numero di settembre 2022 della rivista Erickson DIDA
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Search-ME - Erickson 2 Didattica
Alcuni spunti utili dal vademecum “Handbook on facilitating Flexible Learning during Educational Disruption” redatto dall’Unesco
L’emergenza Coronavirus ha imposto una cambiamento di rotta drastico al mondo della didattica. Senza alcun preavviso o segnale di svolta, gli insegnanti si sono trovati catapultati in un nuovo “universo”, quello del digitale e della didattica online. Questo passaggio repentino, non privo di frizioni e incertezze, ci ha obbligati, come in un grande laboratorio vivente, a sperimentare (nuove tecniche, nuove attività, nuovi strumenti…) e a trovare nuove strategie e nuovi metodi per portare avanti la nostra azione didattica. Il confronto e la condivisione delle esperienze, delle problematiche e dei materiali divengono allora strumenti fondamentali per sostenerci come individui e come comunità di professionisti in un momento così delicato. Partiamo da un documento dell’Unesco È proprio in quest’ottica di condivisione che intendo presentarvi un documento che, credo, possa ispirarci nelle nostre pratiche quotidiane e aiutarci a riorientare la nostra azione didattica. Il documento si intitola Handbook on facilitating Flexible Learning during Educational Disruption ed è stato prodotto dall’Unesco in collaborazione con l’Università Normale di Pechino. Esso si presenta come una sorta di vademecum, agile e snello, nonché ricco di esempi concreti, di immagini e di spunti pratici anche per l’insegnante (di lingue ma non solo). Perché nasce il documento Il documento nasce da una presa di coscienza che è seguita all’esperienza della quarantena e quindi di chiusura delle scuole in Cina, paese che per primo ha sperimentato pratiche di didattica a distanza su scala nazionale. Durante l’emergenza di Covid-19 il Ministro dell’Istruzione cinese ha infatti lanciato un’iniziativa che ha preso il nome di “Disrupted classes, Undisrupted education”. Da qui è nata una sperimentazione su vasta scala che ha coinvolto sia le istituzioni scolastiche sia quelle universitarie con l’obiettivo di assicurare la continuità didattica a più di 270 milioni di studenti costretti nelle loro case. Tuttavia, ci si è resi conto, come è accaduto e sta accadendo anche in Italia, di una serie di criticità riguardanti la didattica a distanza. Tra queste: difficoltà di tipo tecnico dovute a connessioni lente o instabili (o addirittura assenza di copertura di rete); difficoltà di reperire risorse digitali adeguate alla didattica online nel grande oceano del web; mancanza di competenze digitali adeguate da parte di insegnanti, alunni o genitori di questi ultimi; mancanza di alcune competenze trasversali necessarie per poter organizzare il lavoro a casa, quali ad esempio sapersi adattare a una nuova condizione, saper studiare in modo autonomo, sapersi motivare; carenze metodologiche e difficoltà a superare una didattica puramente “tradizionale” e trasmissiva. Apprendimento flessibile Una delle parole chiave del documento è “flessibilità”. Il concetto di “didattica flessibile” non nasce in questo tempo e contesto emergenziale segnato dalla pandemia, ma ha una sua storia consolidata, essendosi sviluppato già diversi anni fa. Tuttavia, esso ha ricevuto un grande impulso con l’avanzare dei progressi tecnologici. Ma che cos’è e cosa si intende con “apprendimento flessibile”? Come si legge nel documento, l’apprendimento flessibile può essere considerato un insieme, un pacchetto di approcci e strategie didattiche tese a fornire agli studenti maggiori scelte. Queste scelte possono riguardare molti aspetti dell’apprendimento. Il documento individua 8 dimensioni in cui il concetto di flessibilità può essere declinato, tuttavia, per ragioni di tempo e di spazio, di seguito indicherò quelle che ritengo maggiormente rilevanti. La dimensione di tempo e di spazio: una didattica flessibile permette allo studente di apprendere non solo in aula, ma anche a casa (o in altri contesti) e di reperire risorse e materiali di apprendimento in diversi luoghi, fisici o digitali. E ancora, una didattica flessibile garantisce maggiori scelte in termini di ritmo e di velocità di studio individuale. Un esempio pratico ci viene fornito dall’Università Normale di Pechino, la quale ha adottato come strategia quella di caricare ogni lunedì le attività da svolgere sulla piattaforma condivisa. Questa soluzione ha permesso agli studenti di organizzare liberamente i tempi dello studio individuale, di avere accesso ai materiali digitali costantemente online e di poter scaricare detti materiali sui propri dispositivi elettronici per la consultazione off line. La dimensione dei contenuti e della tipologia delle risorse: garantire una didattica flessibile da questo punto di vista significa permettere allo studente di scegliere in che modo affrontare i contenuti didattici (ad esempio, lo stesso argomento può essere approfondito attraverso un video o una testo cartaceo), di personalizzare i percorsi e i contenuti proposti (ad esempio, permettendo allo studente di scegliere i contenuti da apprendere sulla base dei propri interessi personali) o ancora di realizzare i compiti richiesti sfruttando formati diversi (ad esempio, un documento può essere sintetizzato attraverso la realizzazione di una mappa concettuale, una presentazione PowerPoint, un video, un audio, ecc.). La dimensione strategica e metodologica: una didattica flessibile si radica in metodologie e strategie basate sulla costruzione attiva e cooperativa della conoscenze, e dunque non puramente trasmissive. Di primo acchito il web potrebbe apparire limitante e frustrante in questo senso; tuttavia, numerose esperienze pratiche di didattica online ci incoraggiano a osare e a sperimentare, trovando di volta in volta gli strumenti tecnologici più adeguati. L’insegnante può registrare tutorial (per guidare gli studenti ad apprendere in modo attivo e indipendente in modalità asincrona), creare dibattiti e discussioni sfruttando gli applicativi per videoconferenze, offrire momenti di aiuto personalizzato e in tempo reale attraverso videochiamate individuali per aumentare la percezione emotiva dello studente e addirittura assegnare lavori di gruppo. Risorse digitali appropriate Oltre a indicare le linee metodologiche e operative per applicare il concetto di flessibilità alla didattica online, il documento ci offre interessanti e rilevanti spunti di riflessione. Tra questi, mi sono parse particolarmente stimolanti e utili per l’insegnante in Italia (anche e soprattutto in un’ottica di inclusione) le osservazioni riguardanti la selezione delle risorse digitali. Il grande “oceano” del web in questo senso è molto ricco, tanto da apparire dispersivo e disorientante. Il pericolo, però, non è solo quello di “perdersi” in un labirinto di link e risorse, ma anche quello di selezionare materiali che non favoriscano e non sostengano l’apprendimento online dei nostri studenti. Come i materiali cartacei, anche quelli digitali devono rispettare una serie di criteri per garantire allo studente un’esperienza di apprendimento online efficace e piacevole. Quali sono, dunque, i criteri da tenere in considerazione all’ora di selezionare una risorsa digitale? Il documento indica 4 condizioni di base che devono essere soddisfatte: i contenuti devono essere significativi e interessanti per i nostri apprendenti, o comunque necessari per svolgere il compito. L’invito è dunque quello di proporre una didattica basata sul discente e di limitare i contenuti che appaiono inutili o superflui per il compito assegnato e per gli obiettivi che ci si propone di raggiungere; il livello di difficoltà deve essere moderato e adeguato in rapporto alle caratteristiche degli apprendenti. L’invito è dunque quello di scegliere risorse che evitino di sovraccaricare gli studenti da un punto di vista cognitivo e di preferire materiali che risultino abbordabili e comprensibili; le risorse devono presentare una strutturazione semplice e chiara; pertanto, si cercherà di selezionare materiali ben strutturati e organizzati, sia logicamente che graficamente. Ciò sosterrà i processi di comprensione e di acquisizione delle nuove conoscenze ed eviterà l’affaticamento visivo; il layout di navigazione deve essere il più possibile semplice e intuitivo in modo che gli studenti non si sentano persi durante la navigazione. Orientiamoci dunque il più possibile verso materiali digitali che presentino un design semplice, di facile navigazione e fruizione. L’ambiente di apprendimento Un ulteriore aspetto di estremo interesse per l’insegnante in Italia riguarda il concetto di “comunità di apprendimento”. In effetti, nel passaggio dalla didattica in presenza a quella online, si può cadere nella tentazione di dare per scontato questa variabile. Dobbiamo, invece, ricordare che quando la classe “trasloca” online, l’ambiente di apprendimento deve essere ricostruito al fine di ristabilire un’interazione simile a quella che avviene nelle nostre classi fisiche. Per raggiungere questo obiettivo, il documento fornisce le seguenti indicazioni: costruire la fiducia, facendo in modo che si sviluppi un senso di appartenenza alla nuova comunità virtuale e fornendo continui incoraggiamenti e rinforzi al fine di sostenere gli apprendenti da un punto di vista emotivo, anche e nonostante la distanza; fornire feedback tempestivi in modo che gli studenti avvertano la “vicinanza” dell’insegnante e che non perdano la motivazione ad apprendere. Infatti, un feedback puntuale sosterrà i processi di riflessione e auto-apprendimento nonché permetterà di sviluppare un senso di realizzazione, appagamento e soddisfazione personale; sviluppare un senso di identificazione emotiva, spostando il focus dagli aspetti competitivi e performativi a quelli collaborativi. Il documento è ricco di immagini, curiosità e spunti operativi. Vi invito quindi a esplorarlo e ad attingere a piene mani. Infine auguro a tutti noi una serena e coraggiosa sperimentazione didattica all’insegna della flessibilità, nella speranza che quest’ultima possa diventare il segno distintivo del nostro operare.
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Search-ME - Erickson 3 metodo analogico
Un calcolatore analogico che permette ai bambini di effettuare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni
La linea del 100 è una specie di calcolatore analogico, come La linea del 20, in grado di simulare le operazioni del calcolo mentale. Esso può essere paragonato a un armadio con 10 cassetti in cui sono riposte ordinatamente 100 palline, 10 per ogni cassetto. Per cominciare occorre inserire le sette schedine nel vano dello strumento dove possono essere sempre conservate tutte insieme. Al bisogno, l’alunno invertirà l’ordine delle schedine mettendo sopra quella su cui intende lavorare. Per fare le addizioni basta utilizzare la matrice con lo sfondo colorato e le palline bianche. Muovendo le asticelle verso destra farà comparire le quantità richieste dall’esercizio che ben presto imparerà a leggere secondo le regole della percezione subitanea. Per fare le sottrazioni basterà, al contrario, che chiuda le asticelle in modo da nascondere le palline. Leggerà poi i risultati spostando la matrice verso l’alto facendo comparire i numeri. Per fare le moltiplicazioni sarà sufficiente che, dopo aver girato la matrice dal lato con lo sfondo bianco, cominci a disporre le palline in modo da formare «schieramenti» quadrati e rettangolari. Spingendo in alto la matrice, per il controllo, comparirà la tavola pitagorica che gli fornirà i risultati. Naturalmente la questione delle tabelline viene demandata in altra sede.    Tutto è immediato e comprensibile in un minuto, poiché le operazioni della matematica come disciplina nella nostra mente hanno questa semplicità: addizione significa aggiungere, sottrarre significa levare, moltiplicare o dividere significa aggiungere o levare tante volte.   La tabella pitagorica dà luogo nel suo sviluppo a uno spazio bidimensionale procedendo simultaneamente in larghezza e in lunghezza. La tabella per le addizioni e sottrazioni è invece una retta numerica unidimensionale che procede da sinistra a destra e va a capo come la scrittura. Nonostante la sua parvenza si tratta di una linea frammentata e sormontata per consentirci di calcolare facendo i conti con i nostri limiti. Questo strumento, nella sua forma, non è altro che un pallottoliere in cui le palline, a differenza delle versioni tradizionali, hanno la qualità di mantenere fisso il loro posto. Siamo noi che dobbiamo muoverci tra esse azionando le asticelle. È questo il segreto della sua semplicità. Così come nell’esperienza della vita di tutti i giorni abbiamo l’esigenza di mantenere le cose ferme al loro posto per non perderci, per non smarrirci.
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Search-ME - Erickson 4 Prerequisiti per l'apprendimento
Potenziare le abilità di base per arrivare pronti alla scuola primaria
Numerose ricerche dimostrano come il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria sia un momento cruciale per gli apprendimenti e lo sviluppo delle capacità di base. È fondamentale osservare il livello di prontezza di fronte a questo grande passo, perché riveste un importante ruolo preventivo nei confronti di abbandoni scolastici e futuri insuccessi. Una valutazione precoce delle competenze di base può aiutare insegnanti ed educatori a riconoscere punti di forza e di debolezza dei bambini, così da programmare interventi didattici volti a sostenere un adeguato sviluppo di abilità e competenze. Possedere un buon livello di readiness nell’infanzia, ossia di “prontezza” cognitiva, permette di affrontare con serenità le sfide dell’apprendimento che si presenteranno nel futuro percorso scolastico. Se in bambini così piccoli si rilevano alcune carenze, per esempio, queste potranno essere affrontate e anche risolte con successo, attraverso compiti mirati all’interno di un programma di potenziamento cognitivo. È quindi importante creare le condizioni perché ciascuno possa sviluppare il proprio potenziale attraverso l’attivazione di contesti in cui ciascun bambino si senta supportato dall’adulto, che con la sua sensibilità dovrà essere in grado di rispondere ai bisogni fisici ed emotivi dei bambini. Si tratta quindi non solo di offrire un ambiente protetto in cui il bambino possa imparare a conoscere sé stesso e gli altri, ma anche di offrire opportunità di esplorazione e apprendimento attraverso la messa in atto di pratiche cognitivamente stimolanti e in grado di fornire supporto emotivo. Nello sviluppo individuale è importante la creazione di un «ponte» che favorisca esperienze condivise e continuità formativa. Il sistema educativo rappresenta il contesto privilegiato per garantire continuità, come ben descritto anche dalle Linee pedagogiche per il sistema integrato Zerosei proposto dal Miur, che intende promuovere la continuità del percorso educativo e scolastico riducendo svantaggi socio-culturali e promuovendo la qualità del percorso formativo complessivo. Il passaggio da una scuola all’altra, scandito dalla conclusione di un ciclo scolastico, rappresenta per l’alunno e per i genitori un momento estremamente delicato, non privo di timori e interrogativi. L’alunno troverà nuove organizzazioni, nuovi ambienti, nuove relazioni, nuovi insegnanti e nuovi compagni di classe: tutti elementi di incertezza che necessitano di supporto e attenzione. Un progetto ben strutturato di potenziamento delle abilità di base consente ai docenti di garantire  continuità,  attraverso  esperienze  di  interazione  didattica di qualità, e agli alunni di essere pronti ad affrontare il futuro percorso senza fratture tra i vari ordini di scuola. Arrivare a scuola «pronti», sia dal punto di vista cognitivo che emotivo, a partecipare attivamente è senz'altro fondamentale per rendere positive le esperienze vissute dai bambini. Il concetto di readiness o «prontezza», ossia l’idoneità del bambino a intraprendere il cammino verso l’alfabetizzazione, è stato introdotto per la prima volta negli anni Venti per poi affermarsi soprattutto in America a partire dagli anni Ottanta. Ad oggi questo concetto assume anche in Italia una visione integrata che possiamo ritrovare nelle Indicazioni Nazionali del 2012, che mettono l’accento su come la continuità, e pertanto la prontezza, si costruisca gradualmente nei primi anni di vita mediante interazione tra le naturali capacità cognitive del bambino e l’ambiente sociale in cui si trova, famiglia e scuola dell’infanzia in particolare. Si tratta in sostanza dell’insieme di abilità, conoscenze e comportamenti che ci si attende che ogni bambino acquisisca ed eserciti per uno sviluppo sano e un sereno percorso di apprendimento. Obiettivo della scuola dell’infanzia è infatti accogliere, promuovere e arricchire l’esperienza vissuta dai bambini in una prospettiva evolutiva. Le attività educative devono dunque offrire occasioni di crescita e devono essere orientate alla promozione del benessere. Nell’ottica della continuità è importante che nel periodo dai tre ai sei anni lo sviluppo di abilità funzionali ai prerequisiti di apprendimento venga sostenuto con proposte didattiche e metodologiche specifiche e coinvolgenti. In questo senso si identificano sei ambiti fondamentali dello sviluppo sui quali è bene lavorare nell’arco del percorso prescolare: 1. Abilità percettive 2. Abilità cognitive e logico-matematiche 3. Abilità linguistiche 4. Imparare a imparare e utilizzo delle funzioni esecutive 5. Competenze socio-emotive e di autoregolazione 6. Sviluppo psico-motorio e benessere generale. Un progetto di potenziamento assume quindi il ruolo di un intervento in grado di favorire lo sviluppo, al meglio delle potenzialità individuali, di una funzione che sta emergendo, fornendo occasioni di apprendimento che stimolano il bambino a imparare e che gli permettano di farlo serenamente nell’arco di tutta la vita. Durante lo svolgimento delle attività non deve essere privilegiato solo l’insegnamento di un concetto, ma soprattutto l’insegnamento delle strategie di apprendimento metacognitive. Obiettivo del potenziamento è infatti quello di lavorare con il bambino sul mantenimento della concentrazione e dell’attenzione; l’acquisizione di nuove conoscenze e abilità, infatti, molto spesso dipende da come i bambini prestano attenzione alle istruzioni che vengono loro date e agli eventi che li circondano. Possono essere utili a questo scopo attività come quelle contenute nel libro “Materiali SR 4-5”, che facciano sentire i bambini e le bambine coinvolti in un gioco stimolante e che allo stesso tempo permettano a insegnanti, educatori e genitori di osservarli e sostenerli nel loro percorso di preparazione all’apprendimento.
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Search-ME - Erickson 5 Concorsi e professioni della scuola
Quali sono le prove previste per i candidati ammessi concorsi ordinari per la scuola dell’infanzia e primaria e quali i materiali utili per la preparazione
I concorsi ordinari per la scuola dell’infanzia e primaria che il Ministero dell’Istruzione aveva indetto lo scorso anno e che poi non sono stati svolti per le circostanze legate alla pandemia, sono ora pronti a partire. Le prove si svolgeranno nei giorni 13, 14, 15, 16, 17, 20 e 21 dicembre 2021. Le prove scritte, che si faranno al computer, avranno luogo nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione. Ciascuna prova avrà la durata di 100 minuti. Sono ammessi a partecipare alle prove di concorso i candidati che abbiano già presentato domanda di partecipazione l’anno scorso, in base alle modalità e i termini e nel rispetto dei requisiti previsti dal bando. Facciamo il punto della situazione ricapitolando, qui di seguito, le informazioni utili per chi affronterà le prove di concorso. Posti disponibili e numero candidati Sono 12.863 i posti a bando, 76.757 le domande pervenute per la partecipazione. Con una domanda era possibile fare richiesta di partecipazione per più di un insegnamento/tipo di posto. Per questo il totale degli iscritti al concorso è pari a 107.160. Nello specifico, per il concorso Infanzia, i posti comuni messi a bando sono 912, con un numero di candidati complessivo pari a 33.246. Per quanto riguarda i posti sul sostegno, a fronte di 1.014 posti, sono state presentate 3.059 candidature. Per il concorso Primaria, i posti comuni messi a bando sono 5.104, per i quali concorrono 64.136 candidati. Per quanto riguarda i posti sul sostegno, sono stati messi a bando 5.833 posti, per i quali concorrono 6.719 candidati. Prove Il concorso ordinario per la scuola dell’infanzia e primaria (sia per i posti comuni che per i posti di sostegno) si articolerà in: - un’unica prova scritta con quesiti a risposta multipla - una prova orale riservata a coloro che avranno superato la prova scritta. La prova scritta varrà un massimo di cento punti, così come quella orale, mentre altri cinquanta punti saranno assegnati per i titoli culturali e professionali, per un totale complessivo massimo di 250 punti. Sulla base dei risultati delle prove e della valutazione dei titoli, verrà stilata una graduatoria di merito nel limite dei posti messi a concorso. Contenuti delle prove La PROVA SCRITTA con i quesiti a risposta multipla prevede: - per i posti comuni, quaranta quesiti a risposta multipla, volti all’accertamento delle competenze e delle conoscenze in relazione alle discipline oggetto di insegnamento nella scuola primaria e ai campi di esperienza nella scuola dell’infanzia; - per i posti di sostegno, quaranta quesiti a risposta multipla inerenti alle metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di disabilità, finalizzati a valutare le conoscenze dei contenuti e delle procedure volte all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità; - sia per i posti comuni che per quelli di sostegno, cinque quesiti a risposta multipla sulla conoscenza della lingua inglese al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue e cinque quesiti a risposta multipla sulle competenze digitali inerenti l’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali più efficaci per potenziare la qualità dell’apprendimento. I candidati che avranno superato la prova scritta saranno ammessi a sostenere la prova orale. A sua volta, la PROVA ORALE: - per i posti comuni, valuta la padronanza delle discipline e la relativa capacità di progettazione didattica efficace, anche con riferimento all’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali - per i posti di sostegno, valuta la competenza del candidato nelle attività di sostegno all’alunno con disabilità volte alla definizione di ambienti di apprendimento, alla progettazione didattica e curricolare per garantire l’inclusione e il raggiungimento di obiettivi adeguati alle possibili potenzialità e alle differenti tipologie di disabilità, anche mediante l’impiego didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali. Sia per quanto riguarda i posti comuni che per i posti di sostegno, poi, la prova orale valuta la capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue nonché della specifica capacità didattica, che nel caso dei posti di sostegno contempla la didattica speciale. Prepararsi ai concorsi con i materiali Erickson Gli esperti Erickson hanno messo a punto una serie di materiali utili per affrontare con successo le prove del Concorso Docenti. Ecco nel dettaglio quali sono. Per la scuola dell’infanzia, posti comuni - Manuale “Insegnare Domani nella scuola dell’infanzia” con accesso alla piattaforma digitale con 5 simulazioni della prova scritta con 50 quesiti. - Manuale “Insegnare Domani nella scuola dell’infanzia e primaria – Prova orale” con accesso alla piattaforma digitale. - Corso online "Concorso Docenti - Scuola dell'infanzia" con webinar, video-pillole e numerose simulazioni randomizzate della prova scritta. - Libro “Normativa scolastica” Per la scuola primaria, posti comuni - Manuale “Insegnare Domani nella scuola primaria” con accesso alla piattaforma digitale con 5 simulazioni della prova scritta con 50 quesiti. - Manuale “Insegnare Domani nella scuola dell’infanzia e primaria – Prova orale” con accesso alla piattaforma digitale. - Corso online "Concorso Docenti - Scuola primaria" con webinar, video-pillole e numerose simulazioni randomizzate della prova scritta. - Libro “Normativa scolastica” Per la scuola dell’infanzia e primaria, posti di sostegno - Manuale “Insegnare Domani Sostegno – Scuola dell’infanzia e primaria – Prova scritta” con accesso alla piattaforma digitale con 5 simulazioni della prova di scritta con 50 quesiti. - Manuale “Insegnare Domani Sostegno – Scuola dell’infanzia e primaria – Prova orale” con accesso alla piattaforma digitale. - Corso online "Concorso Docenti - Sostegno" con webinar, video-pillole e numerose simulazioni randomizzate della prova scritta. - Libro “Normativa scolastica”
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Search-ME - Erickson 6 Pedagogia
La creazione di una antologia di fiabe e paesaggi narrativi aiuta i bambini a riconoscere e parlare delle emozioni, esplorando al contempo la propria creatività.
Fiabe, poesie e racconti sono veri e propri strumenti educativi. Sono scritti legati dalla fiducia nella parola che ha il potere di formare, educare e accompagnare a raccontarsi per riconoscersi e costruire la propria identità. Che sia di supporto a elaborare esperienze traumatiche, o strumento per fronteggiare paure e limiti o, ancora, mezzo per accettarsi nella propria integrale unicità, la parola è il mediatore, il punto d’appoggio cruciale per crescere nell’equilibrio, nell’appartenenza, nella libertà.  Le favole sono narrazioni sempre attuali che aiutano coloro che le leggono a scoprire sentimenti e stati d’animo spesso nascosti e possono così aiutare a conoscersi meglio. Possiamo considerarli come un piccolo archivio di vissuti esistenziali, come suggerimenti di vita senza scadenza, utili in qualsiasi tempo.  Quanta sapienza è celata nelle fiabe che, pur risalendo a millenni passati, mantengono tutta la loro attualità, anche in un mondo come quello contemporaneo in cui tutto cambia e le esperienze si avvicendano in modo frenetico. Proprio questo essere senza tempo, come pilastri intorno a cui ruota il succedersi degli eventi, è ciò che fa sì che gli umani le continuino a trasmettere ai figli e questi, a loro volta, ai propri figli, poiché suggeriscono riferimenti universali, riferimenti che svelano le connessioni tra le cose e gli esseri viventi, l’intimità dell’animo, il cielo e la terra. Forse, senza saperlo, i bambini che chiedono ai genitori di raccontare loro una fiaba stanno manifestando il desiderio di poter incontrare i segni che orientano i sentieri, per imparare a ripercorrere il labirinto delle relazioni di cui percepiscono la complessità degli intrecci, senza smarrirsi di fronte al mistero e agli ostacoli che si susseguono nei percorsi di vita. Le riflessioni suggerite dalle narrazioni integrano esperienze e sentimenti, ed è grazie a questa integrazione che si realizza un apprendimento più profondo, che va oltre la comprensione razionale. La narrazione del bruco che si trasforma in farfalla, ad esempio, può aiutare a capire molto meglio di qualsiasi argomentazione scientifica come i limiti possano venire trasformati in risorsa, se li sappiamo accogliere ricercando al tempo stesso le compensazioni possibili.  Fiabe, leggende e narrazioni sono il frutto di sapienze di popoli millenari, che dormono nell’inconscio collettivo dell’umanità e si risvegliano con tutta la profondità del sapere racchiuso in loro quando il cuore dedica loro la sua attenzione e le sue speranze. È la scoperta di questa nostra appartenenza alle generazioni che prima di noi hanno provato e vissuto le nostre stesse ansie, solitudini e sogni che ci aiuta a incontrare senza drammi gli ostacoli, a sopportare l’attesa, a trasformare il dolore provocato dalle ferite in capacità di affrontare la realtà. Per questo è importante accogliere apporti da numerose radici culturali, sapendone creativamente integrare le diversità, così come essere stesse convivono dentro ognuno di noi.  Le potenzialità dell’esperienza creativa  Benché sia difficile definire cosa sia la creatività, è possibile affermare che l’esperienza creativa è una potenzialità presente in tutti, contrariamente a quanto pensano alcuni, ossia che sia limitata a soggetti particolarmente dotati. La creatività è infatti una potenzialità che accompagna ognuno di noi in tutto il percorso di vita, nonostante secondo alcuni studiosi questa potenzialità venga sopita dal conformarsi alle norme sociali. Per Donald Winnicott, illustre pediatra e psicoanalista britannico, l’esperienza creativa oltre che universale è un fattore fondante dell’esistenza, è il fine della vita stessa, è il canale che guida gli esseri umani a percepire il sé e a viverne le diverse dimensioni. Ne consegue che, per accompagnare lo sviluppo di questa potenzialità presente in tutti, occorre poter attivare fin dall’infanzia percorsi educativi che ne consentano l’esercizio, e le narrazioni e le fiabe costituiscono una componente molto importante di tale allenamento. Grazie al supporto delle fiabe è possibile esercitare la capacità di ognuno di elaborare soluzioni originali incontrando le situazioni problematiche proposte dalla vita quotidiana e quelle delle numerose narrazioni incontrate lungo il percorso di formazione.
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