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I mini gialli dei dettati 2
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Search-ME - Erickson 1 Problemi e logica
Un giallo a fumetti per potenziare le abilità visuo-spaziali
Nell’ambito delle skills cognitive l’intelligenza visiva in particolare rappresenta una dimensione di grande rilevanza sociale e professionale, il più grande potenziale tra tutte le tecniche di training mentale  Pur rimanendo solitamente assai trascurata nei comuni curricola scolastici, essa può rappresentare un ponte preliminare per intercettare potenzialità, anche insospettate, in bambini piccoli e anche con disabilità. Gli esercizi presenti nella collana “I misteri della logica - Le indagini di zia Teresa” derivano da un programma per il potenziamento dell’intelligenza logica, in primo luogo visiva, seguita poi da quelle linguistica e numerica, frutto di tre anni di ricerca dell’Associazione SApIE - Società per l’Apprendimento e l’Istruzione Informati da Evidenza (www.sapie.it). Sono stati selezionati un sottoinsieme di esercizi e giochi rappresentativi delle tipologie più rilevanti sul piano cognitivo.  Nei quaderni vengono presentati esercizi graduati per difficoltà, andando a incrementare anno per anno la «sfida» e le componenti logiche e visive da allenare. La caratteristica del metodo seguito nella collana consiste nel contestualizzare le attività nella cornice narrativa del genere «giallo», che si adatta perfettamente al tipo di attività proposta e che ha lo scopo di motivare il bambino e coinvolgerlo in una continua capacità esplorativa. Il bambino dovrà infatti aiutare la protagonista “Zia Teresa” a raccogliere gli indizi e scoprire cos’è successo, risolvendo accattivanti sfide logiche. Ecco alcuni esempi degli sfide proposte.
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Search-ME - Erickson 2 Didattica
Attività da realizzare con i bambini per sviluppare competenze chiave
Il Coding è una pratica didattica che favorisce lo sviluppo del pensiero computazionale, della capacità di analizzare problemi e cercare soluzioni. Assieme al Tinkering - un’attività per realizzare oggetti, macchine e meccanismi - e al Making - un’attività per realizzare prodotti originali e innovativi - rientra tra le pratiche didattiche basate sui principi della pedagogia attiva costruzionista, applicabili a scuola e in famiglia per guidare i bambini nella realizzazione di attività che uniscono tecnologia, scienza, arte. Tali pratiche sono essenziali per sviluppare processi socio-cognitivi, allenare l’immaginazione, responsabilizzare, implementare forme di creatività che sono alla base dei savoir-faire fondamentali del XXI secolo. Ecco un esempio di attività di coding che si può proporre ai bambini dai 4 ai 6 anni, tratto dal volume Tinkering coding making 4-6 anni PUZZLE SOLVING Per introdurre i bambini alla logica del pensiero computazionale, si propone di creare e comporre dei puzzle. A seconda che la classe sia più o meno numerosa si lavora in piccoli gruppi di 2-3 alunni o in gruppi di 4. Ogni gruppo avrà uno schema pre-costruito di puzzle: su un lato ci sarà l’immagine completa, creata ad hoc o stampata, mentre sull’altro lato saranno tratteggiate le tessere. Terminata la fase di creazione dell’immagine, si procederà col ritaglio.I gruppi poi si scambieranno i puzzle Ogni gruppo così si troverà a dover comporre l’immagine ricostruita da un altro e trovare, quindi, la giusta soluzione per ricomporre il puzzle. I bambini dovranno collaborare tra loro per arrivare al completamento del puzzle, in questo modo svilupperanno capacità collaborative e di risoluzione dei problemi definendo il processo, aumenteranno la propria autostima e rafforzeranno la logica e la fiducia del gruppo. Sarà un primo passo analogico verso lo sviluppo del pensiero computazionale. Ruolo dell’insegnante Durante la realizzazione dei puzzle, l’insegnante dà le istruzioni agli alunni, stabilisce le regole e si accerta che tutte le coppie di puzzle solver seguano le indicazioni. Durante la composizione dei puzzle, l’insegnante assume il ruolo di facilitatore fornendo, nei momenti di difficoltà,qualche indizio su quale sia il giusto incastro. Competenze in gioco: Pensiero computazionale, creatività, problem solving, collaborazione Tempi: Preparazione, 1 ora; Svolgimento, 2 ore L’attività non richiede l’uso di dispositivi elettrici Preparazione 1. Predisporre i fogli per i puzzle     Su un lato dei fogli da disegno, l’insegnante disegna una trama di linee curve che i bambini poi ritaglieranno ottenendo le tessere del puzzle. Le linee curve permettono ai bambini, nella ricostruzione, di distinguere le tessere del bordo da quelle del corpo centrale. 2. Disegnare lo scenario L’insegnante organizza gli alunni in coppie e distribuisce i fogli da disegno che ha preparato. Su indicazione dell’insegnante, le coppie disegnano insieme un paesaggio, di mare e di montagna, la casa o il giardino dei sogni, la scuola incantata, ecc. È importante che i disegni siano fitti e ricchi di colori: senza i riferimenti chiari dei colori e dell’accostamento tra di essi sarà impossibile ricostruire l’ambiente disegnato. Dove il filo d’erba incontra il tronco dell’albero? O dove l’azzurro del cielo si fonde con il sole?   3. Osservare bene il disegno e… tagliare le tessere L’insegnante invita i bambini a osservare ancora una volta e con grande attenzione il disegno che hanno realizzato, così da memorizzarlo il più possibile. Ora gli alunni tagliano le tessere seguendo le linee sul retro del foglio predisposte dall’insegnante.  Con precisione dividono in sezioni pesci, fiori, alberi: tutto quanto hanno disegnato e colorato in precedenza. Dal momento in cui impugnano le forbici, niente sarà più lo stesso! Dopo aver ritagliato, i bambini possono divertirsi a mescolare le tessere. 4. Ricomporre il puzzle Sempre in coppia, i bambini ricompongono il disegno che hanno appena ritagliato. Grande concentrazione, lavoro di squadra, capacità di risolvere problemi: il posizionamento di ogni tessera richiede una soluzione. 5. Scambiarsi i puzzle Una volta che i bambini hanno acquisito la tecnica per essere dei buoni puzzle solver, l’insegnante alza l’asticella della difficoltà: le coppie di bambini si scambiano i puzzle e devono ricostruire il disegno realizzato dai compagni.   6. Comporre il puzzle delle competenze Con i bambini si riflette sul percorso fatto insieme: è stato facile ritrovare il giusto incastro tra forme e colori? Quanto è stato difficile ricomporre, pezzo dopo pezzo, il disegno dei compagni? D’altronde è così che si risolve qualsiasi problema: passo dopo passo, partendo da ciò che si conosce meglio.
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Search-ME - Erickson 3 Attività
Un avvincente escape book che permette di risolvere esercizi di grammatica e morfologia
Fare esercizi di grammatica con un coinvolgente escape book adesso è possibile. Arriva La casa nel bosco, pensato per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado, ideato per ripassare e consolidare le regole della grammatica italiana. Fin dalla prima pagina i ragazzi sono protagonisti di un’incredibile avventura, ma per riuscire a superare misteri e difficoltà deve risolvere esercizi di grammatica e morfologia... divertendosi. Una storia, una missione, molte sfide. In ogni pagina troverai l'indizio che ti porterà allo step successivo. Una storia ricca, avvincente, mai banale, resa ancora più interessante da esercizi particolarmente sfidanti, ideati per aiutarti a consolidare gli apprendimenti di grammatica e morfologia in una maniera diversa dal solito. Il libro fa parte di una nuova linea di giochi da tavolo e libri che - basandosi sul modello dell’Escape Room - ne fanno propri alcuni principi per applicarli ai contenuti didattici. Mettiti subito alla prova!
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Search-ME - Erickson 4 Didattica
Con lo sviluppo delle abilità di conteggio, il bambino impara a contare e farsi un’idea del significato dello zero, per esempio salendo e scendendo le scale.
Fin da molto piccoli i bambini incontrano nella loro esperienza il significato di “tutto” e “niente”. È ciò che osserviamo in Mario, 22 mesi, che, dopo aver mangiato tutta la pappa, guarda con attenzione il piattino vuoto ed esclama “pappa più!” per attirare l’attenzione della mamma. Il linguaggio non verbale del piccolo Mario dice che il piatto è vuoto, però quello verbale dice “...più...”. Pensiamo che Mario esprima lo stupore della scomparsa del cibo: prima c’era e poi “non c’è più”.  È la complessità del linguaggio verbale che costringe il piccolo a pronunciare solo l’ultima parte di un discorso logico che si sostiene attraverso immagini significative.  “Tutto e niente” sono sperimentate giornalmente e consentono di allargare il campo ad altre parole che si riferiscono a differenti quantità come “molti, pochi, uno solo, niente”. Scoprire lo zero, salendo e scendendo le scale Con lo sviluppo delle abilità di conteggio, il bambino impara a contare e farsi un’idea del suo significato in modo pratico, per esempio salendo e scendendo le scale. È proprio grazie a questo susseguirsi di esperienze che il bambino scopre lo “zero” inteso come assenza di quantità.  Mentre il bambino sale le scale osserva l’incremento di quantità del contare poiché sale sempre più in alto, ma quando scende impara il decremento e inizia a contare all’indietro. Arrivato all’ultimo gradino, l’1 della conta, cosa farà? Sarà “costretto” a scendere sul pavimento, allo “ZERO” numerico, cioè all’assenza di quantità. E’ in questo modo che il bambino scopre lo ZERO e un po’ alla volta farà proprie le sue funzioni nel sistema numerico a base decimale.
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Come annunciato nei giorni scorsi dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ha avuto inizio l’8 marzo il “Mese delle STEM”, l’iniziativa del Ministero per promuovere negli istituti attività e momenti di approfondimento su queste discipline (Science, Technology, Engineering and Mathematics). A breve saranno inoltre comunicati dal MIUR i dettagli dell’intervento per il potenziamento delle discipline STEM, per le quali sono state stanziate all’interno del PNRR risorse per oltre un miliardo di euro. Erickson si occupa da più di 35 anni di tematiche legate all’educazione ed alla didattica, e dispone all’interno del proprio catalogo di un’ampia proposta editoriale sui temi in oggetto. Scarica qui la Matrice d’acquisto con una selezione dei nostri prodotti più indicati per fare il tuo preventivo personalizzato. Il nostro Centro Studi offre inoltre una vasta gamma di corsi formativi, tra i quali segnaliamo in particolare Tinkering coding making ed i nuovi corsi online “Idee in Pratica”, con un taglio fortemente pratico-operativo. In alternativa le attività desiderate possono essere richieste su misura sulla base delle singole necessità alla pagina www.erickson.it/it/formazione-a-progetto. Ricordiamo infine che tutte le attività per l’apprendimento delle STEM per le quali sono stati assegnati fondi dal Bando Scuola Digitale 2021 devono essere realizzate e rendicontate entro il 30 settembre 2022.
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Search-ME - Erickson 5 Didattica
Una convenzione molto importante in aritmetica, che è bene utilizzare fin dalla scuola primaria con l’ausilio di artefatti matematici
La rappresentazione dei numeri naturali in notazione posizionale decimale è una convenzione molto importante in aritmetica. Di cosa si tratta? Della scrittura che abitualmente usiamo, in cui ogni cifra assume il proprio valore rispetto a una potenza di 10 in base alla posizione che occupa (ad esempio, in 325 il «3» vale 300, ossia 3×100; il «2» vale 20, ossia 2×10; e il «5» vale 5, ossia 5×1). Purtroppo, spesso né esplicitamente, né attraverso attività che permettano di discuterne il significato: perché si rappresentano i numeri con una notazione posizionale decimale? Quali sono le conseguenze di questa scelta? Questo, molto spesso, porta a un apprendimento mnemonico della matematica fin dai primi anni della scuola primaria, incentrato sulla necessità di ricordarsi molte regole, spesso percepite (e insegnate) come scollegate tra loro e senza un apparente significato. Da una parte, questo approccio — spesso giustificato per introdurre specifici algoritmi nel contesto del calcolo scritto — porta gravi difficoltà e spaesamento anche nel calcolo scritto stesso. Dall’altra, la nostra convinzione è che l’apprendimento significativo della matematica comporti che il «fare» sia supportato dal senso, dai «perché» che stanno dietro a ciò che si fa. Senza questa condivisione e costruzione di senso, lo stesso apprendimento della matematica si svuota non solo di senso, ma anche di fascino, creando tra l’altro, in molte occasioni, grosse barriere al percorso matematico dei bambini. Due sono le convinzioni alla base del libro “Il bruco matematico”: lavorare sul senso delle cose in matematica, non è solo il «bello» di questa disciplina, ma anche il modo migliore per costruire competenza matematica e fornire strumenti ai bambini per superare le difficoltà; si può e si deve lavorare sul senso fin dall’inizio della scuola primaria. Lavorarci fin dall’inizio significa approfondire il senso e la potenza della rappresentazione dei numeri interi in notazione posizionale decimale rispetto ad altre rappresentazioni possibili. È importante infatti sottolineare come la scrittura in notazione posizionale decimale sia soltanto uno dei modi possibili di rappresentare una certa numerosità. Ad esempio, la quantità che in notazione posizionale decimale rappresentiamo con il simbolo 215, può essere resa in tanti altri modi: con duecentoquindici oggetti (o con una loro rappresentazione grafica); con la parola «duecentoquindici»; con diverse somme (ad esempio con la somma 200 + 10 + 5, oppure con la somma 150 + 50 + 8 + 7); attraverso il sistema romano di indicare le quantità intere, ovvero con il simbolo «CCXV»; e in tanti altri modi ancora. Nel libro “Il bruco matematico” affrontiamo in modo particolare due rappresentazioni, entrambe legate alla scelta convenzionale della base 10: la rappresentazione in cifre che assumono valore in base alla loro posizione reciproca e alla base 10 a cui fanno riferimento («215»); la scomposizione che chiameremo canonica, a volte chiamata anche polinomiale (rispetto alle potenze di 10), che prevede la scomposizione in parti costituite da ciascuna cifra moltiplicata per la corrispondente potenza di dieci (215 = 2×102 + 1×101 + 5×100 , nel nostro esempio). Lavoriamo su queste due rappresentazioni — attraverso un personaggio/ artefatto, il bruco Fafù — perché crediamo che questo possa essere ideale per far emergere, discutere e infine sistematizzare con i bambini il senso della notazione posizionale decimale. Ma — e questo è un aspetto molto importante da chiarire fin da subito — invitiamo gli insegnanti a non censurare assolutamente eventuali altre rappresentazioni proposte dai bambini. La nostra scelta è studiata e ragionata, ma la varietà di approcci e di possibilità è sempre da valorizzare nell’insegnamento e, in particolare, nell’insegnamento della matematica a livello di scuola primaria.
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