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Ispettrice Numeroni, a rapporto! | Daniela Lucangeli per Erickson 1

Ispettrice Numeroni, a rapporto!

I perché di un progetto editoriale che mira a sviluppare l’apprendimento matematico nei bambini della primaria attraverso la didattica ludica

La valigetta dell’Ispettrice Numeroni propone giochi da tavolo che supportano l’apprendimento matematico in bambini delle prime classi della primaria. I giochi presentati nella Valigetta costituiscono parte integrante del curriculo di matematica, poiché offrono una base esperienziale per esprimere le abilità matematiche acquisite e per apprenderne altre attraverso una modalità differente da ciò che abitualmente accade in classe.

Le principali ragioni che ci hanno spinto a realizzare questo progetto sono tre.

  1. La prima è legata al significato profondo che il gioco ha per l’essere umano. La parola stessa «gioco» allerta la nostra mente, richiama un momento di svago, di divertimento e di ristoro. Il gioco è un’attività molto complessa da un punto di vista psichico, intrinsecamente motivante e così affascinante che anche gli adulti ci dedicano tempo e passione. È l’ per la maggior parte del tempo concesso loro da impegni scolastici o altre attività. Il gioco non è tipico solo dell’uomo ma anche del mondo animale. Per i bambini, poi, il gioco è di vitale importanza e solo il contesto educativo li abitua, gradualmente, ad accettare l’idea che per il gioco ci siano spazi e momenti espressamente dedicati.
    In questo contesto, quindi, assumiamo un’idea di gioco che accompagna la crescita e lo sviluppo del bambino negli aspetti cognitivi, sociali, emotivo-affettivi e motori. Viene interpretato come un’attività ricreativa anche di tipo competitivo, caratterizzata da obiettivi e regole definite in sintonia con la nostra proposta che si sostanzia in giochi da tavolo, da svolgersi preferibilmente in piccolo gruppo.

  2. La seconda altrettanto importante riguarda le pratiche didattiche. Proponiamo di introdurre nell’insegnamento della matematica un modo diverso, ma non alternativo, di affrontare all’interno della classe le fasi di allenamento, consolidamento e sviluppo delle conoscenze matematiche.
    Il gioco da tavolo (ad esempio le carte, i dadi) immerge anche noi adulti in un’atmosfera di leggerezza e ci predispone ad accogliere con curiosità e fantasia il succedersi del gioco stesso, nella consapevolezza che un po’ di fortuna è necessaria affinché si possano esprimere al meglio le proprie abilità.
    Possiamo immaginare, allora, quanto sarà attraente per il bambino trovare a scuola questi momenti che evocano atmosfere ludiche e veicolano divertimento, creatività, impegno e, nello stesso tempo, leggerezza.
    Solo nel giocare è possibile relazionarsi con gli altri in modo spontaneo, assaporando lo star bene e, in alcuni casi, anche la felicità.

  3. La terza è strettamente legata all’apprendimento che interpretiamo come processo costruttivo-dinamico, strategico e interattivo. L’apprendimento è un processo costruttivo-dinamico poiché la mente opera come sistema che elabora nuovi dati incorporandoli e integrandoli alle strutture conoscitive preesistenti, che ne risultano arricchite, modificate e/o ristrutturate anche radicalmente. È un processo strategico poiché i compiti si affrontano attivando strategie, modi utili a raggiungere gli obiettivi. Calcolare, misurare, risolvere problemi, infatti, presuppongono modalità cognitive, metacognitive ed emotivo-motivazionali che agevolino l’autoregolazione nell’apprendimento. È un processo interattivo in quanto avviene nel contesto sociale e culturale della classe. L’interazione tra le caratteristiche del bambino che apprende e la modalità d’insegnamento influenza la qualità dell’educazione e i risultati finali.
    La ricerca psicoeducativa sempre più mette in luce quanto il contesto di vita possa favorire o inibire il processo di acquisizione di competenze. Tale influenza è tanto più potente quanto più il bambino è piccolo. Un ruolo fondamentale, quindi, è assunto dall’insegnante che media l’appropriazione da parte del bambino degli strumenti culturali proposti dalla scuola introducendo pratiche didattiche che possano diversificarsi dalle tradizionali.

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