IT
I mini gialli dei dettati 2
Carrello
Spedizioni veloci
Pagamenti sicuri
Totale:

Il tuo carrello è vuoto

|*** Libro Quantità:
Articoli e appuntamenti suggeriti

Perché i bambini credono a Babbo Natale?

Le fantasticherie dei bambini legate al Natale spiegate dal punto di vista psicologico da Stefania Campestrini, Ricerca e Sviluppo Erickson

In questo periodo dell’anno, come ogni anno, le vie delle nostre città si riscaldano con una moltitudine di lucine colorate, alberi addobbati, stelle natalizie, decorazioni di agrifoglio, bacche rosse e vischio. Si osservano giovani e adulti con i visi all’insù spesso stupiti… ma dicembre è senza dubbio il mese dei più piccoli. È per loro il mese della magia, il mese dell’attesa, il mese del tempo in famiglia, il periodo delle vacanze dalla scuola.

Sono moltissime le tradizioni familiari e del mondo che animano i festeggiamenti di questo periodo dell’anno. Ciò che le accomuna è la presenza di personaggi fantastici, nonostante nomi e caratterizzazioni differenti, che portano doni desiderati ai bambini che credono in loro. È l’attenzione per la magia, l’attenzione ad arricchire la fantasia dei bambini, l’attenzione a conservare il loro stupore che occupa i genitori in questo periodo dell’anno. Credere a San Nicolò, Santa Lucia, Santa Claus, Babbo Natale, la Befana… è un segreto che crescendo viene svelato. Dalle ricerche su questo tema si legge che è più o meno tra i 4 e gli 8 anni che i bambini scoprono che tutto questo è una fiaba, ma la scoperta non necessariamente elimina lo stupore!

Da un punto di vista psicologico ci rifacciamo agli studi di Piaget, che fu tra i primi studiosi a definire il pensiero magico. Il pensiero magico è quella forma di pensiero tipico dei bambini che caratterizza lo stadio di sviluppo preoperatorio tra i 2 e i 6 anni. In questa fase il bambino conquista la rappresentazione, impara cioè ad usare simboli, immagini e parole per rappresentare altre cose (la forchetta è come se fosse la spazzola). Quella del pensiero magico è una fase dello sviluppo, in cui domina una generale sopravvalutazione dei processi psichici rispetto alla realtà. Secondo Wilhelm Wundt, il pensiero magico nel bambino ha una connotazione fortemente emotiva e assolve, quindi, alla funzione di proteggere il bambino dalla paura che manifesta per le cose e le esperienze nuove, aiutandolo anche ad affrontare situazioni che provocano angoscia o insicurezza.

In questa fase di vita il bambino matura anche quella che viene definita psicologia del desiderio, Wimmer e Penner (1983) e il bambino inizia ad agire e interpretare il mondo che lo circonda in relazione ai suoi desideri, così le conseguenti reazioni emotive sarebbero il risultato della soddisfazione o meno di questi desideri. L’evoluzione di questa importantissima funzione psicologica definisce nel bambino, dai tre anni in poi, il pensiero delle credenze, maturando così la consapevolezza che le azioni non sono mosse esclusivamente dai desideri ma anche dalle credenze; così più il bambino crede in una cosa più questa avrà possibilità di avverarsi.

In questa fase di vita i bambini maturano velocemente e parallelamente al pensiero magico si articolano meccanismi cerebrali in grado di smascherare e percepire la finzione; come risultato del gioco simbolico esercitato negli anni. Questo permetterà loro di comprendere che gli stati mentali propri e altrui possono discostarsi dalla realtà ponendo le basi per lo sviluppo del pensiero logico-formale e per la comprensione dei diversi punti di vista.

Dias e Harris nella loro trattazione conciliano quanto letto fin qui sostenendo che i bambini in una fase molto precoce del loro sviluppo abbiano due diversi modi di pensare: un modo fantastico ed un modo realistico e con molta facilità possono pensare in un modo o in un altro, ma solo crescendo sarà per loro possibile integrare le due forme di pensiero.

La psicologia ci spiega con chiarezza il perché i bambini credono reali le fiabe e i personaggi che animano le nottate di dicembre. Gli studi rafforzano l’importanza di queste credenze per lo sviluppo ma non trascurano di porre attenzione alla normalità della loro messa in discussione, dello sviluppo di dubbi e domande e dell’importantissima scoperta della realtà come fase evolutiva funzionale per una crescita equilibrata. 

#riflettere