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I mini gialli dei dettati 2
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Search-ME - Erickson 1 Società e cittadinanza
Le sfide urgenti della nostra scuola analizzate dal maestro Franco Lorenzoni
Franco Lorenzoni, maestro di scuola primaria da quarant’anni, insegna a Giove, in Umbria e presso la casa-laboratorio di Cenci ad Amelia, un centro di sperimentazione educativa fondato da lui nel 1980, dove si occupa di formazione per adulti e ragazzi di tutte le età. È anche autore, con vari titoli al suo attivo che raccontano le sue esperienze educative con i bambini. Nella pratica didattica considera centrale il dialogo con i suoi alunni, ponendosi come obiettivo quello di costruire insieme un percorso formativo fatto di domande e risposte, esperimenti e verifiche sul campo. Franco Lorenzoni sarà relatore al convegno “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale” con due interventi sulla necessità di “educare controvento” e di costruire contesti educativi accoglienti. Proponiamo qui un’anticipazione della sua riflessione riguardo alle sfide urgenti che deve affrontare la scuola oggi nel nostro Paese.  «Abbiamo davanti a noi due domande che non possiamo eludere: Come costruire una società aperta e tollerante, capace di accogliere migrazioni di vasta portata con conseguenti trasformazioni culturali? Come comportarci con il surriscaldamento globale che già colpisce vaste zone del sud del mondo, sapendo che “risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l’Homo sapiens abbia mai dovuto affrontare”, come ripete con efficacia e convinzione Greta Thunberg? All’origine della nostra cultura, nelle prime scuole filosofiche dell’antica Grecia, chi insegnava e studiava non si limitava a elaborare e trasmettere conoscenze, ma cercava di sperimentarle su di sé, nel proprio corpo e nelle relazioni con gli altri. Prima che studio, la filosofia era esercizio, pratica. Nell’educare oggi abbiamo bisogno di una coerenza di comportamenti difficile da realizzare, che possiamo alimentare solo da una ricerca continua e dal metterci in gioco, trasformando in modo radicale i contesti educativi che abitiamo». In un articolo pubblicato da Internazionale ad aprile 2019, Franco Lorenzoni ha approfondito il significato della sfida lanciata da Greta Thunberg alla scuola. «Lo sciopero a oltranza di Greta Thunberg lo scorso agosto e i suoi venerdì di astensione dalle lezioni hanno colpito l’immaginazione di centinaia di migliaia di studenti in tutto il mondo. La ragazza non sta fondando una nuova scuola filosofica ma chiede, nel modo ultimativo che sanno avere gli adolescenti, un cambiamento radicale nel modo in cui la società si relaziona con la conoscenza. Chiede di svegliarci e di agire di conseguenza. Chi crede nella funzione dell’educazione non può non interrogarsi su tutto questo. Forse, nelle nostre scuole dovremmo immaginare di fare qualcos’altro ogni venerdì, provando a ragionare con radicalità e senza bugie su quali pratiche e comportamenti siano compatibili con il futuro di un pianeta abitabile per tutti. È una strada difficile, che appare quasi impossibile percorrere, ma le domande che pone Greta Thunberg sono ineludibili, perché mai con tanta evidenza come in questo caso capire è cambiare. E non cambiare vuol dire non aver capito, alla faccia del gran parlare di competenze».
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Search-ME - Erickson 2 Società e cittadinanza
Un e-book gratuito, esemplare per chiarezza e fruibilità, per tutte le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender, e per coloro che vogliono supportarle nella loro ricerca del benessere e nella battaglia per l’uguaglianza di diritti.
Che cosa accade e che cosa cambia in una famiglia, in una classe, in un gruppo di amiche e amici in cui una ragazza o un ragazzo comunichi il proprio orientamento omosessuale o la propria identità di genere non conforme? Quali sono le sfide che i giovani gay, le giovani lesbiche, bisessuali e transgender si trovano ad affrontare nel processo di acquisizione della propria autoconsapevolezza come persone integrali che amano persone dello stesso sesso o che non si riconoscono nel genere a loro assegnato alla nascita? Questa guida, realizzata da genitori per genitori e da insegnanti per insegnanti, risponde alle domande di insegnanti, genitori, amici, ma anche, prima di tutto, delle stesse persone gay, lesbiche e transgender, adolescenti e giovani adulti, offrendosi come supporto nella comprensione e nella formazione di una personalità matura e equilibrata proprio perché non gravata da interdetti, pregiudizi e menzogne. Per scaricare e leggere l’ebook clicca qui Chi ha piacere di avere una copia cartacea può contattare una delle innumerevoli sedi presenti sul territorio nazionale il cui elenco si trova al link: https://www.agedonazionale.org/sedi-territoriali-aggiornate
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Search-ME - Erickson 3 Società e cittadinanza
L’impatto del Coronavirus sulla comunità LGBT* è un tema poco discusso ma fonte di un prezioso insegnamento Mindful, che parla al cuore di tutti.
Chiunque noi siamo, possiamo guardare a ciò che ci affligge con gentilezza amorevole e rivelare a noi stessi quel che davvero aspiriamo a diventare, per aprirci a un futuro più vero. Capita, durante questa reclusione forzata e necessaria, di patire forte la mancanza di qualcosa. Talvolta è un’abitudine consolidata: caffè e cornetto a colazione nel bar preferito, il sole che bacia il viso di prima mattina, lo shopping al negozio prediletto, l’aperitivo con gli amici a sera con le chiacchiere e il vino che scintilla nei calici. Talvolta ci manca qualcosa d’altro, qualcosa di remoto che aggancia il corpo ma punta al cuore: il sorriso all'edicolante al mattino appena fuori dalla metropolitana, la stretta di mano al termine di una riunione, l’abbraccio all'amico di sempre, la passeggiata con i cani al parco e le parole scambiate tra i proprietari. Un bacio, uno sguardo celato che allaccia un’intesa segreta; il profumo di un’amante al mattino, dopo una notte in cui abbiamo sganciato i freni. Cose che abbiamo perso d’improvviso. Ovvietà che più di una volta abbiamo dato per scontate e che oggi ci mancano moltissimo, alla luce del cambio forzoso di prospettiva. E così, il mio pensiero corre alla comunità LGBT*, alla quale io devo più di una riflessione e più di un insegnamento.  In questa reclusione prolungata, che ci costa fatica e costante riadattamento, a mio parere torna di aiuto proprio l’esperienza di resistenza e di resilienza delle persone LGBT* che ho conosciuto. Amici, colleghi, pazienti che hanno consolidato nel tempo la capacità di mantenersi saldi, riuscendo a immaginare il futuro oltre le incertezze e le paure temporanee. Un futuro maturato dentro un presente spesso difficile, dove la quotidianità non è ovvia ma va espugnata con tenacia e tenerezza. Un bacio furtivo scambiato sotto il sole, una mano intrecciata per qualche istante tra la folla, un bimbo con due mamme, un filo di mascara e la barba fatta di fresco, un tacco dodici dopo un giorno al lavoro in giacca e cravatta. Libertà che costano impegno, valore d’animo e coraggio; che necessitano di pazienza e fiducia, perché non sono gratuite ma guadagnate togliendo spazio al pregiudizio, al preconcetto, alla vita guidata dal pilota automatico, alla supposizione che esista una normalità alla quale la diversità si oppone minacciosamente. Fare spazio, farsi avanti, dichiararsi, uscire allo scoperto: sono azioni che contrappongono alla certezza e alla velocità sociale, lo scoprimento lento e la disposizione d’animo a sopportare i disagi, le contrarietà e trovare il momento giusto per diventare quello che, in silenzio e di nascosto, si è. In questo momento il tempo si è allungato e lo spazio per riflettere, di conseguenza, si è amplificato notevolmente. Così, scrivendo queste considerazioni, ho pensato anche molto all’epidemia di HIV e AIDS degli anni Ottanta e Novanta. Allora, malgrado lo stigma caduto sulla comunità reputata responsabile della diffusione, il comportamento delle persone LGBT* è stato determinante nel contenimento e nell’impegno per la tutela reciproca e la protezione. L’idea di “fare gruppo”, nel senso di creare famiglie elettive di amici nelle case private, dove sostenersi a vicenda, è stata essenziale e risolutiva: come mostra con grande sensibilità e perizia la serie tv Pose. L’esempio dato è stato di onestà e collaborazione: le virtù dell’essere umano come espressione di civiltà, cortesia e correttezza. Questo momento, a mio parere, ha cambiato la percezione che la comunità LGBT* rimandava all’esterno, rendendo possibile lo sviluppo di una politica specificamente LGBT*, volta all'affermazione di diritti di cui, inevitabilmente, oggi beneficiamo tutti. Se ci stiamo chiedendo cosa facciano le persone LGBT* in questo momento e come vivano le difficoltà della clausura, proviamo ad accorciare le distanze. Sono quel medico che si spende in corsia e ha saltato il pasto, l’autista del bus che è ancora di turno, la maestra dei nostri figli che si connette da casa per la lezione, l’imprenditore che è fermo e pensa ai suoi dipendenti, il musicista che fa concerti online, il banchista di farmacia, la barista, l’operaia in cassa integrazione, i vicini di casa che piangono a notte dopo aver coricato i bambini, stanchi e spaventati come noi. E sono anche coloro che un tempo hanno cercato autonomia e deciso di lasciare la propria casa per essere liberi di esprimersi, affrontando viaggi lunghi e distacchi perché vittime di famiglie non accoglienti e di un tessuto sociale discriminatorio. Oggi, alcuni di loro hanno dovuto far rientro a casa: sono giovani e ancora non godono della maturità economica sufficiente a sostentarsi in quarantena senza appoggi. E, perché giovani e dipendenti, sono i più fragili e tornano improvvisamente a essere isolati. Che fare? A chi soffre perché si trova a indossare una maschera, sia la mascherina che protegge dal virus o una maschera di finzione che protegge dall’omofobia e dalla violenza, rispondo con la pratica Mindful della gentilezza amorevole. Abbiamo tutto il diritto e la responsabilità di comunicare a noi stessi ogni sofferenza, ogni fatica, ogni paura. Abbiamo il dovere di proferirci stanchi, di sentirci profondamente soli. Ma non facciamolo con linguaggio della rabbia, del giudizio, dell’accusa o del rancore. Proviamo a farlo con il linguaggio dell’amore. Amore per noi stessi, per primi; accoglienza amorevole per la rabbia che sale, per l’accusa che punta il dito, per il giudizio da accantonare sì, ma con comprensione per il modo in cui sorge e le ragioni per cui ferisce. Proviamo anche a viaggiare con l’immaginazione e pensare al mondo e a tutte le creature che lo abitano come legate da una lunga corda. Cominciamo da un esempio pratico: la mano che ha colto il frutto che ora state mangiando e la vostra sono legate da una corda, così come il sole che scalda il frutteto, la terra e chi l’ha coltivata. La Mindfulness chiama questa corda interdipendenza: cioè la mancanza di autonomia che lega il mondo e i suoi abitanti gli uni agli altri. L’interessenza è il passo successivo, la comprensione intuitiva e profonda al contempo, che io non esisto se non esiste tutto quello che mi ha portato alla vita e mi trattiene alla sopravvivenza. Ne è espressione questa stessa pandemia, che toglie il respiro ma viaggia nel respiro del mondo, quel soffio prezioso e vitale che ci mette gli uni accanto agli altri di continuo, mentre sediamo su un aereo e raggiungiamo mete sognate, mentre in ogni polo del mondo ascoltiamo la stessa musica, guardiamo le medesime serie tv e seguiamo le tendenze globali della moda. Nessuno è solo, neppure dietro a una maschera. Togliamola quando possibile, nella riservatezza di uno spazio sicuro, e troviamo quiete nel respiro. Con gentilezza amorevole accogliamo quel che c’è, qui e ora. Respiriamo. Come la gemma che promette il fiore, siamo già quello che vogliamo diventare. Il termine LGBT* è l’acronimo internazionale a oggi più utilizzato di “lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender”. L’asterisco apposto a destra sottintende tutte le persone con altre identità sessuali, che non sono trascritte per semplice brevità e a cui mi riferisco nei pensieri e nel testo.
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Search-ME - Erickson 4 Lavoro sociale
Per mettere in campo interventi efficaci è necessario l'impegno di tutte le figure che lavorano in questo ambito.
Quando si parla di violenza maschile contro le donne si sentono spesso anche altre espressioni, come violenza domestica e violenza di genere. L’espressione violenza domestica fa riferimento al fatto che, secondo dati a livello globale, le donne subiscono abusi soprattutto tra le mura di casa, ossia in quello che dovrebbe essere il più protettivo e sicuro dei contesti. La violenza di genere fa riferimento alle motivazioni culturali e alle dinamiche relazionali che sono alla base della violenza maschile contro le donne.   L’inclusione del concetto di genere nelle definizioni internazionali di violenza contro le donne è stata una conquista storica. Nella Convenzione di Istanbul – ratificata dall’Italia nel 2013 – si definisce così la violenza contro le donne: «…una violazione dei diritti umani e una forma di discri­minazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono su­scettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata». QUALCHE DATO SUL FENOMENO Nel mondo, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, 1 donna su 3 (il 35% delle donne della popolazione mondiale) ha subìto nel corso della vita una forma di violenza da parte di un uomo. Un femminicidio su 4 è compiuto dal partner.    In Italia 6 milioni 788 mila donne nel corso della propria vita hanno subìto violenza fisica o sessuale da parte di un uomo (fonte Istat). Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Nove volte su 10 il crimine non viene denunciato e una donna su 4 non parla con nessuno della violenza subita. Sono 14 mila le donne che ogni anno si rivolgono ai centri antiviolenza italiani: 7 su 10 sono cittadine italiane, così come italiani sono la maggioranza degli aggressori (72%). (Fonte: D.i.Re, www.direcontrolaviolenza.it)   Ogni tre giorni viene uccisa una donna. Secondo il rapporto Eures, nel 2018  sono state uccise 130 donne all’anno. In 2 casi su 3 l’assassino è il partner o l’ex.   VIOLENZA NON SOLO FISICA A differenza di quanto il senso comune suggerisce, non è affatto necessario aggredire il corpo per mantenere qualcuno in uno stato di soggezione. In una relazione caratterizzata dal controllo, la violenza fisica ha un ruolo decisamente marginale, mentre centrali sono strategie più sottili, come, ad esempio, le ingerenze sul modo in cui la vittima affronta la propria vita quotidiana, l’isolamento o altre forme di manipolazione affettiva che includono l’uso di una comunicazione seduttiva e ambigua e l’induzione di idee di incapacità.    Le micro-violenze preparano alle forme più esplicite di abuso. Le percosse compaiono solo se e quando il terreno è stato preparato e rappresentano un’opzione che può anche rivelarsi superflua.   Quel che fa di un legame una relazione d’abuso non è dunque l’alta frequenza di numerosi e variegati comportamenti violenti o la presenza di azioni particolarmente efferate, ma una dinamica di pretesa e di controllo potenzialmente in grado di condizionare la vita della vittima e di danneggiarne profondamente l’autostima.
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Search-ME - Erickson 5 Psicologia
Un grave gap a cui il Governo dovrebbe porre rimedio.
Su Lancet Psychiatry un gruppo di 42 esperti mondiali che hanno formato la International Covid-19 Suicide Prevention Research Collaboration ha recentemente lanciato l’allarme. È facilmente prevedibile, e non credo serva spiegarne i motivi, che ciò che è accaduto e sta accadendo in Italia e nel mondo porti a un rapido incremento nei prossimi mesi di disturbi da stress post-traumatico, ansia per le malattie, disturbi ossessivo-compulsivi, abuso di sostanze, depressione e forse persino tassi di suicidio. Ci troveremo presto di fronte a un’emergenza psicologica senza precedenti, almeno nelle ultime decadi, frutto delle conseguenze dirette del Covid-19, come la paura per la propria e altrui incolumità, i lutti subiti, i traumi a cui è esposto il personale sanitario in prima linea. Ma anche delle conseguenze indirette, quelle che toccano tutti. Basti pensare alla grave deprivazione sociale degli ultimi due mesi, alle pesantissime ripercussioni economiche e occupazionali derivanti dal lockdown, al senso di privazione della libertà personale, alle enormi incertezze sul futuro, ai problemi di coppia che la quarantena ha scatenato, alle difficoltà nel gestire i figli con le scuole chiuse. Il peggio è passato o deve ancora venire? Dal punto di vista psicologico temo purtroppo che le peggiori conseguenze debbano ancora arrivare. Al momento viviamo tutti in uno stato di sospensione, preoccupati primariamente per la salute che passa giustamente avanti a tutto, in attesa della fine di questo periodo così strano e impensabile fino a poco tempo fa, al punto che non riusciamo del tutto a realizzarlo. È come se avessimo premuto il tasto pausa. La nostra vita è bloccata e di conseguenza lo sono anche le nostre emozioni, con cui abbiamo un contatto solo parziale. Per fortuna, direi, altrimenti piomberemmo in uno stato di disperazione che ci renderebbe insopportabile una condizione come quella attuale. Sfruttiamo un meccanismo di difesa psicologico che ci consente di non soffrire troppo per l’assenza dei nostri cari, per la mancanza di attività piacevoli, per l’isolamento sociale. Arriverà un momento, penso e spero a brevissimo, in cui torneremo a una presunta normalità. Quel momento che tutti agogniamo, ma in cui ci renderemo conto che molte cose non sono più come prima, che certi equilibri sono irrimediabilmente rotti. E realizzando davvero ciò che è accaduto e soprattutto le conseguenze che si porta e si porterà dietro, entreremo in contatto con le conseguenti emozioni: tristezza, rabbia, ansia, disperazione, senso di vuoto, angoscia. Da qui a sviluppare una qualche forma di psicopatologia (o al ricadervi se ne avevamo sofferto in passato) il passo è breve. Il bisogno di terapie psicologiche Tutto ciò comporterà un aumento del bisogno di terapie psicologiche che siano in grado di alleviare la sofferenza, facilitare l’adattamento e la resilienza, contrastare i meccanismi che favoriscono la genesi e il mantenimento della patologia psichica. Gli strumenti non mancano, i professionisti neanche. Viviamo in un paese in cui ci sono circa 60.000 psicologi attivi, di cui oltre la metà ha una specializzazione in psicoterapia. Ci sono terapie sufficientemente brevi, con comprovata efficacia, in parte erogabili anche online. Se anche la domanda di cure psicologiche aumentasse esponenzialmente non mancherebbe l’offerta pronta a rispondervi. E la maggior parte delle persone che soffrono di problemi psicologici potrebbe trarne grande giovamento. Qual è allora il vero problema del momento? Che le psicoterapie hanno un costo, poiché si tratta di servizi di alta specializzazione per i quali sono richieste una laurea, un tirocinio, un’abilitazione professionale, un corso almeno quadriennale di specializzazione post-lauream, oltre a continuo aggiornamento, formazione e supervisione. Inoltre, come per ogni prestazione sanitaria erogata in ambito primariamente privatistico, la psicoterapia costa tanto di più quanto maggiore è la qualità del servizio offerto e l’esperienza del professionista a cui ci si rivolge. Dunque, chi desidera un aiuto professionale e qualificato deve mettere in conto un importante esborso, peraltro continuativo (non una-tantum) e neanche coperto dalla maggior parte delle assicurazioni sanitarie. È possibile accedere a servizi di psicoterapia gratuiti? In questo momento particolare molti professionisti offrono le proprie prestazioni di assistenza psicologica a titolo volontario. Recentemente la Protezione Civile stessa ha lanciato un numero verde per il supporto psicologico ai cittadini, coordinando una rete di volontari messi a disposizione da alcune società scientifiche di psicoterapia. Si tratta tuttavia di servizi temporanei, che offrono la possibilità di effettuare un numero molto limitato di colloqui, forse utili a contenere l’emergenza, ma che non possono certo sostituirsi a un effettivo percorso di cura, che richiede continuità nel tempo per mesi, talvolta anni. Una volta terminati i colloqui gratuiti, i colleghi che ravvisano segnali di una conclamata forma di psicopatologia non potranno far altro che suggerire a chi li ha contattati di proseguire un percorso di psicoterapia a pagamento. Idealmente la psicoterapia dovrebbe essere tra le prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale. Ma purtroppo gli investimenti pubblici su questi servizi sono stati drasticamente ridotti soprattutto negli ultimi vent’anni. Cosa ne consegue? Nei prossimi mesi probabilmente avremo un aumento importante della forbice tra il bisogno di terapie psicologiche e la capacità di coloro che ne abbisognano di potersele permettere. Le principali conseguenze del Coronavirus saranno infatti di ordine economico. In molti dovranno metter mano ai propri risparmi, ammesso che ne abbiano. Le spese superflue, che però garantivano un margine di benessere (es. vacanze, sport, vestiti, ecc.) subiranno una inevitabile contrazione. Molte attività non riapriranno i battenti o si ridimensioneranno e di conseguenza molte persone perderanno il lavoro. Tutti elementi che potrebbero contribuire a incrementare la sofferenza psicologica, soprattutto in soggetti predisposti. Da qui il paradosso: le difficoltà economiche saranno sia una delle cause del malessere psicologico, sia il principale motivo per cui alcune persone non potranno permettersi di spendere per ottenere l’aiuto necessario a recuperare il proprio benessere. La soluzione? Tenendo conto che gli psicoterapeuti sono dei professionisti, spesso altamente qualificati, che hanno investito e investono molto per la propria formazione, i servizi di psicoterapia di qualità non potranno mai essere gratuiti o “low cost”, tranne in casi eccezionali e di emergenza come questo, per brevi e circoscritti periodi. Non appena l’emergenza sanitaria sarà cessata, le psicoterapie torneranno giustamente ad avere un costo analogo a quello di qualunque altra prestazione medico-specialistica. Ma probabilmente sarà proprio quello il momento in cui ce ne sarà più bisogno. Sarebbe quindi importante non fare affidamento soltanto sui servizi psicologici, temporanei e su base volontaria attivati in fase di emergenza, facendo leva sul senso civico dei nostri colleghi. Piuttosto, così come ci si sta giustamente ponendo il problema dell’urgenza di reclutare personale medico, infermieristico ed educativo, occorrerebbe destinare fondi adeguati al Servizio Sanitario Nazionale per assumere un significativo numero di psicologi ed esser pronti a rispondere alla grande richiesta di psicoterapie che ci sarà nei prossimi mesi e anni.
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Metodo Montessori e anziani fragili Società e cittadinanza
Abbiamo passato in rassegna quello che dicono in tema di istruzione i programmi elettorali dei partiti che si presentano al voto del 25 settembre: ecco la nostra analisi punto per punto
L’istruzione per le Nazioni Unite è la chiave dello sviluppo di un Paese ed è essenziale per raggiungere tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. L’obiettivo 4, in particolare, è dedicato all’istruzione ed evidenzia l’impegno dei Paesi firmatari a garantire un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva. In vista dell’imminente appuntamento alle urne, la Ricerca&Sviluppo Erickson ha analizzato le proposte dei partiti in merito all’istruzione e alla scuola, partendo da quanto è stato scritto nei programmi elettorali dei principali partiti in corsa per le elezioni del 25 settembre.  Da questa analisi emerge chiaramente come l’istruzione e la scuola non siano al centro dell’attenzione dei diversi partiti. Non emerge una visione di scuola rinnovata ed innovativa in grado di rispondere alle sfide attuali e future poste dal complesso contesto politico, socio-economico, ambientale e tecnologico. L’istruzione è presente in tutti i programmi elettorali senza che ad essa sia dato un peso significativo. E questo nonostante la fotografia della scuola italiana che emerge da diversi rapporti internazionali evidenzi delle importanti criticità.   I partiti di centro-destra tendono a voler riformare in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico. Puntano sulla libertà educativa, cioè la piena parità tra scuole statali e paritarie, e propongono di rivedere in senso professionalizzante il percorso scolastico, attraverso il potenziamento dell'orientamento con particolare attenzione all'incontro tra domanda e offerta di lavoro (Forza Italia), il miglioramento e rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro (Lega), la valorizzazione e promozione delle scuole tecniche professionali (programma congiunto del Centro-destra), il potenziamento degli istituti professionali come scuole di alta specializzazione e la valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori (Lega e Forza Italia). I programmi dei principali partiti di centro-sinistra, invece, includono proposte volte a facilitare l’accesso all’istruzione ed il sostegno alle famiglie. Propongono di garantire la gratuità dell’istruzione dal nido all’università (Alleanza Verdi Sinistra), rendere la scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita e procedere ad una progressiva gratuità dei servizi 0-3 per famiglie a basso ISEE (Partito Democratico), garantire la scuola dell’infanzia a tutti e costruire asili nido pubblici (Unione Popolare). A queste si aggiungono proposte volte a sostenere le famiglie, come libri scolastici gratuiti fino a 19 anni (Possibile), mense gratuite per tutti e trasporto pubblico locale e libri scolatici gratuiti per famiglie a reddito medio e basso (Partito Democratico), libri gratuiti fino al termine delle scuole superiori e trasporto, cinema e teatro gratis fino a 18 anni (Unione Popolare). Il Partito Democratico propone inoltre un Fondo nazionale per integrare il finanziamento regionale per viaggi-studio, gite scolastiche, tempo libero, acquisto di attrezzature sportive e strumenti musicali. Nonostante +Europa appartenga alla coalizione di centro-sinistra, la visione di scuola che emerge dal suo programma elettorale è vicina a quella del centro-destra, in particolare per quanto riguarda il potenziamento dell’orientamento e l’introduzione di misure per agevolare l’accesso al mercato del lavoro. Le proposte includono: rafforzare e qualificare i programmi di PCTO, ampliando l'offerta e coinvolgendo in essa anche le piccole-medie imprese, l’ottimizzazione del programma formativo e dell'organizzazione scolastica per agevolare l'inserimento più precoce dei giovani nel mercato del lavoro, introducendo elementi di flessibilità e certificazioni intermedie. Propone inoltre di proseguire nella direzione impostata dalla riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS Academy) e favorire lo sviluppo e l'informazione in merito alla formazione terziaria non universitaria. Il programma del terzo polo di Azione Italia Viva mira a coniugare attenzione alle diseguaglianze e professionalizzazione della scuola. Include quindi misure volte ad arginare il fenomeno della dispersione scolastica e proposte in linea con quelle del centro-destra come l’introduzione di strumenti a sostegno della libertà di scelta educativa (buono scuola, rimborsi fiscali, costo standard, ecc.), e la strutturazione della formazione professionale secondaria su modello degli Istituti Tecnici Superiori. Se è vero che l’idea di scuola sottesa alle forze politiche è diversa, ci sono però degli aspetti comuni ai programmi elettorali. Da una parte, queste comunanze riguardano l’assenza dai programmi elettorali di proposte su temi di rilievo, come per esempio l’impegno ad aumentare la spesa pubblica per l’istruzione per allinearla alla media europea. Dall’altra parte, gli aspetti comuni riguardano la presenza di proposte presentate da tutte le principali forze politiche, come per esempio l’aumento degli stipendi del personale docente, il superamento del precariato, l’introduzione della formazione obbligatoria e continua.   Vediamo più nel dettaglio questi temi: Spesa pubblica per l’istruzione Stipendi e carico di lavoro del personale docente Reclutamento, formazione e carriera del personale docente Classi pollaio Abbandono scolastico precoce Dispersione scolastica implicita Diversità, inclusione e Bisogni Educativi Speciali     Spesa pubblica per l’istruzione Il nostro Paese è, per percentuale di spesa pubblica complessiva destinata all’istruzione, all’ultimo posto dei 27 Paesi dell’Unione Europea, con l’8% di spesa pubblica totale investito nell’istruzione, contro il 10% della media UE. Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema?  Nessuna delle principali forze politiche, ad eccezione di +Europa, include nel suo programma elettorale un impegno esplicito ad aumentare la spesa pubblica per l’istruzione per allinearla alla media europea. Tuttavia, le proposte incluse nei programmi elettorali sono numerose e impegnative dal punto di vista delle risorse finanziarie necessarie per realizzarle. Negli ultimi anni l'Italia ha speso per l'istruzione tra i 65-70 miliardi all'anno, con un trend decrescente di incidenza della spesa sul PIL. L’ultima legge di bilancio approvata prevede per i prossimi due anni la riduzione delle spese per l'istruzione, non un incremento. Se l’intenzione dei partiti è invertire la tendenza, perché non indicare nei propri programmi elettorali un chiaro ed esplicito impegno ad aumentare la spesa pubblica per allinearla alla media europea? L’unica forza politica che lo ha fatto è +Europa che propone di aumentare di almeno l'1% del PIL la spesa per la formazione e l’istruzione.     Stipendi e carico di lavoro del personale docente  Gli stipendi del personale docente italiano sono inferiori alla media OCSE e alla media EU, e molto più bassi rispetto a quelli percepiti nei Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale, mentre il carico di lavoro secondo il rapporto “Education at a glance” di OCSE, il numero di ore di insegnamento previste dalla legge nell'arco dell'anno scolastico in Italia è inferiore alla media OCSE, e più o meno in linea alla media europea (un po’ superiore alla media UE nella scuola primaria, inferiore alla secondaria di I e II grado). Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema?  Nel centro-destra, la Lega promette di adeguare gli stipendi agli standard europei. Anche Partito Democratico, Possibile, Unione Popolare, Movimento 5 stelle e Azione Italia Viva promettono stipendi in linea con la media europea. +Europa propone una revisione delle logiche retributive, legandole al merito e a un sistema di valutazione degli obiettivi di performance. Propone, inoltre, un sistema di incentivi tramite i quali i professori con i migliori risultati in termini di preparazione degli studenti ottengano un premio annuale aggiuntivo. Nessun partito include proposte relative alle ore di insegnamento.     Reclutamento, formazione e carriera del personale docente Il tema del reclutamento, del superamento del precariato e della formazione iniziale ed in servizio è stato affrontato recentemente dal governo nei decreti e nella legislazione di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La legge n. 79 del 29 giugno 2022 ha introdotto delle novità riformando da un lato il sistema di formazione iniziale e di accesso al ruolo a tempo indeterminato dei docenti delle scuole secondarie, dall’altro modificando il sistema di formazione dei docenti di ruolo con la prosecuzione della formazione continua obbligatoria e l’istituzione della Scuola di Alta Formazione dell’istruzione e di un sistema di formazione continua incentivata. Questa riforma del sistema di formazione iniziale e continua ha suscitato accesi dibattiti rispetto ai meriti e ai limiti delle novità introdotte, molte delle quali non sono ancora operative in quanto non sono stati ancora approvati i decreti attuativi. Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema?  Quasi tutte le forze politiche includono proposte relative al precariato e alla formazione del personale docente, ma le proposte tendono ad essere vaghe e, in generale, non fanno riferimento a quanto già approvato nei decreti e nella legislazione di attuazione del PNRR.  Il programma congiunto del centro-destra include la proposta di elaborare un piano per eliminare il precariato e investire nella formazione e aggiornamento del personale docente. La Lega promette di superare il precariato, coprire la carenza di personale docente e ATA, e assicurare personale docente formato in didattica generale e speciale, pedagogia generale e speciale, pedagogia sperimentale, didattica disciplinare, laboratori pedagogico-didattici, ICT per la didattica, con valutazione psico-attitudinale in ingresso e itinere. Forza Italia promette la formazione di una nuova generazione di docenti (più tutor e più coach). Tra le forze di centro-sinistra, Alleanza Verdi Sinistra promette una riforma per garantire percorsi di ingresso lineari e costanti, superare il precariato, ed assicurare una formazione rigorosa, seria e gratuita. Possibile promette un percorso semplificato per l’abilitazione, concorsi ogni due anni, la stabilizzazione dell'organico, la formazione dei docenti obbligatoria, la formazione dei docenti di sostegno sistematizzata e continua, e ritiene che la creazione della Scuola di Alta Formazione non sia la soluzione. Il Partito Democratico promette formazione continua. Unione Popolare propone la stabilizzazione dei precari con almeno 36 mesi di servizio e la cancellazione della riforma Bianchi del reclutamento. +Europa propone di riformare il percorso formativo e di abilitazione degli insegnanti della scuola secondaria, attraverso l'adozione di un modello che preveda un triennio di natura disciplinare e una magistrale orientata alla didattica. Propone inoltre di ridurre il precariato riformando il percorso di abilitazione all'insegnamento (concorsi personalizzati banditi ogni anno in base ai fabbisogni, un anno di assunzione a tempo determinato seguito da abilitazione). Il terzo polo di Azione / Italiaviva promette di abbattere la percentuale di precari riportandola a livelli fisiologici e di aumentare le risorse per la formazione, rendendola obbligatoria.  +Europa e Azione/Italia Viva sono le uniche forze politiche che propongono di introdurre forme di carriera per il personale della scuola in modo da riconoscere formalmente le diverse professionalità che affiancano il Dirigente scolastico nel funzionamento organizzativo e didattico, nonché le figure che costituiscono un vero e proprio middle management.      Classi pollaio Le cosiddette ‘classi pollaio’ sono viste spesso come una delle principali disfunzionalità della scuola italiana. Per ridurre il numero di alunni e alunne per classe non è sufficiente fare delle modifiche alla legislazione relativa al dimensionamento scolastico. Implica costruire nuove scuole e assumere nuovi insegnanti. La scuola italiana, rispetto a questo parametro, ha risultati migliori rispetto alla media europea, con un miglior rapporto alunni/e – insegnanti. I benefici per alunni e alunne dipendono non solo dalla dimensione del gruppo classe e dagli spazi, ma soprattutto dalla capacità del corpo docente di sfruttare l’ambiente di apprendimento per impostare una didattica centrata sulla differenziazione e personalizzazione. Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema?  I programmi dei partiti di centro-destra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega), del terzo polo di Azione e Italia Viva, e del Movimento 5 stelle non lo affrontano. Anche il Partito Democratico non lo affronta. Unione Popolare promette l’eliminazione delle classi pollaio (non oltre 20) e l’aumento del personale docente e tecnico-amministrativo, Alleanza Verdi Sinistra promette un massimo di 15 alunni/e per classe e il recupero di spazi pubblici per le nuove aule. Possibile propone un minimo di 15 e un massimo di 20 alunni/e alla scuola dell’infanzia, alla primaria e alla scuola secondaria di I grado, e classi di 20-25 persone alla scuola secondaria di II grado.     Abbandono scolastico precoce Una criticità del sistema d’istruzione italiano riguarda l’abbandono scolastico precoce, che nel 2020 era del 13,1% (superiore alla media UE che nel 2020 era del 9,9%). Arginare la dispersione scolastica e le povertà educative, superando anche i divari territoriali, è una delle priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che, con una dotazione di 1,5 miliardi che arriveranno direttamente agli Istituti scolastici, mira a potenziare le competenze di base di studentesse e studenti di I e II ciclo e a contrastare la dispersione scolastica. Lo scorso giugno sono stati stanziati i primi 500 milioni per finanziare progetti in 3.198 scuole. Ma i membri del Gruppo di lavoro, nominato dal Ministero dell’Istruzione per elaborare le indicazioni per il contrasto della dispersione scolastica, hanno espresso sorpresa e preoccupazione per quanto stabilito nel decreto di riparto di questi 500 milioni, e richiesto la sostanziale modifica, in quanto non risponde affatto alle linee guida ed indicazioni elaborate dallo stresso Gruppo di lavoro.  Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema?  Il contrasto all’abbandono scolastico precoce non risultata essere una priorità delle forze politiche, ad eccezione del terzo polo di Azione e Italia Viva. Da sottolineare è anche il fatto che nessun partito riprende nel suo programma elettorale le indicazioni del Gruppo di lavoro istituto nel marzo 2022 sotto un governo supportato da tutte le forze politiche. I programmi dei partiti di centro-destra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) e del Movimento 5 stelle non lo affrontano. Anche il Partito Democratico e Unione Popolare non lo affrontano. Alleanza Verdi Sinistra indica la creazione di zone di educazione prioritaria e solidale con ulteriori interventi di organico e finanziari, e Possibile propone scuole aperte anche il pomeriggio, standard minimi di trasferimenti di risorse e servizi a cui le diverse Regioni devono attenersi, e riservare parte del gettito dell'8 per mille a un fondo nazionale contro la dispersione scolastica. Il terzo polo di Azione e Italia Viva propone la costruzione di una mappa delle aree di crisi, un incentivo economico a docenti appositamente formati che rimangono per almeno un ciclo di istruzione in una scuola con alta concentrazione di studenti a rischio abbandono e tassi di dispersione implicita e esplicita superiori alla media, e l’istituzione di tutoring individualizzato per studenti con maggiori difficoltà.     Dispersione scolastica implicita  L’Education and Training Monitor 2021 della Commissione Europea evidenzia difficoltà significative negli alunni e nelle alunne quindicenni in termini di raggiungimento delle competenze base in lettura, matematica e scienze.  La crisi pandemica con la chiusura delle scuole e la didattica a distanza ha influito negativamente sull’apprendimento scolastico, in particolare tra gli allievi e le allieve che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. Permangono inoltre significativi divari territoriali. Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema?  Nessun partito evidenzia in maniera esplicita i ritardi nel raggiungimento di questo obiettivo. Alcuni partiti propongono delle misure che vanno nella direzione di ridurre i divari territoriali, relativi al tempo scuola. In particolare, il Centro-sinistra e il terzo polo di Azione / Italia Viva propongono l’estensione del tempo scuola (tempo pieno) a tutte le scuole (Allego nza Verdi e Sinistra, Partito Democratico), oppure nel primo ciclo (Possibile), o alle scuole primarie (+Europa, Azione / Italia Viva). Riscontriamo quindi che nessun partito propone delle misure concrete per garantire ad ogni ragazza e ragazzo il completamento dell’educazione primaria e secondaria con risultati di apprendimento adeguati e concreti, in linea con l’obiettivo 4.1 dell’Agenda 2030 ed i traguardi dell’Unione Europea in materia di istruzione.      Diversità, inclusione e Bisogni Educativi Speciali Facilitare inclusione, equità e pari opportunità è esplicitamente previsto dall’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 e da Indicazioni Nazionali e atti di indirizzo del Ministero dell’Istruzione. Richiede innanzitutto di accogliere le differenze, attraverso un approccio educativo che valorizza l’unicità e diversità di ciascuna persona. Da un punto di vista didattico significa adottare un approccio basato sulla differenziazione dei percorsi di apprendimento, per quel che riguarda sia le modalità sia i traguardi da raggiungere.  L’insegnante di sostegno è una figura essenziale quando in classe sono presenti allievi o allieve con disabilità fisiche o intellettive. È importante che abbia una formazione adeguata e che sia stabilmente inserito nell’organico della scuola. Invece il Report Istat sull’’inclusione scolastica degli alunni con disabilità ha rilevato che nell’anno scolastico 2020-21 in Italia i docenti di sostegno precari non specializzati erano un terzo del totale e che era scarsa tra i docenti curricolari la diffusione di modelli inclusivi. Dal punto di vista di un’educazione e didattica inclusiva risulta invece essenziale, oltre che la formazione degli insegnanti di sostegno, anche la capacità di insegnanti curricolari e di sostegno di adottare approcci inclusivi, di percepirsi entrambi come docenti della classe e non di singoli alunni/e, e di lavorare insieme sul gruppo classe e su singoli alunni e alunne evitando il problema della delega all’insegnante di sostegno.  Cosa dicono i programmi elettorali su questo tema?  Il tema del riconoscimento delle differenze e di un approccio educativo attento alle diversità è praticamente assente dai programmi elettorali delle principali forze politiche, ad eccezione di Possibile e Lega che lo affrontano da prospettive molto diverse. Possibile promette misure per prevenire fenomeni di bullismo e cyberbullismo, promuovere l'educazione di genere, assicurare una scuola accogliente verso LGBTQIA+, rafforzare l’educazione alle differenze, all'affettività e alla sessualità libera e consapevole, all'accoglienza della disabilità, dei corpi non conformi e neuro-diversità per studenti, docenti e genitori. Propone percorsi formativi su infezioni e malattie sessualmente trasmissibili. Sottolinea inoltre la necessità di garantire libri di testo senza contenuti discriminatori e stereotipi. Punta ad evitare che si formino scuole o classi "ghetto", e a promuovere l’inclusione di alunni/e stranieri, attraverso la legge su Ius Soli e/o Ius culturae, e la valorizzazione di ogni lingua-cultura. La Lega, invece, manifesta cautela rispetto a percorsi di questo tipo, sottolineando che deve esserci l'esplicito e libero assenso di genitori o chi ne fa le veci per progetti relativi a bullismo, educazione all'affettività, superamento delle discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, pari opportunità, dispersione scolastica, educazione alla cittadinanza e alla legalità e ogni altra iniziativa che coinvolge l’ambito valoriale e l'educazione sessuale. Anche il tema dell’individualizzazione e personalizzazione della didattica è praticamente assente dai programmi elettorali, che, ad eccezione del terzo polo di Azione Italia Viva, focalizzano l’attenzione unicamente sulla figura dell’insegnante di sostegno. Alleanza Verdi Sinistra, Unione Popolare, Movimento 5 stelle non hanno proposte in tema di inclusione, mentre Possibile e Partito Democratico propongono l’aumento e la stabilizzazione degli insegnanti di sostegno. Possibile propone inoltre l’inserimento nell’organico scolastico di pedagogisti con il compito di coordinare i processi inclusivi, e di personale educatore e professionisti per facilitare l’inclusione. Il terzo polo di Azione Italia Viva promette più fondi alle scuole per stipulare convenzioni con figure esperte e misure per incentivare la formazione degli insegnanti sulle strategie per gestire alunni con bisogni educativi e stili cognitivi diversi. Il programma congiunto del centro-destra non include proposte, mentre la Lega propone l’accesso diretto a corsi di specializzazione sul sostegno per chi ha maturato almeno 3 anni di esperienza sul campo nel sostegno ad alunni con disabilità, e l’estensione su scala nazionale, anche per minori di 18 anni, della "Aut Academy" (la scuola di formazione professionale destinata a giovani con autismo) senza però fornire nessun riferimento operativo su come estendere questa esperienza di Monza su scala nazionale. Forza Italia propone l'istituzione di apposite classi di concorso per il sostegno didattico in tutti i gradi del sistema di istruzione, l’apertura del bando di concorso per l'abilitazione al sostegno agli psicologi anche per la scuola primaria e dell'infanzia e la tutela del diritto all'istruzione per alunni sordi o ipoacusici attraverso sistemi di microfonia wireless.    Riferimenti bibliografici Commissione Europea, Education and Training Monitor 2021 (europa.eu) Eurydice, Teachers' and School Heads' Salaries and Allowances in Europe - 2020/2021 | Eurydice (europa.eu) ISTAT, L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità - Anno scolastico 2020-2021 (istat.it) OECD, Education at a Glance - OECD Tuttoscuola, Programmi elettorali sulla scuola: un libro dei sogni. Promesse di spesa incompatibili con l’attuale quadro finanziario - Tuttoscuola .url-glossario{ z-index: 1000; position: relative; } .cap-glossario{ top: -150px; position: relative; } @media (max-width: 576px) {.cap-glossario{top:-50px;}} @media (max-width: 768px) {.cap-glossario{top:-100px;}} .url-glossario li, .url-glossario li a {color: #b5161a; font-size: 1.2rem; text-decoration: none; font-weight: bold; } .url-glossario li a:hover {color:#122969; background: rgba(149,165,166,0.2); content: ''; -webkit-transition: -webkit-transform 0.3s; transition: transform 0.3s; -webkit-transform: scaleY(0.618) translateX(-100%); transform: scaleY(0.618) translateX(-100%); }
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