Difficoltà di linguaggio
Come funziona e quali alterazioni può presentare in caso di disturbi
Le rappresentazioni mentali di oggetti, persone, azioni, contesti, ecc. consentono al bambino di sviluppare il linguaggio, in particolare nella sua componente semantico-lessicale.
Il sistema semantico e quello lessicale
Il sistema semantico comprende le conoscenze apprese sul mondo: agendo nella relazione con gli oggetti e integrando le afferenze provenienti dal mondo esterno (5 sensi) e dal proprio corpo (propriocezione), il bambino riesce ad astrarre caratteristiche e a formare categorie gerarchiche tra i concetti e le parole ad essi connesse. Il sistema semantico, dunque le conoscenze, si sviluppa indipendentemente dall’etichetta lessicale; tuttavia, la possibilità di apprendere nuove parole è facilitata dalla capacità di inserirle in una categoria di appartenenza (semantica).
Il lessico, infatti, viene appreso associando parole a immagini mentali. Il sistema lessicale, che si suddivide in lessico passivo o di input (parole di cui la persona conosce il significato, ma che non necessariamente utilizza nell’esprimersi) e lessico attivo o di output (parole che la persona usa), è specifico per ciascuna lingua e cambia da individuo a individuo in quanto dipende dal suo stile cognitivo, dal contesto socio-culturale e dai suoi interessi.
disturbi specifici di linguaggio, dove la compromissione riguarda prevalentemente il sistema lessicale;
ritardi cognitivi e disturbi dello spettro autistico, in cui si ha un alterato sviluppo semantico che influenza quello lessicale;
danni cerebrali (traumi cranici, ictus, ecc.), in cui possono essere compromessi uno o entrambi i sistemi.
Le principali conseguenze dei disturbi del linguaggio
In presenza di disturbi semantico-lessicali, le conseguenze funzionali maggiormente osservabili sono:
linguaggio caratterizzato da anomie, cioè difficoltà nel recuperare la parola corretta, con possibile comparsa di circonlocuzioni (il bambino inizia a descrivere l’oggetto di cui in quel momento non ricorda il nome);
parafasie semantiche, per cui il bambino recupera una parola diversa da quella corretta ma della stessa categoria semantica (ad esempio «mela» per «pera»);
indicazione di categoria superordinata (ad esempio «frutta» per «pera») o sottoordinata (ad esempio «gatto» per «animali»);
difficoltà nella fluenza verbale per categoria semantica, per cui il bambino non riesce a reperire il lessico inerente una specifica categoria (ad esempio dire tutti i frutti che gli vengono in mente, gli oggetti che servono per tagliare, oggetti che sono rettangolari, ecc).
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