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Search-ME - Erickson 1 Didattica
Ripensare la distribuzione territoriale delle scuole e l’organizzazione degli spazi di apprendimento: le tre dimensioni più significative da curare secondo un gruppo di ricerca del Politecnico di Milano composto da urbanisti e architetti
L’emergenza sanitaria ha prodotto dentro e attorno al mondo della scuola alcuni cambiamenti che hanno modificato prepotentemente non solo la vita quotidiana di milioni di studenti, insegnanti, personale educativo e famiglie, ma anche i modi di pensare la scuola. Come le autonomie scolastiche hanno fatto fronte all’emergenza per rendere possibile il ritorno a scuola, nel rispetto dei vincoli di distanziamento fisico e come gli enti locali hanno gestito e supportato la riapertura? Da alcuni anni ormai, è impegnato su questi temi un gruppo di ricerca del Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, composto da urbanisti e architetti, coordinato da Cristina Renzoni e Paola Savoldi, con Cristiana Mattioli, Federica Rotondo, Anna Evangelisti. Se si prova a ricostruire il punto di vista di amministratori e dirigenti scolastici italiani, mai come in questi mesi emerge l’importanza dello spazio fisico delle scuole rispetto a condizioni, tempi e modi d’uso. I luoghi della scuola sono legati a doppio filo con questioni che fanno quotidianamente i conti con lo spazio, in relazione a tre variabili decisive per il funzionamento della scuola: gli stili educativi e il ruolo demandato agli ambienti di apprendimento, dentro e fuori le aule; l’organico della scuola, con la presenza e la disponibilità di personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario; i confini delle competenze e delle responsabilità riguardo agli spazi. Tutte le soluzioni approntate in questi mesi hanno dovuto confrontarsi con il patrimonio dell’edilizia scolastica: un patrimonio ampio ed eterogeneo (per circa 150 milioni di metri quadrati) che accoglie più di otto milioni di studenti, un milione di insegnanti e 200.000 dipendenti. Tale patrimonio oggi più che mai chiede di essere messo al centro del dibattito pubblico in relazione al mutamento di alcune importanti condizioni strutturali. Fra queste, ad esempio, il fattore demografico (-13% della popolazione italiana tra i sei e i 18 anni nei prossimi dieci anni) che libererà quasi due milioni di metri quadrati. Ciò significa ripensare la distribuzione territoriale delle scuole e l’organizzazione degli spazi di apprendimento in un’ottica di maggiore flessibilità e adattabilità, sicurezza e sostenibilità, con benefici su qualità degli spazi, costi di gestione e benessere di chi quegli spazi li usa. Tre sono le direzioni più significative a cui guardare. 1. Conoscere gli spazi delle scuole In primo luogo, abbiamo assistito a una rapida accelerazione nel censimento accurato degli spazi delle scuole. Si tratta di una dimensione molto importante. Sebbene sia già stata avviata la messa a sistema di alcune basi di dati, è possibile acquisire competenze e segnare progressi nella direzione di forme di ricognizione più mirate. Ma quali sono alla scala comunale i dati georeferenziati disponibili relativi all’edilizia scolastica? Quali sono le informazioni spaziali accessibili, anche tenendo conto delle esigenze più recenti? Uno degli aspetti emersi con più evidenza a chi ha supportato amministrazioni comunali e istituzioni scolastiche ha riguardato la necessità di integrare nello spazio, alla scala territoriale, due fondamentali tipi di dati: da un lato il numero degli studenti iscritti per ognuno dei plessi scolastici, organizzati entro l’architettura istituzionale degli istituti comprensivi; dall’altro il disegno planimetrico dei singoli plessi, comprensivo degli spazi edificati e degli spazi aperti. Mettere a punto un metodo di lavoro possibile, in parte già testato su alcuni territori italiani, è uno degli obiettivi che il nostro gruppo di lavoro sta perseguendo. 2. Amministrare e regolare accordi per un uso esteso degli spazi In secondo luogo, in alcuni contesti si è assistito a importanti sperimentazioni nell’organizzare un ampliamento istituzionalizzato degli spazi scolastici, ospitati in spazi di diversa natura. Ciò ha comportato cambiamenti significativi rispetto a due aspetti: a) il riconoscimento nello spazio urbano di luoghi e relazioni tra luoghi, a partire dal punto di vista dell’istituzione scolastica e alle pratiche di vita quotidiana degli studenti; b) il coordinamento tra enti e soggetti nella costruzione di accordi e procedure per regolare diverse condizioni d’uso scolastico di spazi non scolastici. È una dimensione importante rispetto alla praticabilità delle sperimentazioni avviate. Gli accordi hanno assunto nella gran parte dei casi una doppia forma pattizia: a) il patto educativo di comunità che regola accesso ed uso degli spazi ed è sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti (amministrazione comunale, enti ospitanti, istituzioni scolastiche, azienda sanitaria locale); b) il patto di corresponsabilità tra istituzioni scolastiche, genitori e studenti, uno strumento in vigore da tempo, i cui contenuti sono definiti e aggiornati dalla singola autonomia scolastica. , non tanto perché possano essere letteralmente replicati, ma perché se ne possono cogliere e socializzare contenuti, razionalità e soluzioni amministrative. 3. Trasformare gli spazi in relazione al territorio In terzo luogo, il lavoro preliminare alla riapertura delle scuole ha aperto talvolta a un approccio di sistema entro il quale la scuola costituisce una variabile influente su provvedimenti che riguardano altre dimensioni e campi di politiche pubbliche, alla scala urbana (e metropolitana): dalla regolazione del trasporto pubblico locale a forme innovative di regolazione dell’uso di alcuni spazi pubblici e, in una prospettiva di più lungo termine, l’individuazione di priorità e strategie di intervento in relazione a processi di rigenerazione di quartieri o aree fragili, assumendo la scuola come luogo fisico e sociale da cui partire. Ciò può accadere attraverso un programma urbanistico di ampio respiro, così come a partire da strumenti operativi specifici, quali ad esempio bandi mirati a promuovere l’innovazione degli ambienti di apprendimento. In che modo bandi orientati a trasformare gli spazi interni alla scuola possono avere implicazioni alla scala della città? In alcune esperienze recenti ciò è avvenuto introducendo meccanismi di valutazione che includessero alcune variabili di contesto. È il, caso ad esempio, di indicatori relativi alla segregazione scolastica, ma, come è ovvio, a seconda dei territori e dei loro caratteri, è possibile individuare gli indicatori più opportuni. Queste le sfide, ma anche i terreni di sperimentazione già avviati a cui vale la pena prestare attenzione, affinché gli spazi di apprendimento, dentro e fuori le scuole, continuino ad avere la centralità che i più autorevoli contributi della pedagogia da tempo hanno riconosciuto.
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Una relazione con i colleghi empatica e coinvolgente è fondamentale per creare un clima sereno e inclusivo per tutta la classe
Per gli insegnanti di sostegno spesso i maggiori sforzi sono volti a creare un buon clima di classe, a mediare situazioni difficili, a domandarsi quali strategie mettere in campo per creare un clima inclusivo e collaborativo con e per i bambini. Ma si riflette mai su quanto sia importante stare bene in prima persona per far star bene la classe? Una relazione con i colleghi empatica, coinvolgente, affettuosa e professionalmente appagante rende il lavoro dell’insegnante di sostegno nettamente migliore. Questo è vero per qualunque professione, ma in quella dell’insegnante di sostegno prevede una componente umana che viene prima di qualsiasi altra. La capacità di mettersi nei panni degli altri, di provare empatia nei confronti del collega che vive una determinata situazione, anche di difficoltà, aiuta a collaborare, dialogare e avere degli obiettivi a breve e a lungo termine, non solo condivisi, ma anche scelti e valutati insieme: tutto ciò sarà la via più funzionale per il proprio benessere emotivo e di quello degli alunni. Da dove iniziare? Prima di tutto è importante entrare in relazione con il proprio team: ascoltare i propri colleghi, conoscerli e trovare dei momenti per condividere punti di forza e di debolezza sono dei passi fondamentali. Per farlo è utile usare una metodologia di analisi che si muove su due binari, uno interno che osserva punti di forza e debolezza, e uno esterno che valuta opportunità e minacce. Punti di forza e debolezze Rispetto al processo di insegnamento-apprendimento, provate a identificare quali possono essere i punti di forza personali che vi aiuteranno a raggiungere l’obiettivo e i punti deboli che potrebbero, invece, impedirvi di farlo. Per rilevare i vostri punti di forza, provate a chiedervi cosa sapete fare veramente bene, quali successi potete vantare, quali sono i vostri valori. Per rilevare, invece, i punti di debolezza riflettete in merito a quali compiti tendete a evitare perchè vi fanno sentire insicuri, se siete realmente soddisfatti del vostro livello di formazione, se ci sono abitudini lavorative o caratteristiche personali che potrebbero rendere difficoltoso il lavoro di insegnante di sostegno. Opportunità e minacce Sempre tenendo a mente il processo di insegnamento-apprendimento, ragionate con in team sull’identificazione di opportunità e minacce offerta da ciò che vi sta intorno: la struttura dell’aula, dell’istituto, i rapporti con le famiglie, con il territorio o con gli enti esterni, progetti a cui poter aderire e altro ancora. Quali di questi possono offrirvi un vantaggio e quali invece potrebbero ostacolarvi? Porsi spesso queste domande e ragionarci insieme al proprio team aiuta a maturare una consapevolezza globale che permette di utilizzare ogni elemento in maniera sinergica con gli altri. Ad esempio si potranno sfruttare i propri punti di forza per evitare le minacce o per cogliere le opportunità, al contrario si potrà far leva su eventuali minacce esterne per limare alcune debolezze.
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Metodo Montessori e anziani fragili Organizzazione scolastica
Pianifica, progetta e attua gli interventi previsti dal DM 170/2022 con Erickson
Che cosa prevede il PNRR per la lotta alla dispersione scolastica? La linea di investimento 1.4 “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado e alla lotta alla dispersione scolastica”, promuove una serie di azioni per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica e per la riduzione dei divari territoriali nell’istruzione, investendo complessivamente 1,5 miliardi di euro. Quali sono le scuole che hanno diritto al finanziamento? Il decreto del Ministro dell’istruzione 24 giugno 2022, n. 170, ha individuato 3.198 istituzioni scolastiche beneficiarie di finanziamento per la realizzazione di “Azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica” per uno stanziamento pari a complessivi 500 milioni di euro.  Quali sono le principali azioni per cui possono essere utilizzati i fondi? Lei azioni consistono nella progettazione e realizzazione di percorsi di mentoring e orientamento, percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento, percorsi di orientamento per le famiglie, percorsi formativi e laboratoriali co-curricolari, organizzazione di team per la prevenzione della dispersione scolastica, erogati in favore di studentesse e studenti che presentano a rischio di abbandono.  Con nota prot. n. 60586 del 13 luglio 2022 il Ministro dell’istruzione ha diramato gli “Orientamenti per l’attuazione degli interventi nelle scuole” in relazione all’attuazione delle misure di cui al citato decreto ministeriale n. 170 del 2022. Tale documento fornisce alle scuole individuate quali soggetti attuatori una serie di indicazioni per la progettazione e l’attuazione degli interventi, che potranno essere utilizzate in fase di pianificazione delle attività. Pianifica, progetta e attua gli interventi previsti con Erickson  Erickson mette a disposizione un team di professionisti per lo svolgimento delle varie attività di progetto previste, in qualità di esperti esterni in possesso delle relative competenze necessarie, in riferimento a: Percorsi di mentoring e orientamento Percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento Percorsi di orientamento con il coinvolgimento delle famiglie Percorsi formativi e laboratoriali curricolari Per maggiori informazioni e dettagli scrivi a servizioclienti@erickson.it @media (max-width: 576px){ .me-text ul li { font-size: 19px !important; line-height: 28px !important; } .me-text ol li { font-size: 19px; line-height: 28px; } } .me-text ul li { font-size: 22px; line-height: 34px; } .me-text ol li { font-size: 22px; line-height: 34px; }
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Metodo Montessori e anziani fragili Organizzazione scolastica
Assegnati i fondi alle scuole per le Azioni 1 e 2 per la trasformazione delle aule in ambienti di apprendimento innovativi e per la realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro
Che cosa prevede il Piano scuola 4.0? Il “Piano Scuola 4.0” intende promuovere un forte impulso alla trasformazione degli spazi scolastici in ambienti innovativi di apprendimento e alla realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro. Adottato con decreto del Ministro dell’Istruzione n. 161 del 14 giugno 2022 il Piano Scuola 4.0 è previsto dal PNRR quale strumento di sintesi e accompagnamento all’attuazione delle relative linee di investimento. A quanto ammontano le risorse stanziate? Le risorse per l’attuazione del Piano “Scuola 4.0” prevedono un investimento complessivo di 2,1 miliardi di euro, articolato in due azioni: Azione 1 per la trasformazione delle aule in ambienti di apprendimento: 1.296.000.000 euro per le istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo e di secondo grado in proporzione al numero delle classi attive; Azione 2 per la realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro: 424.800.000 euro per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, nello specifico: 124.044,57 euro per i licei 164.644,23 euro per le scuole del secondo ciclo di istruzione che abbiano attivo almeno un indirizzo di istituto tecnico o professionale Quali scuole hanno ottenuto le risorse? A questi link puoi vedere e scaricare il riparto delle risorse alle istituzioni scolastiche in attuazione del Piano “Scuola 4.0”: Azione 1 – Trasformazione delle aule in ambienti innovativi di apprendimento Azione 2 – Realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro Per quali attività possono essere utilizzati i fondi stanziati? I fondi possono essere utilizzati per il 60% l’acquisto di dotazioni digitali (contenuti digitali, software, App…), per il 20% per arredi innovativi e tecnici, per il 10% per piccoli interventi di carattere edilizio funzionali all’intervento, per il 10% per spese di progettazione e tecnico-operative. Le spese per l’acquisto di dotazioni digitali riguardano l’acquisto di tutti i dispositivi e le attrezzature digitali per l’allestimento degli ambienti innovativi di apprendimento e dei laboratori per le professioni digitali del futuro, nonché i relativi software, applicazioni e contenuti digitali esclusivamente finalizzati alla didattica. Il Centro Studi Erickson si occupa da oltre trent’anni di temi legati all’educazione e alla didattica con un’attenzione particolare ad approcci e strumenti che promuovono l’innovazione digitale a scuola. Per aiutarti nella scelta delle proposte che possono essere acquistate con i fondi stanziati puoi scaricare la Matrice per il PNRR Piano Scuola 4.0 – Azione 1 e 2 SCARICA LA MATRICE Per maggiori informazioni puoi scrivere a servizioclienti@erickson.it .me-text ul li { font-size: 22px; line-height: 34px; } .me-text ol li { font-size: 22px; line-height: 34px; }
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Non basta conoscere la propria disciplina per essere un buon insegnante, ma è necessario sapere come insegnarla tenendo conto dei molti aspetti trasversali che caratterizzano questa professione
Se volgiamo lo sguardo indietro, vediamo maestri e professori che, negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, certamente godevano di un credito sociale diverso. Nel corso della loro vita avevano avuto accesso al sapere, diversamente dai loro studenti.  Bisogna tuttavia volgere lo sguardo agli anni Cinquanta e immaginarsi il cittadino medio. Erano i tempi di «Non è mai troppo tardi», una trasmissione televisiva nella quale il Maestro Manzi insegnava agli adulti e agli anziani a leggere e scrivere. Oggi la conoscenza è immediatamente raggiungibile grazie allo smartphone e al copia e incolla troppo semplice, ma già negli anni Novanta l’articolazione delle televisioni generaliste ha portato nelle case «il mondo là fuori». Fortunatamente la situazione è molto cambiata e il rapporto tra scuola e famiglia non si può solo basare sul principio di autorità o sulla differenza di classe sociale, quindi sull’asimmetria culturale. Ne consegue il fatto che per essere apprezzati come professionisti occorre specializzarsi sulle tecniche di apprendimento che comprendono molte discipline. Un insegnante di oggigiorno deve conoscere la materia insegnata (ça va sans dire) e, soprattutto, deve sapere come insegnarla (quindi deve conoscere la didattica della propria disciplina).  Ma per conoscere la didattica, occorre anche conoscere la psicologia dell’età evolutiva (o dell’infanzia, nel corrispondente segmento di età), le dinamiche di gruppo eil tema della gestione dei conflitti, distinguere integrazione da inclusione, personalizzazione da individualizzazione, conoscere la sociologia dell’intercultura, le neuroscienze (con particolare riferimento alle teorie dell’apprendimento) e le tecnologie didattiche.  C’è quindi una vasta area trasversale che sostiene la professionalità insegnante senza la quale non si è tanto diversi dal genitore «adulto», perché anche lui laureato o professionista in un settore. È ormai ben noto che la scuola non è un ascensore sociale: non basta quindi conoscere la data della firma dellaMagna Charta Libertatum o le proprietà delle potenze per accedere ad un bel posto in banca.  Il successo a scuola non ha più un premio assicurato, e di questo l’insegnante professionalizzato deve tenere conto. Pena, spesso, il burnout, perché coltivare le motivazioni endogene ed evitare quelle indotte e imperative provoca disistima reciproca e depressione. In estrema sintesi, la nuova autorevolezza sociale dei docenti non può che partire da una formazione specifica che è già in atto nel ramo della scuola primaria, attraverso le facoltà o i dipartimenti di Scienze della Formazione che, tuttavia, dovrebbero accogliere anche i/le docenti della scuola secondaria, come sostenuto recentemente da Dario Ianes. Mai più un docente dovrà dire «ho studiato Dante, non sono un assistente sociale!» perché un insegnante è educatore, facilitatore, assistente sociale e tanto altro ancora, tutto insieme. Un insegnante dotato di tutte queste caratteristiche conquisterà per se stesso e per la categoria il credito sociale.
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Metodo Montessori e anziani fragili Organizzazione scolastica
Pubblicate le istruzioni operative per la progettazione e la gestione dei fondi alle scuole relativi alla linea di investimento 2.1
Che cosa prevede il decreto ministeriale 66/2023? A quanto ammontano le risorse stanziate? Quali scuole hanno ottenuto le risorse? Che cosa prevedono le istruzioni operative? Per quali attività possono essere utilizzati i fondi stanziati? Stai cercando percorsi formativi per la tua scuola in linea con le istruzioni operative del DM 66/2023? .url-glossario{ z-index: 1000; position: relative; } .cap-glossario{ top: -150px; position: relative; } @media (max-width: 576px) {.cap-glossario{top:-50px;}} @media (max-width: 768px) {.cap-glossario{top:-100px;}} .url-glossario li, .url-glossario li a {color: #b5161a; font-size: 1.2rem; text-decoration: none; font-weight: bold; } .url-glossario li a:hover {color:#122969; background: rgba(149,165,166,0.2); content: ''; -webkit-transition: -webkit-transform 0.3s; transition: transform 0.3s; -webkit-transform: scaleY(0.618) translateX(-100%); transform: scaleY(0.618) translateX(-100%); } Che cosa prevede il decreto ministeriale 66/2023? Il Decreto ministeriale 66/2023 ha ripartito i fondi a favore di tutte le istituzioni scolastiche statali quali nodi formativi locali del sistema di formazione continua per la transizione digitale, finalizzato alla realizzazione di percorsi formativi per il personale scolastico (dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi, personale ATA, docenti, personale educativo) sulla transizione digitale nella didattica e nell’organizzazione scolastica, in coerenza con i quadri di riferimento europei per le competenze digitali DigComp 2.2 e DigCompEdu. A quanto ammontano le risorse stanziate? Le risorse ammontano a 450 milioni di euro.Sono assegnati finanziamenti a tutte le istituzioni scolastiche statali, della regione Valle d’Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano, in proporzione all’organico di personale di ciascuna scuola. Quali scuole hanno ottenuto le risorse? A questo link puoi vedere e scaricare il riparto delle risorse alle istituzioni scolastiche che hanno ottenuto i fondi.  Che cosa prevedono le istruzioni operative? Le Istruzioni operative prot. n. 141549 del 7 dicembre 2023 forniscono indicazioni alle scuole beneficiarie, individuate quali nodi formativi locali del sistema di formazione per la transizione digitale, per la progettazione e la gestione degli interventi nell’ambito dell’investimento 2.1 “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico” della Missione 4 – Componente 1 del PNRR. Nello specifico indicano tutte le modalità per procedere all’attuazione dei progetti formativi Per quali attività possono essere utilizzati i fondi stanziati? I fondi possono essere utilizzati per la realizzazione di percorsi formativi per il personale scolastico (dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi, personale ATA, docenti, personale educativo) sulla transizione digitale nella didattica e nell’organizzazione scolastica Stai cercando percorsi formativi per la tua scuola in linea con le istruzioni operative del DM 66/2023? Il Centro Studi Erickson si occupa da oltre trent’anni della progettazione e realizzazione di progetti formativi su temi legati all’educazione e alla didattica con un’attenzione particolare ad approcci e strumenti che promuovono l’innovazione digitale a scuola. Proponiamo percorsi formativi progettati “sartorialmente” in funzione delle esigenze delle scuole e dei docenti interessati, proponendo formazione in presenza, sincrona o ibrida. Le tipologie di attività per le quali progettiamo interventi formativi assieme alla scuola sono: Percorsi di formazione sulla transizione digitale in coerenza con i quadri di riferimento europei per le competenze digitali DigCompEdu e DigComp 2.2; Formazione sul campo in presenza sull’utilizzo efficace delle tecnologie didattiche e sulle metodologie didattiche innovative e inclusive. Se la tua scuola è interessata alla progettazione, gestione e realizzazione di un percorso formativo con i fondi stanziati scrivi a formazione@erickson.it o  COMPILA IL FORM Inoltre Il Centro Studi Erickson propone un ampio catalogo aderente alle tematiche previste dai fondi PNRR DM66/2023. @media (max-width: 576px){ .me-text ul li { font-size: 19px !important; line-height: 28px !important; } .me-text ol li { font-size: 19px !important; line-height: 28px !important; } } .me-text ul li { font-size: 22px; line-height: 34px; } .me-text ol li { font-size: 22px; line-height: 34px; } @media (min-width: 576px){ article{ padding-bottom: 0 !important; }} .bottom-tags-container .product-tags-container, .product-sep.black-sep{ display: none !important; } .board.container-fluid.pl-0.pr-0{ margin-top: -80px !important; }
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