IT
I mini gialli dei dettati 2
Carrello
Spedizioni veloci
Pagamenti sicuri
Totale:

Il tuo carrello è vuoto

|*** Libro Quantità:
Articoli e appuntamenti suggeriti

Tematica
Argomento
Utile in caso di
Informazione obbligatoria
Informazione obbligatoria
Informazione obbligatoria
Informazione obbligatoria
Informazione obbligatoria
Non vi è alcun filtro disponibile, allarga la tua ricerca per ottenere più risultati
Non vi è alcun filtro disponibile, allarga la tua ricerca per ottenere più risultati
Filtra
Filtra per
Tematica
Informazione obbligatoria
Informazione obbligatoria
Informazione obbligatoria
Informazione obbligatoria
Informazione obbligatoria
Argomento
Utile in caso di
Risultati trovati: 45
Search-ME - Erickson 1 Didattica
Dall’Archivio dei Quaderni di Scuola - un’imponente collezione online di quaderni di scuola - alcuni temi ci regalano uno scorcio sul Natale dei tempi passati, visto con gli occhi di bambini e bambine della scuola elementare
L’Archivio dei Quaderni di Scuola, o Exercise Book Archive, è un imponente archivio digitale che propone al pubblico, già digitalizzati e catalogati, migliaia di quaderni scolastici appartenuti a bambine e bambini di generazioni diverse. La raccolta, curata da Thomas Pololi, Anna Teresa Ronchi e Valentina Colombo attraverso l’associazione “Quaderni Aperti”, era partita nel 2004 raccogliendo quaderni di scuola da una ristretta cerchia di familiari e amici. Con il tempo, la collezione si è allargata all’intero territorio nazionale e oggi raccoglie contributi provenienti da Paesi di tutto il mondo. Oltre 250 volontari partecipano al progetto trascrivendo il contenuto dei quaderni (alcuni risalgono a periodi storici anche lontani da noi, il più antico è della seconda metà del Settecento) e traducendoli in inglese. Nel 2019 la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia ha riconosciuto l’Archivio dei Quaderni di Scuola come “archivio di interesse storico particolarmente importante”. Perché i componimenti di bambini e bambine non rappresentano semplici esercitazioni di scrittura, ma permettono di rivivere momenti di vita quotidiana dal punto di vista storico, comprendendo l’evoluzione della società e dei suoi modelli culturali ed educativi. Sulla base dei materiali raccolti nell’Archivio - che ha anche una sede fisica a Milano, in via Broletto - Thomas, Anna Teresa e Valentina organizzano tante attività divulgative e laboratoriali che propongono al pubblico interessato, in maniera particolare alle scuole. Qui di seguito, presentiamo alcuni componimenti tratti dall'Archivio sul tema del Natale, un argomento sempre caro ai più piccoli. “Il prossimo anno faremo le vacanze di Natale sulla Luna. Chissà che troveremo” Tema di un bambino di quarta elementare di Milano, 27 dicembre 1969. Meno cinque, meno quattro, meno tre……. Sta per partire il razzo che mi porterà a trascorrere le le vacanze di Natale sulla luna…….. Ecco il razzo si stacca da terra, prende quota, vedo la terra rimpicciolire, mi pare di vedere la mia patria ed anche la mia Milano con la Madonnina del Duomo, vedo anche delle masse blu, sono gli oceani. Ormai la terra non è che un granello di sabbia e mi appare la facca bonaria della luna. Ormai sono occupato nelle manovre di atterraggio per poter toccare dolcemente il suolo lunare. Ecco sono giunto, apro lo sportello del LEM e mi guardo attorno e vedo delle rocce con incavate dentro delle grotte, poi giro l'angolo e vedo degli strani esseri luminosi che si muovono lentamente; poi vedo una chiesa di cristallo con una grotta affollata. Spinto dalla curiosità entro e scopro che sulla luna ci sono le stesse usanze della terra: v'è un presepe tutto di ghiaccio e penso: -Dio è giunto anche qui.- Poi guardo tutti i crateri che vi sono intorno da cui entrano ed escono i lunari, sono preso ad ammirare il paesaggio lunare quando un sibilo mi avverte che è ora di tornare a casa, abbraccio con un ultimo sguardo il paesaggio poi metto in moto il LEM e mi stacco dalla crosta lunare. "Il Natale ed il Presepio" Tema di una bambina di quinta elementare di Canepina (Viterbo), 1941. Il Natale viene sempre d'inverno cioè il 25 dicembre. Se questo Santo giorno non venisse con il rigido inverno e con tanta neve non sarebbe grande la festa. Tutti i nostri parenti e quelli che abbiamo in guerra cercano di avere la licenza proprio in questi giorni per stare un po' di tempo insieme per dirci tutto quello che ci detta il cuore di bello in quei giorni santi. Ogni anno noi tutti sentiamo il desiderio di fare un piccolo Presepio sia in chiesa, nella scuola e nella nostra amata casa. Il Presepio lo fece per la prima volta San Francesco d'Assisi. Egli pensò di scolpire il Divin Salvatore in una tavola di legno. E tutti gli altri personaggi cioè la Madonna, S. Giuseppe, il bue, l'asinello, i pastori ecc. erano le genti che l'adoravano. Dopo di Lui tutti abbiamo fatto uguale e ne siamo contenti di rinnovare questo sacro ricordo ogni anno, specialmente noi bambini. Esercizio di copiatura di una lettera nel quaderno di una bambina delle elementari di Montefalcione (Avellino), probabilmente 1918. Caro fratello, Noi credevamo di riabbracciarti nell’occasione di queste feste di Natale; invece, ieri mattina giunse al babbo il tuo telegramma, col quale avvertì che non hai potuto ottenere, come speravi, il permesso, e che rimandi la tua venuta a Pasqua, nella prossima primavera. Me ne dispiace assai, non già per il regalo che mi promettesti, che avrò a Pasqua e farà lo stesso, ma perché desideravo proprio di rivederti. La mamma ieri pianse un pochino, ma poi si consolò pensando che tu stai bene, e che a Pasqua verrai di sicuro. Ti auguro, anche a nome dei genitori, buone feste natalizie, ricevi un abbraccio e un bacio dal tuo aff.mo fratello Pippo Leggi anche “Un tema di scuola è la voce dei bambini e delle bambine, di ieri e di oggi, che ci raccontano le loro storie” con l’intervista al fondatore di “Quaderni Aperti” Thomas Pololi
Leggi di più
Search-ME - Erickson 2 Didattica
Una docente specializzata sul sostegno presenta “Comics (digitali) dell’amicizia”: un progetto attuato in una scuola primaria in provincia di Foggia in cui i bambini hanno costruito i propri avatar e poi li hanno fatti interagire tra di loro in maniera educativa e inclusiva
Lo stato di emergenza dovuto alla pandemia ha obbligato a guardare alle TIC come all’unica ancora di salvezza. Il mondo digitale si è rivelato un'enorme risorsa per le scuole in un periodo di protocolli e restrizioni. La didattica a distanza (DAD) e la didattica digitale integrata (DDI) hanno, così, fatto luce sul gap attuativo in merito a differenziazione didattica e a uso inclusivo della tecnologia digitale presente a scuola. Le tecnologie digitali sono in grado di offrire quella versatilità didattica capace di rispondere in maniera funzionale ai diversi stili di apprendimento, incrementando la motivazione e l’attenzione di tutti gli alunni. L’approccio pedagogico differenziato viene, quindi, a restituire al digitale quel valore inclusivo, nell'ottica di un rinnovamento della didattica, che incontra non solo le diversità e bisogni di ogni singolo alunno, ma ne apprezza la ricchezza. Esso può concretamente rappresentare un'alternativa reale alle modalità tradizionali del fare scuola. A sostegno di questa convinzione si inserisce una buona prassi educativa e inclusiva messa in campo da una docente contitolare e specializzata per le attività di sostegno alla classe in un anno scolastico che ha visto l’alternarsi di periodi di didattica a distanza, a periodi di didattica digitale integrata e didattica in presenza. Il progetto “DAD e Inclusione” - portato avanti in una scuola primaria in provincia di Foggia – è stato caratterizzato dall’approccio al digitale come differenziazione didattica: i bambini hanno costruito i loro AVATAR digitali per realizzare, poi, i “COMICS (digitali) dell’Amicizia”, dove gli AVATAR degli alunni interagivano tra loro a supporto di una narrazione educativa ed inclusiva. La realizzazione degli AVATAR e dei COMICS digitali si è rivelata utile a differenziare sia contenuti che abilità, modulando attività secondo processi diversi e realizzando attività a cui tutti hanno potuto partecipare, con forti ricadute sui vissuti di autoefficacia, stima di sé, sviluppo di abilità sociali, problem solving ed educazione alla reciprocità. La proposta di lavorare alla costruzione di AVATAR è nata dalla scelta di voler accompagnare gli alunni alla riflessione - in modalità ludica - sulla unicità che caratterizza ciascuno di noi, curando l'ascolto e l'attenzione all'altro, soprattutto a sostegno delle fragilità. La consegna ha previsto prima la realizzazione di Avatar cartacei, disegni divertenti e colorati rappresentativi di sé stessi e, quindi, la riflessione guidata sull’originalità e l’unicità di ognuno, educando a riconoscere e rispettare le differenze. Si è poi passati a realizzare gli Avatar in digitale, utilizzando una delle piattaforme in rete che permettono di farlo in modo gratuito: ogni alunno è stato indirizzato, grazie all’uso di una password, alla classe virtuale della piattaforma scelta per la costruzione guidata degli AVATAR digitali. Anche i docenti di posto comune sono stati guidati all’uso della piattaforma per la costruzione dei loro AVATAR per partecipare alla classe virtuale. Il passo successivo è stato quello di fare interagire gli AVATAR tra loro a sostegno di una ritrovata possibilità di vivere la scuola delle relazioni e delle emozioni in modo nuovo, divertente e creativo. Sono nati, così, i COMICS dell’Amicizia, fumetti relativi a momenti di condivisione e inclusione, costituiti principalmente da immagini e testo (presente all'interno di balloon o in didascalie) grazie all’uso di specifiche piattaforme presenti in rete ad uso gratuito. L’approccio a questo mondo digitale richiede una buona conoscenza dell’uso delle piattaforme: un impegno dedicato all’autoformazione attraverso la visione di tutorial facilmente reperibili in rete è richiesto ai docenti per acquisire nel giro di poco tempo quelle competenze utili a guidare la classe nell’avventura della costruzione di storie a fumetti con gli avatar della classe come personaggi. L'esperienza della DAD è stata un po' un ponte tra due mondi: il mondo della didattica digitale - che abbiamo sempre avuto a disposizione - e una didattica di stampo tradizionale - che ha mostrato alcuni suoi limiti ancora una volta. Le tecnologie digitali possono costituire un nuovo modo di fare scuola, a distanza e non solo, permettendo la partecipazione attiva di tutti gli alunni al percorso di apprendimento nonché la sperimentazione del successo creativo, della cooperazione e della condivisione. Come sottolinea Carol A. Tomlinson, la differenziazione didattica è un potente moltiplicatore di equità, un volano efficace di accoglienza e inclusione che declina le migliori conquiste in campo pedagogico e didattico. A livello creativo è stato molto interessante arrivare alla scrittura di una poesia inedita sul tema dell’Amicizia, in modo cooperativo e collaborativo, attraverso la classe virtuale: ogni alunno e ogni alunna della classe ha partecipato – con il suo personalissimo contributo - alla scrittura del testo rintracciando parole e significati nell’esperienza vissuta con il “Progetto DAD e Inclusione”. Vedere, poi, realizzato, il fumetto conclusivo con la poesia dell’Amicizia – a cui si era lavorato durante l’anno scolastico, nonostante le difficoltà - è stato motivo di grande soddisfazione e commozione per tutti, per l’intero team docenti della classe e per le famiglie degli alunni. Stemperare il grigiore emotivo dovuto alla situazione pandemica che stiamo vivendo con immagini colorate e parole gentili è un atto d’amore di cui solo i bambini sono capaci. In un tempo di forte distress per le agenzie educative, riscoprire la bellezza dell’atto educativo/formativo, veicolato dalla relazione empatica, attraverso il feedback entusiasta e gioioso dei bambini - nel partecipare alle attività di didattica inclusiva proposte in digitale - dona speranza e forza anche a noi adulti di riferimento. All’interno del progetto “DAD e inclusione”, abbiamo realizzato anche un libro digitale, con protagonisti gli avatar di bambini e insegnanti. Potete sfogliarlo al link qui sotto: https://read.bookcreator.com/c3sYnLYKZbW5fgVNrJjzV9qGdcY2/3YlO7zRxSfq3Gkl7CZMfHg
Leggi di più
Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
La classe è come un’orchestra in cui si impara a prestare ascolto alla voce di tutti
È importante insegnare Musica a partire dalla scuola dell’infanzia — e, se si potesse, anche dal nido — per dare continuità a questa strada nell’età evolutiva. La Musica accompagna lo sviluppo dell’essere umano.  Un bambino che fin dalla sua infanzia cresce in un «bagno musicale» svilupperà senza dubbio una capacità d’ascolto più attiva. Quindi, come insegnarla? Con quale obiettivo? Per creare musicisti o alimentare esseri umani sensibili alla vita e al rispetto? Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012, sulla Musica sottolineano: “La musica, componente fondamentale e universale dell’esperienza umana, offre uno spazio simbolico e relazionale propizio all’attivazione di processi di cooperazione e socializzazione, all’acquisizione di strumenti di conoscenza, alla valorizzazione della creatività e della partecipazione, allo sviluppo del senso di appartenenza auna comunità, nonché all’interazione fra culture diverse.” Stare in un’orchestra insegna a prestare ascolto alla voce di tutti. Questo l’ho provato pienamente solo con i bambini, suonando con loro. Un insegnante che non conosce la Musica non deve privarsi dell’opportunità che la vita gli sta dando, ossia di cominciare ad apprendere e sperimentare partendo da lui stesso. È essenziale porsi sempre delle domande sempre: se vuoi essere un buon musicista a scuola, i tuoi studi possono costituire il tuo patrimonio culturale, ma non devi smettere di stupirti davanti a quello che un bambino può insegnarti. Essere «musicale» vuol dire essere in armonia con i gesti che compi, far sì che tutto sia sempre fluido, offrendo possibilità di creazione soprattutto a quei bambini che vengono spesso «classificati» da parole che non fanno altro che bloccare la loro possibilità di evolvere. Un bambino non va mai giudicato: bisogna pensare sempre di essere, per ben più di un secondo, al suo posto, chiedendoci come raggiungerlo attraverso una comunicazione musicale che lo rivaluti positivamente agli occhi di tutti. Selo spartito che stiamo sperimentando in classe lo blocca, è necessario cercare di visualizzare velocemente ciò che costituisce il «giusto» per lui: che sia un gesto, un’espressione, un’intonazione, una proposta ritmica o semplicemente la difficoltà stessa. È bene prendere questa difficoltà e renderla di tutti, perché nessuno si senta incapace o isolato nel realizzare qualcosa. Teniamo sempre presente, nelle nostre azioni di insegnanti, che i bambini faranno sempre di tutto per renderci felici, per realizzare la lezione o il momento di condivisione con i genitori. Si è «Maestro/a di Musica» se si ha «seminato» questa espressione. L’insegnamento la alimenta di ora in ora. Fare pratica e avere insegnanti che ci accompagnano non solo nelle parole è fondamentale, come è fondamentale avere qualcuno con cui confrontarsi perché vive la classe come noi, la scuola come noi, la stanchezza come noi.
Leggi di più
Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Il Codice Quadretto intreccia la rigidità del linguaggio matematico alla bellezza delle immagini, lasciando spazio allo sviluppo della creatività
Il Codice Quadretto è un linguaggio matematico applicato al disegno creativo. Si basa su poche semplici regole che aprono ai bambini e alle bambinele porte di un mondo dove la matematica e il rigore incontrano la bellezza delleimmagini. Il Codice Quadretto è un linguaggio universale, così inclusivo e vicinoalla sensibilità dei piccoli che in pochi mesi se ne impadroniscono e iniziano autilizzarlo con grande naturalezza, come accade con i numeri. È il linguaggio attraverso il quale anche il bambino più in difficoltà puòtrovare il suo canale espressivo. Un’immagine può trasmettere tantissimo, molto di più di tante parole. Un’immagine resta impressa nella memoria del bambino, può rendere significativa un’esperienza. La bellezza è un linguaggio universale e accessibile a tutti.  Il Codice Quadretto è un metodo nato nel 2016 pressola scuola primaria iSchool Circle di Bergamo, lungamente sperimentato e ampliatonel corso di cinque anni. Nato come attività ludica da affiancare alla geometria tradizionale, ha assuntonel corso degli anni una forma sempre più consistente, articolandosi in una seriedi percorsi didattici. Molte sono le caratteristiche che invitano a utilizzare il Codice Quadrettocome strumento all’interno del percorso della scuola primaria: Trasversalità Pur nascendo come una forma di disegno geometrico, e quindi propedeuticoall’apprendimento della geometria, il Codice Quadretto si presta a contaminarela didattica della primaria in maniera estremamente trasversale.La trasversalità è data dall’efficacia delle immagini, che possono diventare puntodi partenza per percorsi in qualsiasi materia. Creatività Il Codice Quadretto è essenzialmente un linguaggio logico-matematico applicato al disegno: si tratta di un’espressione artistica soggetta ai vincoli matematici imposti dal reticolo. Dinamismo del linguaggio È un codice rigido ma allo stesso tempo facilmente plasmabile: ciascuno si potrà divertire a utilizzarlo come preferisce. Gradualità Il percorso di apprendimento attraverso il Codice Quadretto è organizzato in maniera estremamente graduata. Replicabilità e senso di autoefficacia I disegni costruiti con il linguaggio del Codice Quadretto seguono un sistema rigido di vincoli geometrici, e proprio grazie a questa caratteristica sono riproducibili in maniera esatta, diversamente da un disegno qualsiasi. Universalità e inclusività La bellezza delle immagini esprime un linguaggio universale e accessibile a tutti, senza sovrastrutture e senza barriere. Protagonismo Il mondo del Codice Quadretto è il mondo dei bambini e delle bambine. Sono loro al centro, i veri protagonisti. Libertà di pensiero e finestre sul mondo Attraverso il Codice Quadretto i bambini sperimentano punti di vista inaspettati, lontani dalle gabbie della didattica tradizionale e più vicini alla loro sensibilità. Orientamento spaziale Disegnare su un reticolo di quadretti è un modo divertente e naturale per imparare a muoversi nello spazio. Precisione e concentrazione Saper comunicare con il Codice Quadretto impone anzitutto di imparare a utilizzare il righello. Tridimensionalità Il Codice Quadretto ammette una naturale estensione tridimensionale. I poliedri ordinari come cubo, piramide e parallelepipedo, opportunamente combinati, si trasformano in oggetti familiari come un cono gelato, un microfono o un matitone, solo per citarne alcuni.  Approssimazione In campo scientifico, si parla spesso di approssimazione, largamente utilizzata ad esempio in fisica e in ingegneria. Ogni disegno costruito con il Codice Quadretto è sostanzialmente un’approssimazione del mondo reale.  Manualità Lo sviluppo della motricità fine è stimolata attraverso la cura dei piccoli gesti. Competenze digitali Per poter applicare le regole del Codice Quadretto è sufficiente imparare a usare poche semplici funzionalità: punto, segmento e poligono. Coding e programmazione Un disegno su reticolo, scomposto in quadratini, è un ottimo punto di partenza per imparare ad associare un’immagine a un codice, a tutti gli effetti un primo esempio di programmazione.
Leggi di più
Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Un concorso che propone alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie di sviluppare un’attività di classe su uno o più obiettivi dell’Agenda ONU 2030
Torna il Premio Zecchino d’Oro per la scuola, un concorso organizzato in collaborazione tra Antoniano ed Erickson e rivolto alle scuole dell’infanzia e primarie, che propone ad alunne e alunni di sviluppare, sotto la guida dei/delle docenti, un’attività di classe scegliendo uno o più obiettivi dell’Agenda ONU 2030 in abbinamento alle canzoni dell’ultima edizione dello Zecchino d’Oro. Tutte le scuole aderenti possono scegliere liberamente il mezzo espressivo più adatto: può trattarsi di un video, di un lapbook, un podcast, un albo illustrato, un poster, un artefatto… qualsiasi lavoro o creazione ritengano adatta a veicolare il tema prescelto dell’Agenda Onu 2030. E le canzoni da abbinare agli obiettivi dell’Agenda 2030? Si possono scegliere tra le 14 canzoni della 65a edizione di Zecchino d’Oro, andata in onda a dicembre 2022.I progetti, una volta realizzati, vanno caricati sulla piattaforma dedicata entro il 19 marzo. Valutazione dei progetti e riconoscimenti per i vincitori Tutti i progetti che arriveranno verranno valutati da una giuria di esperti di Antoniano e Erickson, che sceglieranno tre progetti vincitori: uno per la scuola dell’infanzia, uno per il primo biennio della primaria e uno per il triennio della primaria.Alle classi vincitrici verranno riconosciuti questi premi: - un buono libri del valore di 250 euro- una partecipazione al convegno Erickson “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale” (Rimini, novembre 2023), per il/la docente - un incontro con Sabrina Simoni, direttrice del Piccolo Coro dell’Antoniano, presso la propria sede scolasticaI progetti vincitori verranno proclamati dalla giuria e comunicati attraverso il sito Erickson e di Antoniano entro metà aprile. Contatti utili Per eventuali domande o richieste di chiarimento, è possibile contattare la Segreteria di Antoniano e l’ufficio comunicazione di Erickson ai seguenti recapiti telefonici ed e-mail: Segreteria Antoniano | zecchinodoro@antoniano.it | 0513940211 Cristina Zivelonghi | ufficiostampa@erickson.it | tel. 0461 951675 Vi aspettiamo! .article-author{ font-size: 22px; line-height: 34px; font-style: italic; } @media screen and (max-width: 768px) { .article-author { display: none !important; } }
Leggi di più
Search-ME - Erickson 3 Didattica
Un'insegnante di scuola primaria spiega le ragioni teoriche e le ricadute didattiche della realizzazione di un laboratorio teatrale con le ombre nel contesto scolastico
Allestire un laboratorio di Teatro delle ombre nella scuola primaria vuol dire in sintesi predisporre il contesto alla creazione di narrazioni sviluppate a partire da questo linguaggio evocativo e suggestivo, che lavora per sottrazione e che richiede la continua attivazione di tutti i soggetti in campo. Le storie che scaturiscono da un lavoro sulle ombre possono essere sia legate al mondo dell’immaginario e della fantasia, sia introspettive e connesse alla dimensione interiore del bambino, di come percepisce la propria immagine di sé, nei suoi aspetti di luce e di ombra. Approfondita la definizione di laboratorio teatrale delle ombre, proviamo ora a valutarne le ricadute didattiche nel contesto scolastico della scuola primaria. Facendo riferimento alle Indicazioni Nazionali del 2012, i traguardi individuabili all’interno dei processi di apprendimento attivati nel laboratorio proposto sono relativi allo sviluppo delle competenze delle aree disciplinari di Italiano, Arte e Immagine e Educazione fisica. Certamente, questi sono solo alcuni dei traguardi che potranno essere inclusi in fase di progettazione dall’insegnante; altri potranno essere da questo valutati in base a differenti scelte progettuali (come per esempio, i traguardi di Storia e di Scienze). Entrando nello specifico della disciplina legata allo sviluppo delle competenze nella lingua madre, si delineano due traguardi, inerenti agli aspetti orali e a quelli scritti della produzione verbale. Nello specifico, si fa riferimento alla competenza dell’alunno «di partecipare a scambi comunicativi in modo chiaro e pertinente e alla competenza di scrivere brevi testi coerenti e coesi all’interno di situazioni autentiche» proposte dal contesto scolastico. I testi fantastici, in particolare, sono scelti per la sperimentazione delle potenzialità espressive della lingua italiana, anche in relazione ad altri linguaggi al fine di produrre testi multimediali. In quest’ottica, il laboratorio teatrale delle ombre attiva percorsi in cui mettere alla prova le proprie competenze comunicative al fine di produrre testi narrativi che possano essere compresi da un pubblico di spettatori. La possibilità di inserire il lavoro in un contesto di senso per i bambini porta questi ultimi a lavorare sulle proprie produzioni tendendo ai principi di completezza, chiarezza e coesione necessari affinché una narrazione sia comprensibile a un pubblico. Inoltre, la presenza di un gruppo di lavoro che scambia le parti di attore-spettatore permette uno scambio di visioni che si integrano tra di loro per raggiungere gli scopi preposti nel laboratorio. I traguardi di sviluppo delle competenze artistiche, invece, fanno riferimento alla capacità di esprimersi e comunicare in modo creativo e personale. Tra i traguardi di sviluppo, si annovera quello di saper utilizzare conoscenze e abilità per produrre tipologie di testi visivi, tra i quali anche quelli narrativi, rielaborando le immagini con molteplici tecniche, tra queste anche quella audiovisiva e multimediale. Nella trasposizione del Teatro delle ombre in Arte e Immagine, la tecnica di produzione di immagini d’ombra è quindi inserita in un quadro più ampio di analisi e rielaborazione delle immagini e di interazione con gli altri linguaggi. Infine, non dimentichiamo che anche il corpo è soggetto preso in causa all’interno di un laboratorio che rende il «fare» un perno centrale del processo di apprendimento. Per questa ragione, il laboratorio include nel suo orizzonte il traguardo di sviluppo legato alla disciplina di Educazione fisica che vede tra i suoi obiettivi quello di «Utilizzare il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso la drammatizzazione e le esperienze ritmico-musicali e coreutiche». L’uso del codice cinestetico come modalità comunicativa ed espressiva ben si coniuga con il lavoro di ricerca di completamento della sagoma d’ombra e di acquisizione di abilità espressive in un contesto che lavora per sottrazione. Come rendere il mostro arrabbiato in un mostro gioioso? Come esprimere con la propria ombra corporea la tristezza, la gioia, la rabbia se in ombra non è visibile la mimica facciale? Queste e altre domande sono buoni spunti di partenza per un lavoro che vede il corpo e le emozioni protagoniste del processo di apprendimento all’interno del contesto laboratoriale.
Leggi di più
;