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I mini gialli dei dettati 2
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Search-ME - Erickson 1 DIDA
Grazia Cotroni, autrice di “Ma(th) che sfida!-Geometria”, spiega come il gioco sia uno strumento utile e innovativo per la didattica della matematica
Nel periodo in cui insegnavo al liceo artistico mio figlio aveva 4 anni e io cominciavo a giocare con lui pomeriggi interi a «Indovina chi», a «Memory», a tombola. Guardando mio figlio giocare, mi rendevo conto che si attivavano in lui, ma anche in me, alcune dinamiche che io non avevo mai guardato. Grazie a mio figlio ho capito che il gioco è una cosa seria (si arrabbiava tantissimo se perdeva), ho capito che quando si gioca ci si immerge nel mondo del gioco (ci si tuffa dentro, cercando di capire al meglio le regole e la strategia da attuare). Nel gioco si è protagonisti, si è concentrati nel fare la mossa giusta (ma senza schemi prestabiliti, senza tecnicismi!), ogni partita è diversa, quindi ha una nuova giocabilità. Ogni giocatore guarda con interesse l’altro, spesso imitandone strategie o domande vincenti. Infine, ma non per ordine di importanza, l’errore nel gioco è una possibilità ma esso è considerato come un punto su cui riflettere e da cui ripartire, non come un giudizio negativo su di sé. Per tutti questi motivi da allora sperimento in classe giochi reinventati, giochi che i ragazzi conoscono già ma rivisitati in un’ottica matematica. Credo che il gioco possa costituire un trampolino di lancio per riscoprire cosa significa fare matematica. Magari uno studente, giocando, potrà rendersi conto di quanto sia più interessante e affascinante accogliere la sfida di un problema e attivarsi per la sua risoluzione. Anche se il gioco non è l’unica possibilità per percepire che la matematica è un’attività da fare in prima persona, esso può essere un inizio, può offrire l’opportunità di un’esperienza umana che tiene insieme ragione e cuore, dunque sicuramente un’esperienza coinvolgente. Così è nata, tra i banchi di scuola, l’idea di un kit di giochi chiamato: «Creattivamath». Tutti i giochi sono a squadre, perché nel gioco si potessero anche acquisire competenze utili per lavorare in team: saper ascoltare, proporre congetture e argomentare, cambiare idea e strategia quando necessario. E per il docente qual è il guadagno? Il gioco favorisce la possibilità per il docente di non essere lui il protagonista, di non essere lui sul «palcoscenico» della cattedra, ma di guardare i singoli studenti, le loro abilità, i loro «talenti» e nello stesso tempo, essendo un gioco a squadre, osservare il gruppo classe e capirne le dinamiche. Nel 2013 ho mostrato il mio kit, che fino ad allora utilizzavo io nelle mie classi, a dei colleghi di matematica presenti alla Bottega di matematica nel convegno annuale dell’Associazione Diesse (Didattica e Innovazione Scolastica). Grazie all’interesse, all’entusiasmo, alla collaborazione e alla condivisione di esperienze con i docenti presenti in quel convegno, ho considerato l’idea di produrre una scatola contenente questi giochi rivisitati, giochi con uno scopo didattico sulla matematica. Non finirò mai di sottolineare la grandezza che siamo noi docenti quando ci mettiamo a lavorare insieme. Il kit Creattivamath è stato sperimentato da almeno 300 docenti italiani fino ad oggi ed è stato presentato in vari contesti. Da qui nasce oggi un progetto ad ampio raggio con le Edizioni Erickson, dal titolo: «Ma(th) che sfida!!». L’idea è quella di realizzare delle scatole più piccole rispetto al kit originale, contenenti i giochi separati per argomenti. I giochi sono stati ripensati per la scuola secondaria di primo grado e a gennaio è uscita la prima scatola: Ma(th) che sfida! GEOMETRIA. Ma(th) che sfida! GEOMETRIA Perché partire dalla scatola di geometria? Perché c’è un aspetto in essa che va curato e fatto germogliare con tempo e pazienza nei nostri studenti: è il linguaggio specifico. Spesso in geometria è questo l’obiettivo didattico principale per poi poter approcciare definizioni, teoremi e dimostrazioni. I giochi all’interno di questa scatola aiutano proprio questa consapevolezza nel linguaggio. Un altro motivo che ci ha spinto a iniziare con questa scatola è che questi giochi potrebbero essere usati già nella scuola primaria, magari togliendo dal mazzo alcune carte, se il docente lo ritenesse opportuno. L’articolo completo “La matematica come arte del pensiero” è disponibile sul numero di marzo 2021 della rivista Erickson “DIDA”.
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Search-ME - Erickson 2 Attività
Per superare misteri nello spazio bisogna risolvere appassionanti enigmi di aritmetica e geometria
Una nave spaziale dispersa, un carico importante da ritrovare, una meta da raggiungere... La missione è davvero complicata: dovrai esprimere tutte le tue doti logiche per trovare gli indizi giusti e risolvere gli enigmi. Una storia avvincente, mai banale, resa ancora più interessante dagli esercizi particolarmente sfidanti, realizzati per aiutare i ragazzi a consolidare gli apprendimenti di aritmetica e geometria divertendosi. Scopri così i nuovi Playscape Erickson: una nuova linea di giochi da tavolo e libri che - basandosi sul modello dell’EscapeRoom - ne fanno propri alcuni principi per applicarli ai contenuti didattici. I libri della serie Playscape stimolano i ragazzi a procedere nell’avventura risolvendo codici, enigmi, rompicapo e indovinelli, in alcuni casi legati a specifici contenuti didattici in altri più generici. Sei pronto? Scarica le schede che abbiamo selezionato per te e inizia a giocare con i numeri!
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Search-ME - Erickson 3 Didattica
Pietro Ravagni, un ragazzo di Pergine Valsugana di quasi 14 anni, si è aggiudicato il titolo di campione italiano 2020 di geometria piana per la categoria dedicata alla scuola secondaria di primo grado
Si chiama Pietro Ravagni ed è un ragazzo trentino di quasi 14 anni, il nuovo campione di “Geometriko”, una competizione nazionale di geometria piana, basata sull’omonimo gioco ideato da Leonardo Tortorelli e pubblicato dalla nostra casa editrice (Geometriko – Il gioco strategico per imparare la geometria piana). Per la precisione, Pietro (ritratto nella foto sopra) è di Pergine Valsugana, ed è lì che quest’anno ha frequentato il terzo anno della scuola secondaria di primo grado Garbari dell’Istituto Comprensivo Pergine 2. Il ciclo scolastico per lui si è concluso molto bene, con una bella promozione alla scuola secondaria di secondo grado e la grande soddisfazione della vittoria del titolo italiano di “Geometriko” per la categoria dedicata alla scuola secondaria di primo grado, dopo una finalissima online durata ben 3 ore. Subito dopo la vittoria, il neo-campione ha commentato: «Per me “Geometriko” è stata un’esperienza indimenticabile ed emozionante. Non pensavo che un gioco potesse coinvolgermi così tanto. “Geometriko” è riuscito a farmi imparare la geometria senza farmi fare fatica e facendomi divertire. È il gioco di carte più bello che io abbia mai visto e lo consiglio a tutti. Ricorderò sempre il batticuore che avevo durante le sfide e la paura di trovare il caprone Ugo (una carta imprevisto del gioco che nessun giocatore si augura di pescare, ndr)». Ma in cosa consiste questo gioco che ha appassionato tanto Pietro e molti altri ragazzi come lui? Si tratta, per l’appunto, di un gioco di carte per acquisire e consolidare l’apprendimento della geometria piana in cui i giocatori sono chiamati a risolvere problemi o a dimostrare proprietà e teoremi, sfidandosi l’uno con l’altro in base alle carte che hanno in mano, difendendo le “carte quadrilatero” in proprio possesso e cercando di fare in modo che gli avversari, invece, le perdano. È anche un gioco di strategia e di interazione con gli altri giocatori, con i quali ci si guarda negli occhi e ci si confronta parlando un “linguaggio geometrico” comune. A Pietro abbiamo chiesto com’è nata la sua passione per la geometria. «È nata proprio con “Geometriko” - ci spiega al telefono - L’avevo già utilizzato in prima e in seconda media, ma allora non conoscevo bene le regole. Solo quest’anno ho deciso di approfondire, e giocando mi sono appassionato». Il campione racconta anche che non si aspettava di vincere, perché i suoi avversari erano molto forti e determinati. Molto preparato però lo era anche lui, che è arrivato alla finalissima dopo mesi di esercitazioni fatte sotto la guida esperta della sua insegnante di matematica, Lorena Nicolao. La stessa insegnante, che aveva già partecipato al torneo con altre classi nei tre anni precedenti, racconta così l’esperienza di quest’anno: «Anche quest’anno con i ragazzi avevamo iniziato a prepararci presto per la competizione, svolgendo attività di ripasso e simulazioni fin da ottobre. A febbraio avevamo iniziato con i tornei di classe, che sono la prima fase della competizione “Geometriko”. Poco dopo, però, è arrivato il fermo di tutta l’attività scolastica in presenza e quindi anche lo stop alla competizione così come la conoscevamo. Gli organizzatori della competizione, tuttavia, sono riusciti a dirottare il tutto su una piattaforma online, e così il torneo ha potuto svolgersi regolarmente anche quest’anno». Sicuramente partecipare con le proprie classi a un’iniziativa del genere, che prevede una competizione in più fasi, iniziando da tornei di classe, per poi continuare con tornei di istituto, quindi regionali e infine nazionali, richiede un bell’impegno, sia ai ragazzi che agli insegnanti. La professoressa Nicolao spiega in questo modo la molla che l’ha spinta a partecipare alla competizione con le sue classi in questi anni: «Imparare la geometria con “Geometriko” fa senz’altro vivere la geometria in maniera diversa ai ragazzi. Alcuni si entusiasmano e si lasciano coinvolgere tanto, come è successo anche a Pietro; altri, che non hanno in simpatia la geometria, attraverso la formula del gioco riescono comunque a vivere un’esperienza positiva e qualche volta ad ottenere risultati insperati. Devo dire che quest’anno, in particolare, i ragazzi sono stati bravi perché, durante i lunghi mesi di Didattica a Distanza che ci hanno fatti soffrire tutti, hanno tenuto duro e sono andati avanti». Adesso il percorso scolastico del giovane talento trentino proseguirà alle scuole superiori ITI di Trento, dove potrà portare avanti il suo interesse per la matematica e la tecnologia informatica. Il bel risultato ottenuto da Pietro è stato festeggiato dal Comune di Pergine Valsugana, che il 16 luglio gli ha consegnato una targa di riconoscimento, e dall’Assessore Provinciale all’Istruzione, Mirko Bisesti, che gli ha inviato una lettera di congratulazioni e di ringraziamento per aver dato lustro, con la sua vittoria, anche alla sua terra. Anche noi di Erickson ci uniamo a queste voci, per fargli i complimenti per il risultato raggiunto e un grande in bocca al lupo per la continuazione del suo percorso formativo. I nostri complimenti vanno anche all’insegnante Lorena Nicolao e alla famiglia di Pietro, che in questi mesi il campione ha coinvolto in numerose sfide di “Geometriko” per riuscire ad allenarsi al massimo.
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Il Codice Quadretto intreccia la rigidità del linguaggio matematico alla bellezza delle immagini, lasciando spazio allo sviluppo della creatività
Il Codice Quadretto è un linguaggio matematico applicato al disegno creativo. Si basa su poche semplici regole che aprono ai bambini e alle bambinele porte di un mondo dove la matematica e il rigore incontrano la bellezza delleimmagini. Il Codice Quadretto è un linguaggio universale, così inclusivo e vicinoalla sensibilità dei piccoli che in pochi mesi se ne impadroniscono e iniziano autilizzarlo con grande naturalezza, come accade con i numeri. È il linguaggio attraverso il quale anche il bambino più in difficoltà puòtrovare il suo canale espressivo. Un’immagine può trasmettere tantissimo, molto di più di tante parole. Un’immagine resta impressa nella memoria del bambino, può rendere significativa un’esperienza. La bellezza è un linguaggio universale e accessibile a tutti.  Il Codice Quadretto è un metodo nato nel 2016 pressola scuola primaria iSchool Circle di Bergamo, lungamente sperimentato e ampliatonel corso di cinque anni. Nato come attività ludica da affiancare alla geometria tradizionale, ha assuntonel corso degli anni una forma sempre più consistente, articolandosi in una seriedi percorsi didattici. Molte sono le caratteristiche che invitano a utilizzare il Codice Quadrettocome strumento all’interno del percorso della scuola primaria: Trasversalità Pur nascendo come una forma di disegno geometrico, e quindi propedeuticoall’apprendimento della geometria, il Codice Quadretto si presta a contaminarela didattica della primaria in maniera estremamente trasversale.La trasversalità è data dall’efficacia delle immagini, che possono diventare puntodi partenza per percorsi in qualsiasi materia. Creatività Il Codice Quadretto è essenzialmente un linguaggio logico-matematico applicato al disegno: si tratta di un’espressione artistica soggetta ai vincoli matematici imposti dal reticolo. Dinamismo del linguaggio È un codice rigido ma allo stesso tempo facilmente plasmabile: ciascuno si potrà divertire a utilizzarlo come preferisce. Gradualità Il percorso di apprendimento attraverso il Codice Quadretto è organizzato in maniera estremamente graduata. Replicabilità e senso di autoefficacia I disegni costruiti con il linguaggio del Codice Quadretto seguono un sistema rigido di vincoli geometrici, e proprio grazie a questa caratteristica sono riproducibili in maniera esatta, diversamente da un disegno qualsiasi. Universalità e inclusività La bellezza delle immagini esprime un linguaggio universale e accessibile a tutti, senza sovrastrutture e senza barriere. Protagonismo Il mondo del Codice Quadretto è il mondo dei bambini e delle bambine. Sono loro al centro, i veri protagonisti. Libertà di pensiero e finestre sul mondo Attraverso il Codice Quadretto i bambini sperimentano punti di vista inaspettati, lontani dalle gabbie della didattica tradizionale e più vicini alla loro sensibilità. Orientamento spaziale Disegnare su un reticolo di quadretti è un modo divertente e naturale per imparare a muoversi nello spazio. Precisione e concentrazione Saper comunicare con il Codice Quadretto impone anzitutto di imparare a utilizzare il righello. Tridimensionalità Il Codice Quadretto ammette una naturale estensione tridimensionale. I poliedri ordinari come cubo, piramide e parallelepipedo, opportunamente combinati, si trasformano in oggetti familiari come un cono gelato, un microfono o un matitone, solo per citarne alcuni.  Approssimazione In campo scientifico, si parla spesso di approssimazione, largamente utilizzata ad esempio in fisica e in ingegneria. Ogni disegno costruito con il Codice Quadretto è sostanzialmente un’approssimazione del mondo reale.  Manualità Lo sviluppo della motricità fine è stimolata attraverso la cura dei piccoli gesti. Competenze digitali Per poter applicare le regole del Codice Quadretto è sufficiente imparare a usare poche semplici funzionalità: punto, segmento e poligono. Coding e programmazione Un disegno su reticolo, scomposto in quadratini, è un ottimo punto di partenza per imparare ad associare un’immagine a un codice, a tutti gli effetti un primo esempio di programmazione.
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Come costruire un leone di carta con la tecnica che abbina linguaggio matematico e disegno creativo
In occasione della festa del papà, proponiamo un laboratorio di costruzioni con la carta, divertente e allo stesso tempo impegnativo. Una sfida appassionante per le classi quarta e quinta della primaria, con un obiettivo ambizioso: la produzione di un manufatto artigianale costruito con le proprie mani e con le sembianze di un leone, da portare a casa come regalo per il papà. Il laboratorio si articola in cinque fasi: il disegno geometrico, la coloritura, il ritaglio, la piegatura e infine il montaggio. Qui di seguito forniamo istruzioni dettagliate per accompagnarvi in tutte queste fasi. Materiali necessari I materiali necessari per questo laboratorio sono: fogli A4 a quadretti piccoli, matita, righello, gomma, forbici, colla, pastelli giallo, arancio e nero. Armiamoci di pazienza e di concentrazione, perché il manufatto che vogliamo costruire è composto da ben nove elementi: un cubo per il corpo, un cubo per la testa, e 7 parallelepipedi per la criniera. Buon divertimento con il Leone di Carta! Fase 1 e 2: disegno geometrico e coloritura Prendiamo dei fogli A4 a quadretti da mezzo centimetro, e disegniamo lo sviluppo piano dei solidi che compongono il leone di carta. Si tratta di 2 cubi con lato di 6 cm, e di 7 parallelepipedi a base quadrata. Tutti questi solidi sono composti da sei facce. Una volta disegnato lo sviluppo piano, aggiungiamo delle alette, che ci serviranno nella fase di montaggio. Ecco lo sviluppo piano del parallelepipedo, da replicare in 7 copie per la criniera, e da colorare di arancio. Ecco lo sviluppo del cubo che diventerà la testa del leone. Attenzione ad occhi e bocca, seguiamo le regole del quadretto! Infine, lo sviluppo del corpo del leone, con coda nella parte posteriore. Fase 3 e 4: ritaglio e piegatura Ora che abbiamo disegnato tutti e 9 i pezzi che compongono il manufatto, passiamo alla fase del ritaglio. Con molta cura tagliamo seguendo il perimetro esterno delle alette. Terminata la fase di ritaglio, pieghiamo tutte le alette verso l'interno, come mostrato nella fotografia. Si consiglia di piegare anche lungo i segmenti che dividono le facce tra loro, per agevolare la successiva fase di montaggio. Ripetiamo questa operazione per tutti e 9 i pezzi. Fase 5: montaggio Entriamo finalmente nell'ultima fase, quella decisiva! Prendiamo il solido che abbiamo ritagliato e piegato, e spalmiamo la colla lungo tutte le alette. Con molta cura, iniziamo a comporre il cubo facendo combaciare le alette adiacenti, un passo alla volta, fino a richiudere la faccia superiore. Ecco il primo cubo montato! Dopo aver montato tutti e 9 i pezzi armati di colla e di pazienza, è giunto il momento di assemblare il leone, incollando tra loro le varie parti. Finalmente ci siamo, il Leone di Carta è pronto! La dedizione e la fatica che sono state necessarie per realizzarlo sono ampiamente ripagate dalla soddisfazione di portare a casa un oggetto costruito con le proprie mani! Un saluto dal maestro Andrea e dalla maestra Marta!Alla prossima avventura con il Codice Quadretto... e buona festa del papà a tutti! .img-fluid{ margin-bottom: 30px !important; } @media only screen and (max-width: 767.9px) { .img-fluid { max-width: 200px !important; } } .article-header-container .article-header .author-profile-pic::after{ content="Nella foto, Andrea Rota e Marta Magli, autori di "Sviluppare la creatività con il Codice Quadretto"; }
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Per celebrare la Giornata Mondiale delle api del 20 maggio, gli autori del libro “Sviluppare la creatività con il Codice Quadretto” propongono un laboratorio di costruzioni con la carta
Per celebrare la giornata mondiale delle api del 20 maggio, proponiamo un laboratorio di costruzioni con la carta. Si tratta di una sfida avvincente che ha come obiettivo la produzione di un manufatto artigianale costruito dal bambino con le proprie mani, un'ape di carta appunto, da portare a casa o da lasciare a scuola per formare insieme a quelle dei compagni uno Sciame di Api di carta, un'opera collettiva piena di significati! L’Ape, infatti, è un animale tanto fragile quanto importante per gli equilibri della natura, essendo protagonista del processo di impollinazione. Con questo laboratorio vogliamo quindi celebrare degnamente questo piccolo e importantissimo animale. Il laboratorio si articola in cinque fasi: il disegno geometrico, la coloritura, il ritaglio, la piegatura e infine il montaggio. Qui di seguito forniamo istruzioni dettagliate per accompagnarvi in tutte queste fasi. Materiali necessari e composizione dell’Ape di Carta I materiali necessari per questo laboratorio sono: fogli A4 a quadretti piccoli, matita, righello, gomma, forbici, colla, pastelli giallo, arancio e nero. Armiamoci di pazienza e di concentrazione, perché il manufatto che vogliamo costruire è composto da cinque elementi: un cubo per il corpo, un cubo per la testa, 2 cubi per le ali e una piramide per il pungiglione. Buon divertimento con l'Ape di Carta! Fase 1 e 2: disegno geometrico e coloritura L'Ape di Carta è formata da cinque pezzi: 2 cubi con lato di 6 cm, altri 2 cubi con lato di 3 cm e una piramide a base quadrata. Per ciascuno di questi solidi bisogna anzitutto disegnare lo sviluppo piano, comprendendo anche le alette che sono necessarie per il montaggio. Armiamoci quindi di fogli A4 a quadretti da mezzo centimetro, e iniziamo a disegnare lo sviluppo dei due cubi con lato da 3 cm, che formeranno le ali, e della piramide a base quadrata che diventerà il pungiglione. Eccoli...  Ecco lo sviluppo del cubo che diventerà la testa dell'ape. Attenzione a occhi e bocca, seguiamo le regole del quadretto! L'ultimo pezzo che manca per completare l'ape è il corpo, un altro cubo con lato da 6 centimetri. Fase 3: ritaglio Ora che abbiamo disegnato e colorati tutti e 5 i pezzi che compongono il manufatto, passiamo alla fase del ritaglio. Con molta cura tagliamo seguendo il perimetro esterno delle alette. Ripetiamo l'operazione per tutti i pezzi che serviranno per comporre la nostra Ape di Carta, un ottimo esercizio di manualità e di concentrazione che sarà sicuramente utile per i nostri piccoli studenti! Fase 4: piegatura Abbiamo ritagliato seguendo il contorno esterno delle alette, che ora vanno piegate accuratamente verso l'interno. Si consiglia di piegare anche lungo i segmenti che dividono le facce tra loro, per agevolare la successiva fase di montaggio, come mostrato in fotografia: Questa operazione, che può sembrare semplice, è in realtà molto delicata e cruciale per la buona riuscita del manufatto, quindi prestiamo la dovuta attenzione! Fase 5: montaggio Entriamo finalmente nell'ultima fase, quella decisiva! Prendiamo il solido che abbiamo ritagliato e piegato, e spalmiamo la colla lungo tutte le alette. Con molta cura, iniziamo a comporre il cubo facendo combaciare le alette adiacenti, un passo alla volta, fino a richiudere la faccia superiore. Dopo aver montato tutti e 5 i pezzi armati di colla e di pazienza, iniziamo ad assemblare il manufatto, incollando tra loro i vari pezzi... Notate da questa immagine che ogni bambino ha voluto personalizzare gli occhi e la bocca della propria ape, ma sempre e rigorosamente seguendo le regole del quadretto! Finalmente ci siamo, la nostra Ape di Carta è montata! Ci è voluta un po' di tempo, tanta pazienza e tanta cura, ma che soddisfazione ora poter tenere tra le mani un manufatto artigianale realizzato a scuola!! Fase 6: Lo sciame di api Se vogliamo chiudere in bellezza, possiamo raccogliere tutti i manufatti della classe e realizzare un'opera collettiva: lo Sciame di Api di Carta, per valorizzare ancor di più il nostro lavoro e soprattutto per rendere ancor più omaggio a queste piccole creature che sono così importanti per l'equilibrio del nostro ecosistema! Con la nostra classe quarta, ad esempio, abbiamo deciso di incollare tutte le api al muro, così rimarranno a tenerci compagnia per tutto l'anno e potranno offrirci uno spunto di riflessione anche più avanti. Eccole! Un saluto dal maestro Andrea e dalla maestra Marta! Alla prossima avventura con il Codice Quadretto... e lunga vita alle Api! .img-fluid{ margin-bottom: 30px !important; } @media only screen and (max-width: 767.9px) { .img-fluid { max-width: 200px !important; } }
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