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I mini gialli dei dettati 2
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Il Codice Quadretto intreccia la rigidità del linguaggio matematico alla bellezza delle immagini, lasciando spazio allo sviluppo della creatività
Il Codice Quadretto è un linguaggio matematico applicato al disegno creativo. Si basa su poche semplici regole che aprono ai bambini e alle bambinele porte di un mondo dove la matematica e il rigore incontrano la bellezza delleimmagini. Il Codice Quadretto è un linguaggio universale, così inclusivo e vicinoalla sensibilità dei piccoli che in pochi mesi se ne impadroniscono e iniziano autilizzarlo con grande naturalezza, come accade con i numeri. È il linguaggio attraverso il quale anche il bambino più in difficoltà puòtrovare il suo canale espressivo. Un’immagine può trasmettere tantissimo, molto di più di tante parole. Un’immagine resta impressa nella memoria del bambino, può rendere significativa un’esperienza. La bellezza è un linguaggio universale e accessibile a tutti.  Il Codice Quadretto è un metodo nato nel 2016 pressola scuola primaria iSchool Circle di Bergamo, lungamente sperimentato e ampliatonel corso di cinque anni. Nato come attività ludica da affiancare alla geometria tradizionale, ha assuntonel corso degli anni una forma sempre più consistente, articolandosi in una seriedi percorsi didattici. Molte sono le caratteristiche che invitano a utilizzare il Codice Quadrettocome strumento all’interno del percorso della scuola primaria: Trasversalità Pur nascendo come una forma di disegno geometrico, e quindi propedeuticoall’apprendimento della geometria, il Codice Quadretto si presta a contaminarela didattica della primaria in maniera estremamente trasversale.La trasversalità è data dall’efficacia delle immagini, che possono diventare puntodi partenza per percorsi in qualsiasi materia. Creatività Il Codice Quadretto è essenzialmente un linguaggio logico-matematico applicato al disegno: si tratta di un’espressione artistica soggetta ai vincoli matematici imposti dal reticolo. Dinamismo del linguaggio È un codice rigido ma allo stesso tempo facilmente plasmabile: ciascuno si potrà divertire a utilizzarlo come preferisce. Gradualità Il percorso di apprendimento attraverso il Codice Quadretto è organizzato in maniera estremamente graduata. Replicabilità e senso di autoefficacia I disegni costruiti con il linguaggio del Codice Quadretto seguono un sistema rigido di vincoli geometrici, e proprio grazie a questa caratteristica sono riproducibili in maniera esatta, diversamente da un disegno qualsiasi. Universalità e inclusività La bellezza delle immagini esprime un linguaggio universale e accessibile a tutti, senza sovrastrutture e senza barriere. Protagonismo Il mondo del Codice Quadretto è il mondo dei bambini e delle bambine. Sono loro al centro, i veri protagonisti. Libertà di pensiero e finestre sul mondo Attraverso il Codice Quadretto i bambini sperimentano punti di vista inaspettati, lontani dalle gabbie della didattica tradizionale e più vicini alla loro sensibilità. Orientamento spaziale Disegnare su un reticolo di quadretti è un modo divertente e naturale per imparare a muoversi nello spazio. Precisione e concentrazione Saper comunicare con il Codice Quadretto impone anzitutto di imparare a utilizzare il righello. Tridimensionalità Il Codice Quadretto ammette una naturale estensione tridimensionale. I poliedri ordinari come cubo, piramide e parallelepipedo, opportunamente combinati, si trasformano in oggetti familiari come un cono gelato, un microfono o un matitone, solo per citarne alcuni.  Approssimazione In campo scientifico, si parla spesso di approssimazione, largamente utilizzata ad esempio in fisica e in ingegneria. Ogni disegno costruito con il Codice Quadretto è sostanzialmente un’approssimazione del mondo reale.  Manualità Lo sviluppo della motricità fine è stimolata attraverso la cura dei piccoli gesti. Competenze digitali Per poter applicare le regole del Codice Quadretto è sufficiente imparare a usare poche semplici funzionalità: punto, segmento e poligono. Coding e programmazione Un disegno su reticolo, scomposto in quadratini, è un ottimo punto di partenza per imparare ad associare un’immagine a un codice, a tutti gli effetti un primo esempio di programmazione.
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Per celebrare la Giornata Mondiale delle api del 20 maggio, gli autori del libro “Sviluppare la creatività con il Codice Quadretto” propongono un laboratorio di costruzioni con la carta
Per celebrare la giornata mondiale delle api del 20 maggio, proponiamo un laboratorio di costruzioni con la carta. Si tratta di una sfida avvincente che ha come obiettivo la produzione di un manufatto artigianale costruito dal bambino con le proprie mani, un'ape di carta appunto, da portare a casa o da lasciare a scuola per formare insieme a quelle dei compagni uno Sciame di Api di carta, un'opera collettiva piena di significati! L’Ape, infatti, è un animale tanto fragile quanto importante per gli equilibri della natura, essendo protagonista del processo di impollinazione. Con questo laboratorio vogliamo quindi celebrare degnamente questo piccolo e importantissimo animale. Il laboratorio si articola in cinque fasi: il disegno geometrico, la coloritura, il ritaglio, la piegatura e infine il montaggio. Qui di seguito forniamo istruzioni dettagliate per accompagnarvi in tutte queste fasi. Materiali necessari e composizione dell’Ape di Carta I materiali necessari per questo laboratorio sono: fogli A4 a quadretti piccoli, matita, righello, gomma, forbici, colla, pastelli giallo, arancio e nero. Armiamoci di pazienza e di concentrazione, perché il manufatto che vogliamo costruire è composto da cinque elementi: un cubo per il corpo, un cubo per la testa, 2 cubi per le ali e una piramide per il pungiglione. Buon divertimento con l'Ape di Carta! Fase 1 e 2: disegno geometrico e coloritura L'Ape di Carta è formata da cinque pezzi: 2 cubi con lato di 6 cm, altri 2 cubi con lato di 3 cm e una piramide a base quadrata. Per ciascuno di questi solidi bisogna anzitutto disegnare lo sviluppo piano, comprendendo anche le alette che sono necessarie per il montaggio. Armiamoci quindi di fogli A4 a quadretti da mezzo centimetro, e iniziamo a disegnare lo sviluppo dei due cubi con lato da 3 cm, che formeranno le ali, e della piramide a base quadrata che diventerà il pungiglione. Eccoli...  Ecco lo sviluppo del cubo che diventerà la testa dell'ape. Attenzione a occhi e bocca, seguiamo le regole del quadretto! L'ultimo pezzo che manca per completare l'ape è il corpo, un altro cubo con lato da 6 centimetri. Fase 3: ritaglio Ora che abbiamo disegnato e colorati tutti e 5 i pezzi che compongono il manufatto, passiamo alla fase del ritaglio. Con molta cura tagliamo seguendo il perimetro esterno delle alette. Ripetiamo l'operazione per tutti i pezzi che serviranno per comporre la nostra Ape di Carta, un ottimo esercizio di manualità e di concentrazione che sarà sicuramente utile per i nostri piccoli studenti! Fase 4: piegatura Abbiamo ritagliato seguendo il contorno esterno delle alette, che ora vanno piegate accuratamente verso l'interno. Si consiglia di piegare anche lungo i segmenti che dividono le facce tra loro, per agevolare la successiva fase di montaggio, come mostrato in fotografia: Questa operazione, che può sembrare semplice, è in realtà molto delicata e cruciale per la buona riuscita del manufatto, quindi prestiamo la dovuta attenzione! Fase 5: montaggio Entriamo finalmente nell'ultima fase, quella decisiva! Prendiamo il solido che abbiamo ritagliato e piegato, e spalmiamo la colla lungo tutte le alette. Con molta cura, iniziamo a comporre il cubo facendo combaciare le alette adiacenti, un passo alla volta, fino a richiudere la faccia superiore. Dopo aver montato tutti e 5 i pezzi armati di colla e di pazienza, iniziamo ad assemblare il manufatto, incollando tra loro i vari pezzi... Notate da questa immagine che ogni bambino ha voluto personalizzare gli occhi e la bocca della propria ape, ma sempre e rigorosamente seguendo le regole del quadretto! Finalmente ci siamo, la nostra Ape di Carta è montata! Ci è voluta un po' di tempo, tanta pazienza e tanta cura, ma che soddisfazione ora poter tenere tra le mani un manufatto artigianale realizzato a scuola!! Fase 6: Lo sciame di api Se vogliamo chiudere in bellezza, possiamo raccogliere tutti i manufatti della classe e realizzare un'opera collettiva: lo Sciame di Api di Carta, per valorizzare ancor di più il nostro lavoro e soprattutto per rendere ancor più omaggio a queste piccole creature che sono così importanti per l'equilibrio del nostro ecosistema! Con la nostra classe quarta, ad esempio, abbiamo deciso di incollare tutte le api al muro, così rimarranno a tenerci compagnia per tutto l'anno e potranno offrirci uno spunto di riflessione anche più avanti. Eccole! Un saluto dal maestro Andrea e dalla maestra Marta! Alla prossima avventura con il Codice Quadretto... e lunga vita alle Api! .img-fluid{ margin-bottom: 30px !important; } @media only screen and (max-width: 767.9px) { .img-fluid { max-width: 200px !important; } }
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Come costruire un leone di carta con la tecnica che abbina linguaggio matematico e disegno creativo
In occasione della festa del papà, proponiamo un laboratorio di costruzioni con la carta, divertente e allo stesso tempo impegnativo. Una sfida appassionante per le classi quarta e quinta della primaria, con un obiettivo ambizioso: la produzione di un manufatto artigianale costruito con le proprie mani e con le sembianze di un leone, da portare a casa come regalo per il papà. Il laboratorio si articola in cinque fasi: il disegno geometrico, la coloritura, il ritaglio, la piegatura e infine il montaggio. Qui di seguito forniamo istruzioni dettagliate per accompagnarvi in tutte queste fasi. Materiali necessari I materiali necessari per questo laboratorio sono: fogli A4 a quadretti piccoli, matita, righello, gomma, forbici, colla, pastelli giallo, arancio e nero. Armiamoci di pazienza e di concentrazione, perché il manufatto che vogliamo costruire è composto da ben nove elementi: un cubo per il corpo, un cubo per la testa, e 7 parallelepipedi per la criniera. Buon divertimento con il Leone di Carta! Fase 1 e 2: disegno geometrico e coloritura Prendiamo dei fogli A4 a quadretti da mezzo centimetro, e disegniamo lo sviluppo piano dei solidi che compongono il leone di carta. Si tratta di 2 cubi con lato di 6 cm, e di 7 parallelepipedi a base quadrata. Tutti questi solidi sono composti da sei facce. Una volta disegnato lo sviluppo piano, aggiungiamo delle alette, che ci serviranno nella fase di montaggio. Ecco lo sviluppo piano del parallelepipedo, da replicare in 7 copie per la criniera, e da colorare di arancio. Ecco lo sviluppo del cubo che diventerà la testa del leone. Attenzione ad occhi e bocca, seguiamo le regole del quadretto! Infine, lo sviluppo del corpo del leone, con coda nella parte posteriore. Fase 3 e 4: ritaglio e piegatura Ora che abbiamo disegnato tutti e 9 i pezzi che compongono il manufatto, passiamo alla fase del ritaglio. Con molta cura tagliamo seguendo il perimetro esterno delle alette. Terminata la fase di ritaglio, pieghiamo tutte le alette verso l'interno, come mostrato nella fotografia. Si consiglia di piegare anche lungo i segmenti che dividono le facce tra loro, per agevolare la successiva fase di montaggio. Ripetiamo questa operazione per tutti e 9 i pezzi. Fase 5: montaggio Entriamo finalmente nell'ultima fase, quella decisiva! Prendiamo il solido che abbiamo ritagliato e piegato, e spalmiamo la colla lungo tutte le alette. Con molta cura, iniziamo a comporre il cubo facendo combaciare le alette adiacenti, un passo alla volta, fino a richiudere la faccia superiore. Ecco il primo cubo montato! Dopo aver montato tutti e 9 i pezzi armati di colla e di pazienza, è giunto il momento di assemblare il leone, incollando tra loro le varie parti. Finalmente ci siamo, il Leone di Carta è pronto! La dedizione e la fatica che sono state necessarie per realizzarlo sono ampiamente ripagate dalla soddisfazione di portare a casa un oggetto costruito con le proprie mani! Un saluto dal maestro Andrea e dalla maestra Marta!Alla prossima avventura con il Codice Quadretto... e buona festa del papà a tutti! .img-fluid{ margin-bottom: 30px !important; } @media only screen and (max-width: 767.9px) { .img-fluid { max-width: 200px !important; } } .article-header-container .article-header .author-profile-pic::after{ content="Nella foto, Andrea Rota e Marta Magli, autori di "Sviluppare la creatività con il Codice Quadretto"; }
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
Laboratori interdisciplinari da fare in classe alla scuola primaria in vista di Halloween
La festa di Halloween è oramai diventata una delle preferite dai nostri bambini, grazie al suo immaginario spaventoso e al contempo divertente. Per questo abbiamo deciso di celebrare questa ricorrenza con una proposta laboratoriale legata al mondo del Codice Quadretto! Si tratta di un laboratorio interdisciplinare dal titolo “Storie di Paura a Quadretti” , nel quale i disegni del Codice Quadretto, che potete scaricare gratuitamente in fondo all'articolo, diventano protagonisti di storie di paura! Questa attività è pensata per le classi terza e quarta, ma ciascun insegnante sarà libro di prendere spunto dalla nostra proposta e di proporle su altre classi. Fase 1: Carte di Halloween L’insegnante presenta il mazzo di carte di Halloween, e ogni bambino sceglie un disegno da ricopiare su un foglio a quadretti, stando bene attento a seguire le regole del Codice Quadretto! Il personaggio scelto diventerà il protagonista della storia di paura, e al termine della copiatura verrà quindi ritagliato e incollato sul quaderno di italiano, dove avranno luogo le prossime fasi del laboratorio. Fase 2: Calderone delle Parole Spaventose Questa fase consiste in un lavoro corale che coinvolge tutta la classe, con l'obiettivo di creare un immaginario linguistico al quale i bambini potranno poi attingere per comporre la loro storia. Sotto la guida dell'insegnante, i bambini della classe stilano un elenco di parole che provocano paura o spavento, che chiameremo appunto “Calderone delle Parole Spaventose”. Fase 3: Scrittura solitaria Siamo finalmente pronti per passare alla fase creativa! Ogni bambino scrive la propria storia di paura, attingendo liberamente al Calderone delle Parole Spaventose! L’insegnante può fornire una traccia per guidare i bambini nella loro fase creativa di scrittura, che potrebbe essere la seguente: situazione iniziale di apparente calma; colpo di scena pauroso; finale a scelta felice oppure drammatico. Al termine di questa fase, l’insegnante correggerà le bozze scritte dai bambini su un foglio di brutta, dando una breve restituzione a ciascuno. Dopodiché il racconto verrà scritto in bella sotto il disegno. Fase 4: Premio dello Spavento Siamo giunti al momento più divertente del laboratorio! In questa fase ogni bambino leggerà alla classe la sua storia paurosa, possibilmente da un leggio. L’insegnante potrà aiutare a creare un clima di tensione drammatica con una musica di sottofondo, così come dare ai bambini suggerimenti per leggere la loro storia con convinzione e teatralità. Quando tutte le storie saranno state lette, l’insegnante darà un foglietto insanguinato a ogni bambino per votare la storia più paurosa! Raccolti bigliettini verrà dato il Premio dello Spavento, che potrebbe consistere in un cappello da strega. A tutti i partecipanti verrà comunque dato un dolcetto, possibilmente a tema Halloween... Buon divertimento da maestro Andrea e maestra Marta, e un ringraziamento speciale alle nostre colleghe Giovanna e Maria che hanno proposto questo laboratorio in classe terza e quarta nella nostra scuola! html{ scroll-padding: 10rem; } @media (max-width: 576px){ .me-text ul li { font-size: 19px !important; line-height: 28px !important; } .me-text ol li { font-size: 19px !important; line-height: 28px !important; } } .me-text ul li { font-size: 22px; line-height: 34px; } .me-text ol li { font-size: 22px; line-height: 34px; } .img-fluid{ margin-bottom: 30px !important; } @media only screen and (max-width: 767.9px) { .img-fluid { max-width: 100% !important; } } .article-header-container .article-header .author-profile-pic::after{ content="Nella foto, Andrea Rota e Marta Magli, autori di "Sviluppare la creatività con il Codice Quadretto"; }
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Metodo Montessori e anziani fragili Didattica
In occasione del Pi Greco Day, Andrea Rota e Marta Magli, autori di “Sviluppare la creatività con il Codice Quadretto”, propongono dei giochi per avvicinare bambini e bambine allo studio della matematica con piacere e divertimento
Vi ricordate che cos’è il Pi Greco e perché è importante?In occasione del Pi Greco Day, che si festeggia il 14 marzo, andiamo a rispolverare insieme qualche nozione di matematica. Il Pi Greco è un numero molto speciale: una costante matematica il cui valore approssimato è pari a 3,14. Molti di noi se la ricordano come la costante che permette di calcolare l’area e la circonferenza del cerchio, infatti il Pi greco indica il rapporto tra la lunghezza di una circonferenza e quella del suo diametro. Il Pi greco è importante non solo in matematica ma anche in tanti altri ambiti della nostra vita: ha un ruolo nella musica, in architettura, nel determinare l’attrazione tra due corpi elettromagnetici e l’oscillazione di un pendolo. Dal 1988 a oggi, le celebrazioni della Giornata del Pi Greco hanno preso sempre più piede e si sono diffuse in tutto il mondo. Anche noi ci uniamo ai festeggiamenti con l’aiuto di due esperti di matematica: Andrea Rota e Marta Magli, autori di “Sviluppare la creatività con il Codice Quadretto”.Nel pdf qui sotto, puoi scaricare i giochi e le attività che Andrea Rota e Marta Magli propongono in occasione del Pi Greco Day per avvicinare bambini e bambine della scuola primaria allo studio della matematica con piacere e divertimento. Buon Pi Greco Day a tutti/e! scarica il pdf
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Search-ME - Erickson 1 DIDA
Grazia Cotroni, autrice di “Ma(th) che sfida!-Geometria”, spiega come il gioco sia uno strumento utile e innovativo per la didattica della matematica
Nel periodo in cui insegnavo al liceo artistico mio figlio aveva 4 anni e io cominciavo a giocare con lui pomeriggi interi a «Indovina chi», a «Memory», a tombola. Guardando mio figlio giocare, mi rendevo conto che si attivavano in lui, ma anche in me, alcune dinamiche che io non avevo mai guardato. Grazie a mio figlio ho capito che il gioco è una cosa seria (si arrabbiava tantissimo se perdeva), ho capito che quando si gioca ci si immerge nel mondo del gioco (ci si tuffa dentro, cercando di capire al meglio le regole e la strategia da attuare). Nel gioco si è protagonisti, si è concentrati nel fare la mossa giusta (ma senza schemi prestabiliti, senza tecnicismi!), ogni partita è diversa, quindi ha una nuova giocabilità. Ogni giocatore guarda con interesse l’altro, spesso imitandone strategie o domande vincenti. Infine, ma non per ordine di importanza, l’errore nel gioco è una possibilità ma esso è considerato come un punto su cui riflettere e da cui ripartire, non come un giudizio negativo su di sé. Per tutti questi motivi da allora sperimento in classe giochi reinventati, giochi che i ragazzi conoscono già ma rivisitati in un’ottica matematica. Credo che il gioco possa costituire un trampolino di lancio per riscoprire cosa significa fare matematica. Magari uno studente, giocando, potrà rendersi conto di quanto sia più interessante e affascinante accogliere la sfida di un problema e attivarsi per la sua risoluzione. Anche se il gioco non è l’unica possibilità per percepire che la matematica è un’attività da fare in prima persona, esso può essere un inizio, può offrire l’opportunità di un’esperienza umana che tiene insieme ragione e cuore, dunque sicuramente un’esperienza coinvolgente. Così è nata, tra i banchi di scuola, l’idea di un kit di giochi chiamato: «Creattivamath». Tutti i giochi sono a squadre, perché nel gioco si potessero anche acquisire competenze utili per lavorare in team: saper ascoltare, proporre congetture e argomentare, cambiare idea e strategia quando necessario. E per il docente qual è il guadagno? Il gioco favorisce la possibilità per il docente di non essere lui il protagonista, di non essere lui sul «palcoscenico» della cattedra, ma di guardare i singoli studenti, le loro abilità, i loro «talenti» e nello stesso tempo, essendo un gioco a squadre, osservare il gruppo classe e capirne le dinamiche. Nel 2013 ho mostrato il mio kit, che fino ad allora utilizzavo io nelle mie classi, a dei colleghi di matematica presenti alla Bottega di matematica nel convegno annuale dell’Associazione Diesse (Didattica e Innovazione Scolastica). Grazie all’interesse, all’entusiasmo, alla collaborazione e alla condivisione di esperienze con i docenti presenti in quel convegno, ho considerato l’idea di produrre una scatola contenente questi giochi rivisitati, giochi con uno scopo didattico sulla matematica. Non finirò mai di sottolineare la grandezza che siamo noi docenti quando ci mettiamo a lavorare insieme. Il kit Creattivamath è stato sperimentato da almeno 300 docenti italiani fino ad oggi ed è stato presentato in vari contesti. Da qui nasce oggi un progetto ad ampio raggio con le Edizioni Erickson, dal titolo: «Ma(th) che sfida!!». L’idea è quella di realizzare delle scatole più piccole rispetto al kit originale, contenenti i giochi separati per argomenti. I giochi sono stati ripensati per la scuola secondaria di primo grado e a gennaio è uscita la prima scatola: Ma(th) che sfida! GEOMETRIA. Ma(th) che sfida! GEOMETRIA Perché partire dalla scatola di geometria? Perché c’è un aspetto in essa che va curato e fatto germogliare con tempo e pazienza nei nostri studenti: è il linguaggio specifico. Spesso in geometria è questo l’obiettivo didattico principale per poi poter approcciare definizioni, teoremi e dimostrazioni. I giochi all’interno di questa scatola aiutano proprio questa consapevolezza nel linguaggio. Un altro motivo che ci ha spinto a iniziare con questa scatola è che questi giochi potrebbero essere usati già nella scuola primaria, magari togliendo dal mazzo alcune carte, se il docente lo ritenesse opportuno. L’articolo completo “La matematica come arte del pensiero” è disponibile sul numero di marzo 2021 della rivista Erickson “DIDA”.
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