Didattica
Come ripartire alla grande da dove ci eravamo lasciati
L’inizio del nuovo anno scolastico è il momento migliore per porre al centro dell’attenzione di alunni e insegnanti il benessere relazionale e lo sviluppo delle abilità sociali.
I nostri alunni tornano a scuola carichi di emozioni e aspettative, con un bagaglio di esperienze, avventure, amicizie, conoscenze che la lunga pausa estiva ha lasciato loro. Ognuno ha vissuto la sua estate: c’è chi si è frequentato, chi non si è più visto, chi ha provato nostalgia per qualche compagno, chi proprio non aveva voglia di riprendere con la solita routine. Alle volte il gruppo cambia: qualcuno si trasferisce lontano e qualcuno di nuovo arriva nel quartiere.
COSA FARE NELLE PRIME SETTIMANE DI SCUOLA
In questo periodo è importante dedicare tempo a riconsolidare le relazioni e il clima di classe, per lavorare poi con serenità nella costruzione delle diverse competenze richieste dal curricolo. Il tempo dell’accoglienza e della cura alla relazione è un tempo funzionale all’apprendimento; se risulta più facile programmare attività volte a questo obiettivo nelle prime settimane, è nella costanza degli interventi che il gruppo sviluppa la capacità di lavorare in sinergia e in modo funzionale, come una grande macchina complessa fatta di ingranaggi diversi ma proprio per questo importanti gli uni per gli altri.
I bambini e le bambine passano gran parte del loro tempo nella scuola, l’interazione e convivenza con più compagni caratterizza le intense giornate di attività dentro e fuori dall’aula.
L’incremento della complessità nella gestione delle classi è esperienza quotidiana e innegabile di ogni insegnante che, con più o meno consapevolezza, si trova a «tessere i fili» in una trama a diversi e intrecciati ancoraggi - alunni, famiglia, comunità, colleghi, istituzione scolastica, contenuti di apprendimento, motivazione, bisogni educativi speciali - con grande delicatezza per mantenere un equilibrio che è spesso instabile.
BENESSERE (E MALESSERE) A SCUOLA
Le recenti ricerche, condotte in Italia da una Commissione ministeriale che si occupa del benessere (e malessere) a scuola, confermano l’alert lanciato dall’OMS rispetto a una sempre più precoce condizione di vulnerabilità dell’umore e della sfera emozionale nei bambini e che prosegue nei gradi successivi con una demotivazione scolastica importante.
È esperienza quotidiana dell’insegnante essere sollecitato nel suo ruolo educativo a rispondere con efficacia a diversificate difficoltà: gestione dei conflitti, mediazione di comunicazioni difficili, sostegno ai bambini e bambine che non sanno rispondere adeguatamente in situazione di frustrazione, risposte a comportamenti oppositivi, problematicità che emergono per le più svariate motivazioni.
Si riscontrano sempre più bisogni differenziati nei bambini e nelle bambine, non solo dal punto di vista cognitivo, ma anche da quello emotivo-affettivo e dell’autocontrollo. La scuola ha dunque il compito di trovare strumenti efficaci e consapevoli capaci di dare risultati per lo sviluppo delle competenze formative, per il benessere e per la vita dei suoi alunni.
L’IMPORTANZA DELLE LIFE SKILLS
Riuscire a far lavorare costruttivamente i bambini e le bambine insieme è un traguardo, non un punto di partenza, come spesso si pensa; in molti casi, per l’impostazione attuale della società e della famiglia, la scuola diventa il primo luogo dove i bambini e le bambine interagiscono in uno spazio sociale regolamentato e quindi bisogna aiutarli anche a raggiungere le competenze sociali.
Per usare le parole di Kurt Lewin, «il gruppo è qualcosa di più, o meglio dire, qualcosa di diverso, della somma delle singole parti». Strumento prezioso per questo obiettivo sono le life skills, competenze sociali e relazionali che permettono agli alunni di affrontare in modo efficiente le esigenze di vita quotidiana e che sono state riconosciute nel 1993 dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel documento Life skills education in schools, come tecniche privilegiate per la promozione dell’educazione alla salute a partire dall’ambito scolastico. Inoltre, queste competenze aderiscono in pieno a due importanti punti chiave della didattica inclusiva: attivazione della risorsa compagni ed emozioni-variabili psicologiche nell’apprendimento.
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