Traumi psicologici legati alla nascita di un figlio e disturbo da stress post-traumatico correlato al parto

Sono ancora poche le evidenze scientifiche su come rilevare, valutare, prevenire e trattare al meglio il disturbo da stress post-traumatico correlato al parto

Traumi psicologici legati alla nascita di un figlio e disturbo da stress post-traumatico correlato al parto

Ogni anno 6,6 milioni di madri e 1,7 milioni di padri o co-genitori soffrono in tutto il mondo di traumi legati alla nascita di un figlio e da disturbo da stress post-traumatico correlato al parto. I tassi di prevalenza più elevati coinvolgono le donne e partner con parto pretermine, con bambini nati morti o donne con preeclampsia.

Il parto può essere considerato come traumatico quando si riscontra una seria minaccia per l’integrità e la vita della madre e/o del bambino e/o se si sono verificate gravi lesioni fisiche. Oltre a ciò, l’esperienza del parto può essere considerata come oggettivamente traumatica quando si è rilevato un reale rischio per la vita della madre e/o del neonato, come ad esempio durante un parto cesareo d’urgenza o in una condizione di parto pretermine.

Un'esperienza di tipo traumatico può comunque definirsi tale anche solo in termini soggettivi. In altre parole, alcune donne riferiscono di aver vissuto un’esperienza di travaglio o di parto come traumatici anche se, oggettivamente e dal punto di vista dei sanitari presenti, non risulta esserci stata alcuna minaccia per la loro vita o per quella del loro bambino.

Pertanto, le nascite traumatiche possono complessivamente portare allo sviluppo del disturbo da stress post-traumatico correlato al parto. Però, durante la gravidanza e dopo la nascita del figlio, i genitori possono anche soffrire di un preesistente disturbo da stress post-traumatico, collegato quindi ad altri eventi traumatici vissuti in passato. Nella storia di vita della donna ci può infatti essere un trauma dello sviluppo (precedente maltrattamento e/o abuso fisico, psicologico, sessuale e relativo neglect) a cui la donna ha reagito nel corso del tempo con modalità dissociative di vario grado, dove – per esempio – l’evento traumatico può risultare assente a livello di memoria cosciente o di chiara consapevolezza. Queste tipologie di trauma pregressi si possono riattivare durante il periodo della gravidanza, con il parto oppure nelle settimane o nei mesi che seguono la nascita di un figlio.

Le donne, a seguito di queste esperienze traumatiche correlate al parto, possono quindi riportare emozioni angoscianti e reazioni travolgenti. In particolare, i vissuti e le manifestazioni angoscianti possono connotarsi per la presenza di incubi terrificanti e flashback riferiti al passato o legati alla recente nascita del figlio, oltre a sensazioni di rabbia, ansia, depressione e forti sensazioni di isolamento dalle relazioni e dal mondo degli altri genitori.

Il disturbo da stress post-traumatico correlato al parto fa pertanto riferimento ad un insieme di sintomi psicologici che si sviluppano come conseguenza diretta di un parto traumatico.

Quali sono i principali fattori di rischio?

I principali fattori di rischio riscontrabili nei traumi legati alla nascita di un figlio e nel disturbo da stress post-traumatico correlato al parto risultano essere di varia natura e possono collocarsi all’interno di un ampio arco temporale.

Nel periodo prenatale vanno per esempio attentamente considerati la presenza di depressione clinica, problematiche di salute o complicazioni emerse sempre nel periodo gravidico, ma anche l’aver avuto traumi o abusi sessuali pregressi o problemi di salute mentale.

Nel periodo perinatale precedenti elementi traumatici si possono attivare con il parto oppure svilupparsi con un’esperienza soggettiva di parto negativo, ma anche dopo aver avuto un parto operativo, con la presenza di complicanze ostetriche in generale o di grave morbilità materna, così come con una mancanza di supporto a livello familiare o per la presenza di aspetti dissociativi.

Infine, dopo la nascita del figlio, ulteriori fattori di rischio risultano essere la presenza di una condizione di depressione postpartum o di complicanze fisiche successive al parto, scarse capacità di coping e una condizione di stress.

I traumi legati alla nascita di un figlio e il disturbo da stress post-traumatico correlato al parto possono avere conseguenze negative a breve e/o lungo termine sulla salute delle donne e sul loro benessere in generale. Questi stessi traumi non solo hanno un significativo impatto negativo su coloro che partoriscono, ma anche sui padri o co-genitori, sul nuovo arrivato, sulla relazione madre-bambino e, potenzialmente, sull’intera famiglia.

Inoltre, le donne con disturbo da stress post-traumatico correlato al parto spesso soffrono anche di depressione e riportano un significativo grado di paura solo all’idea di riaffrontare una nuova gravidanza e un altro parto. Quando si concretizza l’arrivo di un altro figlio può emergere, da parte di queste mamme, una insistente richiesta di parto cesareo.

Modelli e attività di prevenzione, di individuazione precoce e di interventi terapeutici scientificamente adeguati, pertinenti ed efficaci potrebbero senz’altro alleviare una notevole quantità di disagi e di sofferenze nelle famiglie colpite da queste esperienze traumatiche.

Attualmente sono purtroppo molto poche le evidenze scientifiche su come rilevare, valutare, prevenire e trattare al meglio il disturbo da stress post-traumatico correlato al parto.

In termini terapeutici, per esempio, il suggerimento di Horsch e colleghi è quello di attingere – in questo momento storico - alle conoscenze e alle prove di efficacia provenienti dal trattamento del disturbo da stress post-traumatico associato ad altri traumi. Naturalmente, queste attività terapeutiche e riabilitative andrebbero adeguate ponendo una forte attenzione alle storie personali e familiari che precedono tali vissuti ed esperienze traumatiche, alle aspettative infrante nei confronti del parto e dell’esperienza perinatale, agli attuali bisogni di accudimento espressi dal nuovo nato, alla qualità del supporto pratico ed emotivo rivolto alle neo-mamme e alle esistenti modalità relazionali genitore-figlio.

In generale, il disturbo da stress post-traumatico comprende gruppi di sintomi così configurati: rivivere l'evento traumatico, evitare ricordi dell'evento, presenza di alterazioni negative dell'umore e della cognizione e ipereccitazione.

Questo elaborato è stato scritto prendendo spunto dall'articolo scientifico: Horsch A, Garthus-Niegel S, Ayers S, Chandra P, Hartmann K, Vaisbuch E, Lalor J. Childbirth-related posttraumatic stress disorder: definition, risk factors, pathophysiology, diagnosis, prevention, and treatment. American Journal of Obstetrics and Gynecology. 2024 Mar;230(3S):S1116-S1127. doi: 10.1016/j.ajog.2023.09.089

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