Supervisore nei servizi sociali

Chi è? Quali sono le sue competenze? In quali ambiti opera? Facciamo il punto sulle caratteristiche di questa figura professionale.

Supervisore nei servizi sociali

Il supervisore nei servizi sociali è un/una professionista esperto/a che ha la responsabilità di accompagnare e supportare l’attività professionale degli operatori e delle operatrici nei servizi sociali.

Il suo compito è quello di stimolare e supportare un processo di riflessione e autovalutazione di questi professionisti a livello individuale (accompagnando un singolo operatore/coordinatore) o più frequentemente a livello di gruppo (accomagnando un’equipe di professionisti monoprofessionale o pluriprofessionale). Il suo ruolo è fondamentale per promuovere il buon funzionamento dei servizi, per sostenere il benessere dei professionisti e consguentemente per offrire indirettamente adeguate risposte ai bisogni dei cittadini.

Quali sono le sue competenze?

Le competenze richieste al supervisore riguardano la capacità di supportare uno o più professionisti nell’osservare e analizzare le situazioni che incontrano sotto differenti punti di vista e con obiettivi che possono essere molteplici.

Può supportare l’equipe o il/la professionista focalizzandosi su uno o più elementi che caratterizzano la supervisione, in base alle sue competenze e alle esigenze dei professionisti. Infatti, le sue comptenze e conseguentemente gli elementi che possono riguardare l’attività di supervsione sono molteplici: l’accompagnamento riguardo gli aspetti metodologici procedurali del lavoro, le tecniche e gli strumenti; l’accompagnamento rispetto agli elementi normativi, organizzativi, progettuali, etici e deontologici; infine la supervisione può focalizzarsi sui vissuti e le emozioni degli operatori coinvolti. In sintesi, le competenze del supervisore permettono di riconoscere e potenziare le risorse esistenti all’interno del Servizio, migliorare la qualità dell’azione e delle prassi di operatrici e operatori sociali, sostenendo i processi di pianificazione, progettazione e gestione dei percorsi di aiuto.

In quali ambiti opera e/o può operare?

Lavora nei servizi sociali i ingaggiato sia dall’ente pubblico che dagli enti di terzo settore. Infatti, la figura del supervisore opera per il servizio in cui è ingaggiato ma non è parte dell’equipe e del servizio che richiede la supervisione.

Per questo motivo ha uno sguardo specifico e differente che gli permette di svolgere il suo ruolo. Può operare in tutti i tipo di servizio (es. nei servizi sociali territoriali e nei servizi specialistici) e in in ambiti molto diversi (es. l’area della tutela minorile, l’area della disabilità, ecc.)

Perché la sua figura è necessaria e importante?

Perché ha il compito di supportare i professionisti nel loro lavoro attraverso una metodologia e degli strumenti che permettono agli operatori e alle operatrici di lavorare con maggiore efficacia, efficienza e consapevolezza, implementando anche il loro benessere, che alle volte può essere a rischio a causa dei forti carichi lavorativi e per la necessità di essere sostenuti e accompagnati su più livelli.

Per compendere quanto questa figura sia indispensabile nel contesto dei servizi sociali è utile ricordare che la Legge di Bilancio 2022 ha inserito i percorsi di supervisione per i professionisti tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) e all’interno del PNRR sono stati previsti specifici investimenti per introdurre nei servizi sociali dei percorsi di supervisione, riconoscendo dunque la necessità di prevedere la presenza in modo sistematico questa figura all’interno dei servizi sociali.

Quali approcci e metodologie applica?

La metodologia con cui lavora il supervisiore esperto/a Erickson è la Metoodologia Relational Social Work applicata a questo contesto di accompagnamento e supporto alle equipe e ai professionisti che richiedono e ingaggiano a tal fine questo tipo di figura quello di rafforzare la qualità dell’intervento di servizio sociale, promuovere una prassi riflessiva, ridurre le condizioni di stress professionale da cui derivano fenomeni di burn out promuovendo un benessere lavorativo e professionale e garantendo la qualità del servizio offerto alla popolazione.

Quali sono gli elementi fondamentali per la sua formazione e aggiornamento professionale?

È formato/a per essere in grado di pianificare e gestire dei percorsi di supervisione. La sua formazione e il suo aggiornamento professionale si concentrano sugli aspetti organizzativi, ma soprattutto sui metodi e le tecniche che permettono a questa figura di accompagnare il/la singolo/a professionista o le equipe professionali, favorendo la rilfessione e dei processi di apprendimento esperienziale.

Nella sua formazione quindi è importante che prenda consapevolezza di questo ruolo e di ciò che invece non fa parte dei suoi compiti (es. non coordina un’equipe di professionisti) e che mantenga tale consapevolezza durante l’implementazione dell’attività di supervisione.

La proposta formativa Erickson sulla supervisione

Il Corso di Alta formazione, corrispondente a 120 ore di formazione, si articola in:

  • Prima parte - Moduli teorici e metodologici, per un totale di 48 ore di formazione suddivise in 6 moduli, dove vengono presentati contenuti che nella prospettiva del servizio sociale interessano le diverse fasi del processo di supervisione: dall’analisi della domanda di supervisione, alla programmazione e preparazione del percorso, alle fasi di preparazione e gestione degli incontri, al monitoraggio e alla verifica in itinere ed ex-post.
  • Seconda parte - Moduli applicativi e di sperimentazione pratica, per un totale di 52 ore di formazione, durante i quali i corsisti, attraverso laboratori caratterizzati da esercitazioni, role playing e incontri di supervisione su casi reali portati dai partecipanti, si sperimentano nella funzione di supervisione con l’opportunità di confrontarsi, dare e ricevere feedback e rielaborare in chiave critico-riflessiva le proprie azioni. Questi moduli nella forma di laboratori di supervisione organizzati in piccoli gruppi favoriscono un lavoro di formazione personale indispensabile per la gestione dei vissuti e delle emozioni che caratterizzano gli incontri di supervisione. Durante tutte le attività pratiche i corsisti e le corsiste sono invitati/e a lavorare sulle proprie esperienze di operatori, coordinatori o supervisori.
  • Terza parte – Studio approfondimento individuale, affinché i corsisti e le corsiste, in itinere o anche dopo la conclusione formale del corso, conoscano e approfondiscano da un punto di vista bibliografico i contenuti inerenti i temi trattati nei diversi moduli e che sono raccolti in libri, saggi teorici, articoli di ricerca o di divulgazione di esperienze significative.

Per maggiori informazioni sulla proposta formativa Erickson scrivi a formazione@erickson.it

Per maggiori informazioni sulla proposta formativa Erickson consulta la scheda 

In che modo il titolo di Supervisore dei servizi sociali può aiutare il/la professionista nel mondo del lavoro e/o nell’ambito in cui opera?

Permette a chi lavora nel contesto dei servizi sociali in qualità di supervisore, o che intende farlo, di acquisire un ruolo specifico, circoscritto e chiaramente riconosciuto. Permette dunque di venire identificati con autorevolezza per il ruolo svolto; ruolo che ora è stato formalmente riconosciuto e valorizzato dai nuovi orientamenti normativi. Può permettere ad operatori ed operatrici che hanno messo in campo le loro competenze nel lavoro sui casi o nel coordinamento di sperimentarsi in un ruolo differente, con competenza, professionalità e riconoscimento.