Sestiere di Prè, Comunità in Divenire: dagli Hub di quartiere a un sogno condiviso

di Claudio Pesci, Marco Rondonotti, Roberta Pettinato

Sestiere di Prè, Comunità in Divenire: dagli Hub di quartiere a un sogno condiviso

L'esperienza che vorremmo condividere nasce da un patto di collaborazione, ora evoluto in un patto di sussidiarietà, attivo nel centro storico di Genova. L'intervento si concentra in particolare sul sestiere di Prè, un'area che presenta diverse criticità, ma è anche animata da una rete di associazioni e da abitanti determinati a costruire una comunità educante.

L’idea, attualmente in fase di sviluppo, è quella di creare una rete di “case di quartiere diffuse” (Hub di Comunità) nel sestiere. Questi spazi vogliono diventare un punto di riferimento per gli abitanti e le realtà associative del territorio, con l’obiettivo di rendere più vivibili e attrattivi i luoghi in cui sorgono. Si punta a migliorare la qualità della vita e la sicurezza percepita in un’area segnata da attività illecite, come lo spaccio e il consumo di sostanze.

Il sestiere è inoltre caratterizzato da una forte presenza di persone migranti, portatrici di culture diverse, il cui coinvolgimento nella costruzione di un progetto comune rappresenta una sfida e un’opportunità.

Per agevolare questo processo, abbiamo avviato un percorso formativo ed esperienziale basato sul modello delle “Tecnologie di Comunità” di Pier Cesare Rivoltella. Questo ha portato alla creazione di nuove figure, i “Tutor di Comunità”, presenti in ogni Hub. Il loro ruolo è facilitare il progetto di comunità, lavorando per la nascita di una comunità educante in cui ogni persona possa essere protagonista di un percorso di cittadinanza attiva.

La figura del Tutor di Comunità si fonda su tre dimensioni principali. La prima è legata all’animazione socio-culturale del territorio. La seconda è quella digitale, che parte dal presupposto della nostra condizione permanente di “ONLIFE”, come definita da Luciano Floridi. La terza dimensione è socio-educativa: non si tratta di creare azioni per “addetti ai lavori”, ma di stimolare la partecipazione delle persone alla vita della comunità.

Stiamo lavorando per rendere questo modello applicabile, pur con le dovute differenze, a tutti e tre i sestieri del centro storico (Prè, Molo e Maddalena), attraverso azioni formative mirate e un approccio di ricerca-azione.

Parallelamente, portiamo avanti un sogno, fatto di piccoli ma concreti passi: realizzare una grande casa di quartiere in via Prè, in un edificio che un tempo ospitava una scuola elementare. Questa struttura principale funzionerebbe da supporto e da volano per gli Hub diffusi sul territorio, creando un filo conduttore per l’intero progetto. L’iniziativa è particolarmente significativa in un contesto, come quello dei caruggi genovesi, notoriamente povero di spazi.

Per questo sogno abbiamo coinvolto diverse realtà, istituzionali e non. In particolare, di recente si è unita al progetto l’Università di Genova, che con entusiasmo e generosità sta mettendo a disposizione competenze interdisciplinari, anche attraverso il contributo dei suoi studenti, per la progettazione della futura Casa di Quartiere.

Siamo consapevoli che servono molte energie, umane ed economiche, per raggiungere un obiettivo così ambizioso, così come ne servono per definire un modello condiviso per gli Hub di Comunità. Ma, come ci ha insegnato Danilo Dolci, “ciascuno cresce solo se sognato”. E noi ci stiamo provando.

Claudio Pesci

Pedagogista, Il Melograno Cooperativa Sociale
direzione@ilmelogranogenova.it

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