Norme relative alla dimensione europea dell’istruzione
Con il Trattato di Maastricht (piccola città olandese) viene istituita nel 1992 l’Unione europea (UE), che si prefigge di conseguire finalità generali e non più settoriali come in passato, a cominciare dalla Comunità Economica Europea (CEE), inaugurata a Roma nel 1957.
Con l’entrata in vigore del Trattato sull’Unione Europea (TUE), il 1° novembre 1993, l’espressione CEE è stata sostituita da CE (Comunità europea).
Uno dei punti qualificanti del Trattato, oltre all’unione monetaria, all’introduzione dell’euro, ecc., è l’istituzione della cittadinanza europea, che conferisce a ogni persona di un Paese dell’UE di viaggiare e vivere liberamente in ogni Stato membro, di votare e candidarsi alle elezioni europee, ecc.
Nel Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente dell’ottobre 2000, conosciuto come Strategia di Lisbona, si afferma che l’obiettivo dell’UE è quello di
trasformare l’Europa in un’economia «basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo».
Nel 2010, in vista di un ulteriore rafforzamento dell’integrazione tra gli Stati membri, la Commissione ha votato il 25 e 26 marzo 2010 la Comunicazione Europa 2020, nella quale si delineava la strategia finalizzata a sostenere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Crescita intelligente, in grado di supportare un’economia incentrata su livelli elevati di preparazione, di conoscenza e su innovazioni che oggi si stanno aprendo alle potenzialità informatiche, robotiche, all’intelligenza artificiale, ecc.
Crescita sostenibile, rappresenta il traguardo più ambizioso della «civiltà» europea: coniugare lo sviluppo economico con il rispetto dell’ambiente e delle risorse (limitate) del pianeta.
Crescita inclusiva, capace di favorire un alto tasso occupazionale a cui corrisponda coesione sociale e legami di solidarietà.
Non essendo l’istruzione una materia di competenza esclusiva dell’UE, il parlamento e il consiglio si servono di uno strumento delle fonti secondarie, la Raccomandazione. Dal 2006 a oggi abbiamo conosciuto una serie di raccomandazioni, che sono state recepite dal nostro ordinamento scolastico, documentate nei box sotto riprodotti.
Dopo la pandemia causata dal coronavirus, molte scelte riguardanti la scuola sono riconducibili alle risorse a disposizione dal programma denominato Next Generation Eu, che ha consentito al nostro Paese, tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) di intervenire su vari ambiti dell’educazione, a cominciare dall’edilizia scolastica.
L’Unione europea il 21 maggio 2024 ha approvato l’Artificial intelligence (AI) act, una specifica norma sull’intelligenza artificiale, volta ad armonizzare le varie disposizioni sull’IA, con un approccio «basato sul rischio» che un suo utilizzo imprudente può comportare. È il primo esempio del suo genere al mondo.
Questo accordo mira a promuovere lo sviluppo e l’adozione di sistemi di IA sicuri e affidabili nel mercato dell’UE da parte di soggetti sia pubblici che privati. Allo stesso tempo, intende garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini dell’UE.
Norma e titolo |
Commento |
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Trattato di Maastricht, 1° novembre 1993 |
Il primo novembre 1993 entra in vigore il Trattato sull’Unione europea (TUE), firmato il 7 febbraio1992. L’espressione precedente CEE (Comunità economica europea) viene sostituita con CE (Comunità europea). L’art. 126 recita: «La Comunità contribuisce allo sviluppo di un'istruzione di qualità incentivando la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, sostenendo ed integrando la loro azione nel pieno rispetto della responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda il contenuto dell'insegnamento e l'organizzazione del sistema d'istruzione, nonché delle loro diversità culturali e linguistiche». |
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Memorandum di Lisbona |
Per quanto concerne la scuola, il documento più importante, dopo l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht, è stato il Memorandum di Lisbona sull’istruzione e la formazione permanente dell’ottobre 2000, che attua un dispositivo predisposto nel marzo dello stesso anno dalla Commissione. L’obiettivo di tale Strategia era quello di trasformare l’Europa in un’economia «basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo». I principi affermati nel Memorandum sono:
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Raccomandazione del parlamento e del Consiglio dell’Unione europea, 18 dicembre 2006 |
Il 18 dicembre 2006 viene approvata la Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea relativa all’individuazione delle otto competenze chiave per l’apprendimento permanente che gli Stati dell’UE devono impegnarsi a far conseguire ai loro cittadini. Nel 2018 tale Raccomandazione è stata rivista e aggiornata. |
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Raccomandazione relativa al Quadro europeo delle qualifiche del 2008 |
In questo framework europeo delle qualifiche vengono descritti gli otto livelli dell’EQF. Si precisano, inoltre, i significati di conoscenze, abilità e competenze, che rappresentano tuttora le definizioni a cui si attiene il quadro normativo italiano. Le conoscenze costituiscono il corpo di fatti, principi, teorie relativi ad un ambito di studio e di lavoro. Le abilità indicano la capacità di applicare conoscenze. Le competenze sono le padronanze che un individuo dimostra di possedere nell’utilizzo di conoscenze e abilità. |
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Raccomandazione relativa al Quadro europeo delle qualifiche del 2017 |
Il Quadro Europeo delle Qualifiche del 2008 è stato rivisto da una successiva Raccomandazione adottata dal Consiglio dell’Unione europea il 22 maggio 2017, nella quale viene chiesto agli Stati membri di rapportare i sistemi nazionali delle qualifiche al quadro declinato dall’UE con l’obiettivo di garantire che ci sia una omogeneità e una corrispondenza delle qualifiche in ambito europeo. L’Italia ha provveduto a rispettare tale adempimento con il Decreto interministeriale 8 gennaio 2018: Istituzione del Quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze. |
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Raccomandazione del Consiglio dell’UE 22 maggio 2018 relativo alle competenze chiave per l’apprendimento permanente |
La Raccomandazione del 22 maggio 2018 riprende in parte quella precedente del 2006. Nello schema sotto riprodotto vengono esplicitati gli ambiti delle otto competenze chiave del testo del 2018 (si veda Tabella 1). Tabella 1 Competenze chiave per l’apprendimento permanente (Raccomandazione UE, 22 maggio 2018)
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Next generation EU deliberato dal Consiglio dell’UE il 21 luglio 2020 |
Il Next generation EU è lo strumento di ripresa e rilancio economico, deliberato dal Consiglio dell’UE, volto a risanare le perdite causate dalla pandemia in vari ambiti, compresa la scuola. Nel quadro pluriennale di investimenti per il periodo 2021-2027, il Next Generation EU contribuisce a sostenere e rafforzare l’azione della Commissione, che sta sostenendo le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri per la ripresa e la resilienza. L’obiettivo è quello di attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia dovuta al coronavirus. In particolare si punta a rendere le economie e le società dei Paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e di quella digitale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) del nostro Paese è stato approvato dal Consiglio dell’Unione europea il 13 luglio 2021 per un importo che sfiorava i 200 miliardi di euro. |
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Framework europeo per le competenze digitali 2022 (DigComp 2.0) |
La prima edizione del framework europeo per le competenze digitali risale al 2013. Nel 2016 viene adottata la versione DigComp 2.0 (2.1 l’anno seguente) e nel marzo 2022 l’UE pubblica l’edizione DigComp 2.2, con un’attenzione anche all’intelligenza artificiale. Il Quadro europeo del 2022 è strettamente collegato alla competenza digitale descritta nella Raccomandazione 22 maggio 2018 e così definita: «la competenza digitale presuppone l’interesse per le tecnologie e il loro utilizzo con dimestichezza e spirito critico e responsabile per apprendere, lavorare e partecipare alla società». Comprende, oltre all’alfabetizzazione informatica e digitale, la creazione di contenuti digitali, l’alfabetizzazione mediatica, le competenze relative alla cybersicurezza, ecc. Il 9 gennaio 2023 è stato avviato anche il Digital Decade policy programme, il Programma strategico per il Decennio Digitale 2030 finalizzato a promuovere le competenze dei cittadini, l’intelligenza artificiale, ecc. Coerentemente con questo programma, sono stati diffusi anche gli Orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale IA e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento. U.E. 2022. In questo documento si afferma che l’uso dei sistemi IA è potenzialmente in grado di migliorare l’insegnamento, l’apprendimento e la valutazione e di migliorare la qualità dei risultati scolastici degli studenti. |
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Regolamento dell’UE: Artificial Intelligence (AI) act, 21 maggio 2024 |
Si tratta di una specifica norma, Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (pubblicato in Gazzetta il 12 luglio con il numero 1689/2024), che mette in guardia dai rischi di un utilizzo imprudente dell’IA. Come altri precedenti regolamenti disciplina, a livello comunitario, l’utilizzo dei dati in uno scenario nuovo, quello di creare algoritmi di AI per regolamentare la pervasività della digitalizzazione che riguarda tutti i cittadini europei. |