Scegliere la scuola di psicoterapia: il modello centrato sulla persona

Le caratteristiche distintive di questo approccio e le motivazioni per sceglierlo

Scegliere la scuola di psicoterapia: il modello centrato sulla persona

Quali sono le caratteristiche di questo approccio?

La psicoterapia centrata sulla persona (definita precedentemente terapia centrata sul cliente) prende vita dalla psicologia umanistica, movimento tra la psicoanalisi e il comportamentismo e che vede l’individuo come soggetto libero di scegliere, dinamico e che punta allo sviluppo delle proprie risorse, alla soddisfazione dei propri bisogni e delle proprie motivazioni.
Alcuni esponenti di questo movimento sono stati Abraham Maslow, Carl Rogers ed Erich Fromm.
Secondo questa prospettiva, se ci sono le condizioni adatte, la persona tende a realizzarsi in una personalità sana e capace di relazione. Al contrario se non riesce a soddisfare i propri bisogni e le proprie motivazioni può andare incontro a situazioni di disfunzionamento e patologia.

Gli elementi caratterizzanti del modello centrato sulla persona.

Disagio psicologico come incongruenza tra esperienza e concetto di sé
Il terapeuta deve favorire l’integrazione delle esperienze della persona, la ristrutturazione del suo modo di costruire la realtà, di funzionare nella relazione con sé, con gli altri e col mondo avviando un processo di naturale cambiamento in direzione di una maggior congruenza.

Relazione come principale agente di cambiamento
La relazione tra terapeuta e individuo deve essere paritaria per promuovere l’empowerment, la responsabilizzazione e l’autoregolazione della persona e per dare centralità alla percezione e al significato delle sue esperienze. Attraverso la relazione terapeutica si possono porre obiettivi realistici nella direzione del cambiamento centrati sui punti di forza, sulla creatività e sulla resilienza.

Focus sul presente
Il terapeuta focalizza l’attenzione nel qui ed ora della relazione, sostenendo l’individuo nel far fronte a problemi attuali e futuri; è in grado di leggere il processo del colloquio e del percorso fatto dal e con il cliente, e aiuta il cliente nel diventare consapevole del processo svolto.

Clima accogliente e sicuro
Il terapeuta deve mostrare ascolto, comprensione empatica, rispetto, accettazione e avere un atteggiamento non giudicante nei confronti della persona. Deve riconoscere la sua unicità e accogliere i suoi sentimenti, positivi e negativi, solo così è possibile promuovere un cambiamento.

Focus sulla persona e non sul problema
Il terapeuta deve essere in grado di concentrarsi sul processo e sull’evoluzione della persona senza “etichettarla” sulla base di categorie diagnostiche. I sistemi diagnostici possono essere utili solo ai fini di comprendere più a fondo l’esperienza e il funzionamento della persona.

Perché scegliere questo orientamento?

Lo abbiamo chiesto a Alberto Zucconi, Presidente dell’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona e Segretario Nazionale del Coordinamento Nazionale delle Scuole Private di Psicoterapia (CNSP), che ci ha risposto così:
«Perché i valori e le prassi degli approcci umanistici, improntati al rispetto degli utenti, alla democraticità, alla recovery, alla creatività, alla resilienza, all’abbracciare la vita per crescere a livello esistenziale evocano in noi la voglia di intraprendere una professione di aiuto e di crescere come persone, non solo come professionisti. Essere vicini alla persona del cliente ed essere testimoni della sua coraggiosa e dolorosa avventura umana è una esperienza molto significativa che aiuta il professionista a imparare cose importanti sulla vita e a crescere a livello esistenziale. Essere esposti a clienti che, ad esempio, sono sopravvissuti a traumi, permette di avere la soddisfazione di aiutarli alla recovery e in alcuni casi a crescere dall’esperienza traumatica, ma anche i terapeuti stessi possono avere una simile esperienza di crescita dal loro trauma vicario e aumentare la loro resilienza».