La sofferenza psicologica della donna in gravidanza e nel dopo parto risulta associata a precoci alterazioni dello sviluppo cerebrale del figlio e, oltre a problemi di regolazione e autoregolazione riscontrabili nel nuovo nato, le problematiche emotive materne in epoca perinatale impattano negativamente in termini di neurosviluppo favorendo nel bambino la presenza di alterazioni a livello cognitivo, comportamentale, emotivo e socio-affettivo.
Condizioni protettive e fattori avversi
Nel periodo fetale e neonatale è possibile rilevare numerosi fattori protettivi sulla crescita e sullo sviluppo del bambino come ad esempio avere genitori resilienti, con una buona salute in generale, psicologicamente equilibrati e abitanti in un contesto sociale e familiare stabile e supportivo.
Si sono invece dimostrati essere fattori ambientali avversi sul neurosviluppo del bambino la presenza di profili psicopatologici o di problematiche legate alla salute mentale perinatale materna e/o paterna, condizioni di prolungato stress psicosociale vissuto dagli stessi genitori, esperienze traumatiche di recente accadimento o passate che hanno coinvolto mamma e/o papà, ma anche la presenza in questi genitori di problematiche di salute in generale e di stili di vita insalubri. Di impatto avverso nei confronti dello sviluppo neuropsicologico del feto e del nuovo nato possono anche essere il contatto diretto con sostanze chimiche tossiche, abitare in zone caratterizzate da inquinamento atmosferico e avere a che fare con una alimentazione inadeguata.
Fattori avversi e cambiamenti molecolari
I fattori avversi e/o protettivi, in interazione con la suscettibilità genetica, ma anche con il periodo dell’impatto, il livello di intensità e la durata dell'esposizione, possono influenzare il sistema endocrino, immunitario, metabolico, il microbioma e altri sistemi biologici del nuovo nato. Conseguentemente, tutti questi sistemi – tra loro interconnessi – agiscono sullo sviluppo neurocomportamentale del bambino e sulla sua traiettoria evolutiva.
Se in termini relazionali e interattivo-comportamentali genitori-figlio siamo in possesso di ampie e dettagliate conoscenze scientifiche, attualmente conosciamo invece troppo poco sui cambiamenti fisiologici e molecolari che hanno luogo nella donna gravida in funzione della sua condizione emotiva e in riferimento alla sua salute mentale, su ciò che avviene nella sua placenta e che cosa si compie nel corso dello sviluppo fetale in termini di neurosviluppo del bambino. Ugualmente, tra i numerosi ambiti del perinatale, ancora limitate sono per esempio le conoscenze sulla composizione biochimica del latte materno nell’immediato dopo parto a seguito di una condizione psicopatologica gravidica o con la presenza di una grave sofferenza psicologica materna postnatale.
In altre parole, sono ancora vistosamente limitate le conoscenze sui cambiamenti fisiologici, molecolari, neuroendocrini e biochimici legati alle condizioni perinatali materne e genitoriali avverse e quanto queste alterazioni “chimiche” impattano sulle traiettorie evolutive e sullo sviluppo del bambino.
Psicopatologia perinatale, sviluppo del bambino e co-regolazione
La depressione e l'ansia materne risultano significativamente associate ad un carente sviluppo socio-emotivo, cognitivo, linguistico, motorio e comportamentale del bambino. Nel dopo parto, ancor di più, il disagio psicologico materno è anche associato a problematiche nel legame madre-bambino.
Quindi, l'esposizione del feto ad una sintomatologia ansiosa e depressiva materna gioca un ruolo rilevante nello sviluppo dei problemi di autoregolazione infantile, potenzialmente mediati da modificazioni epigenetiche. Non solo, in alcuni studi è anche emerso quanto talune condizioni subcliniche di depressione e ansia in gravidanza risultano significativamente predittive nei confronti di quelle che saranno le successive caratteristiche del bambino riguardanti il pianto, le sue problematiche legate al sonno e all’addormentamento, nonché le difficoltà legate al mangiare, alla nutrizione e al tipo di alimentazione che si concretizzerà.
Alla nascita, un’esperienza fetale avversa può quindi favorire nel bambino la presenza di difficoltà nella regolazione, co-regolazione e autoregolazione. In particolare, il livello di attivazione manifestato dal neonato, il suo temperamento, la qualità del suo ritmo sonno-veglia, le difficoltà nel mangiare e le reazioni di pianto eventualmente sproporzionate solleciteranno - da madre a madre - differenti risposte di accudimento, di vicinanza e di cura.
Non sempre, però, la presenza di psicopatologia perinatale riscontrabile nella mamma e/o nel papà si declina automaticamente con modalità disfunzionali nella relazione genitori-figlio.
Considerazioni conclusive
Le manifestazioni biocomportamentali del nuovo nato sembrano quindi essere influenzate dagli aspetti neuroregolatori maturati in epoca fetale, dipendono dai processi di sviluppo e dagli eventi che si presenteranno sia quando è ancora nel grembo materno che negli anni successivi alla nascita, dalla configurazione del suo cervello e dalle modalità relazionali messe in atto da chi si prenderà cura di lui.
Certamente, un rischio più elevato di problemi di regolazione e autoregolazione del bambino si riscontra maggiormente nelle condizioni di esposizione al disagio psicologico dei propri genitori in epoca fetale e nei mesi che seguono la sua nascita.
In termini di una equilibrata co-regolazione e reciprocità, risulterà di grande importanza la capacità dei genitori di maturare e costruire adeguate modalità relazionali capaci di sintonizzarsi – nel corso del tempo - con le peculiarità affettive, temperamentali e comportamentali del figlio.
Visto le limitate evidenze presenti in letteratura, dovrebbero però essere approfondite in maniera integrata e multidisciplinare le conoscenze sulle conseguenze dell’esposizione del feto e del bambino a condizioni di sofferenza emotiva materna in epoca perinatale al fine di individuare i fattori - anche di tipo biochimico - che incidono maggiormente e significativamente sugli aspetti della sua regolazione, co-regolazione e autoregolazione.
In questo ambito di studi sono stati compiuti notevoli progressi e le conoscenze raccolte sono in forte crescita, ma restano ancora presenti numerosi quesiti senza risposta e molteplici ipotesi da verificare. Un importante contributo potrà sicuramente arrivare dalla ricerca transdisciplinare sulla salute mentale perinatale e sullo sviluppo del bambino, ma anche dall’impegno di questi ricercatori e studiosi di individuare alcune modalità su come implementare nella pratica clinica quotidiana - e in termini prevenzione a più livelli - le attuali e le future conoscenze sulla regolazione, co-regolazione e autoregolazione del bambino.
Questo elaborato è stato scritto prendendo spunto dall'articolo scientifico: Van den Bergh BRH, Antonelli MC, Stein DJ. Current perspectives on perinatal mental health and neurobehavioral development: focus on regulation, coregulation and self-regulation. Curr Opin Psychiatry. 2024 May 1;37(3):237-250. doi: 10.1097/YCO.0000000000000932.