Viste dall’alto e da lontano, le guerre degli esseri umani appaiono assurde, come tenta di evidenziare Voltaire nel suo breve racconto Micromega, che risale al 1752. Il protagonista del racconto, Micromega, proviene da uno dei pianeti che ruotano attorno alla stella Sirio. Voltaire lo immagina alto ben 42 chilometri. Durante il suo viaggio nello spazio, Micromega incontra un abitante di Saturno molto più piccolo di lui, alto soltanto un chilometro e mezzo. Arrivati sulla Terra, grazie a frammenti di diamante usati come lenti, i due extraterrestri riescono a scorgere gli esseri umani, ai loro occhi creature microscopiche, e trovano il modo per conversare con loro. A un certo punto questi esseri umani, che in realtà sono filosofi, geometri e scienziati impegnati in una spedizione via mare, raccontano delle guerre che si combattono sul loro pianeta: «Non sapete, per esempio, che nel mentre vi parlo, vi sono centomila pazzi della nostra specie, con in testa un cappello, che ammazzano centomila altri animali con in testa un turbante, o che vengono massacrati da quelli, e che, quasi ovunque sulla terra, è così che si usa da tempo immemorabile?» (Voltaire, Micromega, in Zadig e altri racconti filosofici, Feltrinelli, Milano 2016, p. 150).
L’extraterrestre chiede perché. La risposta è questa: «“Si tratta”, disse il filosofo, “di qualche mucchio di fango grande come il vostro calcagno. Non che qualcuno di quei milioni di uomini che si fanno sgozzare pretenda un fuscello di quel mucchio di fango. Si tratta solo di sapere che esso apparterrà a un certo uomo che si chiama Sultano, oppure a un altro che si chiama, non so perché, Cesare. Né l’uno né l’altro ha mai visto né mai vedrà quel piccolo angolo di terra di cui si tratta; e quasi nessuno di quegli animali, che si scannano l’un l’altro, ha mai visto l’animale per il quale si fa scannare”».
I responsabili principali di tutto ciò sono «quei barbari sedentari che dal fondo del loro studio ordinano, nel momento della digestione, il massacro di un milione di uomini, e poi ne fanno ringraziare Dio solennemente» (p. 151).
Esercizio in classe: La descrizione di Voltaire vi sembra ancora attuale, cambiando i protagonisti (Sultano, Cesare…)? Che differenze ci sono tra i «barbari sedentari» che ordinano i massacri e i «centomila pazzi» che li mettono in atto? Quali elementi importanti mancano nel quadro dipinto da Voltaire, se lo confrontate con le analisi di Freud e Hobbes?



