La valutazione del progetto educativo individuale

La valutazione del progetto educativo individuale

La valutazione, in linea generale, è quel fondamentale momento della vita scolastica cui tutti gli studenti hanno diritto per sperimentare la propria auto efficacia e costruire identità e autodeterminazione. Non è, dunque, semplicemente, un compito di natura adempitiva, ma un momento educativo quanto la progettazione stessa.

Negli anni da educatrice, prima, e da insegnante, poi, ho osservato come il momento valutativo degli studenti con disabilità sia spesso improntato a verifiche estemporanee, spesso pesantemente guidate dall'insegnante, con valutazioni sommative tarate su punteggi alti, volti a "premiare l'impegno". In più di un caso, mi è capitato di assistere ad interrogazioni in cui ai compagni veniva dall'insegnante sollecitato "l'applauso" per il compagno con disabilità che "è stato così bravo". Tentai di far comprendere ai colleghi dell'epoca che qualunque discriminazione, negativa o positiva che sia, è sempre una manifestazione di abilismo (con l'esempio: vengono applauditi tutti gli studenti?). Parimenti, non è infrequente che, allo scopo, si utilizzino le medesime griglie utilizzate per gli studenti con Disturbi Specifici dell'apprendimento o, peggio ancora, valutazioni assolutamente aleatorie utilizzate per "far contento" lo studente che, in quanto certificato, va gratificato comunque, in base ad una distorta visione pedagogica in cui il "rinforzo positivo" ha sempre effetto e la gratificazione debba avvenire in ogni caso, come se essa fosse il contrario della frustrazione. Ovvero, un tipo di ragionamento in cui, in quanto certificato, quello studente non può mai incorrere nell'errore. Questo significa che non si permette allo studente di sviluppare correttamente la capacità di autovalutarsi e autoregolarsi.

Senza validi e attendibili criteri di valutazione, inoltre, non è possibile nè determinare l'efficacia della progettazione educativa nè effettuare eventuali aggiustamenti. Al contrario, invece, per poter valutare entro margini accettabili di validità e attendibilità è assolutamente indispensabile predisporre strumenti personalizzati che consentano:

  • di costruire prove di valutazione adeguate alle capacità dello studente, adeguate alle sue capacità ed in grado di ridurre la quantità di supporto da parte dell'insegnate, sia esso curricolare o specializzato su sostegno, ovvero, prove pensate per "fare da soli";
  • definire criteri e griglie di valutazione personalizzate sugli obiettivi definiti nel PEI nelle aree dsciplinari.

Il primo aspetto è tanto più importante in quanto riguarda la capacità dello studente di autoregolarsi ed essere consapevole dei propri punti di forza; agire "per sè stessi" e di conseguenza, sentirsi responsabile dei propri successi, esattamente come dei propri fallimenti riguarda un passaggio cruciale verso autodeterminazione e l'adultità.

L'aspetto critico della quantità di supporto da fornire sta nella capacità di bilanciare fra il "poco", che genera frustrazione e impotenza appresa, e il "molto", causa di mancanza di autonomia e autoregolazione, causa primaria della diffusa infantilizzazione delle persone con disabilità. Il problema risiede, in larga parte, nel permettere l'errore calcolando le conseguenze in termini di costi/benefici personali in chiave evolutiva.

Una valutazione che sia il più possibile autentica dovrebbe basarsi sulla capacità di preparare prove di valutazione calibrate per consentire allo studente di svolgere più possibile in autonomia. Questo aspetto è particolarmente rilevante nella scuola secondaria di secondo grado e per due ordini di motivi:

  • Il valore legale del titolo di diploma;
  • la costruzione di un'identità e una reale capacità di scegliere e agire per il proprio interesse, anche in prospettiva futura prossima.

Il peso di questa valutazione è tanto più rilevante perchè da qui discende la possibilità di orientare un futuro percorso di inserimento lavorativo, che sappiamo essere particolarmente accidentato.

Nei percorsi personalizzati, che danno accesso al diploma, sarebbe necessario essere in grado di formulare correttamente prove equipollenti capaci di misurare obiettivi di conoscenza e competenza definito per ogni disciplina e adeguato al livello di capacità dello studente, così come previsto dalla normativa (L.104/92, art.16 c.3, L.323/92 art.16 c.1, DlgS. 62/17 art.20, Linee Guida del Pei-Allegato B par.8.2). 

Queste prove, la cui struttura può essere varia, dai questionari a scelta multipla, vero/falso, a completamento, a risposta aperta guidata, solo per fare alcuni esempi, possono ovviare ad alcune difficoltà specifiche di linguaggio o produzione linguistica e possono consentire uno svolgimento personalizzato delle prove di valutazione adeguato agli obiettivi di apprendimento, conoscenza e competenza inseriti nel PEI.

Tuttavia, esiste un concreto problema di competenza e formazione degli insegnanti nell'elaborare questo tipo di prove, a causa di una formazione docimologica non sempre di livello nei corsi di specializzazione su sostegno didattico (va detto, per problemi di tempo, data la durata di questi corsi) e praticamente inesistente per quanto riguarda i docenti curriculari (augurandosi che questo gap venga colmato nei corsi di abilitazione da 60 cfu in fase di attivazione). Altra questione riguarda poi gli Esami di Stato, in cui sussiste la difficoltà di preparare prove equipollenti adattate all'uscita delle prove minsteriali. 

E qui, inaspettatamente, l'uso dei chatbot di Intelligenza Artificiale ha costituito, per me, un formidabile supporto, permettendomi di elaborare (con adeguati e provati prompt di richiesta molto specifici) test a risposta multipla, a partire dal testo ministeriale, in un tempo assolutamente ridotto.

Per concludere, l'argomento della valutazione personalizzata degli alunni con disabilità dovrebbe essere, a parere di chi scrive, assai più dibattuto e approfondito. E con esso, le possibili ricadute positive che l'intelligenza Artificiale potrebbe apportare nella didattica inclusiva del futuro.